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Autore: NotFreddie    05/01/2013    1 recensioni
Dal testo: "“Non… non sei obbligato a stare qui con me, in mezzo a questo schifo” la sua voce è ancora incerta, e a Louis fa ancora più tenerezza. “Stai scherzando, Harold? Che razza di migliore amico sarei se non ti fossi vicino in ogni momento, eh?” Delicatamente, lo prende in braccio aiutandolo ad alzarsi dal pavimento e portandolo a letto. Gli rimbocca le coperte e gli dà un bacio sulla fronte. Harry si addormenta felice.
Sono appena tre settimane che si trova lì, eppure gli sembra che conosca Louis da una vita.
Sono appena tre settimane che si trova lì e vorrebbe che tutto quello non finisse mai.
Sono appena tre settimane che si trova lì, ha la febbre, eppure si sente felice come mai in vita sua."
La storia viene raccontata mediante due flashback di Harry e Louis e, ovviamente, è una Larry.
Passate di qui se vi va!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Mary e Lù, perché mi hanno fatto conoscere i One Direction, anche se non amano tutti questi fandom.
Dedicata a Cri perché mi ha insegnato a scrivere; perché è il mio mondo; perché glielo devo; perché ho giurato che ogni più piccola, insignificante cosa scritta da me gliel’avrei dedicata. Grazie a tutti.
 
You’re my half.
 
Londra. Inverno, sabato pomeriggio.
Harry perde tempo, cammina lentamente. Sa che i ragazzi non torneranno prima di sera e non ha voglia di starsene da solo dentro quattro mura. A Piccadilly Circus ci sono tantissime persone che passeggiano sotto la neve; Harry si siede sui gradini della metropolitana, accanto ad un paio di ragazzine che trafficano con un iPad. Le ragazze non si sono nemmeno accorte che vicino a loro c’è Harry Styles, del quale sono grandi fan, e infatti continuano a guardare il loro video tranquillamente, a tutto volume. Incuriosito, lui  guarda verso lo schermo dell’apparecchio e vede cinque ragazzi seduti sulle scale grigie di un dormitorio. Quei volti gli sono molto familiari, all’epoca erano così piccoli…
La voce di Liam sembra sovrastare tutte le altre, ed Harry sa già cosa sta dicendo. “Salve, siamo i One Direction e questo è il nostro terzo video diario! Allora, questa settimana Harry ha avuto l’influenza e…”
Non ha bisogno di guardare il video per sapere cosa viene dopo. Gli occhi verdi si riempiono di lacrime. La mente viene invasa da un fiume in piena fatto di immagini, suoni, colori meravigliosi. Così Harry comincia a ricordare.
*E’ dal giorno precedente che Harry si sente strano, gli fanno male tutte le ossa, ma cerca di non pensarci troppo, in fondo con gli altri ragazzi deve preparare un’altra canzone, questa sarà una settimana impegnativa – come del resto lo saranno tutte le altre – perché ad XFactor più vai avanti e più la competizione diventa feroce e loro non possono permettersi nemmeno un attimo di debolezza. Appena tutti – Liam, Louis,  Niall, Zayn -  hanno finito di provare e tornano nella common room, Harry si butta sul divano, stanchissimo. Gli altri quasi non ci fanno caso, sono troppo impegnati a parlare, a mangiare, a ridere. Solo Louis – lui riesce sempre ad intuire tutto – gli si avvicina cautamente, sedendosi sul bordo del sofà. “Haz, che hai?” dal tono di voce si capisce che è preoccupato: in fin dei conti, Harry rimane sempre il suo piccolo, dolce cucciolo bisognoso d’affetto.
In mezz’ora si è misurato la febbre tre volte, con Louis a fargli da infermiere, Liam a mormorargli parole di conforto e gli altri due ad accarezzargli i riccioli. “Ragazzi, sto bene” ripete forse per la trecentesima volta, ma quei quattro non ne vogliono sapere, devono per forza trattarlo come uno che non ha mai preso la febbre in vita sua, ci manca solo che lo portino all’ospedale per un po’ di stupidissima febbre! Liam, Niall e Zayn - fortunatamente – ad un certo punto se ne vanno nella loro stanza, lasciandolo finalmente in pace. Harry si alza per andare a bere un bicchiere di latte caldo quando appare Louis davanti alla porta a bloccargli il passaggio. “Harry, che ci fai in piedi? Vai a dormire, idiota, devi riposarti, altrimenti non guarirai mai!” gli urla e lui, per quieto vivere, si lascia condurre fino al letto, cominciando a pensare che dividere la camera con lui non si sia rivelata una scelta così vincente, poi.
Louis non ha il sonno pesante, specialmente quella notte in cui il suo piccolo Boo sta male; infatti viene svegliato dai suoi conati, alle tre del mattino. Si dirige verso la porta socchiusa del bagno, scorgendo la figura dell’amico inginocchiata vicino il water. “Harry…” sussurra incerto “Vattene! Non voglio che tu mi veda così, Lou. Vai via, torna a dormire” si sente dire da quello, tra un conato e l’altro. I capelli di Harry sono umidi di sudore, il suo viso è pallido e le sue labbra sono esangui e screpolate. I suoi occhi sono lucidi e cerchiati da due profonde occhiaie scure, che rendono il contrasto con la sua pelle nivea ancora più evidente e sconcertante. Quando tutto è finito, Louis inumidisce un panno con l’acqua fredda, passandolo poi sulla fronte, sulle guance, sul collo dell’altro. Finalmente Harry riprende un po’ di colore, mentre un timido sorriso fa capolino sulle sue labbra martoriate. Probabilmente se le è morse mentre cercava di non vomitare. “Non… non sei obbligato a stare qui con me, in mezzo a questo schifo” la sua voce è ancora incerta, e a Louis fa ancora più tenerezza. “Stai scherzando, Harold? Che razza di migliore amico sarei se non ti fossi vicino in ogni momento, eh?” Delicatamente, lo prende in braccio aiutandolo ad alzarsi dal pavimento e portandolo a letto. Gli rimbocca le coperte e gli dà un bacio sulla fronte. Harry si addormenta felice.
Sono appena tre settimane che si trova lì, eppure gli sembra che conosca Louis da una vita.
Sono appena tre settimane che si trova lì e vorrebbe che tutto quello non finisse mai.
Sono appena tre settimane che si trova lì, ha la febbre, eppure si sente felice come mai in vita sua.
 
“Salve, siamo i One Direction e questo è il nostro terzo video diario! Allora, questa settimana Harry ha avuto l’influenza e…” Louis gli tocca la fronte, in un gesto d’affetto. La febbre ormai è niente più di un brutto ricordo, ma il rapporto con il suo Boo – e con gli altri ragazzi – ne è uscito rafforzato, decisamente. Stanno registrando il video diario seduti sulle scale del loro dormitorio, tutti vicini, ricordando i momenti più significativi della settimana, ma per Harry esiste solo lo sguardo che Louis gli riserva, ormai non sente nemmeno più la voce di Liam che parla, parla, parla senza fine.*
Harry ritorna alla realtà improvvisamente. Le ragazze dell’iPad se ne sono andate, i gradini della metro cominciano a svuotarsi, la neve tra i suoi capelli gli conferisce un aspetto più adulto e i ragazzi cominciano a mancargli, nonostante non si vedano da qualche ora appena. Il telefono comincia a vibrargli nella tasca, facendogli una specie di solletico. “Pronto?” “Haz, si può sapere dove sei finito? Perché non sei a casa? Mi manchi…” si lamenta Louis all’altro capo. “Boo, sono a Piccadilly, vienimi incontro, ci vediamo al solito posto, dai!” “Uffa, sono appena tornato! Vabbè, a tra poco.” Harry si alza dalle scale e si avvia soddisfatto verso la sua meta.
*Gli occhi verdi sono grandi e lucidi, resi liquidi dal bacio appena ricevuto. Louis lo guarda preoccupato, già pentito di quello che ha fatto. Come ha potuto baciarlo? Sicuramente ora ha rovinato tutto, perché quella scintilla che coglie negli occhi di Harry ogni volta che lo guarda, non significa per forza amore; le occhiate timide che gli lancia nascosto dietro i suoi riccioli non significano che è innamorato di lui. Louis si sente un coglione; è così impegnato a pensare che non si accorge nemmeno che Harry gli ha preso il volto tra le mani e lo guarda intensamente. Nonostante sia il più piccolo, è lui quello più maturo tra i due. “Lou…” gli dice, commosso, prima di baciarlo di nuovo. E poi è resa incondizionata.*
Harry è fermo nello stesso posto in cui Louis lo aveva baciato la prima volta. E ogni volta che passa di lì inconsciamente ricorda quel bacio, l’emozione che ha provato, il vuoto nello stomaco e subito dopo una sensazione forte di grande caldo, come se Louis fosse stato il pezzo mancante per completare il puzzle della sua vita. Come se Louis fosse stato il pezzo più importante di quel puzzle, la chiave di Volta che tiene insieme il tutto, la colla che mantiene insieme i pezzi, l’amore che unisce le persone. Sì, Harry ne era certo: Louis era l’amore. Era il suo amore. Immerso nei suoi pensieri non si accorge che qualcuno gli ha messo una mano davanti agli occhi, rendendolo momentaneamente cieco. “Boo, so che sei tu” mormora sorridendo. Le dita si schiudono davanti ai suoi occhi facendogli nuovamente vedere le persone davanti a sé, che ora guardano rapiti la scena. Forse lui e Louis sono stati riconosciuti, ma Harry non si preoccupa minimamente. Tutti quei contratti che obbligano ognuno di loro a stare con delle ragazze famose e di bell’aspetto in quel momento per lui possono anche andare a farsi fottere, non gliene importa. L’unica persona di cui gli importa è il suo Lou, che ora lo sta abbracciando forte da dietro, mentre gli sussurra tra i capelli “Sei la mia perfetta metà, Harry. Tu, tu sei il mio mondo.” Harry ha gli occhi lucidi, mentre si gira verso Louis. Cerca di non piangere con tutte le sue forze, si morde le labbra talmente tanto da farle sanguinare, ma una piccola lacrima supera comunque le sue ciglia e corre veloce verso lo zigomo, lasciando dietro di sé una scia umida. Harry si sente uno stupido a piangere per una cosa tanto normale, tra fidanzati, ma è troppo romantico per resistere. Louis raccoglie con l’indice quella piccola perla, assaggiandola un attimo dopo, un secondo prima di baciarlo con passione, sotto la neve, davanti a tutti. Poi gli poggia un braccio intorno alla vita e lo porta a casa, dai ragazzi. Nessuno dei due riesce a capacitarsi di quanto l’altro lo renda felice, di quanto lo faccia sentire appagato, pieno, completo. Come un puzzle ormai finito con tutti i pezzi giusti perfettamente incastrati tra di loro. “Sei la mia metà. La mia perfetta metà” ripete sempre Louis. Ed Harry sa che è vero.
 
Angolino – ino – ia – oh!
Alloooora, da dove comincio? Mi ero ripromessa di non scrivere più Larry. Miseriaccia, io non sono una Larry – shipper, eppure questo genere mi sta prendendo proprio parecchio, addirittura mi diverto a scrivere queste storie (tra l’altro insensate)!
Piccola precisazione: le parti in corsivo e comprese tra due asterischi sono dei flashback di Louis o di Harry, che ricordano determinati momenti della loro vita.
Seconda precisazione: io non lo so se questi contratti esistano davvero, in realtà da un lato spero di no, perché sarebbe davvero troppo crudele nei confronti dei ragazzi se esistessero realmente; dall’altra parte spero di si, perché significherebbe che ciò che abbiamo visto, sperato, amato… ESISTE! Insomma, ho letto in un sacco di storie, siti etc, etc, etc questa storia dei contratti e mi sono detta: “Perché non scriverla?” (Se vi rompo le palle, con tutte queste parole, avvisate) Bene, io vi lascio, mi ritiro nel mio angolino a giocare con le bambole dei mitici One Direction (come Louis in quel dannato video dove poi alla fine bacia la bambola di Harry *-*)
Si, sto vomitando arcobaleni, lo ammetto.
Ok, sclero finito. Grazie per aver letto questo delirio di proporzioni abnormi e… alla prossima (in diretta dall’ospedale psichiatrico)!
PS: Recensite, se vi va *Faccia da cucciolo abbandonato* Vi preeeego! *Occhi pieni di lacrime* Miseriaccia, RECENSITE!
Grazie,
F.
  
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