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Autore: xyoumakemesing    05/01/2013    7 recensioni
Niall si trova ad un'estremità, Lea ad un'altra.
Ad un certo punto, s'incontrano a metà strada.
(Accenni Larry Stylinson.)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Settle down with me,
cover me up, cuddle me in
lie down with me and hold me in your arms.


La prima volta che Lea vede Niall,  è ad un party di compleanno.
Bussa alla porta del suo appartamento, e un ragazzo dai capelli corvini e la pelle ambrata e piena di tatuaggi l' accoglie con un sorriso, sussurrandole "Oggi è il suo compleanno e tu sei il mio regalo".
Poi, poggiando una mano sulla base della sua schiena, la guida fino alla camera da letto, dicendole di mettersi comoda mentre lui va a recuperare il suo amico, ubriaco fradicio e intento a ballare insieme agli altri invitati.
Lea annuisce distrattamente mentre la porta si chiude davanti ai suoi occhi. Si  guarda intorno, passando a rassegna i mobili che riempiono la stanza e le foto appese alle pareti - la sua preferita in assoluto, è quella in cui un Niall diciassettenne sorride allegro, gli occhi azzurrissimi, una bottiglia di birra in mano e un braccio sulle spalle di quello che, in seguito, Lea avrebbe conosciuto con il nome di Louis.
Lea inizia a sfilarsi la maglietta bloccandosi immediatamente dopo qualche secondo: probabilmente a Niall sarebbe piaciuto spogliarla e il suo compito è quello di accontentare ogni suo cliente.
Quindi lascia cadere le braccia lungo i fianchi e opta per sedersi sul bordo del letto.
Quando, dieci minuti dopo, Niall fa il suo ingresso nella stanza, le guance rossissime, i capelli spettinati e un'espressione confusa sul viso, Lea sorride.
Si alza in piedi e lo raggiunge.
"Buon compleanno" gli sussurra languidamente, poggiandogli una mano sul petto per poi allungarsi in avanti, verso il suo orecchio.
Niall strabuzza gli occhi e Lea trattiene una risata, mentre le sue mani esperte cominciano a sbottonargli la camicia. Le labbra del ragazzo che si posano sulle sue la prendono alla sprovvista,
fa un passo indietro, "Niente baci sulla bocca, è la regola" dice.
Niall annuisce e poi si scusa, arrossendo maggiormente.



-


La prima notte che Lea passa insieme ad un cliente è la più brutta della sua vita. Scende da quell'auto - un'Audi nera che non dimenticherà mai - in lacrime e passa le due ore seguenti a vomitare l'anima in un bagno pubblico, con Harry che gli tiene la fronte e le accarezza la schiena.
Piange tutta la notte e, l'indomani mattina, Harry le compra la colazione - un croissant e un cappuccino - e le dice che andrà tutto bene, che la prima volta è sempre traumatica ma che presto si abituerà.
Lea non si è ancora abituata, comunque, ma ha ormai smesso di piangere.



-


La seconda volta che Lea vede Niall, è sul marciapiede dove è solita passare le sue notti, qualche settimana dopo il loro primo incontro.
Harry le sta raccontando di aver passato una brutta mezz'ora con un cliente abbastanza violento, mentre segna il numero di targa della sua macchina nella loro lista delle auto in cui non devono mai salire una seconda volta, e Lea è così impegnata ad ascoltarlo che si accorge della presenza di Niall solo quando lui le è di fronte. Lo riconosce immediatamente.
"Uhm, io - cioè, se posso - mi chiedevo - "
Lea gli sorride, intenerita dalle guance rosse e dall'espressione imbarazzata sul volto del ragazzo, gli porge una mano che lui afferra prontamente, conducendolo poi in un vicolo lì vicino.
"Ti dispiace - voglio dire, se vuoi ho una macchina?" la frase esce fuori più come una domanda che come un'affermazione, Niall arrossisce e abbassa lo sguardo mentre si gratta imbarazzato una guancia. Lea si morde il labbro inferiore, trattenendo una risata.
Quella sera, Niall la bacia di nuovo sulle labbra per poi vomitare una serie infinita di scuse. Lea lo zittisce mordendogli una spalla.



-



A Lea piace Niall.
Le piace il suo accento strano, la sua risata contagiosa, il modo in cui strizza gli occhi quando raggiunge l'orgasmo, il fatto che la paghi sempre in anticipo e si preoccupi se le fa male.
Non deve nemmeno fingere con lui, perché il sesso è lento e delicato ed eccitante e Niall è probabilmente il suo miglior cliente.
Ecco perché è piuttosto contenta quando, due giorni dopo, lui si presenta di nuovo di fronte a lei.
Forse è più contenta di quanto in realtà dovrebbe essere.



-


A Niall piace parlare.
Lea ci ha ormai fatto l'abitudine quindi non le dispiace quando, distesi sul letto della camera di Niall, mentre stanno riprendendo fiato, lui inizia a parlarle dell'Irlanda, della sua chitarra, dell'università che frequenta, di Louis che lavora in una caffetteria e che non trova il coraggio di chiedere un appuntamento al ragazzo a cui prepara ogni mattina il cappuccino, di Liam che è etero e di Zayn che è innamorato di lui dai tempi dell'asilo.
A Niall piace anche farle domande, ma Lea non risponde mai.



-




Lea scende dall'auto di un cliente e trova Niall già lì ad aspettarla, con la schiena poggiata alla sua Jeep e un sorriso sul volto. Gli va incontro, salutandolo con un cenno della mano.
Quando sale in macchina, Niall gli porge due banconote da cinquanta sterline, e poi mette in moto.
Impiegano circa quindici minuti per arrivare al suo appartamento, durante i quali il ragazzo le parla della sua giornata mentre Lea muove la testa e canticchia sottovoce la canzone che stanno passando alla radio. Niall le lancia un'occhiata e sorride tra sé, aumentando il volume.
Arrivati a casa, Niall le offre un bicchiere di Coca Cola ma Lea non ne beve nemmeno un sorso, piuttosto gli sfila il giubbino, buttandolo da qualche parte sul pavimento, e insinua le mani sotto la felpa grigia del ragazzo, massaggiandogli il ventre piatto.
Niall ride mentre Lea lo trascina verso la camera da letto.
"Perché non rimani stanotte?" domanda Niall, un'ora e due orgasmi dopo, rotolando su un fianco.
"Non penso tu possa permettertelo" è la risposta di Lea, impegnata ad agganciare il reggiseno. Niall rimane in silenzio per un po', poi annuisce mormorando un flebile "Si, hai ragione."
Lea finisce di rivestirsi in silenzio, mentre Niall le chiama un taxi e le allunga anche diverse banconote per pagare la corsa.
Si salutano con un abbraccio.



-


"Dovresti smettere di vederlo" è la prima cosa che Harry le dice, quando la vede scendere dal taxi e avvicinarsi a lui.
"Di chi stai parlando?" domanda lei, fingendosi confusa, nonostante sappia benissimo a chi si sta riferendo. E anche Harry, a giudicare dal suo sopracciglio alzato, sa che lei ha già capito di chi stanno parlando. "E' un cliente come tutti gli altri" dice poi Lea.
"Sai benissimo che non lo è."
Lea non risponde, decide invece di ignorare Harry e anche la stupida vocina dentro la sua testa che le dice che Harry ha ragione.



-


"Ho un appuntamento"
Lea solleva lo sguardo dalla sua tazza di cereali, incrociando gli occhi verdi di Harry.
"Tra qualche ora" continua lui, sorridendo entusiasta, le fossette in bella vista sulle guance.
Lea si porta un cucchiaio pieno di cereali alla bocca, annuendo.
Harry aggrotta la fronte, "A questo punto dovresti dirmi 'Hey, Haz, sono proprio felice per te!'" dice, con tono divertito, pungolandole il braccio con un dito.
"Quelli come noi non hanno appuntamenti" è l'unica cosa che Lea dice, prima di alzarsi dalla sedia e dirigersi verso il lavandino, sotto lo sguardo confuso di Harry che ha smesso di sorridere.
"Potresti almeno fingerti felice" protesta lui, sistemandosi il berretto grigio che nasconde i suoi inconfondibili ricci color cioccolato, visibilmente sporchi.
Lea abbandona la tazza dentro al lavabo, voltandosi poi verso di lui.
"Cosa succederà quando scoprirà che vendi il tuo corpo a degli sconosciuti? Che razza di persona vorrebbe uscire con una prostituta, eh?"
Gli occhi di Harry si riempiono immediatamente di lacrime e Lea si passa una mano sul volto, con fare stanco.
"Senti, Haz -" inizia, con un tono di voce più delicato, ma Harry non le dà il tempo di concludere la frase, si asciuga le lacrime che gli scorrono sulle guance ed esce dal loro minuscolo appartamento senza dire una parola.
Lea si morde il labbro inferiore, aggrappandosi al mobile della cucina.
Odia fare l'adulto della situazione.




-


"Quanti anni hai?"
"Venticinque"
Niall scoppia a ridere, "No, sul serio, quanti anni hai?"
"Venticinque" ripete Lea, saltellando sul posto su un piede solo cercando di infilarsi i jeans.
Niall alza un sopracciglio, scettico.
"Va bene, venti." dice poi, tirando su la cerniera dei jeans; si inginocchia poi sul parquet, ficcando la testa sotto il letto, alla ricerca delle scarpe.
Il silenzio eloquente di Niall, comunque, le fa capire che non se l'è bevuta.
"Okay!" concede, con tono annoiato, riemergendo da sotto il letto con in mano le sue scarpe da tennis, "Diciassette, contento?"
Niall annuisce, sorridendo divertito. Si alza dal letto, avvolgendosi il lenzuolo in vita, e si piazza dietro Lea, circondando con entrambe le braccia i fianchi morbidi della ragazza.
"Perché non rimani stanotte?" le sussurra, strofinando la punta del naso contro i suoi capelli, ispirandone il profumo.
"Perché continui a farmi la stessa domanda?"
Niall alza le spalle, "Perché spero che, un giorno, tu possa cambiare idea." le confessa, baciandole la base del collo.
E Lea pensa che vorrebbe davvero cambiare idea, ma non può.




-



La prima volta che incontra Harry, sullo stesso marciapiede, quasi due anni prima, lui le offre una caramella alla menta. Poi le domanda, "Cosa ci fai qui? Non è un posto per una come te", e Lea scuote la testa perché qual è il posto per quelle come lei, allora?
E' facile fidarsi di Harry, probabilmente sono i suoi ricci e il suo sorriso genuino e le sue fossette, e Lea pensa di essersi presa una cotta quando lui le dice che può rimanere a dormire nel suo appartamento, se non ha nessun altro posto dove andare.
Lea arrossisce quando Harry le chiede se ha mai fatto sesso con qualcuno, scuote la testa e lo sente sospirare, "Sarà difficile" dice, con un sorriso dispiaciuto.
Harry tiene d'occhio Lea per tutta la sera, le dice di non salire in quella o quell'altra auto, di rifiutare qualsiasi forma di pagamento che non siano contanti, di esaudire ogni richiesta che le viene fatta - tranne quella di non usare contraccettivi.
Lea è terrorizzata e quando il suo primissimo cliente le si avvicina, scoppia in lacrime e scappa via.
Harry la trova qualche ora dopo, nascosta sotto un portico, e la porta a casa. Le rassicura con un abbraccio, dicendole che va tutto bene, che domani ci proverà di nuovo.
Quella sera, seduta sul divano della cucina di Harry, Lea gli chiede se vuole fare sesso con lei. Harry aggrotta la fronte, un po' perplesso, ma Lea si affretta a spiegargli che preferisce perdere la verginità con lui piuttosto che con uno sconosciuto.
Alla fine, dopo aver sperimentato i piaceri - e i dolori - della prima volta, Lea scoppia a ridere dopo che Harry le confessa di non aver mai fatto sesso con una ragazza prima di allora e che adesso, aggiunge poi arricciando il naso,  è sicuro al cento per cento di essere gay.






-




E' durante una domenica pomeriggio,  mentre fuori piove e Lea sta guardando un telefilm poliziesco alla televisione, che Harry balza sul divano dove è accoccolata la ragazza e comincia a fissarla con un sorriso sulle labbra, un sorriso così grande che Lea teme per un momento che il suo viso possa spaccarsi a metà.
La ragazza aggrotta la fronte, "Che c'è?" domanda, infastidita dall'interruzione.
"Mi piace!" esclama improvvisamente lui, sospirando con aria sognante, "Si chiama Louis e ha gli occhi più blu che io abbia mai visto, e profuma sempre di caffè, e non indossa mai i calzini e ha un'ossessione per le magliette a righe e, oh, il suo sedere, Lea, il suo sedere è la cosa migliore che sia capitata al mondo dopo il pane tostato! E amo la sua risata e le rughe che gli si formano intorno agli occhi quando ride e-"
"Va bene, ho capito, ho capito!" sbuffa Lea, roteando gli occhi. Harry si lascia scappare un gridolino di gioia e Lea scoppia a ridere, scuotendo la testa, ma poi viene stritolata in un abbraccio da orso e lei tenta di protestare e di buttarlo giù dal divano, ma il riccio comincia a solleticarle i fianchi e a Lea non resta che arrendersi.
Entrambi fanno finta di non ricordare più il litigio avvenuto qualche settimana prima.




-


Le labbra di Niall la baciano ovunque - tranne sulla bocca, perché è la regola - e Lea geme piano, buttando la testa all'indietro contro il cuscino e inarcando la schiena.
Ignora volutamente quello strano sfarfallio alla bocca dello stomaco, mentre chiude gli occhi e stringe le ciocche bionde del ragazzo tra le sue dita.
Quindici minuti più tardi, ancora sudati e stanchi, mentre Lea tiene la testa appoggiata sul petto di Niall e lui, con gli occhi rivolti al soffitto, le accarezza distrattamente una spalla, lo stomaco della ragazza brontola inaspettatamente.
Niall scoppia a ridere, voltandosi a guardarla con un sopracciglio alzato, e Lea arrossisce fino alla punta dei capelli.
Alla fine, finiscono per mangiare sul letto. Sono l'uno di fronte all'altro, coperti solamente dal lenzuolo e circondati da un'enorme - e poco salutare - quantità di pacchi vuoti di patatine e biscotti al cioccolato.
Niall le racconta che Louis ha trovato finalmente il coraggio di chiedere un appuntamento al ragazzo che gli piace, che Danielle ha lasciato Liam e che Zayn passa le sue giornate a consolarlo - ma in realtà, le rivela, è tutta una strategia per entrare dentro le sue mutande.
Lea ride e per un attimo è davvero felice. Poi, guarda l'orologio sul comodino e sospira, il mondo reale è lì fuori che l'aspetta.





-

Quando apre la porta d'ingresso, la prima cosa che Lea nota è la figura di un ragazzo sconosciuto, completamente nudo, con la schiena poggiata al frigorifero e una tazza - la sua tazza - di cereali in mano. Si chiude la porta alle spalle, schiarendosi la voce.
Il ragazzo alza lo sguardo, spalanca gli occhi sorpreso e arrossisce violentemente. Poggia la tazza sul tavolo e poi porta entrambe le mani a coprire le sue parti intime, "Oh, ehm, ciao" dice, rivolgendole un sorriso imbarazzato.
Lea non riesce a capire per quale motivo Harry abbia portato un cliente a casa loro, l'unico posto rigorosamente off-limits per quel genere di cose.
"Io sono Lea. E tu sei nudo, in casa mia." dice, sfilandosi il giubbino di jeans e la sciarpa.
"Uhm, mi dispiace?" risponde incerto il ragazzo, "Ti stringerei la mano ma..." alza le spalle, accennando con lo sguardo alle sue mani momentaneamente occupate a nascondere la sua nudità.
"Lou, ti dispiacerebbe prender-- cazzo!" urla improvvisamente Harry, facendo voltare i due ragazzi, sbucando dalla porta che conduce alla camera da letto, i capelli in disordine e nessun indumento addosso. Harry arrossisce e scappa di nuovo verso la camera da letto.
Lea rotea gli occhi. Come se non lo avesse mai visto nudo.
Pochi secondi dopo, il riccio ricompare nuovamente, stavolta con addosso dei boxer e una t-shirt.
"Cosa ci fa qui un-"
"Louis. Lui è Louis. Il ragazzo dell'appuntamento, ricordi?" dichiara Harry, interrompendola bruscamente, temendo che lei possa  menzionare la parola che inizia per cli e finisce per ente. Louis è ancora all'oscuro di tutto e ad Harry va bene così, ci vuole più tempo - e più coraggio - per rivelare una cosa del genere.
Lea solleva un sopracciglio, annuendo, poi si volta a guardare Louis che si fissa i piedi, sperando vivamente che si apra una voragine nel pavimento e lo ingoi.
"Ti ho già visto da qualche parte?" domanda la ragazza, aggrottando pensierosa la fronte.
Louis alza le spalle, "Lavoro in una caffetteria, probabilmente mi hai visto lì?"
"Già" risponde Lea, poco convinta, "probabilmente ti ho visto lì."



 
-



Si trova in un bagno pubblico quando Samantha, una pusher della zona, le allunga una bustina trasparente contenente alcune pasticche bianche. Lea non sa cosa sono, ma sa che non dovrebbe accettarle. Si morde il labbro inferiore, indecisa.
Sa che Harry non approverebbe.
"Tranquilla" la rassicura Samantha, ravvivandosi con una mano i lunghi capelli biondi, "offre la casa. Prendine una solo quando pensi che non riesci a farcela più."
Lea annuisce e, prima che possa rendersene conto, le sue dita si chiudono intorno alla bustina di plastica. Samantha sorride, voltandosi poi verso lo specchio.
Lea fa scivolare la bustina al sicuro dentro la tasca dei suoi jeans.
Il problema è che pensa che non riesce a farcela più ogni giorno della sua vita.




-
 



E' passata almeno un'ora e mezza da quando Lea ha inghiottito la piccola pasticca bianca.
Si sente la testa davvero leggera e forse, pensa, non è una sensazione poi così brutta.
E' in ginocchio sull'asfalto umido, le dita strette intorno alle gambe nude di uno sconosciuto mentre le mani di quest'ultimo sono ancorate ai suoi capelli, accompagnandola nei movimenti.
E per la primissima volta, Lea non pensa di essere la persona più spregevole dell'intero universo, no. Lea non sta pensando, ed è meglio così.
Si rialza in piedi, pulendosi la bocca con il dorso della mano, mentre con l'altra afferra le banconote che l'uomo le sta porgendo. Le dice che lui uscirà da quel vicolo per primo e che lei dovrà aspettare qualche minuto prima di seguirlo. Lea annuisce. 
L'uomo svolta l'angolo e Lea controlla l'orologio sul display del cellulare.
Aspetta un po', si guarda un po' intorno e poi, senza nemmeno rendersene conto, tira fuori dalla tasca del giubbino la bustina trasparente che le ha dato Samantha la sera prima.
Ingoia a secco un'altra pasticca, la seconda della serata, e poi esce dal vicolo.







-



Harry è innamorato.
Va in giro perennemente con un sorriso idiota ad increspargli le labbra, la testa persa nel suo piccolo mondo fatto di unicorni e cuoricini. Ha persino iniziato a cantare sotto la doccia.
E Harry non ha mai cantato sotto la doccia.
Passa sempre meno tempo sul marciapiede e quando si prende la briga di presentarsi, manda via i tutti clienti, Lea gli lancia delle occhiate eloquenti ma lui si giustifica con un'alzata di spalle e un "Sembra un tipo poco raccomandabile" o "Samantha mi ha detto che non paga" e poi sparisce di nuovo.
Quindi sì, Lea capisce che Harry è innamorato.
E forse lo ha capito anche lui, ma ha paura a dirlo ad alta voce.




-




Lea rivede Niall dopo tre settimane. Sta parlando con Harry di quanto la temperatura si sia abbassata in così poco tempo, quando scorge la Jeep nera ferma dall'altra parte del marciapiede. Sorride e Harry le lancia un'occhiata eloquente, sollevando le sopracciglia.
"Stai zitto" gli dice, spintonandolo leggermente.
"Hey! Non ho nemmeno parlato!" esclama il ragazzo, un po' offeso.
"Ma stai pensando!" risponde Lea, dirigendosi poi verso l'auto.
Picchietta le nocche sul finestrino e Niall l'accoglie con un sorriso, di quelli che potrebbero illuminare l'universo intero e che scaldano il petto di Lea quasi come se avesse bevuto d'un sorso una tazza intera di cioccolata calda.
Niall le apre dall'interno lo sportello dal lato del passeggero, "Indovina!" esclama allegramente. Lea si accomoda sul sedile e alza le spalle. "Ho abbastanza soldi per tenerti con me tutta la notte!"
La ragazza spalanca gli occhi, sorpresa. E sa che dovrebbe dire qualcosa, possibilmente che somigli a "No, non puoi spendere tutti i tuoi risparmi per me, Niall", e poi magari uscire dall'auto, ma gli occhi di Niall sono così azzurri e pieni di gioia e di aspettative e di tante cose belle e l'unica cosa che Lea riesce a fare è sporgersi verso di lui, stringere leggermente la sua gamba, e mormorargli un "Grazie".
Niall scuote la testa, le regala un altro sorriso - e il cuore di Lea fa una capriola ma lei decide di non farci caso - e poi mette in moto.
Il tragitto dura quindici minuti, come al solito, e quando Niall apre la porta del suo appartamento e si sposta da un lato per farla entrare per prima, Lea arrossisce.
Le dice di accomodarsi sul divano del salotto e di accendere la televisione e di fare come se fosse a casa sua, mentre lui penserà a preparare la cena - e Lea arrossisce di nuovo, perché nessuno ha mai preparato la cena per lei... beh, Harry le prepara sempre la cena, ma lui non conta. Lea comunque decide di seguirlo in cucina, appoggia i gomiti sull'isola e lo guarda correre da una parte all'altra della stanza alla ricerca di tutti gli ingredienti.
Alla fine, circa mezz'ora dopo, finiscono entrambi  sul divano del salotto, con una fetta di pizza in mano e i maccheroni al formaggio - che Niall ha tentato di cucinare senza successo - dentro la pattumiera.
"Non hai mai visto Toy Story 3?" domanda incredulo Niall, con la pizza a mezz'aria. Lea scuote la testa, bevendo un sorso d'acqua. "Non puoi vivere su questo pianeta senza aver visto Toy Story 3!" le dice indignato, alzandosi dal divano. Si inginocchia davanti il mobile del televisore, passando a rassegna tutti i dvd perfettamente ordinati, "Ma, per tua fortuna, ci sono io!" continua, afferrando la custodia del dvd.
Lea lo guarda con un sorriso divertito sulle labbra mentre inserisce il disco dentro il lettore e continua a parlare di quanto sia inaccettabile non aver visto Toy Story 3 e della morte lenta e dolorosa a cui Liam l'avrebbe destinata se lo avesse saputo.
Prima di far partire il film, Niall scompare oltre la porta che conduce alla camera da letto - posto che Lea conosce benissimo ormai - per poi rispuntare qualche minuto dopo, con un coperta tra le mani che sistema sulle gambe della ragazza. Le dà un bacio sulla guancia  e Lea arrossisce per l'ennesima volta - seriamente, che razza di prostituta arrossisce per un bacio sulla guancia? - e poi preme play.




-



"Dove ti piacerebbe andare domani?" le chiede Niall. Lea volta appena la testa sul cuscino, guardandolo per qualche secondo prima di rispondere.
"Allo zoo" dice, lasciandosi scappare uno sbadiglio. Il ragazzo scivola sotto le coperte, avvicinandosi maggiormente al suo corpo, poi si puntella su un gomito appoggiando la guancia sul palmo della mano.
"Va bene" sussurra, "domani ti porterò allo zoo."
Lea abbozza un sorriso, annuendo leggermente, anche se sa che non ci sarà nessun domani, nessuno zoo, che mezzanotte è passata già da un pezzo e che Cenerentola deve tornare alla realtà. Ma non dice nulla, nemmeno una parola, mentre il pollice di Niall accarezza il profilo delle sue labbra e poi comincia a lasciare una scia di baci umidi che dalla guancia, scende fino al collo, giù fino alle clavicole. Le si sistema sopra e Lea ridacchia appena, poi gli occhi azzurri di Niall la guardano intensamente e capisce che le stanno chiedendo il permesso: hey, è il tuo corpo, sei tu a decidere... posso?
Il cuore di Lea perde un battito - anzi due, tre, quattro - perché nessuno, nessuno l'ha mai trattata con così tanta cura e gentilezza e si ritrova ad annuire e poi a gemere di piacere quando sente le mani di Niall scoparire tra le sue gambe.






-



Lea lascia l'appartamento di Niall alle prime luci dell'alba, camminando in punta di piedi per non correre il rischio di svegliarlo.
Non si guarda indietro, così è più semplice.
Quando arriva a casa e accende la luce della camera da letto, trova la figura di Harry rannicchiata in posizione fetale sotto le coperte, l'inconfondile suono dei suoi singhiozzi soffocati contro il cuscino, e Lea capisce immediatamente. Louis l'ha scoperto.
Sospira, arrampicandosi sul letto e sistemandosi sotto le coperte affianco a lui.
Gli occhi verdi di Harry sono rossi e pieni di lacrime, Lea lo abbraccia, seppellendo il viso nell'incavo del suo collo.
Harry singhiozza più forte, "Mi piaceva sul serio" dice, tirando su col naso.
"Lo so, Harry."
Vorrebbe dirgli te l'avevo detto, ma non vuole essere quel tipo di persona, perciò si limita ad asciugargli le lacrime con i pollici, ad accarezzargli i capelli e a sussurrargli che lei non lo abbandonerà mai.




-


Passano cinque giorni - non che Lea abbia tenuto il conto, ovviamente - prima che riveda di nuovo Niall. Dicembre è iniziato già da un paio di giorni e il freddo pungente è sempre più difficile da sopportare, ma Lea sa che non può permettersi il lusso di rimanere accoccolata sotto le coperte, a bere cioccolata calda. 
Sta per salire sull'auto del terzo cliente della serata quando scorge la figura di Niall in lontananza. E' appoggiato alla Jeep, le braccia incrociate al petto e la sta fissando.
Lea chiude lo sportello della macchina, guadagnandosi un'occhiata confusa da parte dell'uomo al volante, e senza ulteriori spiegazioni si allontana.
Rivolge un sorriso  a Niall, sperando che lui riesca a scorgere il mi sei mancato, nascosto da qualche parte dentro ai suoi occhi.
Ma Niall non la degna di uno sguardo, un'espressione indecifrabile sul viso. Senza proferir parola, le fa cenno di salire sulla Jeep.
Lea è un po' confusa ma decide di non badarci troppo, dopotutto le giornate brutte capitano a chiunque.
Non parlano durante il tragitto verso l'abitazione di Niall, Lea gli lancia qualche occhiata e cerca un paio di volte di iniziare una conversazione perché il silenzio dentro quell'auto sta diventando imbarazzante e sgradevole, ma il ragazzo le risponde a monosillabi e Lea si arrende.
Arrivati a casa, Niall butta le chiavi sul divano, poi si passa una mano tra i capelli; Lea gli si avvicina, con un sorriso appena abbozzato, e comincia ad armeggiare con la cerniera dei suoi jeans. Quando il ragazzo le blocca i polsi e l'allontana, gli occhi di Lea si spalancano per la sorpresa, lo fissa con espressione ferita e piena di confusione.
Niall non l'ha mai allontanata e la mente di Lea si riempie immediatamente di cattivi pensieri: non mi vuole, gli faccio schifo, mi manderà via, non lo vedrò più.
Niall tira fuori qualcosa dalla tasca anteriore dei suoi jeans, qualcosa che somiglia pericolosamente ad una bustina trasparente - quella bustina trasparente - e il cuore di Lea si ferma per un secondo.
"Ho trovato questa qualche giorno fa" le dice, sventolandogliela sotto il naso, "era sotto il letto."
"Non è mia" mente immediatamente Lea, avendo comunque la decenda di abbassare lo sguardo.
Niall sospira, "Ascolta, so che non ho nessun diritto di chiederti spiegazioni--"
"Esatto" sbotta improvvisamente lei, "Non hai nessun diritto! Non sei mio padre, non sei il mio fidanzato, non sei nessuno!" e le parole vengono fuori ancora prima che Lea riesca a fermarle e un lampo di dolore attraversa il viso di Niall e okay, ce l'hai fatta, Lea si congratula con sé stessa, hai ferito l'unica persona che ti tratta come se tu vali davvero qualcosa.
Niall fa un passo avanti, guardandola dritta negli occhi. "Lea, dove pensi che ti porterà questa roba?" domanda retoricamente, mostrandole la bustina ancora piena di pasticche. Il suo sguardo è così colmo di preoccupazione e attenzione che Lea teme di poter scoppiare a piangere da un momento all'altro, perché lei non se lo merita, non dopo quello che gli ha detto, e vorrebbe dirgli che le dispiace, ma appena apre la bocca l'unica cosa che esce fuori è un
"Non sono mie" ed eccoci qui, gli ha mentito di nuovo.
Gli occhi azzurri di Niall si accendono di rabbia e un brivido di paura corre lungo la sua colonna vertebrale perché Lea conosce quello sguardo, conosce cosa succederà adesso, lo ha visto molte volte con il risultato di essere picchiata e poi lasciata marcire dentro la propria stanza per giorni interi.
"Non mi picchiare" dice, con voce rotta, "Non mi picchiare, non mi picchiare, non mi picchiare" ripete, indietreggiando fino a toccare il muro con la schiena. Avvolge le braccia intorno al suo corpo, cercando di proteggersi dagli eventuali calci e pugni che sa che arriveranno, e poi scivola lungo la parete, sedendosi sul pavimento.
Niall è spiazzato e visibilmente sorpreso da quella reazione. Le va vicino, inginocchiandosi davanti a lei. Dopo qualche secondo d'incertezza, l'abbraccia e Lea comincia a singhiozzare sulla sua spalla, tremando come una foglia; Niall le accarezza la schiena, sussurrando paroline confortanti al suo orecchio.
Passano almeno trenta minuti in quella posizione scomoda e quando Niall sente il respiro di Lea regolarizzarsi e i suoi singhiozzi farsi più lievi, la prende in braccio portandola poi verso la camera da letto.
Niall la bacia sulla bocca, quella sera, ma Lea dorme e non se ne accorge.
 
  


-
 


Harry è dimagrito e il pallore sul suo volto si è accentuato, facendo risaltare maggiormente le occhiaie intorno agli occhi. Lea è preoccupata ma lui le dice di stare tranquilla, prima di salire sull'auto dell'ennesimo cliente.
Harry lavora freneticamente, senza darsi un attimo di tregua, e Lea sa che lo fa solo perché vuole dimenticarsi il viso di Louis, l'odore della sua pelle, i suoi occhi blu e la sua stupida ossessione per le magliette a righe. Ma fare sesso con dodici, quindici, venti sconosciuti ogni notte non dà i risultati sperati e, quando Harry rientra a casa, alle prime luci dell'alba, si chiude in bagno e scoppia a piangere.





-




Lea ha paura di tante cose: dei topi, degli insetti, di Harry quando sbuca fuori da dietro l'armadio, del suo patrigno, e dei sentimenti.
Quindi spalanca gli occhi terrorizzata quando Niall le dice che la ama. Il ragazzo la fissa - maledetti occhi azzurri che riescono sempre a farti mancare un battito -, un'espressione rilassata sul volto, il capo appena inclinato da un lato.
Lea balza giù dal letto, afferrando freneticamente i suoi vestiti dal pavimento, indossandoli uno dopo l'altro senza parlare.
Niall scuote la testa, "Certo, scappa pure" le dice, muovendo distrattamente una mano verso la porta, "ma, quando tornerai, io ti amerò ancora".
La ragazza si blocca, spalancando maggiormente gli occhi, "No" sussurra flebilmente, quasi senza fiato, senza voltarsi a guardarlo.
Sente la risata di Niall, "No?" le domanda, con tono leggermente derisorio, "Puoi decidere di non farti baciare, Lea, ma non puoi decidere cosa farmi provare" dichiara poi, alzandosi dal letto.
Lea volta la testa di scatto, trovandosi davanti un Niall completamente nudo - e lei non può fare a meno di studiare con lo sguardo ogni suo centimetro di pelle e lo sa, lo sa che sta tentanto di distrarla, lo sa - e un sorrisino obliquo sulle labbra.
"Dimmi che non mi ami" le afferra un polso, attirandola a sé, "Dimmelo, Lea."
Lea si guarda intorno, in difficoltà. Niall le prende il mento tra l'indice e il pollice, costringendola a guardarlo negli occhi.
"Guardami e dimmelo" ripete, a voce bassa, "So che mi ami anche tu."
Da qualche parte, dentro la sua testa, Lea sa che le favole non esistono, che i principi azzurri non sono poi così azzurri e di certo non hanno un cavallo bianco, che alcune principesse non hanno un lieto fine e che non verranno mai salvate.
Lea sa che Niall non merita una come lei, che si sbaglia, che non può amarla, perché lei è una prostituta e che razza di gente si innamora di una prostituta, insomma! Niall merita una ragazza carina e simpatica e dolce e, soprattutto, che non vende il proprio corpo per pagare le bollette.
Ed è vero, lei lo ama, accidenti se lo ama, ma è proprio per questo che non può amarlo, non del tutto.
"No, ti stai sbagliando" gli dice, liberandosi dalla sua stretta.
Esce dal suo appartamento sbattendo la porta, giurando a sé stessa che non ci avrebbe più rimesso piede.



 

-


Ci rimette piede dopo due settimane, ma Lea sa che è l'ultima notte che passerà con Niall.
Lo capisce dal modo in cui lui la bacia - tranne sulla bocca, perché è la regola - , dall'urgenza dei suoi movimenti, dal modo in cui la guarda negli occhi mentre si spinge ripetutamente dentro di lei. Lea chiude gli occhi, si è preparata a lungo per questo momento.
Quando entrambi raggiungono l'orgasmo, Niall nasconde il volto nell'incavo del suo collo sussurrandole una serie infinita di "Mi dispiace, mi dispiace", Lea gli accarezza la schiena, disegnando figure astratte sulla sua pelle.
Niall solleva la testa, incrociando i suoi occhi, poi si china a baciarle la fronte; Lea sorride stancamente, spostandogli i capelli dalla fronte sudata.
Quando lui fa per scivolare fuori dal suo corpo, Lea stringe maggiormente le gambe intorno ai suoi fianchi. "Resta ancora un po'" sussurra, strofinando il naso contro la sua spalla.
Rimangono così per un po', in silenzio, i corpi intrecciati, ognuno perso ad ascoltare il battito dell'altro.
Più tardi, quando Lea è ormai andata via, Niall si accorge che i soldi che le aveva lasciato sul comodino sono ancora lì.
Lea manda un sms ad Harry dicendogli che non si sente molto bene e che si sta dirigendo verso il loro appartamento.
Qualche ora più tardi, Harry la trova raggomitolata sul divano, completamente al buio, il viso nascosto tra le ginocchia strette al petto, e la schiena scossa da leggeri singhiozzi.
"La mia vita fa schifo" biascica, quando lui si lascia cadere sul divano accanto a lei, asciugandosi il viso con il dorso della mano.
Harry sorride tristemente. Si, sa come ci si sente.





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Lea esce dal vicolo in cui solitamente porta i suoi clienti, si stringe nel giubbino che indossa, asciugandosi una guancia. E' stata una brutta serata.
Dice ad Harry che ha bisogno di qualcosa da bere, poi s'incammina verso il pub giù all'angolo.
Ordina un succo d'arancia - il barman alza un sopracciglio, sorpreso - e lo consuma lentamente, seduta sullo sgabello, i gomiti poggiati sul bancone e lo sguardo basso.
C'è che chi affoga i propri dispiaceri nell'alcool, c'è chi - come Lea - li affoga nel succo d'arancia.
"Sai qual'è il modo per sopravvivere ad un cuore spezzato?" Lea si volta, trovandosi di fronte un uomo sulla quarantina che la osserva da sopra il suo bicchiere quasi vuoto. Alza le spalle.
"Non avere un cuore" conclude lui, mandando giù l'ultimo sorso di quella che a Lea sembra grappa, prima di sbattere una banconota da venti sul bancone e andare via.
Facile, pensa Lea, con tutte le volte che il suo cuore è stato spezzato, non dovrebbe più averne uno.
Dopo qualche minuto si ritrova in bagno, gli occhi che scrutano il suo riflesso allo specchio.
La ragazza che la guarda al di là della sottile lastra di vetro è pallida, con gli occhi arrossati e spenti. Si aggrappa ai bordi del lavabo, scoppiando poi a piangere.  
Non vede Niall da quasi due mesi.





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Lea rivede Niall un pomeriggio di Febbraio.
E' ferma alla fermata dell'autobus, con la schiena poggiata contro il palo della luce e gli occhi fissi sull'asfalto quando sente la sua risata. Alza di scatto la testa, guardandosi freneticamente intorno, quasi stesse attraversando il deserto da giorni e avesse appena sentito lo scorrere di un ruscello.
Niall è qualche metro più in là, fermo davanti la vetrina di un negozio di fumetti, in compagnia di Zayn. E una parte di Lea spera che si giri, che si accorga di lei, che la salvi; mentre l'altra desidera invece che vada via in fretta senza notarla, perché così è tutto più semplice, perché è ad un passo dal dimenticarlo - stronzate - ed è meglio per tutti.
Niall va via senza nemmeno accorgersi della sua presenza.





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Harry spalanca la porta d'ingresso, con un sorriso che gli va da un orecchio all'altro.
Lea è sul divano, un muffin ai mirtilli in una mano e il telecomando nell'altra. Lo guarda, aggrottando la fronte con aria interrogativa.
Harry le salta addosso, prendendole il viso tra le mani e cominciando a baciarla ovunque.
"Mi ha chiamato!" urla, "Louis! Mi ha chiamato!"
Lea sbatte le palpebre, incredula. Oh, beh, questo non se lo sarebbe mai aspettato.
Harry comincia così a raccontarle nei minimi dettagli la conversazione avuta al telefono, dicendole che Louis gli ha detto che gli manca e che lo ama e che gli manca e che lo ama e che ha convinto il proprietario della caffetteria in cui lavora ad assumere Harry - e il sorriso di Harry cresce ancora di più e Lea, a questo punto, ha già inserito Louis nella lista delle persone a cui sarà grata per il resto della sua vita, perché Harry merita una vita migliore e merita di sorridere e di essere amato.   
"E vuole vedermi. Stasera." le dice infine, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia. Lea ridacchia, arricciando un po' il naso quando lui le strizza le guance. Passano il pomeriggio a decidere quali vestiti dovrebbe indossare Harry per l'appuntamento di quella sera; Lea storce il naso, bocciando praticamente ogni abbinamento che il ragazzo le propone, Harry rotea gli occhi, sbuffa, piega le labbra in un broncio adorabile e un paio di volte si butta persino sul letto urlando un "Ho capito, stasera non ci andrò!",  scagliando poi i vestiti sul pavimento. Lea alza gli occhi al soffitto, poi lo costringe ad infilare il giubbotto e lo trascina in giro per i negozi.
Ad un certo punto, mentre Harry è dentro il camerino, Lea ricorda dove ha visto Louis: nella fotografia attaccata alla parete della camera di Niall, la sua preferita.
Scoppia a ridere, il mondo è proprio piccolo.











Quando il padre di Lea muore, lei ha appena cinque anni.
Kate, sua madre, si risposa dopo un paio d'anni, con un avvocato di nome Max, e Lea è felice perché, da quando Max è arrivato, sua madre sorride più spesso e le cucina sempre i biscotti e le legge la fiaba della buonanotte e poi Max le fa anche un sacco di regali, quindi sì, è felice.
Ma ad un certo punto, Max viene licenziato. E sempre ad un certo punto, Kate muore in un incidente stradale. E ancora ad un certo punto, qualche mese dopo, Max torna ubriaco a casa, e picchia Lea così tanto da mandarla in ospedale.
Episodi del genere cominciano a diventare sempre più frequenti, Lea è costretta a saltare la scuola per via dei lividi, ad allontanare tutte le amiche, a chiudersi in camera e sperare che Max non si accorga della sua assenza.
All'età di quindici anni, dopo un'altra notte passata insonne per via dei dolori che i calci e i pugni di Max gli hanno procurato, Lea decide di scappare di casa.
Prepara in fretta e furia uno zaino, infilandoci dentro dei vestiti e un po' di soldi che ha raccolto in giro per casa, lo spazzolino e un pacco di biscotti al cioccolato.
Dorme su una panchina per due giorni, razionando i biscotti e il denaro in modo che possano bastargli, ma Lea non è stupida, sa che prima o poi finiranno.
Sa che deve trovare una soluzione.
E in fretta.
 





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E' un altro giorno, un altro mese, un altro anno, ma le sensazioni che Lea sta provando sono le stesse, così come i lividi che il suo ultimo cliente le ha procurato.
Si aggrappa al muro di mattoni, rialzandosi dall'asfalto bagnato, le sue ginocchia vacillano leggermente ma riesce comunque a reggersi in piedi.
Sente un rivolo di sangue misto a lacrime e pioggia colarle lungo il mento, lo asciuga con il dorso della mano. Cerca di regolarizzare il battito del suo cuore facendo un paio di respiri profondi, poi fa qualche passo in avanti, senza scostare la mano dal muro.
Non può chiamare Harry, è appena uscito dal giro, è felice e innamorato e Lea non vuole che i suoi problemi rovinino la vita del suo migliore amico.
Perciò decide di andare dall'altra unica persona di cui sa di potersi fidare.





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Quando Niall apre la porta del suo appartamento e si ritrova Lea davanti, un enorme livido sulla guancia, un taglio sul labbro superiore e i capelli bagnati appiccicati alla fronte, spalanca gli occhi sorpreso mentre un lampo di preoccupazione gli attraversa il viso.
"Non sapevo dove altro andare" mormora Lea, abbassando lo sguardo. Niall l'abbraccia, le prende il viso tra le mani, asciugandole con entrambi i pollici le lacrime agli angoli degli occhi, poi le circonda delicatatamente il polso con le dita e la trascina in bagno.
"Cosa è successo?" le domanda, iniziando a spogliarla. Lea non risponde, si limita ad alzare le braccia, permettendogli di sfilarle la maglietta fradicia di pioggia. Scruta con attenzione i lividi bluastri sul ventre e sui fianchi della ragazza, mormorando sottovoce qualche imprecazione; quando la spoglia dei jeans, Niall nota altre macchie violacee sulle gambe.
Sospira, strofinando i pollici su ogni ematoma, un arcobaleno sulla pelle pallida di Lea,  premendoci sopra le labbra. Bacia ogni porzione di pelle che riesce a raggiungere e Lea sente il suo corpo bruciare e il cuore scoppiargli perché le era mancato il tocco gentile e delicato di Niall. Si sente amata e le piace, è una bella sensazione.
Il ragazzo alza lo sguardo, incrociando i suoi occhi per un momento, le sorride e poi si allontana, giusto il tempo di riempire la vasca da bagno.
Le toglie la biancheria intima e la prende in braccio, immergendola dentro l'acqua tiepida; Lea chiude gli occhi e mormora un flebile "Grazie", rilassando il suo corpo quando le mani di Niall cominciano a insaponarla.
Qualche momento dopo, una volta uscita dalla vasca, Lea tenta di spogliarlo perché vorrebbe ringraziarlo e non è molto brava con le parole, ma Niall le sorride, le bacia una tempia e poi scuote la testa "Riposati" dice, "Ti preparerò una tazza di tè".
Ma prima che lui possa uscire dal bagno, Lea lo bacia sulla bocca perché, onestamente, che si fottano le regole.
Rimane a dormire da Niall quella notte.
Rimane a dormire da Niall tutte le notti, dopo quella notte.







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Lea sta camminando sul marciapiede, le mani nascoste dentro le tasche del giubbino e il volto parzialmente nascosto dalla sciarpa di Niall - perché le piace il suo odore, sa di casa - quando nota un "Cercasi commessa" appeso sulla vetrina di una pasticceria.
Lo fissa per un po', mordendosi il labbro inferiore, poi fa un respiro pronfondo e apre la porta del negozio.
Esce da lì circa quindici minuti dopo, con un sorriso sulle labbra. Cindy, la proprietaria, toglie il cartello e "Ci vediamo lunedì, Lea!" le dice, sventolando allegramente la mano.
Quando la donna sparisce di nuovo all'interno del negozio, Lea alza le braccia al cielo, esultando elettrizzata sotto lo sguardo curioso di alcuni passanti.




-



Lea vive nell'appartamento di Niall da quasi sei mesi.
Sta spalmando un po' di Nutella sul suo toast, gli occhi fissi sullo schermo del televisore che sta trasmettendo il notiziario: il principe Harry ha fatto baldoria all'ennesimo party, qualcuno ha fatto bancarotta, Linsday Lohan è di nuovo in carcere...
Il beep del suo cellulare l'avverte che le è appena arrivato un sms, Lea si lecca l'indice sporco di cioccolata poi apre il messaggio: 'Buongiorno da Parigi, ma chérie' e in allegata una foto di Harry e Louis che si baciano davanti alla Torre Eiffel.
Lea sorride, ripromettendosi che risponderà dopo.
"Hai visto la mia camicia bianca? Non trovo la mia camicia bianca!" Niall fa il suo ingresso in cucina, ancora mezzo addormentato, con addosso solo un paio di boxer. Lea rotea gli occhi.
"Secondo cassetto dell'armadio" dice addentando il suo toast, poi lancia un'occhiata all'orologio appeso alla parete, "Sei in ritardo."
Niall sbadiglia, "Lo so e mia madre mi ucciderà", e le stampa un bacio sulle labbra rubandole poi il toast.
Lea mette su il broncio, "Hey!" protesta, "Sono incinta!"
Il ragazzo scoppia a ridere, buttando la testa all'indietro, poi s'inginocchia di fronte a lei e le solleva quella che una volta era la sua t-shirt e che adesso Lea indossa per dormire.
"Scusa, Jamie, ma papà ha fame" sussurra muovendo le labbra contro il ventre della ragazza, poi schiocca un bacio rumoroso sulla leggera sporgenza e si rialza in piedi.
Lea gli dice di sbrigarsi, che il volo di sua madre atterrerà da un momento all'altro e che non è opportuno farla aspettare da sola in aeroporto, Niall grugnisce e poi scappa verso la camera da letto. Lei ride, alzando gli occhi al soffitto, per poi afferrare un'altra fetta di pane tostato.
Qualche minuto dopo sente Niall urlarle un "Ti amo, ci vediamo dopo!" e poi il rumore della porta d'ingresso che sbatte. Lea pensa che non si abituerà mai alla stretta alla bocca dello stomaco che sente ogni volta che Niall le dice di amarla.
"Ti amo anche io" sussurra, sorridendo.
Ed è felice, è davvero felice.


 




Ed ecco qui la mia prima storia del 2013, yay.
Questa storia era nata come long ma considerando il fatto che sono poco costante, ci avrei messo secoli prima di concluderla, quindi
ho deciso di renderla una OS.
Spero vi piaccia :)

P.S. Buon anno, yo!


   
 

  
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