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Autore: RamaDFZ    05/01/2013    1 recensioni
Ecco a voi una storia che racconta dei momenti molto importanti nella vita del nostro più caro detective. Ho cercato di immaginare come potrebbe essere stato il suo passato, ma si tratta solo del parto della mia mente degenere. Mi auguro vi piaccia comunque questo lavoro e anche se non dovesse appassionarvi, commentatemi e consigliatemi! A presto!
" Le campane, quelle maledette campane non avevano smesso di suonare neanche per un secondo, erano un vero e proprio tormento per il povero detective. L, ormai esasperato, afferrò la testa tra le mani e serrò le sue grandi opali, cercando di distrarsi pensando a qualcosa di piacevole. La sua mente si affollò immediatamente di immagini che avrebbe preferito non rievocare, così, dischiuse con fatica gli occhi stanchi e si alzò dalla sua sedia girevole..."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il sapore che mancava

 

La strada verso la chiesetta di quartiere dove officiava il suo amico era scivolosa a causa della pioggia incessante, ma Quillish Wammy non esitò a calcare il piede sull'acceleratore. Per lui i bambini erano qualcosa di sacro ed inviolabile, aveva dedicato la sua stessa esistenza alla tutela di quelli meno fortunati, abbandonati da chi li doveva proteggere ed amare o privati della famiglia da un destino avverso.

Quando la Rolls Royce di Wammy raggiunse il vialetto, padre Monroe ne distinse chiaramente il rombo strozzato; nonostante la vita li avesse allontanati, lui ed il celebre inventore erano cresciuti insieme ed erano rimasti sempre in ottimi rapporti. Quattro colpetti alla porta fecero momentaneamente distendere il volto preoccupato di Berenice che si fiondò ad aprire per far entrare il nuovo visitatore. Quella notte la canonica era decisamente più affollata del solito...

I due amici si abbracciarono calorosamente senza curarsi del soprabito fradicio di Quillish e dopo essersi scambiati uno sguardo carico di affetto, si avvicinarono al tavolo sotto cui era ancora rannicchiato il misterioso bambino

 

  • É nascosto lì sotto Quillish, riesci a vederlo?

  • Certo... Ehi piccolino, Vuoi venire a chiacchierare un po' con me e i miei amici? Loro non ti hanno fatto del male e ti assicuro che neanche io voglio, puoi fidarti di noi!

 

Le sue parole non sortirono l'effetto sperato, così l'inventore decise di inginocchiarsi a terra per mostrare il proprio aspetto rassicurante al piccolo cocciuto. Di solito questa tattica funzionava con tutti perchè Wammy era un signore di mezza età con baffi e capelli brizzolati e un sorriso dolce da maggiordomo inglese, di rado le persone riuscivano a diffidare di un tipo come lui. Quel bambino, invece, non si lasciò abbindolare neanche per un secondo dallo sguardo tenero dell'uomo accoccolato di fronte a lui, anzi si spinse ancora più indietro immergendosi quasi completamente nell'oscurità. Con un po' di fatica, Quillish tornò in piedi ed iniziò a pensare ad un nuovo approccio, infilando distrattamente una mano in tasca, cosa che faceva sempre quando voleva riflettere. Fu proprio quel gesto ad illuminarlo

 

  • Tieni, prendi questa, è una della mie preferite!

 

Una caramella luccicante rotolò sotto il tavolo ed un rumore di carta stropicciata fece capire ai presenti che era stata vista ed afferrata prontamente. Dopo un attento esame, il bimbo mangiò la caramella. Il sapore dolce ed acidognolo al tempo stesso inebriava le papille gustative di quella boccuccia arsa dalla fame e dalla sete. Molto lentamente, una testa corvina sbucò dal buio insieme a parte del torso... Con la manina aperta, protesa in avanti, il bambino chiedeva silenziosamente di saggiare ancora quel nettare delizioso

 

  • Allora ti piace! Ne vuoi un'altra? Te la do subito...

 

La perpetua e Monroe si scambiavano sguardi soddisfatti mentre un'altra caramella colorata veniva scartata avidamente e mangiata con gusto. Il moretto la finì in un baleno e tese ancora la mano, impaziente.

 

  • E no piccolino, se ne vuoi ancora dovrai uscire completamente da lì e alzarti in piedi...

 

Per la prima volta da quando era entrato in quella chiesa, il giovanissimo visitatore sollevò il capo verso il proprio interlocutore, mostrando i grandi occhi neri contratti in una buffa smorfia di disappunto. Wammy non potè evitare di sorridere e decise che le maniere forti con lui non sarebbero servite, così estrasse ancora una caramella e gliela porse. Quel gesto inatteso fece capire al piccolo che forse si poteva fidare, almeno un po' e , infatti, dopo aver divorato il terzo dono zuccheroso, uscì lentamente dal proprio rifugio.

Quillish e gli altri due che erano rimasti piuttosto in disparte, osservarono meglio il figurino che, a poco a poco, si stava mostrando ai loro occhi preoccupati. In piena luce la magrezza esasperata del bambino era ancora più evidente, di sicuro non si lavava da un bel po', i vestiti che aveva addosso ricordavano vagamente una tuta blu, completamente logora, i piedi erano nudi e un po' tagliuzzati. I tre adulti notarono subito lividi scuri sul collo e degli strani circoli attorno a caviglie e polsi. Il bambino si adagiò di nuovo sul divano su cui era stato posto all'inizio, dal lato più lontano rispetto agli altri, portando le ginocchia al petto e mordicchiando il pollice della mano destra

 

  • Visto? Non era poi così difficile! Rifacciamo le presentazioni: questa bella signora...

  • Ehm, signorina...

  • Mi scusi, questa bella signorina è la perpetua Berenice e questo bizzarro signore con la gonna...

  • Non è una gonna! É un saio, un abito degno di rispetto e devozione!

  • D'accordo, questo signore con il saio si chiama padre Monroe.

  • Piacere di conoscerti piccolino, noi siamo qui per aiutarti! Non devi avere timore.

  • Ha ragione Berenice, questa è la mia chiesa e fin quando starai qui non permetterò a nessuno di farti del male!

 

La frase di Monroe dovette colpire in qualche modo il bambino perchè la sua espressione vacua cambiò, si colorò, anche se impercettibilmente.

 

  • Allora giovanotto, mi dici come ti chiami? Quando si fanno le presentazioni, tutti i partecipanti la conversazione devono dire almeno il loro nome di battesimo, queste sono le buone maniere inglesi...

 

Wammy non ricevette alcuna risposta, non che se la aspettasse più di tanto, dopotutto era già riuscito a farlo uscire allo scoperto e questo era un gran risultato.

 

  • Tesoro, anche se non vuoi parlare con noi, puoi farmi almeno capire se hai bisogno di qualcosa? Ti preparerò tutto quello che vuoi!

  • Fidati, Berenice è una cuoca straordinaria, può cucinare tutti i manicaretti che desideri!

  • Uhm, peccati di gola, non è vero Spens?

  • Cosa insinui Wammy?!

  • Nulla, nulla, guardavo solo la tua pancetta prominente...

  • Senti chi parla!

 

Il bambino osservava incuriosito le tre figure di fronte a sé... Sembrava surreale che degli adulti si comportassero in quel modo con lui, non era affatto abituato a simili premure. Nonostante gli fosse tutto nuovo, intuì che quei semplici scambi di battute dovevano servire a farlo rilassare di più, così decise che ci avrebbe almeno provato. Con uno sforzo immane, chiuse gli occhi che gli permettevano di tenere ogni cosa sotto controllo e si addormentò, nella stessa scomoda posizione in cui era “seduto”.

 

  • Sembra che il piccolo si sia addormentato... Che tenero!

  • Berenice, rimanga a vegliare su di lui, mentre io ed il mio amico scambiamo due parole nello studio.

  • D'accordo padre.

  
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