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Autore: CharlotteisnotReal__    04/01/2013    3 recensioni
«È bellissima.» Sussurrò Harry, poggiato al bancone del bar. «Divina.» Concordò Zayn, stravaccato sulla schiena del riccio. Erano come incantati, mai avevano visto una tale bellezza. Bambi e Margot erano entrate nel locale da un po' e mai i due ragazzi avevano distolto il loro sguardo dal loro tavolo. «Ha degli occhi stupendi.» Disse, sognante, più piccolo, Harry. «Già, e i suoi capelli così ribelli...» Il moro non riuscì a finire la frase che l'amico l'aveva bruscamente interrotto. «Ribelli?! - chiese sconcertato - Non so di chi tu stessi parlando ma io mi riferivo alla McGuinness.» Concluse poi. «Cosa? Io parlavo della Brown.» Sbottò Zayn. «Chi, Bambi occhi di ghiaccio?» Chiese, ancor più sorpreso il riccio. «Esattamente.» Rispose Zayn, leggermente irritato da quelle parole. Infondo sapevano tutti che Bambi Brown era una tipa dalla quale tenersi lontano, un gelida ragazza tanto bella quanto stronza, ma a lui piaceva proprio per quel suo lato graffiante. «Amico, quella è una stronzetta con la "S" maiuscola, sei fregato!»
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1



 

Harry correva, correva come non mai per le strade di quel piccolo paesino. Quella mattina era in ritardo, la sveglia non aveva suonato ed Anne, sua madre, non era in casa quando il ragazzo si era svegliato così dovette arrangiarsi per colazione, facendo più tardi del solito. Quando finalmente varcò la soglia del cancello della Holmes Chapel Comprehensive High School trovò ad attenderlo all'entrata dell'edificio il suo amico Zayn più sorridente che mai. «Ehilà riccio!». Lo salutò, mostrando una fila perfetta di denti. «Qual buon vento!». Rispose ironico il ragazzo dal respiro ancora affannato per la corsa. «Dai su, entriamo che siamo già in ritardo». Così dicendo entrarono a scuola, avviandosi verso l'aula che per quella prima ora avrebbero condiviso. Quando entrarono nell'aula di letteratura inglese Mrs. Reed fulminò, attraverso la fine montatura degli occhiali, i due giovani alunni che, dopo essersi scusati per il ritardo, si erano affrettati a prender posto in fondo all'aula, per non indispettire ancor di più l'insegnante. La lezione era cominciata da ormai mezz'ora ed i due ragazzi erano già sfiniti, entrambi persi nei loro pensieri. Harry guardava fuori dalla finestra la squadra femminile di calcio e quei corti pantaloncini che le ragazze indossavano resero quello sport, in cui il ragazzo si dilettava, interessante come non mai, mentre Zayn, colto da un improvviso lampo di genio, prese a strattonare per un braccio l'amico che, infastidito, si girò bruscamente strisciando la sedia sul pavimento. Nel silenzio della classe quello stridulo rumore riecheggiò, interrompendo la spiegazione dell'insegnante. Mrs. Reed fece finta di nulla e riprese il discorso da dov'era stata interrotta, mentre Zayn, scattante, strappò un pezzo di carta dal foglio di un quaderno e prese a scriverci sopra un qualcosa che poi portò sul banco di Harry, sotto gli occhi del riccio: "Ho un'idea geniale. La Brown sarà presto mia". Harry fece fatica a trattenere un risolino che non sfuggì all'insegnante, troppo buona per sgridarlo. "Ancora ci speri? Amico, quella non fa per te. Non fa per nessun ragazzo!". Rispose Harry. Il moro lanciò un'occhiataccia all'amico per poi strappargli il bigliettino da sottomano. "Vedrai!". Scrisse infine il pakistano dal ghigno stampato in faccia, il tutto sotto lo sguardo attento della Reed. L'insegnate, ormai abituata a chiuder spesso un occhio se si trattava di Malik e Styles, si era rassegnata da tempo all'idea di dover regalare la sufficienza ai due giovani; Shakespear proprio non faceva per loro.
 

Quella mattina Siobhan si ritenne fortunata, per la prima volta dall'arrivo in quella cittadina, con sua grande gioia era riuscita a passar inosservata sia durante la prima che la seconda ora e la campanella che avrebbe segnato la fine della terza era suonata prima che la professoressa Thompson, docente di geografia, avesse potuto interrogarla. Il corridoio era vuoto, e la ragazza in ritardo: fra il cambio dell'aula e quello dei libri la rossa ci aveva messo più tempo del dovuto, ed ora si ritrovava a camminar a passo spedito verso l'aula di storia. Era quasi arrivata, le bastava girare l'angolo quando, al posto della porta dell'aula di Miss. Jhonson, si ritrovò spiaccicata ad un petto maschile. Dall'imbarazzo le sue guance presero ad esser dello stesso colore dei suoi capelli e i suoi occhi color cioccolato si sgranarono. Niall rise di buon gusto a quella scena mentre Siobhan non accennava a voler alzar lo sguardo. «Scusami». Balbettò imbarazzata, ma il ragazzo rise ancor più forte e lei, sconcertata, finalmente alzò gli occhi e li impuntò in quelli di lui. «Scusami tu- le sorrise porgendole la mano- Niall Horan, piacere». La ragazza la prese, ricambiando la stretta: «Siobhan Moon». Il biondo la scrutò attentamente, «Siobhan,eh... Irlandese?». Le domandò curioso. «Veramente...». Balbettò lei per poi venir interrotta dalla preside, che camminava tranquilla per i corridoi della scuola. «Horan, Moon! Cosa ci fate ancora qui? Correte in aula!». Gridò severa la Jenckins, dirigendosi poi nel suo ufficio. «Subito, Mrs Jenckins!- si rivolse il ragazza alla direttrice- Ci vediamo!». Salutò poi la ragazza, correndo nella direzione opposta. Shioban sorrise, sussurrando flebilmente un "ci vediamo" più a se stessa che al ragazzo.


La campanella era suonata da ormai cinque minuti, era ora di pranzo e Mary McGuinnes si affrettava a far la sua entrata trionfale nella mensa scolastica. La camminata aggraziata ed il passo svelto, la lunga coda bionda che sventolava a destra e a sinistra, il suo vestitino a fiori, fin troppo leggero per la stagione autunnale e il dolce sorriso della ragazza attirò l'attenzione di mezzo corpo studentesco, nel momento esatto in cui era entrata in quella mensa e si era diretta ad un tavolo centrale, dove, ad attenderla Bambi Brown sfogliava una rivista, isolata dal mondo. «Hola, BamBam!». La ragazza sussultò, sentendosi chiamare, non si era accorta dell’amica, che ora le sedeva di fronte. «Oh, ciao». Sorrise, chiudendo il libro dalle pagine spiegazzate e la copertina consumata. «Ancora quel libro?». Domandò annoiata la bionda. Bambi sbuffò. Margot non capiva l'importanza di quel libro per lei, e mai l'avrebbe capito. Era una raccolta delle migliori opere moderne degli anni '30 ad oggi, con tanto di citazioni e piccoli paragrafi di biografia degli artisti che lei più adorava. Bambi vi era affezionata tantissimo, non solo perché fosse la più bella raccolta di opere d'arte che lei avesse mai letto ma perché glielo aveva regalato una persona a lei cara e questo rendeva quel libro ancor più speciale. La mora prese a ticchettare con le unghie sul tavolo, in attesa che l'amica parlasse. Perché Bambi sapeva che Mary aveva qualcosa da dirle, infatti non passò molto prima che la ragazza parlasse: «Ho smentito tutto. Adesso Ellen Pears è ufficialmente uscita dalla lista nera e potrà tornare a scuola, se vorrà». Sputò riluttante, al ricordo di quella moretta sciapita per la quale aveva ancora il dente avvelenato. Bambi, a quelle parole, si sporse dal tavolo e l'abbracciò. «Brava Mary, sei stata gentile». La bionda picchiettò con una mano sulla spalla dell'amica, restia all'abbraccio, come ad ogni forma di affetto. «Sì, sì -scostò l'amica- piuttosto, hai notato che da quando sono entrati Zayn Malik e compagnia continuano a fissarci?». Bambi si risedette al suo posto e, confusa, si girò nella direzione indicatale dall'amica, incrociando gli occhi di Styles.
Quando i loro sguardi s'incontrarono un brivido sinistro percosse la schiena del riccio. Quella ragazza lo terrorizzava; quegli occhi, di quel blu così glaciale e profondo lo mettevan in soggezione e ancora non si capacitava di come l'amico potesse esser attratto da tutto ciò. Di certo Harry non avrebbe mai immaginato che tutta quella glacialità fosse solo apparenza, un piccolo scherzo che lo sguardo della ragazza scatenava in chiunque, e che Bambi Brown, in realtà, impersonala l'amore e la dolcezza.


«Allora Zayn, qual' è il piano e in che modo io potrei esservi d'aiuto?». Domandò Liam, riscuotendo Harry dai suoi pensieri. «Tenetevi forti ragazzi, è un'idea geniale!». Esclamò eccitato il moro. «Abbiamo capito- lo interruppe Harry più scorbutico che mai- vai avanti!». Lo incitò infine. Le occhiate scambiate poco prima con la Brown l'avevano irritato e ciò avrebbe avuto ripercussioni non solo fino alla fine di quella chiacchierata, ma sino a fin giornata; "ogni riccio, un capriccio" pensò Zayn, mai detto fu più azzeccato. Conoscendo l'amico, e i suoi frequenti sbalzi d'umore, il moro preferì passar oltre le provocazione del riccio e proseguì con la sua fantastica idea: «Stavo pensando... Liam, tu hai presente la nuova segretaria? - Chiese al diretto interessato, che però stentava a capire- Oh, andiamo! – Esclamò, allora, scocciato- Quella che ti sbava dietro da quando è arrivata». Specificò meglio, ma niente. Ciò che ottenne fu un'occhiata ancora più confusa. «Ma chi, Stacy, quella carina?». Chiese Niall, che fino ad allora era stato in disparte. «Sì, esatto!». Gongolò Zayn, felice che qualcuno avesse compreso. Liam ebbe come un lampo di genio e finalmente capì chi fosse quella Stacy di cui stavano parlando. Era un classico di Liam, alle cose arrivava sempre dopo gli altri, ma ciò non toglieva nulla alla sua intelligenza; il ragazzo era considerato una delle menti più dotate della Holmes Chapel Comprehensive High School. «Ah, adesso ho capito! Sì, ho presente chi è. Perché?». Zayn s'illuminò di nuovo: «Bene, come saprete la McGuinness e la Brown - Harry ebbe un brivido al solo sentirne pronunciare il nome- frequentano il terzo anno e, come ben sappiamo, con la nuova preside da questa settimana i corsi extrascolastici son diventati obbligatori fino al terzo anno, quindi- calcò bene la parola alzando la voce di un'ottava- non ci resta che scoprire che corsi frequenteranno le ragazze, iscriverci e boom! -mimò un'esplosione con le mani- Cadranno ai nostri piedi». Concluse, stampandosi in viso un sorriso beffardo di compiacimento. «Ma io che centro in tutto questo?». Domandò più confuso che mai, Liam. «Oh, centri eccomi, mio caro Einstein. Chi meglio della cotta segreta della segretaria può scoprire i corsi delle nostre belle fanciulle?». Azzardò Harry, precedendo Zayn, soddisfatto delle parole del riccio. Liam afferrò al volo, e subito si affrettò a congratularsi con il moro: «Un'idea grandiosa, amico!». Harry concordò, «A dir poco geniale, mi sorprendi!» Zayn, si compiacque, «Modestamente, ragazzi, sono il migliore». Liam gli diede un'amichevole pacca sulla spalla. «Per questa volta te lo concedo - sorrise- Ma tu cosa ne pensi, Niall?». Chiese al biondo, che poco aveva prestato attenzione al discorso. «Scusate, ho da fare». Disse pensieroso, e così facendo si alzò con il vassoio in mano, dirigendosi ad un tavolo che distava pochi metri dal loro. «Ma dove diavolo va?». Chiese Zayn, sconcertato. «Valli a capire te, gli irlandesi» Sospirò Harry, e così dicendo riprese il suo pranzo, in silenzio.


Siobhan non si era accorta del ragazzo che le stava venendo incontro, era troppo presa dalle pagine di quel libro che ormai conosceva a memoria. Niall si sedette di fronte alla ragazza, ignara del fatto che Niall Horan, il biondino più ambito della scuola, ora gli sedeva di fronte, sotto gli occhi curiosi dell'intero corpo studentesco, fatta eccezione per gli amici di lui, Bambi Brown e Margot McGuinness a cui poco importava. Il ragazzo rise sotto i baffi, divertito dal continuo corrugarsi della fronte della rossa, ad ogni riga che leggeva e per niente in imbarazzo. Si schiarì, fintamente, la voce, ma niente, la ragazza non accennava a voler tornare alla realtà. Provò allora con un saluto, sperando che si accorgesse di lui: «Ehilà!». Forse aveva alzato un po' troppo il tono della voce perché la ragazza quasi non cadde dalla sedia per spavento. Niall, vedendola sobbalzare così impaurita, rise così forte che attirò su di loro, non solo l'attenzione dei loro compagni di scuola, ma anche quella dei docenti, scocciati per l'ennesima prova di mancanza di serietà da parte del ragazzo. «Cosa c'è da ridere?». Sbuffò quasi offesa la ragazza, sentendosi derisa. «Scusa- balbettò Niall fra una risata e l'altra- è che sei stata fenomenale! -scoppio di nuovo- Deve piacerti molto quel libro, eh?». Azzardò, alludendo al mattone che la ragazza teneva possessivamente fra le braccia. «Mi piace leggere in generale». Rispose pacata lei. Chiedendosi perché quello sconosciuto - e popolare- ragazzo fosse andato a sedersi proprio accanto a lei, quando avrebbe potuto benissimo pranzare coi suoi compagni, altrettanto conosciuti. «Beata te, io lo trovo una noia». Disse sincero il biondo, masticando un pezzo della pizza con cui si sarebbe sfamato. A Siobhan non interessò molto quell'intervento del ragazzo, così diede piccata -come solo lei sapeva fare- voce ai suoi pensieri: «Come mai sei venuto da me?». Niall staccò gli occhi dal suo vassoio, fissando quelli così scuri, e in contrasto coi suoi, della ragazza. «Ah, sì. Giusto!». Esclamò come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa, perché effettivamente era così. A Niall tornò in mente il motivo -o meglio, la domanda- per cui, vedendola sola in mensa, l'aveva raggiunta, sedendo al suo tavolo. «Sei irlandese?». Le domandò così direttamente che la ragazza sbiancò, involontariamente. Quello era il punto debole della rossa. L'aver del sangue irlandese che le scorreva nelle vene non l'era mai piaciuto. Anzi, per quanto strano potesse suonare, avrebbe rinnegato fino allo sfinimento le sue origini, se solo il suo nome non l'avesse tradita. Siobhan, infatti, non era di certo il prototipo di nome americano che si addiceva ad una ragazza appena trasferitasi dall'Arizona. «Il mio nome, vero?». Domandò, sospirando, conoscendo già la risposta. «Già. -Sorrise imbarazzato il ragazzo- Come mai ti sei trasferita qui, in questo sperduto paesino, l'Irlanda cominciava a starti stretta?». Domandò, simpatico lui, ma la ragazza si affrettò a rispondere, prima che potesse andare avanti. «Oh, no, no, no. Non sono mai stata in Irlanda, per mia fortuna, sono nata e cresciuta a Phoenix». Il ragazzo la guardò curioso, in tutta la sua vita da patriota mai aveva avuto modo di incontrare un irlandese che odiasse l'Irlanda. «Anche io sono irlandese. E ti posso assicurare che se visitassi l'Irlanda te ne innamoreresti!». Sorrise convincente, poggiando una mano sul cuore, per dar più credibilità alle sue parole. «Io ho solo la nonna nata da quelle parti, ed il nome irlandese, ma mi ritengo cittadina americana a tutti gli effetti!». Rispose pronta lei,alzando il mento al cielo, mostrando al ragazzo che il patriotismo americano poteva benissimo dar filo da torcere al suo. Prima che Niall potesse ribattere, però, suonò la campanella, costringendo i ragazzi a tornar a lezione. «Sappi che avrò modo di farti amare l'Irlanda. Non sfuggirai così presto a Niall Horan!». Sorrise amichevole lui, ma determinato. «Agli ordini, Capitan Quadrifoglio!» Sorrise lei, portandosi due dita alla fronte per, a mo’ di saluto militare. La rossa era irremovibile, ma il ragazzo non si sarebbe dato per vinto. Lui era Niall Horan e non avrebbe ceduto così facilmente; non se in ballo c'era la sua amata nazione.
 



 

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«Hola, BamBam





Hello!
Premettendo che non ho la più pallida idea di come siano organizzate le scuole in Inghilterra e che la storia dei corsi extrascolastici è tutta mia fantasia, giusto per poter dar un senso alla storia, ora potete dare inizio alle critiche! lol
Come promesso ecco qui il primo capitolo, puntuale! Già qua si può carpire un qualcosa di più dalla trama e del come si svolgerà la storia, ma credo che la fan fiction avrà inizio dal prossimo capitolo in poi!
Colgo il breve squarcio di spazio autrice per ringraziare di cuore le persone che hanno recensito, messo fra i preferiti, le seguite e le ricordate la storia, ma anche chi solo legge silenziosamente. Grazie di cuore!
Un bacio, Charlie. 

 

  
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