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Autore: Clawdia    04/01/2013    2 recensioni
"Moriva.
Tra quegli alberi, in quella foresta immersa nel silenzio.
Emmett moriva e non poteva far nulla per salvarsi."
La storia di un giovane che è stato salvato e la cui vita è cambiata drasticamente.
Emmett non sa ancora a cosa andrà incontro ma chi lo sa?
I Cullen lo hanno adottato, ma nessuno sa cosa sarà capace di fare!
Questa è la storia di Emmett, dalla sua nascita come Vampiro, la sua storia si snoderà attraverso le vicende della famiglia Cullen. Sicuri che l'amore per Rose sia giunto prima di tutto il resto?
Alice. Jasper. Edward. Carlisle. Esme. ROSE.
Quello che Twilight non ha mostrato nella sua storia, sarà invece narrato in questa!
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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Rose passò tutta la notte a pensare a come avrebbe dovuto compartarsi.
Si sentiva così infastidita e allo stesso tempo attratta da Emmett che non avrebbe potuto continuare ancora così. Doveva parlare con lui, doveva chiarire la questione al più presto.
 
«Hai un attimo?» chiese il giorno seguente ritrovandosi da soli nella loro camera.
Sembrava che il giovane la snobbasse, come se le sue provocazioni non lo infastidissero più e anche se Esme stava considerando di finirla con questa storia del dormire nella stessa stanza si era riservata qualche giorno per decidere. 
Emmett si voltò con uno sguardo apatico, un leggero sorriso a curvargli le labbra.
«Credo.»
«Dobbiamo parlare.» disse gelida lei.
«Sarà una cosa lunga?» mugolò lui in uno sbuffo.
Rose si sentì ancora più infastidita.
«Dipende da te. Ho alcune cose da chiederti, dobbiamo chiarire alcuni punti.»
«Alcuni punti? Cosa abbiamo da chiarire?»
«Sei fuggito, sei sparito per mesi e non dici nulla.»
«Cosa dovrei dire Rosalie? Avevo bisogno di tempo.»
«Per cosa?»
«Per pensare. Per me. Per la mia nuova vita. Per te!» sospirò cercando il suo sguardo
«Non mi sono dimenticato di quello che è successo. Non cancello quel bacio.»
«Dovresti farlo!» 
L'istinto fu più forte di lei e la sua lingua si mosse come di voler proprio.
Perché aveva detto quelle cose? Le pensava davvero? 
Emmett rimase bloccato, immobile. Aveva tentato di fare il carino, aveva tentato di non peggiorare la situazione evitando di forzarla. Si era tenuto a distanza, freddo e moderando i suoi toni ma se otteneva comunque solo veleno e cattiverie allora avrebbe cambiato modulo.
«Immagino che tu l'avrai fatto dunque! Certo. Un bacio da Emmett, un vero schifo! 
Non so nemmeno perché ho ritirato fuori questa storia, non ha più senso. Tu non hai più senso Rose. Mi cerchi solo quando ti fa comodo, quando ti annoi. Io sono il tuo passatempo, il tuo capriccio. Tutto quello che vuoi è Te stessa! Non ti importa di me, non te ne è mai importato, vuoi solo divertirti e giocare con gli altri.»
Si fermò, il tono sempre più alto, gli occhi cattivi e la lingua tagliente.
«Sai che ti dico? Io non sono più il tuo giocattolo. In questi mesi sono cresciuto, son maturato e ho fatto nuove esperienze che mi hanno temprato. 
Io sono attratto da te Rose. Io...tu mi piaci, mi piaci davvero. Non mi importa di quello che dicono gli altri o di quello che tu mi mostri, so solo che è una facciata. Ma se avvicinarmi a te significa ricevere solo questo, allora credo che rinuncerò volentieri!»
Si voltò, spostò le lenzuola con un movimento veloce e deciso e vi si infilò.
«Lasciami in pace!» 
Disse posando la schiena alla tastiera del letto e guardando la finestra.
Rose era ancora pietrificata. Non si era aspettata una reazione simile, tutte quelle dichiarazioni, tutte quelle parole. La sua testa non riusciva a recepirle e ordinarle.
Si limitò a deglutire, abbassare la testa e uscire dalla camera.
Quella notte non avrebbe dormito con lui, non ce l'avrebbe potuta fare.
L'unica cosa che voleva fare era piangere, ma non poteva.
 
Il mattino successivo la bionda era sparita.
Un biglietto troneggiava nel tavolo, una semplice scritta, poche parole.
Era andata a cacciare da sola e nel bel mezzo della notte, forse sarebbe tornata di pomeriggio ma nemmeno lei sapeva dirlo con esattezza. 
Voleva solo del tempo per pensare.
«Emmett, sai perché Rose è fuggita con tanta fretta?» chiese Alice retoricamente guardandolo negli occhi. Il giovane si limitò a far spallucce e raccontarle quello che era successo la notte precedente omettendo però alcuni particolari più personali. Lei era la sua confidente, ma c'erano troppe orecchie indiscrete per raccontarle tutto.
«Tornerà a breve allora. Sappiamo che è una testa calda, vorrà solo sbollire un po.»
«Oppure vorrà fare a pezzi qualche malcapitato!» 
Edward comparve nella stanza apparendo praticamente dal nulla e la sua lingua tagliente non risparmiò la povera figura della bionda sorella. I riferimenti al suo passato erano innegabili, Rose non era mai stata abile a controllare la sua rabbia e le sue emozioni ma aveva imparato.
«Fidatevi di me. Tornerà!» Alice ne era sicura.
E infatti ebbe ragione.
Quando ormai tutti erano nelle loro camere, quando tutti saggiavano il riposo notturno ecco che la porta del piano inferiore si spalancò producendo un debole rumore.
La ragazza si scostò i capelli dal viso e puntò direttamente alla sua stanza. La porta succhiusa venne aperta e quando Emmett la vide, con quello strano sguardo negli occhi, non poté far a meno di risponderle brutalmente. La lite del giorno precedente ancora vivida nei suoi ricordi.
«Cosa vuoi da me Rose? Sei venuta per litigare?»
I suoi occhi la fissavano di striscio, la sua attenzione concentrata oltre la finestra.
La bionda indugiava, si mordeva il labbro e con le mani tremanti si chiedeva se stesse per fare la cosa giusta, se Alice avesse ragione. Oh ma Alice aveva sempre ragione!
«No. Son venuta per un altra cosa.» si fece ancora più vicina.
Ormai meno di un metro divideva i loro corpi.
«Cosa?» chiese lui girandosi e incrociando il suo sguardo.
Rose si vergognò davvero tanto di quello che disse ma non poté impedirselo, non ora che doveva mettere da parte l'orgoglio e nascondere il suo carattere di merda. E come aveva detto Alice l'istinto prevalse sulla ragione.
«Te.»
 
Scattò in avanti, con un movimento non veloce ma quanto meno deciso.
Mise la mano destra sulla sua guancia e posò le sue labbra sulla sua bocca.
Emmett spalancò gli occhi e rimase immobile per qualche secondo, almeno sino a quando  Rose non gli passò il braccio sinistro dietro la testa e lo attirò a se. Era fastidioso restare in punta di piedi e lo voleva più vicino. Fu allora che Emmett capì finalmente di aver trovato spazio per liberar la sua attrazione per lei e ricambiò il bacio. Dischiuse subito le labbra e strinse forte i suoi fianchi facendola sospirare immediatamente.
Cominciò a camminare verso il letto che stava solo a pochi metri da loro e nel mentre la stringeva, le sfiorava i capelli, la baciava con forza e passione. Quando la distanza dal letto fu colmata la spinse sul materasso e le saltò addosso con fare animalesco.
Immobilizzò le sue gambe e le sue labbra fredde si posarono sul suo collo.
Morsi, carezze, baci.
Furono sensazioni che Rose non aveva mai provato prima.
Le sue mani corsero al maglione senza che nemmeno se ne rendesse conto, liberando il suo fisico da quell'inutile indumento. La cannottiera fu l'ultima barriera che la separava dai suoi addominali scolpiti nel marmo. Mentre si lasciava baciare con passione glieli tastò uno ad uno con lenta dolcezza, sino a risalire al collo e attirarlo ancora verso di se per farlo cadere e portarlo sotto con una mossa da vera maestra. A situazione ribaltata fu Rose ad averlo in pugno.
Si portò i capelli all'indietro e si tuffò ancora sulle sue labbra, sulle sue guance, sul collo e poi scese sempre più giù fino a raggiungere e mordere con i denti la cintura che gli reggeva i pantaloni. Mentre la bionda armeggiava così in basso Emmett si dedicò a parti ad altezze elevate. Tolse la camicetta alla ragazza e il top che portava sotto, rivelando quel reggiseno scuro che metteva in mostra i suoi seni perfetti. Baciò ogni centimetro di quella pelle.
I pantaloni sfiorarono il terreno pochi secondi dopo, così la biancheria intima e infine la casa fu scossa da forti scosse che parevano appartenere a un terremoto. 
La cosa durò per svariate decine di minuti, con piccole pause quasi insignificanti.
Alice non riuscì a trattenere i suoi ridolini, sul viso di Jasper comparve invece un grande sorriso. Edward era lontano, tra i boschi, forse seduto al limitar di una radura. Esme e Carlisle erano semplicemente impegnati nella stessa attività dei loro figli per cui non ci fecero troppo caso. La notte passò allora veloce per i due giovani amanti.
Con Rose che veniva tra le braccia di Emmett ed Emmett che si inebriava del calore di Rose.

Angolo dell'Autrice
EVVIVA! Ecco qua, il mio ultimo capitolo da vacanziera, spero che il momento abbia reso qualcuno felice :)
Non so quando tornerò a scrivere, forse tra qualche giorno ma volevo davvero pubblicarlo questo!
Vi è piaciuto? Cosa ne pensate? Io penso solo che era ora!
Ringrazio ancora chi tutto segue e recensisce e legge la mia storiella :)
  
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