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Autore: walking disaster    05/01/2013    2 recensioni
Temptation. Frustration. So bad it makes him cry.
Oliver Wood, capitano della squadra di Quidditch di Gryffinodr.
Jane Spitfire, unica battitrice che la squadra di Slytherin ricordi.
[... La rossa fu scossa da un brivido lungo tutta la schiena quando i loro sguardi si incrociarono. Era carico di rabbia, di dolore ma soprattutto di voglia di migliorare, di mettersi alla prova. La vedeva pulsare sotto la sua pelle sottile, la sua voglia di vincere. Devastante come una cascata a stento trattenuta da una flebile diga. Così la volontà di Wood palpitava nell'aria. Jane ne fu spaventata. Spaventata ed attratta...]
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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***

-Jane, è uno sballo.-
una festante Victoria andò a disturbare la battitrice che ancora non si era allontanata dalla finestra. La mora reggeva un flute di chissà quale alcolico e aveva stampato in viso un sorriso quanto più ebete possibile. In tutta la sala era forte l'odore di erbe magiche; la musica che si diffondeva dalle radio magiche e le luci verde acceso contribuivano a rendere soffocante l'atmosfera.
-Dio Viky, si sente da qui la puzza di alcool-
proferì schifata ed infastidita la rossa, lasciandosi scivolare giù dal davanzale per la prima volta nella serata.
-Ti porto a letto.-
e a nulla valsero le sue deboli proteste, Victoria fu scortata fino al dormitorio e messa a riposare ancora vestita. Anche nei dormitori risuonava l'eco della musica, ora andava una canzone dei Goblin, la preferita di Flint. Con un gesto deciso chiuse la porta del loro dormitorio, sperando di non dover ridiscendere prima dell'indomani. Si trascinò vicino al davanzale, così inspiegabilmente attratta dal mondo la fuori. Inspirò profondamente un paio di volte, ma prima ancora di potersene rendere conto aveva già raggiunto la teca e afferrato la propria scopa.

Le piante dal fogliame verde acceso presenti nella stanza le davano idea di soffocare, come se rubassero l'ossigeno per lei vitale, quelle tende verde dai ricami argentati le davano la nausea, il verde della propria divisa le pareva stringerlesi addosso fino a stritolarla. Aveva bisogno di una boccata d'ossigeno e c'era solo una cosa che la poteva aiutare in quei momenti. Volare. Volare non significava starsene a cavalcioni di una scopa a parecchi metri d'altezza, per Jane. Era molto, molto di più. Significava fermare il tempo, godersi la perfezione dell'immobilità e per un attimo esistevano solo lei ed il cielo, sopra sotto e attorno a lei. Si sentiva avvolta in un fresco e morbido abbraccio che sapeva confortarla e motivarla ogni volta di più.

In un battito di ciglia era già a cavallo della sua nimbus 2002, lontana da Viky e dal dormitorio. Compì una serie di eleganti piroette su se stessa, come una trottola nel cielo scuro. Volò alto, oltre le torri, a osservare il riflesso del castello nel lago, e su solo allora che l'intero paesaggio per la seconda volta le si parò difronte. Le poche luci che ancora erano accese nella scuola proiettavano un tremolante fascio che illuminava a tratti il lago e i giardini circostanti. Tutto il resto era buio assoluto, di diverse tonalità, ma sempre profondo e indescrivibilmente tranquillizzante. I Dissennatori erano lontani dalla sua trattoria, ma la loro ombra scura, pareva farsi sempre più opprimente, e quando l'orribile sensazione di essere seguita dai guardiani della prigione si concretò in realtà decise di volare radente le mura del castello, scheggiando fino le terrazze in cima della torre di Astronomia.

-Ammiro la sua abilità a cavallo di quel manico di scopa... ma ha scelto l'ora sbagliata per allenarsi. Mrs Spitfire.-
Il sangue le si gelò in vena e non le servì neppure voltarsi per capire chi l'avesse sorpresa. Dopo sette anni la voce del professor Snape le era più che familiare. Ugualmente però compiette una rotazione del manico, per osservarlo in volto mentre riceveva la propria punizione.
-'Sera Professore.-
L'uomo, austero e dal ghigno sardonico scintillante nonostante l'oscurità la osservava dalla cima della torre di Astronomia, facendole segno di avvicinarsi. A Jane, Snape era sempre piaciuto, adorava i suoi metodi cinici e parziali. Amava la materia che insegnava benchè non riuscisse a strappare più di una “O”; e per di più era il suo capo casata. Ma lo stesso non si poteva dire per il professore che pareva nutrire un particolare ed inspiegabile rancore verso la ragazza.

***


 

-Per favore professore, avevo solo bisogno di prendere una boccata d'aria...-
Durante tutto il tragitto che la separava dall'ufficio del preside la Slytherin tentò inutilmente di far desistere il direttore della propria casata dal consegnarla a Dumbledore. Si era pure offerta di ricevere da lui stesso una punizione. Ma il preside proprio no. Jane nutriva una vera e propria antipatia per quel vecchio, detestava tutto in lui, il suo atteggiamento sempre calmo, il suo sorriso benevolo e le sue enigmatiche parole. Persino il suo charme che con chiunque altro nella casata funzionava con Snape non ottenne altro se non che una sua furente occhiataccia.

***

-La prego, professore, la guferia no.-
Fu la flebile protesa di Oliver, che aveva appena udito ciò che gli sarebbe toccato fare per punizione. Strinse i pomelli della poltrona e si abbandonò lungo lo schienale
-Non temere, giovane Wood, non sarai solo.-
sorrise dolcemente il preside appena prima che la porta dell'ufficio venisse spalancata e facessero il loro ingresso il professor Snape e Jane. Fu sulla rossa che lo sguardo di Oliver si concentrò. Reggeva il suo manico di scopa e pareva sconvolta almeno quanto lui.
-L'ho sorpresa.... beh immagino ne siate già al corrente. Voi siete sempre al corrente di tutto.-
Borbottò il pozionista al preside prima di dileguarsi rivolgendo ai due studenti un ghigno compiaciuto.
-Come dicevo prima al tuo amico....-
cominciò il preside mentre osservava Snape chiudere la porta alle proprie spalle, e guadagnandosi un'occhiata carica d'odio da parte di entrambi, per quel termine così inappropriato.
-La vostra escursione notturna vi costerà una settimana di pulizie della guferia. Dalle quattro alle sei di ogni pomeriggio.-
-Ma è l'orario degli allenamenti!!!!-
ruggirono i due all'unisono, per la prima volta d'accordo in qualcosa. Sembrava si fossero scordati con chi stavano parlando, perchè subito si zittirono e tornarono buoni, Oliver sulla sua poltrona, lei poggiata ad un mobile.
-Esattamente, questo sarà il vostro allenamento, per questa settimana. Buona notte.-

Senza dire una parola in più i due si diressero verso i loro dormitori. Sembrava che Dumbledore fosse a conoscenza dell'inimicizia che legava i due giovani, quasi li avesse spinti lui stesso a cadere in fallo quella notte per poter ricevere una punizione insieme.
-Per Garuda, non bastava la punizione, dovevo pure essere con quella testa di legno.-
ringhiò Jane infischiandosene completamente del fatto che Oliver fosse proprio accanto a lei.
-Cosa dovrei dire io allora, smorfiosa?-
sbuffò Wood prima che prendessero due differenti strade. Guardandola in tralice, cercando di capire come comportarsi dopo l'inusuale incontro di poche ore prima.
-Gli farò vedere cosa significa l'inferno.-
Fu questo il pensiero che fulminò i due ragazzi mentre già lontani l'uno dall'altra si apprestavano a varcare l'entrata segreta delle rispettive sale comuni.

--------------------------------------------------- Pat pat, (fatica) ed ecco anche il 5 capitolo!!! Chissà cosa combineranno insieme... guai !

  
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