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Autore: Take_Me_ Home    05/01/2013    4 recensioni
Amanda è stata trasformata in un vampiro all'età di 16 anni da un vampiro di nome Michael, per motivi a lei sconosciuti. Dopo la sua trasformazione ha pochi ricordi della sua vita da umana, ma un giorno incontrerà una persona che rappresenta il legame tra lei e la sua vita passata: Liam.
Se vi ho incuriosito entrate.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Cap 1- Blood Hunt

Un bruciore che partiva dallo stomaco e che arrivava fino alla gola mi avvisò che era arrivato il momento di nutrirmi
.
“Ah...” sospirai stanca. Di solito non mi lamentavo della mia vita, anche perché non avrei potuto cambiare niente, mi adeguavo a viverla e basta, se questo si può chiamare vivere. Ormai da 4 anni la mia vita era sempre la stessa: Mangia, fuggi, mangia, fuggi, mangia, fuggi... Dopotutto, essendo un vampiro, cos’altro avrei potuto fare? Non mi ricordavo nemmeno cosa facessi prima. La trasformazione mi aveva strappato via gran parte dei ricordi, ma da quello che mi aveva raccontato Michael, non avevo una vita tanto speciale. Michael è il mio creatore e colui con il quale ho trascorso gli ultimi 4 anni. A vederlo lo si scambierebbe per un uomo sui 25 anni, chi penserebbe mai che sia vissuto nel XVIII secolo? D’aspetto era anche molto bello: aveva dei capelli corvini, abbinati a degli occhi neri come la pece, dei denti bianchissimi e un sorriso capace di farti innamorare e morire di paura allo stesso tempo. Aveva però un caratteraccio e quindi, benché lo conoscessi ormai da tanto, avevo sempre un certo timore a stargli accanto. Il bruciore alla gola aumentò e decisi di andare. Mi alzai dal divano scostandomi i capelli castani dal viso e il mio sguardo cadde sullo specchio gigante affianco al camino. Benché avessi ormai 20 anni il mio aspetto era quello di una ragazzina di 16, la mia età quando ero stata trasformata, il che mi infastidiva molto. I capelli castani erano cresciuti tanto da allora, anche perché non avevo né voglia, né modo di andarli a tagliare, quindi mi arrivavano più o meno al sedere, gli occhi erano anch’essi castani, ma con delle sfumature nere e gialle. Erano l’unica cosa di me che mi piaceva, almeno fino a quando non diventavano rossi, segno che mi sarei dovuta nutrire SUBITO. Infatti in quel momento riuscii a scorgere una piccola sfumatura rossa, che andava via via espandendosi. Dovevo assolutamente cacciare. Uscii di casa senza preoccuparmi del freddo di Londra. Essendo una vampira sarei potuta andare comodamente in giro nuda e non avrei sentito neanche un accenno di freddo. Mi acquattai nel buio e cominciai a pensare a dove andare. Non dovetti pensare molto che un profumo buonissimo mi indicò la strada. Seguendo quella magnifica scia arrivai in un parco, dove vidi una coppietta di ragazzi su una panchina, intenti ad entrare una nella bocca dell’altro. Io di baci ne sapevo davvero poco, anche perché non ne avevo mai dato uno, ma quello più che un bacio mi sembrava una visita dal dentista. Mi avvicinai a loro non preoccupandomi di coprire il rumore dei miei passi, tanto non mi avrebbero comunque notata. Mi fermai davanti a loro e mi schiarii la voce per farmi notare. Nessuno dei due si girò.
“Scusate?”, dissi con un tono seccato. Di tutta risposta il ragazzo mi agitò la mano davanti, come per dirmi di andare via. Che nervi!
“Ho detto “scusate”!” Ripetei a voce più alta. Riuscii a farli staccare per un attimo e a farli girare. Avrei potuto ucciderli subito, ma dove sarebbe stato il divertimento?
“Che vuoi?” Mi chiese acida la ragazza. Bene, avrei iniziato con lei...
“Sapete dove posso trovare un bar?” Gli chiesi.
“No, non lo sappiamo. Ora levati di torno” mi disse il ragazzo tornando ad assicurarsi che i denti della sua ragazza non avessero carie. Se c’è una cosa che non sopporto sono i maleducati. Sorrisi tra me e me. Ora si comincia, pensai.
“Sai, dovresti essere un po’ più gentile con le persone”, dissi al ragazzo mentre, con la mia forza sovrannaturale, lo prendevo per il colletto della camicia e lo facevo alzare dalla panchina sotto lo sguardo scioccato della ragazza. Il ragazzo mi guardò confuso, ma non ancora preoccupato. Forse pensava che una ragazzina come me non avrebbe potuto fargli del male. Beh, si sbagliava di grosso.
“Cosa vuoi farmi, picchiarmi forse?” Mi chiese infatti ridendo.
“Come ti chiami?” Chi chiesi.
“Che te ne frega?” Mi rispose sempre beffardo.
Ti ho chiesto come ti chiami”, ripetei, usando però i miei poteri psichici. Potevo far fare alla gente quello che volevo, bastava che mi concentrassi e che entrassi nella loro testa. Non era come nei film: non c’era alcun modo per impedirmi di farlo, almeno così credevo.
“Lucas”, rispose il ragazzo con uno sguardo vacuo.
“Bene Lucas, no, io non voglio picchiarti, io voglio ucciderti” dissi sorridendo tranquillamente. Un’espressione di paura si dipinse sul volto del ragazzo. Il bruciore alla gola stava peggiorando e quindi di conseguenza anche i miei occhi diventavano più rossi e di sicuro, anche con i suoi occhi umani, l’aveva notato. Lanciai uno sguardo alla ragazza che era rimasta seduta. Spostava lo sguardo da me a Lucas con gli occhi impauriti.
“E tu invece come ti chiami?” Chiesi. Sapevo che era abbastanza spaventata da fare tutto quello che volevo e che quindi non avrei avuto bisogno dei poteri, anche perché mi indebolivano ed io avevo fame, TANTA fame.
“Samantha”, rispose con voce tremante. Sentendo quel nome qualcosa in me si ruppe. Non so perché, ma quel nome doveva significare qualcosa per me. Mi sforzai ma non riuscii a trovare niente. Che avesse a che fare con il mio passato? Il deglutire di Lucas mi distolse dai miei pensieri e tornai concentrata sulla caccia.
“Alzati in piedi Samantha, e non provare ad urlare, sennò per il tuo ragazzo potrebbe finire male” dissi sempre sorridendo. Lei fece come le avevo chiesto e si alzò barcollando. Lasciai il colletto tutto stropicciato di Lucas e mi avvicinai a Samantha.
Non ti muovere”, dissi a Lucas, il quale ubbidì con gli occhi spenti. Mi ritrovai davanti a Samantha che aveva cominciato a tremare. Era una ragazza carina, con un visetto a forma di cuore e due occhi verdi, ma non mi importava.
Non urlare”, le dissi usando i poteri. Lei chiuse automaticamente la bocca. Mi avvicinai di più e le scostai i capelli dal collo. Aveva un bel collo, lungo e bianco. Riuscivo anche a sentire l’odore del suo sangue: dolce e zuccheroso. Senza pensarci ancora mi fiondai sul suo collo, squarciando la carne a arrivando alla vena che più mi interessava. Il sapore del suo sangue era proprio come l’odore, il che mi piaceva. La sentii irrigidirsi ma non poteva urlare. Cominciai a succhiare avidamente e per un po’ il dolore alla gola si spense. Dopo pochi minuti Samantha cadde a terra, completamente bianca. Sorrisi e mi voltai verso Lucas che fissava un punto davanti a sé. Mi pulii la bocca con la mano e mi posizionai davanti a lui.
Anche tu, non urlare”, e feci la stessa cosa che avevo fatto a Samantha. Il suo sangue, a differenza di quello della ragazza, era un po’ più amaro, ma mi piaceva lo stesso. Lo prosciugai completamente e lo lasciai cadere a terra, morto. Mi ripulii la bocca e mi organizzai per sbarazzarmi dei corpi. Dovevamo cercare di attirare il meno possibile l’attenzione, sennò ci avrebbero scoperto. Li presi in braccio come due sacchi di patate e corsi a velocità da vampiro nel posto dove di solito scaricavo i corpi delle mie vittime. Mi trovavo vicino ad un laghetto. Lì c’era un pozzo che ormai non usava più nessuno. Buttai i corpi a terra e alzai la grata che un semplice umano non avrebbe mai avuto la forza di spostare di un millimetro e li buttai dentro. Stava diventando un po’ troppo affollato lì però, dovevo trovare un altro posto. Mi avvicinai un attimo alla sponda del lago e guardai il mio riflesso. Del sangue ormai secco mi colava giù dagli angoli della bocca e gli occhi non avevano perso il loro colore rosso, il che voleva dire che avevo ancora fame. Merda. Corsi di nuovo in quel parco sperando di trovare qualche altra persona capitata lì per caso, anche se ormai si era fatto tardi. Mentre correvo sentii che mi era arrivato un messaggio. Mi fermai e lessi.

Ma dove sei finita?

Michael.

Dovevo immaginarlo. Non avendomi trovata a casa al suo ritorno si era preoccupato.

Sto cacciando, tra un po’ arrivo.

Amanda.

Riposi il cellulare nella tasta dei jeans e tornai a guardarmi in torno. Forse sarebbe stato più facile cambiare posto. Stavo per andarmene quando sentii dei passi. Mi girai e vidi un ragazzo, intento a parlare al telefono. Finalmente! Mi avvicinai stando attenta a non fare rumore, cosa che per me era facile quanto respirare. Quando il ragazzo attaccò mi trovavo proprio dietro di lui e quando si girò quasi urlò per lo spavento.
“Ma che cavolo...” Iniziò.
“Scusa, non volevo spaventarti”,sì, certo, “Io...” Mi bloccai. Lo avevo appena guardato un attimo in faccia e qualcosa era scattato dentro di me, proprio come quando avevo sentito il nome della ragazza. Mi imbambolai a guardarlo e per la prima volta in 4 anni riconobbi una persona che faceva parte del mio passato. Capelli castano chiaro alzati in un ciuffo, occhi color cioccolato, dolcissimi... Liam Payne! All’improvviso ricordai. Ricordai quei 5 ragazzi che mi avevano tirato su il morale tante volte, che mi avevano fatta ridere, piangere, crescere. Erano 4 anni che non avevo notizie di loro, beh, neanche mi ricordavo di conoscerli! I pomeriggi passati davanti al computer ad ascoltare le loro canzoni, a vedere i loro video, la voglia di incontrarli e il dolore nel rendersi conto che sarebbe stato impossibile, tornò tutto.
“Ehm... ti senti bene?” Mi chiese Liam. Giusto, lui era quello dolce, che si preoccupava per tutti.
“Sì, certo. Ma tu sei Liam Payne, giusto?” Chiesi conferma.
“Sì ma ti prego non metterti ad urlare” Mi pregò. Avevo indovinato.
“Non lo farò, stai tranquillo”. Aspetta un attimo però... COSA STAVO FACENDO? Io ero un vampiro a caccia e lui era un umano. Dovevo ucciderlo e andarmene! Perché stavo parlando con lui? Non importava il fatto che lo conoscessi già, io avevo fame! Ma c’era qualcosa che mi impediva di ucciderlo, qualcosa nel suo sorriso, che avevo sempre amato, nei suoi occhi, che spesso avevo sognato. Non sarei riuscita ad ucciderlo.
“Tu sai chi sono io, ma posso sapere tu chi sei?” Mi chiese.
“Sono Amanda...”, oh cavolo... QUAL ERA IL MIO COGNOME? In 4 anni nessuno mi aveva mai chiesto il mio cognome e con la trasformazione dovevo averlo dimenticato!
“Amanda...” Mi fece segno di continuare Liam.
“Light” sparai il primo cognome che mi venne in mente.
“Amanda Light?!” Mi chiese Liam. Ma che razza di idiota ero? Si può avere “luce” come cognome? Io poi che con la luce non c’entravo proprio niente!
“Ehm... sì lo so, è strano...” Cercai di giustificarmi.
“Ma non hai freddo?” Mi chiese Liam notando il mio abbigliamento poco consono per la serata fredda di Londra.
“Un po’...” mentii. Dovevo comportarmi normalmente e una persona normale nelle mie condizioni avrebbe avuto freddo. Ringrazia il cielo di essermi pulita la bocca sporca di sangue prima di arrivare al parco.
“Tieni...” disse Liam sfilandosi la giacca e poggiandomela sulle spalle. Involontariamente così toccò la mia pelle che, essendo un vampiro, era ghiacciata.
“Cavolo, hai davvero freddo allora!” Esclamò. Non risposi. Sfilandosi la giacca mi aveva praticamente buttato addosso il suo profumo, che per un vampiro era molto invitante. Radunai tutta la forza che avevo per non saltargli addosso, ma era difficile, avendo la sua giacca e quindi il suo odore proprio sotto al naso. Non volevo ucciderlo, era l’unico ricordo del passato che avevo! Cercai di sorridergli a mo’ di ringraziamento per avermi prestato la giacca. Dovevo uscire da quella situazione SUBITO. Prima che lui notasse i miei occhi che, spinti dal suo profumo, si stavano arrossando.
“Ehm... Liam, io devo andare” feci per ridargli la giacca facendo attenzione a non respirare.
“Ma no dai! Tienila!” Mi disse. Ma quanto poteva essere dolce?
“Ok”, dissi sorridendo timidamente. Non replicai per uscire prima da quella situazione, ma anche perché mi avrebbe fatto piacere avere un suo ricordo.
“Allora ciao”, feci io salutandolo con la mano.
“Ciao Amanda” Disse lui. Cercai di mantenere un passo umano mentre andavo via ma appena fui sicura che Liam non sarebbe riuscito a vedermi scattai. Avevo ancora fame, così mi fermai in un vicolo dove un barbone stava dormendo. Mi tolsi la giacca di Liam per non sporcarla e mi avvicinai all’uomo, gli coprii la bocca con una mano per non farlo urlare e mi avventai sul suo collo.
                                                                                                                                                Ehi bella genteeeeeeeeeeeeeeee!!
                                                                                                               Questa è solo la mia secanda ff quindi per favore non uccidetemi.
                                                                        Questa storia mi è venuta in mente questa mattina, siccome mi sono svegliata con un occhio rosso (?).
                                                                                      Vi prego recensiteeeeeeeeeee! Potete anche scrivere "fa cagare", accetto lo stesso.
                                          Se riesco domani posto il secondo capitolo. Grazie per aver letto e ripeto: RECENSITEEEEEEEEEEEEEE!! Se lo fate vi regalo un unicorno u.u
  
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