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Autore: jawaadxx    05/01/2013    2 recensioni
Hope, una ragazza senza più voglia di vivere. Bullismo. Ecco ciò che subisce da un anno.
Il suo nome significa speranza, ma Hope la speranza l'ha già persa, da un pezzo. O forse...ce n'è ancora un picclo barlume, in fondo, troppo in fondo perchè valga la pena di scovarlo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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You never really can fix a heart



Chapter 2
Like you're puting sult in my cuts.

-Come se tu stessi mettendo sale sui miei tagli.-

 
 
Come ogni volta che lo faceva, Hope prometteva a se stessa di non ripetere più quell'azione, di posare una volta per tutte quella lametta. Ma, come ogni volta, falliva nel suo intento. 
Quel giorno, ricoprì di nuovo il suo braccio con i soliti bracciali, e aprì la porta di casa. -Dove vai?- urlò Ryan. -A fare un giro. Non lo so quando torno.- urlò di sua risposta. Sbattè la porta dietro di se, e si incamminò verso il negozio più vicino. Aveva in mente di comprare dei fuochi d'artificio, dei petardi, QUALCOSA che le facesse dimenticare della sua solitudine. Capodanno sarebbe stato domani, e lei ovviamente non aveva ancora nessun piano. Si mise le cuffiette, e sulle note di 'Fix a heart', si incamminò per le strade di Londra. Il sole le batteva forte in faccia accecandola. Aveva le mani strette a pugno nelle tasche del giubbino per non gelarle. Un botto alle sue spalle la fece saltare. Si girò, e vide i cinque ridere a crepapelle, mentre un sottile filo di fumo si alzava da proprio dietro di lei. Il petardo era scoppiato, facendo un rumore terribile. Il cuore iniziò a batterle all'impazzata, affrettò il passo, e giunse fino al semaforo. Cazzo, muoviti. Le macchine sfrecciavano davanti a lei,
il semaforo era ancora rosso. Il gruppo, dietro, si stava avvicinando. Cercava di trovare una soluzione veloce per scappare, quando il semaforo diventò verde. Allora iniziò a correre, sentiva dietro di lei le urla e le risate dei cinque. Correva a perdifiato, era sfinita. Arrivata davanti al parco, rallentò, non ce la faceva più, e sentiva i polsi iniziare a bruciargli. Si fermò ed entrò in quella grande distesa verde punteggiata di siepi e fiori. Si allontanò il più possibile, dirigendosi verso la fine del parco, dove di solito si rifugiavano i drogati, i barboni, gli ubriachi, o i ragazzetti della sua scuola per fare casino. Fortunatamente, non c'era nessuno allora. Si sedette su una panchina per prendere fiato. Sentì un rumore dietro di lei. -Non ti facevo così agile e veloce, signorina Mandler.- La voce di Niall la terrorizzò ancora una volta. -Chissà se anche a letto sei così. Che ne dici di provare?- Liam la afferrò per un braccio. Lei si divincolò invaco, lui aumentò la stretta, facendola sussultare 
dal dolore. Iniziò a piangere in silenzio.-Sai, oggi a scuola ci hai fatto molto arrabbiare.- sibilò Niall. La ragazza si guardò in giro. Stranamente Harry non c'era. -Dovresti dire alla tua amichetta di essere più gentile.- Un pugno in pancia di Louis la lasciò senza fiato. Zayn la prese per i capelli, lei cercò di ribellarsi, ma si ritrovò solo con un labbro spaccato. Hope non pianse. Non piangeva mai quando loro la picchiavano. Certo,a casa si, si disperava, consumava tutte le lacrime. Ma non davanti a loro.Quella volta la picchiarono di più, più forte, ma forse era solo sua impressione, forse era a causa dei suoi tagli. Sentiva il sudore che le scendeva sul corpo, e mescolarsi al sangue delle ferite sulle braccia. Le facevano un male tremendo, bruciavano in modo incredibile. -Ma che cazzo..?- disse Louis avvicinandosi. Le alzò un braccio, e vide del sangue scenderle sulla mano. Alzò la manica, le levò i bracciali, e rimasero paralizzati. Nemmeno Hope aveva più la forza di muoversi. -Perchè?- chiese con 
voce flebile la ragazza. Gli amici si guardarono tra loro, non sapevano cosa risondere. Non avevano la minima idea del perchè. Forse perchè lei glielo lasciavano fare, non si era mai opposta, non aveva mai reagito. Ma solo perchè non poteva. Non ne aveva semplicemente la forza. I ragazzi fecero un cenno col capo e se andarono, lasciandola lì, per l'ennesima volta, stesa a terra.
 
-Hope? Dimmi che cazzo ti è successo!- urlò per la milionesima volta Ryan, e per la milionesima volta, Hope lo ignorò. Non voleva dare spiegazioni per i vestiti ridotti in quello stato, per l'occhio nero, o per il labbro spaccato. -Hope, mi sto realmente incazzando!- Sbraitò il fratello. -E io me ne sto realmente pulendo il culo della tua incazzatura, ok? Non è successo niente, o, anche se fosse, vuol dire che non mi va di dirtelo. Ora basta, non possiamo fare finta di niente e andare avanti come se nulla fosse successo?- -Ma tu sei matta! Mia sorella viene a casa come se fosse stata investita de un orda di bisonti in calore, e io dovrei fare finta di niente?- Hope non rispose. Il ragazzo sbuffò, rassegnato. -Hai fame?- -No.- disse divorando l'enorme piatto di patatine che le aveva messo davanti. Lui scosse la testa. -Si vede.- -Cosa farai per Capodanno?- -Penso che andrò in qualche discoteca con amici. Tu?- -Non lo so.- Penso che resterò a casa a deprimermi, da sola, come sempre. -Bene.Pensaci, altrimenti 
vieni con noi, no?- -Non, so, ci penserò..
In quel momento squillò un cellulare. -E' il mio.- disse la ragazza, andando a rispondere. -Ehi, ragazza.- -Ciao bionda.- disse sorridendo. -Come va?- -B-bene..- -Hope?- -Si?- -Non dire cazzate. E' successo qualcosa?- -I-io..- La mora scoppiò a piangere. Un pò per il dolore. Un pò per l'umiliazione. Un pò per la vergogna. Un pò per la rabbia. -Tesoro, vengo da te in 15 minuti. Dimmi dove abiti.- Hope le diede l'indirizzo, poi attaccò. Si buttò a peso morto sul letto chiudendo gli occhi. Non ne poteva più. Molte volte aveva pensato di porre fine alla sua inutile esistenza. Ma non ci riusciva mai. Era troppo codarda. Sentì suonare alla porta. -Ciao, c'è Hope?- -Si, io sono Ryan, suo fratello. Si è chiusa in camera sua.- -Piacere, io sono Jessie, una sua amica.- -Seconda porta a sinistra.- 
Sentì i passi di Jessie mentre saliva le scale, poi le sue nocche battere sulla porta. -Hope, apri, sono io.- -Entra.- Jessie entrò, e richiuse la porta. Si ritrovò una camera tappezzata di poster di Demi Lovato, Ed Sheeran, fogli con scritte, post-it appesi su tutte le pareti. Ne prese uno in mano. 'As long as you love me, I'll be your platinum, I'll be your silver, I'll be your gold.' Hope era seduta a gambe incrociate sul letto pieno di cuscini azzurri. La bionda la imitò. Si accorse che l'altra ragazza aveva gli occhi rossi a causa del troppo pianto. LA abbracciò. -Sai, è incredibile cosa io stia facendo ora.- -Cosa?- -Mi sto incredibilmente fidando di te. Non lo facevo da secoli. Anzi, non mi ero mai fidata di nessuno, finora. Sei fortunata, bionda.- Sorrisero. -E io sono incredibilmente contenta di avere quest'onore. Sai, ci conosciamo da soli tre giorni, e già ti voglio bene come ad una sorella.- Hope si commosse a quelle parole. -Per la prima volta, sono importante per qualcuno. Non lo ero mai stato.- -Un giorno, si renderanno conto di quanto stupidi siano stati tutti quanti. Ora, però, mi devi raccontare cos'è successo.- Hope si bloccò, con un nodo alla gola. Jessie capì al volo. -Di..nuovo?- Annuì. -Io li ammazzo! Quei cretini, idioti, coglioni! Come cavolo fanno? Giuro, appena li incontrerò, li uccido con le mie mani!- Jessie strinse i pugni. Hope la guardò scuotendo la testa. -Sei sempre la solita. Non risolvi nulla. Loro non la smetteranno mai. Sono fatti così, e non cambieranno.- -Hope, cazzo, devi reagire!- -Dio, Jess, non pensi che ci abbia provato? E come è finita? Peggio del solito! Con due lividi e dei tagli in più! Io ormai ci ho rinunciato. Non spero più che tutto finisca, so che è inutile.- -Hope, lo sai che li puoi denunciare, vero?- -No, Jess, non posso.- -Perchè no?-
 
Hope camminava da sola. Quella mattina Ryan aveva un esame importante, e non aveva potuto accompagnarla a scuola come al solito. Oltrepassato il parco, con Stereo Hearts sparata nelle orecchie, camminava tranquilla. A quel tempo non aveva problemi.Non aveva preoccupazioni. Era una normale ragazzina di 15 anni che sognava storie d'amore, i suoi idoli, o di rivedere i propri genitori. A scuola non si era ancora fatta nessun'amico. Pazienza, aveva tempo, la scuola era iniziata da appena 3 settimane. Le piaceva un ragazzo, quello della 2°N, quello riccio. A quel pensiero arrossì. Lei non aveva mai avuto un ragazzo, prima, non pensava a quelle cose. Lei aveva il suo cane, suo fratello, il suo diario, e la musica. E, come ogni ragazza della sua età, si era presa una leggera cotta. Con il pensiero di lui in testa, camminava a testa bassa, e, senza accorgersi di qualcuno che le si era messo davanti, andò a sbattere contro qualcosa di morbido, e alto. Alzò la testa, e incrociò gli occhi con dei smeraldi brillanti. Il suo piccolo cuore iniziò a batterle forte. sorrise timidamente. Aspettava che il riccio le se levasse da davanti, ma non successe. -Ehm, scusa..posso passare?- chiese. Harry sorrise sprezzante. -Avete sentito, ragazzi? Vuole passare.- I suoi amici risero. Hope si guardò intorno, cominciava ad avere paura. Altri quattro, che aveva spesso visto a scuola insieme al riccio, erano lì, intorno a lei. -C-che volete?- Risero. Lei aggrottò le sopracciglia arcuate. Perchè ridevano? Cercò di passare attraverso il biondo e un ragazzo castano, ma la bloccarono. Il suo cuore batteva all'impazzata ormai. Un ragazzo con gli occhi azzurri, che sembravano di ghiaccio, la prese per il polso, stringendo moltissimo. Hope sentì la mano intorpidirsi, e cercò di liberarsi, ma la stretta aumentò. Allora cacciò un urlo acuto. Un ragazzo, Liam, le diede un sonoro schiaffo, lasciandole il segno delle quattro dita sul viso. Hope sentì le lacrime salire velocemente agli occhi, ma si trattenne. Un altro, con un orecchino, la prese per i capelli, strappandogliene in parte. Aveva la vista annebbiata a causa delle lacrime, la testa le scoppiava. Aveva solo un vago ricordo di quel momento, mani brutali che la picchiavano violentemente. -Prova a raccontare qualcosa a qualcuno, e la pagherai molto amaramente, verme.- Dissero,prima di lasciarla lì, dietro quella maledetta siepe, sanguinante.
 
-Hope..è orribile.- sussurrò Jess. Annuì. -Lo so. Da allora, la scena si ripetè quasi ogni giorno. Cominciai a consolarmi con la lametta, ma ormai nemmeno lei funziona più.- Hope era inespressiva. -Tesoro, non sai quanto mi dispiace. E' orrendo tutto questo. Ma..ormai ci sono io. So che ci conosciamo da poco, ma io..ti posso aiutare. Ti posso stare accanto, quando nessun'altro lo sarà.- Le ragazze si abbracciarono forte. -Ehm, ma tu per Harry..provi ancora qualcosa?- Ricevette una cuscinata in faccia. -Sei matta, Jess? Certo che provo qualcosa per lui, anzi, per tutti loro: odio! Odio profondo!- -Capisco, era solo..per sapere.Senti, tu cosa fai per domani?- -Domani?- -E' Capodanno, idiota. Hai qualche piano?- -No, tu?- -Certo! Viene mio cugino dall'Italia, e andiamo al Big Ban, come ogni anno ci sarà uno spettacolo pirotecnico, e tu ovviamente verrai con noi.- Hope provò a ribattere. -No, niente discussioni, scuse o lamentele. Tu vieni,e basta! Ok?- -Ho altre possibilità?- -No.- -Allora mi rassegno. A che 
ora?- -Passerò da te alle 20 per prepararci, poi mio cugno ci verrà a prendere verso le 22, ok?- -Perfetto. Ehi, un attimo, ma domani non c'è scuola.- -No, infatti.- -Allora che ne dici di..fermarti a dormire da me?- -Sei sicura? Certo che si! Un attimo, che avverto mio padre. Comunque, tuo fratello è davvero un gran fico.- disse ridendo. -Giù le mani, baby, è fidanzato.- E scoppiarono a ridere. Con lei, Hope era incredibilmente felice.
 
 
  
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