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Autore: hellosunshjne    05/01/2013    3 recensioni
Honey un nome completamente contradditorio per la persona che lo portava.
Honey si era posta degli obiettivi.
Honey aveva incentrato la sua vita in quella della sua creatura.
Honey non sapeva cosa volesse dire la parola amare, o meglio aveva preferito rimuoverlo.
Honey non era più Honey dopo aver incrociato i suoi occhi con quelli della persona che gli avrebbe stravolto la vita, senza chiederle il permesso.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Che diavolo vuoi Tom?» mi ritrovai a sussurrare, causa mancanza voce.
«Sono tornato in città Nina»
Rabbrividii al suono di quel nome.«Non me ne può fregar di meno e non chiamarmi in quel modo» mi girai verso il finestrino e notai Harry tornare verso la macchina.«Devo attaccare, a mai più»
Attaccai e buttai velocemente il telefono nella borsa prima che Harry aprisse la portiera. «Con chi parlavi?»
«Avvisavo mamma che passavamo ma non dormivamo lì» risposi di botto mentre mi lasciavo andare con pesantezza sul sediolino.
Durante il tragitto non dissi una parola, non potevo crederci. Come aveva avuto il mio nuovo numero? Ma soprattutto cosa voleva di nuovo da me? Perché era tornato?
Quelle domande mi rimbombavano dentro mandandomi nel caos più totale ma cercai di riprendermi quando riconobbi l’isolato di casa. Prima di scendere dalla macchina Harry mi bloccò la mano che già stava sulla maniglia.
«Honey non hai detto una parola, scusa per prima ho esagerato ma..»
Lo bloccai posandogli un dito sulle labbra «non sono arrabbiata con te, ero sovrappensiero»
«Sicura?»
Annuii senza rispondere e gli diedi un bacio sulle labbra, presi Beck che si stava per addormentare ed entrammo in casa.
«Mamma siamo noi» urlai entrando nel salotto.
«Ah siete tornati! Che volete per.. oh ciao Harry, non sapevo ci fossi anche tu! Sei dei nostri a cena?» chiese mia madre pulendosi le mani con uno straccio.
Harry aggrottò le sopracciglia e tirò la testa all’indietro assumendo un’espressione confusa. «Ma come.. Honey non vi, ti -si corresse ricordandosi che mia madre preferiva il tu- ha avvisato?»
«Avvisato di cos…Aaah! Si! Mi ero proprio dimenticata» mi corse in aiuto mia madre che molto probabilmente aveva capito che avevo nascosto qualcosa ad Harry.
Il diretto interessato si girò verso di me, avendo capito che gli avevo mentito, con una faccia a dir poco incazzata. Merda.
«Honey ti aspetto in macchina, ho lasciato il telefono lì» mi disse prima di uscire di casa con passo svelto e deciso.
E adesso cosa gli dicevo? La verità, ecco cosa gli avrei detto. Intanto mia madre mi stava guardando con un’aria curiosa e incazzata allo stesso momento, Dio ma perché a me?
«Stasera io e Beck dormiamo da lui, prima mi ha visto a telefono e ho detto che eri tu» spiegai mentre prendevo dall’armadio alcuni vestiti e il pigiama.
«invece era?»
«Tom» risposi guardandola fisso negli occhi. Le caddero gli spazzolini da mano ma riuscii in tempo a prenderli. «Grazie mamma, ci vediamo domani mattina!»
«Honey fermati, subito!»
Mi girai verso di lei, consapevole che non potevo fare altrimenti. «Mamma Harry starà incazzatissimo, fammi andare»
«Honey.»
«Tranquilla, non sono scema. Domani ti racconto meglio, scusa mamma» le diedi un bacio sulla guancia e scappai fuori con Beck in braccio. La sistemai nel suo sediolino e poi mi sedetti al mio posto, presi un forte respiro e mi girai verso di lui.
«Non dirmi altre cazzate Honey.» sibilò prima di mettere in moto e sfrecciare verso casa sua.
Perché quando la gente è arrabbiata pronuncia il nome per intero?
Stemmo in silenzio per tutto il tempo, in macchina si sentivano soltanto i respiri regolari di Beck che si era addormentata e quelli un po’ più pesanti e pronunciati di Harry.
Arrivammo presto fuori casa sua, scese dalla macchina svelto e prese le borse che avevo messo nel bagagliaio prima di bussare al campanello. Quindi c’era qualcuno? Non avevo mai capito se abitassero tutti insieme e lui da solo. Io con delicatezza presi Rebecca in braccia cercando di non svegliarla e lo raggiunsi, giusto in tempo Zayn venne ad aprire la porta con un sorriso smagliante che svanì nell’istante esatto in cui vide la faccia di Harry.
Sentii chiudere la porta alle spalle e tutti urlarono un ‘Ciao Honey!’ insieme.
«Rebecca sta dormendo, non urlate.» queste furono le uniche parole di Harry prima di scomparire al piano di sopra. I ragazzi si girarono tutti verso di me che non sapevo davvero cosa dire.
«Che è successo?» chiese Liam accarezzando la piccola.
«Un casino, ed è colpa mia. Scusate vado a cercare di rimediare»
Lentamente salii le scale, attenta a non svegliare Beck che sembrò non accusare. Era una bella sensazione ripercorrere quel corridoio e poi entrare in quella stanza.
Posai Beck sul letto e mi assicurai che dormisse, poi mi girai lentamente verso Harry che stava seduto sul divanetto in pelle nera in un’altra stanza.
«Ti ho mentito è vero»
Rise ironico. «Prima un’omissione, adesso una bugia. Di bene in meglio»
«Hei modera i toni!» alzai la voce.
«No Honey, moderali tu! Prima non mi dici delle chiamate anonime sapendo che non puoi tenermi segrete cose del genere»
«Per quale assurdo motivo?»
«Perché stai con me cazzo! Sei la mia ragazza, che ne sai se non era qualcuno male intenzionato? Qualcosa per Beck? Eh?»
Aveva ragione, aveva fin troppa ragione ma odiavo non averla io. «Beh non è che se sono la ragazza di Harry Styles devo sbandierare le mie cose ai quattro venti!»
«No, ma a me devi dirlo!»
Momento di silenzio, non quel silenzio imbarazzante, quel silenzio che sta cercando di far ragionare entrambi, quel silenzio stufo delle nostre urla.. che non ebbero fine.
«Era Tom» dissi sedendomi io questa volta sul divanetto mentre lui camminava avanti e indietro.
«Chi cazzo è Tom?»
«Il padre di Rebecca» dissi sussurrando, ma sicura che lui potesse sentirmi.
Si girò verso di me con un’aria sconvolta, sembrava che gli facesse più strano a lui che a me.
«Non lo sentivo da… da quando se ne andato. Avevo persino cambiato numero, non so come lo abbia trovato. Te lo avrei detto stasera, ma non in macchina perciò ho inventato la cazzata di mia madre»
«Cosa vuole?» disse con tono calmo.
«Non lo so –risposi con gli occhi lucidi- non gli ho dato modo di parlare. Ma conoscendolo si farà risentire»
«Non sono d’accordo, non devi sentirlo. E’ un uomo, se così si può chiamare, di merda»
«Harry pensa se io voglio averci a che fare! Sono stanca, mi fanno male le gambe, ho la testa che mi scoppia e sto morendo di fame. Ti prego..»
Non disse nulla, si avvicinò e mi abbracciò forte. In un momento tutto sembrò svanire, non desideravo altro che un suo abbraccio, potevo anche morire denutrita, sarei rimasta in quella posizione per sempre. La mia testa nell’incavo del suo collo e i suoi ricci che oscillavano sulla mia guancia.
Mi prese per mano e scendemmo giù, dove stavano Zayn e Louis in cucina e Liam e Niall con un giornale in mano, al contrario.
Sorridemmo sotto i baffi, avevano origliato tutto.
«Abbiamo cucinato il pollo, l’unica cosa che non manca mai nel frigorifero» disse Zayn invitandoci a tavola e interrompendo il silenzio, dato che Harry non aveva ancora detto nulla.
«E le patatine!» urlò Louis infilandosene una in bocca.
Ci sedemmo tutti quanti a tavola e iniziammo a passarci la roba tra una chiacchiera e l’altra.
«Ma spiegatemi un po’, vivete tutti insieme?»
«No! –rispose Liam shockato- vuoi farmi morire?»
«Sei il solito esagerato Payne!» urlò Niall, dandogli una pacca dietro la nuca.
«Ognuno ha la sua casa, a Londra. Ma qui, a Brighton, abbiamo una seconda casa in comune. Quando abbiamo ancora qualche intervista o incontro, stiamo qui» spiegò infine Louis.
Annuii mentre presi un sorso d’acqua.
«Che opinione ti sei fatta su di noi?» chiese Zayn appoggiandosi allo schienale della sedia.
Risi leggermente. «Siete un po’ come ne parla mia sorella, non siete montati, siete simpatici e delle belle persone. Mi sento a casa quando sto con voi, e poi devo ancora conoscervi meglio»
Niall, seduto al mio fianco, allungò un braccio e mi strinse a lui prima di stamparmi un bacio affettuoso sulla guancia. Era la dolcezza in persona.
«Allora com’è?» irruppe Harry all’improvviso guardandomi fisso negli occhi, tutti lo guardammo straniti.
«Chi?» chiesi, forse già conoscendo la risposta.
«Questo Tom» disse appoggiando la testa sulle sue mani incrociate, con i gomiti sul tavolo.
«Harry non mi sembra il caso, stiamo a tavola» risposi un po’ imbarazzata.
«Hanno sentito tutto comunque, quindi..»
I ragazzi abbassarono tutti e 4 le teste in contemporaneo, colti in fallo.


Saaaaalve, salvino :3
Che razza di saluto è? Comunque buongiorno a tutti!
Finalmente si è capito chi è l'anonimo anche se ne poteva anche stare a casa questo Tom.. MUHAHAHHA MA DECIDO IO!
In questo capitolo c'è un pò di maretta tra i due piccioncini e da come finisce sembra che ce ne sia ancora, ah male male u.u
Voi cosa ne pensate? Secondo voi che vuole Tom?
a presto!

Ah ho scritta una OS su Louis: http:// www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1492075&i=1

e una nuova FF a cui tengo molto :) : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1461847&i=1
  
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