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Autore: Nori Namow    05/01/2013    13 recensioni
«Ther, nessuno può separarci. Tu sei la mia combinazione perfetta.»
***
«Smettila idiota.».
«Ti amo.»
«Lo so.»
«E sono un idiota. Sai anche questo?»
«So anche questo.»
«E tu non mi ami più?»
«Io ti amo. Ma se mi lasci di nuovo o fai il coglione, giuro che ti strappo i testicoli.» borbottò seria più che mai.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oh, you can't hear me cry
See my dreams all die
From where you're standing
On your own.
It's so quiet here
And I feel so cold
This house no longer
Feels like home.

Oh, when you told me you'd leave
I felt like I couldn't breathe
My aching body fell to the floor
Then I called you at home
You said that you weren't alone
I should've known better

Now it hurts much more.


Ben Cocks- So Cold.

Vi consiglio di ascoltarla come sottofondo c:

 





Un mese dopo…
 
 
-KATHERINE.
Durante la notte immaginavo Harry che scoppiava a ridere, chiedendosi come avesse fatto a fraintendere, a capire così male quella situazione.
Mi chiedeva scusa e mi abbracciava, dicendomi che andava tutto bene.
Poi mi svegliavo e lui non c’era, ed ecco che il mio incubo tornava a perseguitarmi.
Avevo perso l’ appetito, mangiavo pochissimo e una volta al giorno. Mi stancavo subito, le forze venivano meno.
Will era partito, Grace e Louis non mi rivolgevano più la parola. Ma sapevo perché non lo facevano, e infondo mi andava bene così.
Non sono mai stata forte. Cadevo in trappole stupide e assurde.
Erano passati trentadue giorni da quella maledetta sera, e io mi sentivo sempre più abbandonata a me stessa, al mio destino. I miei genitori erano spesso fuori per lavoro, fra gite scolastiche, P.O.N, riunioni. Mi lasciavano sola, fingevano che andasse tutto bene.
Il colorito della mia pelle era diventato ancora più pallido, ed ero riuscita a perdere quattro kili. Era come se la mia anima si fosse staccata dal corpo, vagando da sola.
Harry mi mancava tantissimo, ma stavo così male perché lui non mi aveva dato la possibilità di spiegarmi, di chiedergli scusa. Aveva frainteso tutto e non si era fidato di me, lasciandosi ingannare dalle apparenze. Stavo male perché gli unici amici che avevano, credevano che fossi una stronza bugiarda.
Non uscivo più perché avevo paura dei loro occhi vuoti, avevo paura di essere trattata come una sconosciuta. Non sarei riuscita a sopportarlo.
Cercai di distrarmi, ubriacandomi in discoteca e fumando sigarette e canne per rincoglionirmi. Il tutto in compagnia di Chris, naturalmente.
Il fumo e l’ alcool mi distraevano dai ricordi.
Ma si sa, quando dimentichi per pochi minuti qualcosa che ti fa stare male, questa poi torna più forte di prima.
Ricominciai persino a fumare sigarette, una dopo l’ altra. Arrivai a fumare più di quindici sigarette al giorno, beandomi dello stordimento e dei giramenti di testa che provocava. Non conoscevo più la mia risata, quella luce negli occhi quando ero felice. Non conoscevo più nulla di me.
Ero diventata la persona che odiavo, che lui odiava.
Non facevo che ripensare alle sue parole e a volte mi immaginavo mentre gli rispondevo per le rime.
Mi facevo del male, e ciò accadeva perché speravo che Harry mi guardasse per potergli dire: “Guarda. Guarda cosa sono diventata per colpa tua.”.
Volevo vendetta, in un certo senso, perché sapevo che non saremmo più tornati insieme ed era inutile combattere per qualcosa che non esisteva più.
Volevo che si pentisse del male che mi aveva fatto, anche se me lo ero fatto io stessa. Non mi rimaneva nient altro.
Lo amavo, ma volevo dargli dei motivi per odiarmi. Volevo dimostrargli che ero andata avanti, anche se nel peggiore dei modi.
Chris era tutto ciò che mi rimaneva, purtroppo.
La verità era che avevo paura di lui, di ciò che combinava. Ma avevo paura di rimanere ancora più sola, così mi abituai alla sua fastidiosa presenza accanto a me.
 
 
Il cellulare vibrò, e guardai stancamente il nome sul display. Will.
Feci un ultimo tiro alla sigaretta e risposi, cercando di sembrare una persona felice e di buon umore.
«Hey, Will!» esclamai con tutta la poca convinzione che mi rimaneva.
«Ciao Katherine! Dio mio, oggi ho incontrato una tipa. Ha un sedere che… Ma io non dovrei parlare di queste cose con te. Comunque…» cominciò a raccontare tutte le novità, sprizzando gioia da tutti i pori. Mi parlò del lavoro che procedeva bene, dei nuovi amici, dei fantastici ballerini.
Ero felice per lui, e in certo senso lo invidiavo. Avrei dato tutto pur di andarmene via, senza rimanere intrappolata fra i ricordi.
Ero riuscita a diplomarmi con un punteggio di 88/100, ma non avevo pensato ad un’ Università. A un bel niente, a dire il vero.
«Sono felicissima, Will. Beh, adesso devo andare. Ci sentiamo, ok?» tentai di trattenere le lacrime, e sperai che la voce non risultò spezzata.
«Oh, certo! Bene, allora ci sentiamo. Hey, salutami Harry, Grace. Tutti, insomma. Mi mancate.» trillò, per poi chiudere la chiamata.
A sentire quel nome non riuscii più a trattenermi e scoppiai in lacrime.
Avevo detto a Will di aver fatto pace con Harry, altrimenti non sarebbe partito. L’ ultima cosa che volevo era che rinunciasse al suo successo per una lite fra adolescenti. Che poi per me era molto di più.
«Chi era, il tuo amico saltellante?» una voce fastidiosa mi ronzò attorno all’ orecchio sinistro. Chiusi gli occhi, pregando che sparisse.
«Fanculo Chris. Almeno lui non è un fallito come te.» ribattei, voltandomi completamente verso di lui.
Chris alzò gli occhi al cielo, per poi gettarsi comodamente sul mio letto. Prese il mio portatile per poi poggiarselo sulle gambe, cominciando a navigare fra i social network.
«Oh, ma fai come se fossi a casa tua.» sibilai arrabbiata.
«Hey, hai presente Monique, quella troietta della tua scuola?» chiese osservando con attenzione il pc.
Presi il bicchiere con la vodka all’ interno o lo portai alle labbra, annuendo. Deglutii rumorosamente. «Cosa ha combinato?»
«Credo se la faccia con quel tipo lì.. Il tuo ex. Gli fa i cuori su twitter.» mi informò, scoppiando a ridere.
«Che troia.» esclamò divertito, ma io non ci trovavo nulla di divertente. Strinsi con forza il bicchiere, e si spezzò fra le mie mani. Probabilmente erano graffiate e sanguinanti, ma non mi importava.
Monique ed Harry.
«Quel bastardo.» sussurrai, mentre Chris controllava che le mani fossero a posto. La rabbia aumentava dismisura, e ebbi la tentazione di gettare il pc dalla finestra.
«Mi ha lasciata per stare con lei.» dirlo ad alta voce, fu più doloroso che limitarsi a pensarlo. Sbattei un pugno sulla scrivania, furente, e poi presi a calci la sedia.
Chris mi bloccò, alzandomi da terra. Mi gettò sul letto e mi ordinò di stare zitta.
«Quella troia. Io le strappo i capelli. La uccido di mazzate, dannazione!» urlai mentre le lacrime continuavano a scorrere.
«Ther, hai bisogno di rilassarti.» Chris ammiccò nella mia direzione, per poi tirare fuori dal suo pacchetto di sigarette una canna. Me la porse e io la presi senza indugi.
Maledetti bastardi.
 
 
«Vai a cagare tu e la camminata. Voglio sedermi.» sbottai un po' brilla verso Chris, per poi accomodarmi su una panchina posta al lato della strada.
Chris alzò gli occhi al cielo, per poi sedersi accanto a me. Prese le mie gambe e le poggiò sulle sue, accarezzandole. Era un tocco fastidioso, ma non lo evitai. Aprii piano gli occhi, erano arrossati e avevano perso quella luce azzurrina. Ora erano più color del ghiaccio, più grigi.
All’ inizio pensai che fosse un’ allucinazione. Poi pregai con tutta me stessa che lo fosse.
Perché se quella era la realtà, allora faceva tremendamente schifo.
Nel momento esatto in cui incontrai un paio di occhi color smeraldo che mi fissavano con rancore, sentii il cuore scoppiare. Harry aveva i pugni stretti, le nocche erano diventate bianche.
Accanto a lui, riconobbi Monique. Erano dall’ altro lato della strada e lei stava osservando con attenzione la vetrina, mentre il riccio era impegnato a farmi la radiografia.
«Il mondo è piccolo.» borbottò Chris, per poi fare un gesto inaspettato. Alzò la mano, salutando con un sorriso sulle labbra, Harry. Strabuzzai gli occhi, ma lui non sembrò scomporsi, né tantomeno Harry, che si limitò ad ucciderlo con lo sguardo.
«Prima ti lascia e poi fa il gelosone? Oh, che tenero.» esclamò Chris, per poi cingermi il collo con un braccio. Mi attirò verso sé, dandomi un sonoro bacio sulla guancia.
«Smettila di fare il cazzone.» lo rimproverai pizzicandogli il fianco. «Andiamocene, adesso.» sibilai, alzandomi in piedi.
Non riuscii a muovere un passo, perché vidi Monique dirigersi sorridente verso la nostra panchina, con Harry al seguito che guardava il suo cellulare.
«Oh, ciao Katherine.» mi salutò lei, sorridendo soddisfatta. Mi limitai a guardarla, senza neanche ricambiare il saluto. Lo sguardo di Monique si posò su Chris, e fece una smorfia disgustata. Harry alzò lo sguardo, cercando di incrociare i miei occhi.
«Vedo che sei tornata nei vecchi giri.» constatò Monique, ridendo beffarda.
Maledetta schifosa.
«Beh, vedo che tu invece sei sempre nello stesso giro. La prostituzione.» ribattei io. Chris scoppiò a ridere e si alzò in piedi. Fece la linguaccia a Monique e mi prese per mano.
Barcollai appena, ma riuscii a tenere un passo regolare e dritto. Avevo visto abbastanza per quel giorno.
 
 
 
I came here tonight to get you out of my mind,
I’m gonna take what I find. (uh oh, yeah)
So open the box, don’t need no key I’m unlocked.
And I won’t tell you to stop. (uh oh, yeah)

 
Improvvisai dei passi per un’ eventuale coreografia, osservandomi al grande specchio della palestra. Will mi aveva lasciato le chiavi, e a volte ci ero andata semplicemente per rimanere sola, estraniata dal mondo. I crampi allo stomaco stavano aumentando, ma non importava. Sarebbe passato. Tutto passava, prima o poi.
Feci una giravolta, ma mi fermai immediatamente, in quanto barcollavo e la testa girava troppo forte.
Spensi lo stereo con un gesto secco, arrabbiato. Raccolsi la sedia accanto allo specchio, quella dove lui si era seduto, una volta.
Presi le sigarette dal mio pacchetto e ne accesi una, fregandomene dell’ avviso che lo vietava. Chiusi gli occhi, abbandonandomi alla sensazione dei polmoni che bruciavano a contatto con la nicotina. Non mi accorsi nemmeno della presenza, oltre alla mia, in quella palestra.
«Katherine.» fu poco più di un sussurro, ma potei sentirlo comunque. Quella voce roca mi solleticò i ricordi e aprii di scatto gli occhi, trovandolo sull’ uscio della porta, mentre mi guardava. Rimasi immobile, gelata sul posto e tentai di cacciare indietro le lacrime.
«Lo so che non vuoi vedermi ma…» iniziò, torturandosi le mani.
«Appunto, quindi smamma.» mentii spudoratamente, facendo un altro tiro. Vedevo il modo in cui fulminava con lo sguardo la sigaretta.
«Voglio solo che mi ascolti.» tentò nuovamente, e a quel punto la rabbia trattenuta dentro straripò come un fiume in piena.
«Tu non mi hai ascoltata, Harry. E ora pretendi che lo faccia? Non mi importa un cazzo di quello che vuoi dirmi, va bene? Tienitelo per te!» urlai alzandomi in piedi e avvicinandomi a lui.
Avevo voglia di abbracciarlo, di stringerlo forte a me senza lasciarlo più andare. Ma ero ferita, mezza ubriaca e nervosa.
L’ immagine di Monique e lui mi balenò in testa.
«E torna a sbatterti Monique, perché è quello che hai sempre voluto, vero? Volevi solo una prostituta che si lasciasse legare al letto. Non è vero, Harry?» sbraitai dandogli un pugno sul petto che sembrò non scalfirlo.
«Kath fra me e Monique…»
La mia mano partì velocemente, schiaffeggiandogli il viso. Un sonoro schiocco, il quale suono si propagò all’ interno della stanza producendo l’ eco.
«Me ne sbatto di ciò che vuoi dirmi.» sibilai a occhi stretti, per poi prendere tutta la mia roba e uscendo fuori.
«Quello è un drogato, Katherine. Stai diventando peggio di lui.» mi urlò dietro, accelerando il passo per raggiungermi.
«Sì è vero, ci siamo lasciati. Ma ciò non vuol dire che io voglia vederti in mezzo alla strada mentre il tuo amichetto mi saluta soddisfatto. Non voglio sentire la notizia che una diciottenne è andata in overdose, ok?» sibilò Harry, stringendomi il polso. Poi lo osservò, corrugando la fronte. Passò ad osservare il mio viso, il mio corpo.
«Sei anche dimagrita. Cosa ti salta in mente, Katherine?»
«Non sono affari tuoi.» ringhiai, strattonando il mio polso dalla sua presa.
Prima di andarmene, spensi il mozzicone della sigaretta sul paraurti della sua auto.




SCIAO BELEEEE.
I'M ALIIIIIVE. Chi se lo aspettava, eh?
No, non parlo del capitolo, ma del fatto che ho aggiornato hahaha.
Scusate, ma non sono stata a casa, eh ù_ù
E dopodomani si torna a scuola, RENDIAMOCENE CONTO.
OMG sono depressa, ecco perché i miei capitoli sono depressi :(
Allora, ho fatto diventare Kath una drogata, contente? HAHAHA
Eh, nel prossimo capitolo ci sarà qualcuno che non vediamo da un po' *fischietta*
MONIQUE BRUTTA TROIA.
Boh, fra circa.. uhm... tre o quattro capitoli forse, questa storia è finita.
MA DON'T WORRY, PERCHÈ NE HO ALTRE DA SVILUPPARE YEEEEE.
sfdgthyjgrhtjnbdr oh, ciao. ♥

   
 
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