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Autore: uantwothree    04/01/2013    0 recensioni
Mi chiamo Sophia Laurel. Sono inglese ma vivo a Parigi, e ho deciso di intraprendere la carriera nel circo dopo essere scappata da casa mia a Birmingham.
Forse ho sottovalutato questa nuova vita. Non so neanch'io se rivoglio la mia normalità, la voglia di vivere e di apprezzare le piccole cose come ogni adolescente.
Ma in fondo, cos'è la normalità?
Genere: Generale, Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Aria primaverile


- Che si fa oggi? - chiedo a René, mentre qualche timida goccia di sudore inizia ad imperlare la mia fronte.
- Come sai, siamo in tournèè per lo spettacolo, fra due mesi...
- Sì, me lo ripeti ogni giorno - ribatto, con aria sarcastica.
- Ecco,devi provare la prima parte del numero al trapezio, ho visto che c'è qualche imperfezione e vanno corrette al più presto.
- D'accordo...
- Conto su di te.
Salii rapidamente sull'attrezzo e mi lanciai. Sentii l'adrenalina che percorreva il mio corpo mentre volteggiavo, e saltavo sul trapezio dalla parte opposta per poi tornare a volare e saltare.
- Andava molto meglio. Continua così!
Provai per mezzora, poi passai al tessuto aereo,al cerchio e agli altri attrezzi,e provai con gli altri acrobati mentre Samuel mi guardava da lontano.
- Che hai da guardare,eh? Non lavori? - gli urlo in modo sarcastico, dall'altra parte della palestra.
- Mi scusi se l'ho turbata -  ribatte lui.
A volte non ti capisco, Samuel.
Tornai a provare e finimmo alle 12.30, giusto in tempo per il pranzo.
Mi preparo qualcosa in fretta e furia, non ho voglia di mangiare col gruppo.
Verso le 14 esco per andare a farmi un giro per la città, anche se sono da sola.
Ho voglia di tutto, tranne che starmene chiusa in "casa".
 
Prendo la linea uno della metro e scendo alla stazione dei Champs-Élysées, dove sono diretta.
Uscendo dalla metropolitana mi godo il più possibile la leggera brezza di aprile, che mi sfiora il viso piacevolmente. Adoro la primavera e il suo clima.
I colori degli alberi in fiore mi donano un po' più di allegria. Sono meglio di una medicina.
Passeggiando quasi rasente ai negozi, osservo ogni vetrina con interesse, immaginando quei vestiti vistosi addosso alle curve inesistenti del mio corpo esile.
Farei schifo, penso con un sospiro.
Qualsiasi vestito che non sia una tuta da ginnastica mi sta malissimo.
Cerco di ricacciare i pensieri indietro, e mi consolo regalandomi un gelato alla fragola e pistacchio, anche se un po' fuori stagione.
Il tempo vola, e sono già le cinque meno dieci.
Gli allenamenti pomeridiani!
Dannazione, sono sempre in ritardo!
Corro tra la folla parigina, ansimando e tirandomi addosso mentalmente tutti gli insulti possibili.
Merda. Merda. Merda.
Attraverso di corsa, anche se è rosso. Tanto non stava passando nessuna macchina.
René non tollererà un altro ritardo, soprattutto ora che siamo vicini alla tourneé in Europa dello spettacolo.
Corro il più veloce possibile, fino a sentire solo i miei passi e il vento intorno a me.
Per fortuna c'è un vialetto da cui posso tagliare per arrivare subito alla metro. E' un po' isolato, ma devo fare in fretta, mi serve una scorciatoia.
Svolto subito a destra. Sembra che non ci sia nessuno. Cerco di affrettare il passo più di quanto non l'avessi già affrettato prima. La mia corsa si arresta subito, e sbatto contro qualcosa, cadendo a terra.
- Ehi, dove corri?
Non era qualcosa, era qualcuno.
- M-mi scusi...
Mentre mi rialzo lo guardo in faccia, è un robusto ragazzo sulla ventina, se non di più. Sembrava volermi ostacolare per dispetto.
- Mi scusi...Cioè,scusa...Vabbè, ti potresti spostare? Sono in ritardo.
- Perchè tanta fretta?
Non mi aspettavo di certo una domanda del genere.
- Ehm... Sono in ritardo, per degli allenamenti. Potrei passare, gentilmente?
- Eddai, fermati ancora un po'.
- Cos...
Non faccio in tempo a finire la domanda che il tizio mi strattona, e tira fuori un coltello dalla lunga lama.
Ho paura di svenire. Tutto intorno a me si dissolve, ed inizio a sudare più di quanto non abbia mai sudato in allenamento.
Non può finire così, Sophia.
No, non può finire così!
   
 
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