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Autore: demischoco    05/01/2013    3 recensioni
Sfruttata, maltrattata, violentata.
Ero costretta a prostituirmi.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15

'Stavo correndo, non sapevo dove andare, ero persa
.
Un vincolo stretto, chiuso, lì successe il tutto.
Mi
violentavano, ero debole, non sapevo difendermi.
Erano sette, sette uomini di colore.
Non avevano nessuna pietà...
Nessuno mi venne a salvare, per lo meno mi aspettavo la sua voce, ma quella volta non c'è stato.'


Mi svegliai tutto d'un tratto.
Respiravo a fatica, affaticata, come se avessi corso realmente.

-Ehi..- la voce di Louis mi fece ritornare alla realtà.
-Ehi.- risposi fredda.
-Che hai.- mi accarezzò la spalla.
Non gli risposi, avevo paura.
Doveva essere lui a salvarmi da quel sogno ma non c'è stato.
Io sono una tipa superstiziosa, credo a tutto, soprattutto nei sogni perchè i sogni per me erano segnali ben evidenti.

Mi alzai dal letto e mi recai in bagno lasciando la porta aperta.
Poggiai le mie mani sul lavandino e mi guardai in faccia.
Avevo la matita colata, eppure non ricordavo di aver pianto.
Sarà stato nel sogno, si perchè lì ricordo di aver pianto.
Ricordo anche dei graffi che mi tracciarono sul corpo.
Uno l'avevo sulla spalla destra e l'altro sulla pancia.
Alzai piano piano il pigiama della maglia e avvertì dolore internamente.
Nessun graffio, eppure dentro di me c'era, lo sentivo perchè il dolore continuava a pulsarmi.
Sfiorai a mala pena, ma coprii subito quando sentii Louis chiamarmi dall'altra parte del corridoio.
Stava venendo verso di me, i suoi passi si facevano più spessi e pesanti.
-Stai bene?- mi guardò.
Ero distrutta, la mia faccia rossa e gonfia non prometteva niente di tranquillo.
-Ehi stai calma, ci sono io con te.-  provò ad abbracciarmi ma lo scansai.
Non sapevo cosa diavolo mi era preso.
Mi sentivo persa, sola, delusa dalle persone che fino ad un minuto fa mi volevano bene.
Avevo paura di essere di nuovo sola, di vivere ancora per strada.
Non era questo quello che volevo.
Louis da quel gesto mi guardò con disprezzo.
Feci notare il dispiacere nei miei occhi, io non volevo respingerlo.
-S..scusa.- lo guardai, poi.. poi niente, il buio, il buio più totale.
Avevo ancora i piedi poggiati a terra, lo sentivo, sentivo solo di poter comunicare con il tatto, sentivo, riuscivo a sentire, ma i miei occhi mi avevano in qualche modo abbandonato.
Mi accasciai vicino alla parete accanto alla doccia.
-L..louis dove sei.-
-Sono qui.- sentii il suo respiro preoccupato, le sue mani girovagavano attorno a me, stava per alzarmi.
Mi abbracciò ma questa volta ricambiai.
-Louis non riesco a vederti, sul serio mi sto preoccupando.-
-Andiamo in ospedale.- disse pronto a superare la soglia della porta del bagno.
-No, fermati, non voglio andare in ospedale.-
Di certo dopo l'ultima esperienza io quegli omini bianchi non gli avrei mai più rivisti.
-Ehi stai calma, col problema che hai non noterai niente che ti metterà paura.-
-Louis io..-
-Ti fidi di me.- sentii il suo respiro questa volta sul mio collo, i brividi, tanti piccoli brividi di gioia.-
-Si.- risposi con fiato regolare.
Mi prese in braccio e mi portò giù per le scale.
Lo sentii appoggiarmi in macchina, mi sedetti comoda e rimasi immobile.
Lo sportello di Louis si chiusi facendomi sobbalzare.
Mise in moto e partì.
-Che mi sta succedendo?-
-Se lo saprei di risponderei, non lo so, spero solo sia qualcosa di non grave.-  mi accarezzò la guancia.
Dopo una mangiata di minuti in macchina sentii l'auto fermarsi.
-Siamo arrivati?-
-Si, aspetta ti aiuto a scendere.-
Mi scappò un lieve sorriso.
E sempre stato così gentile con me e questo mi faceva più che piacere.
-Vieni.- mi prese per il braccio e mi aiutò a camminare fino all'entrata dell'ospedale.
L'ultima volta mio padre mi aveva abbandonato in macchina non curandosi del pericolo che poteva correre se mi rubassero.
-Louis la macchina, la lasci aperta? E se la portano via?-
-Adesso la cosa che conta sei tu.-
Sorrisi ancora non facendomi notare.
-Attenta lo scalino.- alzai il piede.
Arrivamo
dentro sentendo confusione. 
La mia testa stava andando in iperventilazzione.
E un ospedale questo non un mercato.
Sentii Louis parlare con qualcuno tenendomi comunque per mano.
Stava raccontando il mio problema a un omino?
Che poi in realtà era un dottore, ma per me rimane sempre un omino.
Si sta avvicinando a me, lo sento.
-Buongiorno signorina, può seguirmi?-
-Tu.. tu sei l'omino..- risposi innocentemente.
Senti l'aria sopresa del dottore.
-Tu s..sei, oh mio dio, shannon...- rimasi stupita dalla sua risposta.
Mi conosceva?

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Spazio Autrice.
Lo so non ammazzatemi, e da tanto che non aggiorno la storia, scusatemi.
Grazie ancora per tutte le belle recensioni che mi inviate, vi adoro.

Per eventuali errosi, scusatemi. lol
Grazie.

-Marti.

 

  
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