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Autore: MichaelJimRaven    04/01/2013    1 recensioni
Arrivo al castello di Peter, james e Sirius
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Erano oramai passate quasi due ore da quando il treno aveva lasciato il binario 9 e 3/4 per dirigersi pigramente verso la stazione di Hogsmeade.
Come ogni primo di settembre, la partenza dei ragazzi per Hogwarts aveva portato trambusto e euforia nelle famiglie dei nuovi alunni e la consapevolezza della fine delle vacanze per i vecchi iscritti.
Peter era ancora pieno di domande su quello che avrebbe trovato una volta arrivato al castello. Certo, i suoi genitori gli avevano già spiegato più o meno quello che doveva aspettarsi.
Hogwarts era un luogo splendido, isolato ma vivo, pieno di misteri e di fascino che , ne erano certi, lo avrebbero tenuto occupato per tutti e sette gli anni senza stancarlo mai. Addirittura, il padre aveva detto che, se avesse potuto, avrebbe volentieri perso qualche anno pur di passarne qualcuno in più in quel magnifico maniero , tutto da esplorare.
Il ritmico sferragliare del treno era quasi soporifero ed era difficile per il ragazzino tenere gli occhi aperti. Sopra la sua testa, vi era il baule pieno zeppo delle cose acquistate nei giorni precedenti a Diagon Alley.
C'erano stati molti altri bambini come lui, nei negozi di articoli scolastici. Aveva visto molti visi ed immaginato molte cose. Era curioso di vedere con quali di quelle facce nuove si sarebbe trovato a condividere il dormitorio della propria casata.
Soprattutto, era curioso di sapere in quale delle quattro case, sarebbe stato smistato.
I genitori erano entrambi Tassorosso, quindi la probabilità che anche e lui potesse finire in quella casa era piuttosto alta.
A Peter, però, questa prospettiva non piaceva particolarmente; fosse dipeso da lui, avrebbe scelto indubbiamente di finire a Grifondoro, la casata dei forti e degli audaci!
I Tassorosso erano sonnacchiosi e bonari, poco inclini alle avventure e più dediti alla vita sicura e tranquilla.
In effetti, lui amava le comodità e la sicurezza che poteva avere quando era consapevole delle proprie possibilità, ma una vena di vigore e curiosità eccessiva lo aveva sempre contraddistinto dal resto della sua famiglia e dai suoi genitori.
Si, avrebbe sicuramente scelto Grifondoro, se fosse stato nelle sue possibilità.
Davanti a Peter, un ragazzino dall'aria sveglia e dai lunghi capelli neri, stava lamentandosi della propria bacchetta.
"Olivander è sicuro che io sia stato scelto da questo ciocco di legno! Ma ti pare?! Io non voglio una bacchetta in frassino! Solo i perdenti le hanno! Mi sa che alla prima occasione torno a Diagon Alley e la cambio con una in mogano e corda di drago!"
"Non puoi, Sirius! Le bacchette sono compagne per la vita. Il tuo legame è con essa, che tu lo voglia o meno, stampatelo bene in testa!"
Accanto al ragazzo dai capelli lunghi, un altro di aspetto più mite ma decisamente più curioso, stava canzonandolo sul suo acquisto, a detta sua, errato.
"Bella forza, James! A te è capitata una bacchetta in ciliegio! Mica puoi lamentarti della cosa! Diavolo! Prova tu a sembrare forte e minaccioso con una bacchetta di colore quasi giallo!!" e indicava con l'indice il corpo della propria bacchetta di colorito stantio, quasi malato.
"Ci rinuncio! Il Nero era migliore come colore, bah!"
Peter stava assistendo a quella piccola conversazione e non si era accorto di averli fissati un po' troppo insistentemente. Il ragazzino dai capelli lunghi, infatti, si era voltato a guardarlo.
"Beh? Che c'è? Ti fa ridere la mia bacchetta?"
Quasi come se fosse stato colpito da uno schiantesimo, Peter era indietreggiato bruscamente sul proprio sedile fin quasi ad appiattirsi contro lo schienale.
Ecco il Tassorosso che si faceva strada dentro la poca scintilla di leone che albergava nel cuore di quel ragazzino paffutello e sgraziato che era.
"Io… Eh? No! No, scusami… È che state parlando ad alta voce… e io…"
"E tu, cosa?" incalzava Sirius " Io sono Sirius Black! Un BLACK! Hai capito?"
Dalla parte opposta del sedile, James aveva volto il proprio sguardo verso Peter. I capelli spettinati e in disordine che ne coprivano la testa sembravano animati da vita propria.
"Sirius... lascialo stare. Non vedi che se la sta già facendo sotto? E poi, cos'è questa storia? Non dicevi, fino a un paio di giorni fa, che non ti andava di essere un Serpeverde per forza come tutti quelli della tua famiglia?!"
Con lo sguardo ancora rivolto verso Peter, Sirius aveva aperto bocca per controbattere alle parole di James, ma tutto quello che gli era uscito di bocca era il fiato che odorava di Cioccorana.
"Già! Hai ragione, Potter! Diavolo! Mi conosci da solo una settimana, e già hai capito tutto eh?!"
"Sei un tipo semplice da capire, Black!" aveva ridacchiato in risposta il ragazzo dai capelli in disordine.
Un fischio prolungato del treno avvisava i passeggeri dell'arrivo di una galleria. La discussione sulla bacchetta e sulle famiglie era durata per una mezz'ora buona.
Mezz'ora in cui Peter aveva ascoltato con interesse quello che i due ragazzi davanti a lui stavano dicendosi.
Si chiamavano Sirius Black e James Potter. Entrambi figli di maghi, quindi purosangue.
Black era il rampollo di una delle famiglie più ricche e stimate dei maghi inglesi, mentre Potter faceva parte della classe media. Sembrava si conoscessero da secoli, invece a detta delle loro parole, si erano scontrati al "Serraglio Stregato" solo pochi giorni prima, litigandosi un gufo nero che alla fine aveva preso una ragazzina dalla fulva chioma, lasciando entrambi con un palmo di naso.
Peter non aveva più spiccicato parola fino all'arrivo dell'Espresso, ad Hogsmeade: era rimasto incantato ad ascoltare le storie di quei due, che sembravano fratelli, da come si trattavano e scherzavano tra loro.
"Hey! Siamo arrivati, credo!"
James si era messo in piedi e stava trafficando col proprio baule sotto gli occhi scettici di Sirius che ghignava.
"Potter, Potter, Potter! Sei proprio un moccioso…" Black scuoteva la testa nella stessa maniera in cui un medico si arrende al male di un paziente.
Era incredibilmente buffo da vedersi. James aveva portato le mani ai fianchi e lo guardava storto.
"Beh? Che c'è adesso che non va? Credi forse che i bauli camminino da soli e scendano dal portabagagli per farti un favore?!"
Senza dire altre parole, Sirius si era alzato in piedi a sua volta. I due erano piuttosto alti per la loro età. Fisico asciutto e leggero, contrariamente a quello di Peter, più bassotto e decisamente più in carne di loro.
"Passami la tua bacchetta, tizio!" la mano destra di Black era tesa verso Peter mentre i suoi occhi lo guardavano dritto in faccia. Senza controbattere, quasi immobilizzato dalla paura, Peter aveva estratto la sua bacchetta e l'aveva messa nella mano del ragazzo.
"Wingardium Leviosa!"
Improvvisamente, a quelle parole pronunciate da Sirius, il baule di James aveva appena preso a levitare dalla rete portabagagli e a uscire dal finestrino dello scompartimento, per adagiarsi fuori, sopra ad una panchina vuota.
"Non possiamo fare magie fuori da scuola! È proibito!" aveva detto James, accusatorio verso Sirius.
"Lo so, Potter. Infatti ho usato la bacchetta di tizio, qui! Dovessero fare dei controlli, beccheranno la sua, non la nostra!"
"Credo invece che punirò direttamente te, signor Black!"
Una voce roca, bassa ma decisa, aveva apostrofato i ragazzi, arrivando dritta dal corridoio del vagone. Alla fine di tutti gli compartimenti, un uomo robusto di statura media con un incedere claudicante stava avanzando verso di loro tenendo la propria bacchetta puntata su Sirius e James.
Peter non aveva la minima idea di chi fosse quell'individuo, ma era inquietante. Non sembrava uno di quelli che amano ascoltare spiegazioni.
"Restituisci quella bacchetta! Poi esci, prendi il baule e lo ricarichi sul treno!"
"Perché dovrei? È già pronto per partire!"
"Lo fai perché te lo dico io, ragazzo! E lo farai ora, quant'è vero che mi chiamo Alastor Moody! Odio i furetti... E tu sembri proprio uno di quelli! Vero, Black?!"
Sirius era rimasto fermo davanti al signor Moody e lo guardava sprezzante. Era chiaro che avrebbe voluto dire qualcosa! E stava anche per farlo. Aveva aperto la bocca nello stesso istante in cui Peter si era alzato ed aveva preso la parola, stupendosi da solo per quel suo atto.
"Mi scusi, signore... Ho chiesto io al Signor Black di mostrarmi un incantesimo. Se proprio ci dev’essere una punizione, spetta a me!"
James aveva volto il viso verso Peter e lo stava guardando allibito.
Alastor Moody aveva invece semplicemente spostato la punta della bacchetta da Sirius a lui, senza spostare gli occhi dal ragazzo con i capelli lunghi.
"Non importa se tu hai chiesto o meno la cosa, ragazzo. Per regola e norma, Black non avrebbe dovuto farlo! Ma come posso aspettarmi che ci sia rispetto delle regole da uno della sua stirpe?"
A quelle parole, Sirius aveva fatto un passo in avanti e ora stava con il mento attaccato al petto di Moody.
"Non azzardarti a paragonarmi a quelli della mia famiglia! Chiunque tu sia , non hai la minima idea della differenza che ci sia tra me e la “nobile casata dei Black!” aveva detto, mimando le virgolette con le dita, mentre decantava la propria origine.
"E tu porta più rispetto, piccoletto... Se desideri avere un buon primo anno!"
L'uomo aveva abbassato la bacchetta per riporla nella tasca interna della propria palandrana in cuoio.
"Sono il Professor Moody, docente di Difesa Contro le Arti Oscure! Avrete molto a che fare con me, quest’anno! Se questo è l'inizio, voglio che sappiate che non siete partiti con il piede giusto! Nessuno di voi tre!"
E dette queste parole, l'uomo aveva scostato con una mano James per passare oltre loro e dirigersi in testa alla carrozza per scendere con gli altri professori.
"MA chi diavolo è quel matto?"
Peter lo stava ancora seguendo con lo sguardo quando James aveva posato la mano sulla sua spalla.
"Bella prova, tizio! Hai rischiato l'espulsione prima ancora di venire ammesso!"
"Già… Bella prova! Soprattutto quella di chiamarmi Signor Black! Fallo di nuovo e ti trasformo in un polpettone di pollo!"
Sirius voleva essere minaccioso, ma in realtà stava ridacchiando sornione.
Tutti e tre erano scesi dal treno e si stavano incolonnando dietro al professore che avrebbe accompagnato i ragazzi del primo anno fino ad Hogwarts.
Era tradizione che i nuovi iscritti arrivassero al castello dal lago, godendo della vista del castello illuminato dalle torce e dai colori della notte.
  
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