Metto un braccio davanti al viso e
chiudo gli occhi, un
riflesso di protezione. E devo proteggermi perché sono
sicura che adesso tutti
mi grideranno contro ed è molto peggio questo che il braccio
ancora pulsante,
sotto la stretta maglietta di Zayn. Dato che non sento parlare nessuno,
socchiudo un po’ un occhio, per spiare. Non mi stanno neanche
fissando.
-L’hai
lasciata
a casa di Alexander, vero?- dice Harry
senza girarsi verso di me. Sentire il suo tono freddo, deluso e
distaccato è
come ricevere una pugnalata al cuore.
-E’
che… - provo a spiegare. Ma che
c’è da dire? –E’
successo tutto così in fretta… Io… Non
ci ho proprio pensato…- prima di poter continuare
a scusarmi con parole
inutili, Harry alza la mano per zittirmi.
-Allora,
chi
va?- dice
seccato, evitando
accuratamente il mio sguardo.
-Io!
E’ colpa
mia e devo risolverl…- sono zittita
nuovamente, ma questa volta da Zayn. Anche lui non mi guarda, alza
semplicemente la mano e parla senza emettere suono con tutti gli altri.
Tra
tutte le labbra che si muovono freneticamente, distinguo molti
‘eh?’ ‘come?’ e
‘che hai detto?’, ma non capisco molto di
più.
Sposto lo sguardo su Russel che
guarda la scena assorto, ha
abbassato la guardia per cercare di capire cosa dicono. Mi sento
tremendamente
in colpa, sì, ma sono anche seccata di non essere coinvolta
in questa bella
chiaccherata.
Dopo non molto smettono e puntano
lo sguardo su Russel.
-So che
è
insolito e che siamo inglesi- dice Niall, sottolineando il
‘siamo’, anche se lui non lo è
per niente. – Ma avremo la prova
che
siamo stati mandati da Liam e Buck, se ci dà la
possibilità di andarla a
prendere.-
Immagino la risata di Russel prima
ancora che prenda forma
sulle sue labbra e non posso biasimarlo. Come può fidarsi di
noi? Armati e
venuti dal nulla. Inglesi, per giunta.
-Va
bene, ma vi
concedo al massimo fino alle ventitrè e trentra.- dice Russel sorprendentemente dopo
aver smesso di ridere.
-Grazie.-
risponde
Niall freddo. –Ragazzi,
andate.- mentre Zayn, Harry e Louis si avviano verso la porta
mi sento
spaesata. Io resto qua? E Zayn va da solo? Nessuno di loro tre
è esperto.
Certo, Harry ormai si allena da un bel po’, ma non ha
esperienza. Non possono
andare soli. Zayn non può andare solo.
-E io?-
chiedo,
quasi implorando in realtà.
-Tu
rimani qua
con me.- risponde
sempre Niall, mentre tutti
tranne Zayn si girano a guardarmi. Eppure, neanche questo mi quadra.
Insomma,
lui è il più bravo tra loro, perché
non va lui e rimane qualcun altro? Vogliono
cacciare i migliori? A che gioco stanno giocando?
-Zayn…-
si
gira anche lui, lentamente. Il suo viso è una maschera,
non riuscirei a capire cosa sta pensando neanche se sapessi leggere nel
pensiero, credo. Nel mio invece, potrebbe leggere di tutto. Sono sicura
di
avere le guance rosse, perché le sento molto accaldate e
inizio a vedere
appannato per le lacrime agli occhi. Semplicemente, non voglio che
vada. Non
senza di me. E non m’importa se lui è il maschio
ed io la femmina, anche perché
non credo a queste scemate. Fare una cosa pericolosa insieme
è un conto, che la
faccia solo lui è un altro.
-Tu
rimani
qua.- dice
Zayn, ripetendo le parole di
Niall. La sua voce è talmente priva di emozione che quasi
non
Appena la porta si chiude, mi
concentro per un attimo su Russel,
abbandonando gli altri pensieri.
-Beh,
accomodatevi.-
dice indicandoci il divano. –Faccio
portare il pranzo.-
Invece di pensare alla sua
improvvisa gentilezza, la mia
mente parte in fantasie sul cibo, mentre Niall –i cui occhi
brillano- fa lo
stesso. Immagino che in un luogo del genere non prendano il take-away
come da
Alexander, dove non mangiavamo altro che schifezze, oltre al roast-beef
del
primo giorno. Sarà bello fare di nuovo un pasto sano. Mi
accorgo distrattamente
che Niall si è già spaparanzato, a suo agio, sul
divano e sto per fare lo
stesso, ma poi mi fermo. E se fosse tanto arrabbiato da non volermi
accanto?
Niall non è proprio il genere di persona che porta rancore,
ma chi lo sa,
magari in questo momento mi odia. E avrebbe pienamente ragione,
perché andare e
tornare da casa di Alexander non è una passeggiata.
Chissà cosa ne sarà del suo
corpo. E chissà se Niall prova quello che sento io quando
uccido qualcuno o no.
Tutto riporta a Niall, devo parlargli e chiarire tutto immediatamente.
-Niall…
ma ora
mi odi?- mi
sento tanto come una bambina,
che dondola su un piede all’altro mentre aspetta una risposta
ad una domanda
abbastanza stupida.
-Certo
che no!-
esclama
lui ridendo. Bene, va molto
meglio.
-Gli
altri mi
odiano?- gli
chiedo nuovamente, dopo essermi
seduta accanto a lui, trattenendomi dallo specificare il nome di Zayn.
-Non ti
odia
nessuno, men che meno Zayn.- perfetto,
ora va
ancora meglio di prima.
Poggio la testa sulla sua spalla e
mi rannicchio sul
divano, non m’importa quanto antico possa essere.
-Secondo
te,
fra quanto torneranno?- chiedo a Niall.
-Se torneranno.- sussurra lui, poi mi guarda
agitato, consapevole di averlo
detto con voce più alta di quanto avrebbe voluto.
Che vuol dire se torneranno? Come se torneranno? Perché non
dovrebbero tornare? Non c’è nessun motivo
per non tornare! Perché se torneranno?!?
-Beh, ci sono Jody e Willy da qualche
parte e ora sappiamo che non sono con noi, quindi…- spiega
Niall dopo un
mio sguardo allarmato.
Sì ha ragione e immagino
che i ragazzi già lo sapevano,
quando hanno scelto di andare. E Zayn non mi ha concesso di
accompagnarli per
proteggermi, anche se non ce n’è bisogno e non
l’ha ancora capito. Ora che ci
penso, rimpiango di essere stata così stupida, avrei dovuto
impormi e andare
con loro in ogni caso. Chi sono loro per dirmi cosa fare? Assolutamente
nessuno.
Mi concentro per un po’
sul velluto del divano,
accarezzandolo dolcemente. In fondo, a cosa sarebbe servito? Ad averli
ancora
più contro di me, nient’altro. E poi,
‘sottostare’ a
quello che hanno deciso è il minimo, dopo
quello che io ho fatto. Come ho
potuto dimenticare la cartella, la cosa più importante,
fondamentale?
Non ho mai fallito una missione,
né l’ho allungata. Certo,
questa è un po’ diversa e non avevamo esattamente
un limite di tempo, al
contrario abbiamo saputo –un po’ in ritardo- che
sarebbero stati necessari di
sicuro più giorni. Tecnicamente, non posso rimproverarmi del
tempo. Ma di tutto
il resto sì, è la missione peggiore che abbia mai
fatto. Anche se non posso
usare ancora il termine ‘fatto’, siccome non
è terminata e non so neanche come
andrà a finire. Un totale disastro, è tutto un
totale disastro. Come sono
diventata così? Gli eventi successi… Liam e Buck
che mi danno le spalle, la
notizia di Holmes Chapel, questo rapporto con Zayn… non
avrebbero dovuto farmi
diventare più attenta? Beh, tutti tranne uno. Zayn.
No, di certo non collabora a farmi stare attenta sul mio
compito, anche solo con un bacio, eppure mi è sempre stato
accanto e mi ha
aiutato. È inutile, la colpa non posso proprio darla a
nessuno. Sono stata io.
In qualche modo, sono diventata un fallimento.
Inevitabilmente, mi scende una
lacrima sulla guancia e la
scaccio subito sprezzante. Anche questa storia del pianto, ma andiamo!
Il
termine esatto con cui mi descriverei in questo momento è
mollacciona.
-Leena?-
mi
chiede Niall con una vocina piccola piccola, un po’
turbato. –Perché stai
piangendo? Vedrai
che andrà tutto bene.-
Non sono rassicurazioni che voglio.
Né voglio queste
stupide promesse che sappiamo entrambi che non può
mantenere. E non voglio, per
nessuna ragione al mondo, mostrarmi così fragile come in
questo momento.
-Sì,
com’è
andato bene finora.- dico, con la voce più
distaccata e
sprezzante che riesco a emulare. Purtroppo, sull’ultimo la
mia voce si spezza e
sussurro pianissimo un piccolo ‘grazie a me’.
-Hey,
hey, hey.
Ascoltami.-
dice Niall, poi mi prende con
dolcezza il viso per puntare i suoi occhi nei miei. –E
guardami.- aggiunge piano.
-Ti
sembra
davvero che questa missione sia un fallimento?- continua. –Pensi
che
tutti avrebbero saputo affrontare quello che c’è
capitato? Ci sono stati degli
imprevisti, d’accordo, ma è normale!
D’altronde, non sapevamo esattamente
a cosa andavamo incontro. E
poi perché dovrebbe essere colpa tua? Ti sei comportata
benissimo, come in ogni singola missione,
capito?-
fissare quegli occhi color mare deve fare male, perché anche
i miei iniziano a
riempirsi nuovamente d’acqua. Giro di scatto la testa per
asciugarmi, ma Niall
si alza e viene davanti a me, seduto sulle ginocchia.
-E…-
dice,
cogliendo una lacrima dalla mia guancia. –Ricorda
che piangere è umano.-
Lo guardo di nuovo, mi passo una
mano sul viso e tiro su
con il naso, poi lo stringo in un enorme abbraccio. Amo gli abbracci
come
questi, quelli che sottintendono tante cose, quelli che contengono
tanti
‘grazie’ mai detti, quelli che servono per far
capire quanto realmente bene
vuoi a una persona. E Niall è sempre stato bravo a darli.
Toc toc
toc.
Qualcuno bussa flebilmente.
Toc toc
toc.
Adesso un po’
più forte.
Toc toc
toc.
Guardo Russel che, senza degnarsi
di osservare la porta, si
è limitato a fare un cenno con la mano, come a dire
‘entra, prego’. Peccato
che nessuno sa vedere attraverso i
muri.
Toc toc
toc.
Lascio Niall e cerco di capire cosa
dice la voce che ha
iniziato a parlare, ma conversa fitto fitto in russo e non comprendo
una sola
parola, anche se capisco che è la sua segretaria, la stessa
che ci ha accolti.
Russel fa un cenno affermativo con la testa. È troppo stanco
per parlare? Mi
spazientisco e vado ad aprire la porta.
Purtroppo stava per ribussare, con
il gomito, e quasi mi
cade a dosso, ma la sorreggo. È logico che non potesse
aprire la porta, con
entrambe le mani regge un vassoio che dubito, possa passare attraverso
Che cosa stanno facendo? Stanno
bene? Qualcosa sta andando
storto?
Queste ultime tre domande mi
tartassano ogni parte del
cervello fino
23.29, non ci credo che manchi solo
un minuto e non spero
neanche che arrivino proprio sullo scattare del trenta, come gli eroi
di solito
fanno. Siamo spacciati. E lo sono anche loro, che è
successo?
-Perché
non sei
andato tu?- sbotto,
rivolta a Niall. –Sai di essere
più bravo di loro, non
dovevi rimanere qui, non dovevi! Perché l’hai
fatto?!- in questo momento,
una cosa tanto infantile come prendersela con Niall, è
ottima per sfogare la
mia rabbia.
-Perché
Zayn
voleva che restassi a ‘proteggerti’!- urla
anche lui, è preoccupato come me.
-Non
dovevi
dargli ascolto! Dovevi importi, cavolo! Vedi che fine hanno fatto senza
di
te?!- le
lacrime ritornano. Il pensiero
che non sono tornati è orribile e opprimente.
-Come
facevo?!
Erano tutti distrutti per dover tornare indietro e non me la sentivo di
discutere, d’accordo?!-
-Non…
non
c’entra niente! Tu dovevi… fermarli…
dovevi…-
scoppio a piangere e cado per terra sulle ginocchia.
Che cosa doveva fare? Era esattamente nella
mia situazione e ha scelto quello che ho fatto anch’io. E
siamo stati entrambi
degli stupidi, dei grandissimi stupidi. E loro non ci sono. Zayn,
Louis, Harry.
Voglio disperatamente sapere cos’è successo, se
almeno sono ancora vivi. Non
riesco a fermare queste stupide lacrime e inevitabilmente Niall mi
abbraccia da
dietro e mi aiuta ad alzarmi.
-S-scusa…- gli dico, fra i singhiozzi. Lui
scrolla le spalle e mi
abbraccia di nuovo, quando lo guardo negli occhi, vedo che li ha lucidi
anche
lui.
-Se voi
due
avete finito- ci
interrompe Russel, di cui
fin’ora mi ero dimenticata, glaciale. –Direi
che il tempo a disposizione è terminato.- continua
con un piccolo ghigno.
-Sì,
ma noi…- inizia Niall, che viene subito
interrotto. Non da una
sfuriata di Russel, non da qualche mia parola rassegnata, ma dalla
porta che si
apre energicamente. Entra per primo Louis, affannato, e chiaramente
anche lui
ha pianto; io mi asciugo il viso. Poi Harry, che si sorregge a Louis.
Infine,
chiudono
Guardo distrattamente Louis che
porge il foglio a Russel e cerco
di stabilire un contatto visivo con Harry, che sembra quello messo
–psicologicamente- meglio. Lui scuote la testa e mi fa un
veloce segno con la
mano. ‘Dopo’. D’accordo, cerco di
concentrarmi per quanto posso sulla
conversazione, ma adesso Russel sta parlando al telefono in Russo e mi
è davvero
impossibile capire.
Quando chiude la chiamata, sembra
abbastanza seccato. Punta
i suoi occhi di ghiaccio su ognuno di noi –Gli
aerei sono già partiti da un po’, non posso farci
niente, non ero stato
avvisato.- dice infine, pronunciando l’ultima
frase tra i denti.
Capisco il significato di quello
che ha detto con qualche
secondo di ritardo e mi accascio sul divano, sentendomi vuota.
Missione
Fallita.
Ormai, a che serve tornare?
Potremmo rimanere qui per
sempre e sarebbe lo stesso. Magari non proprio in Russia, dove ci
odiano a
prescindere, ma in qualsiasi altro luogo. Niall si siede, rassegnato,
accanto a
me. Mi aspetto lo stesso da Louis e Harry, ma quando alzo lo sguardo
vedo che
sussurrano veloci e preoccupati e si muovono entrambi nervosamente da
un piede
all’altro.
-Che
fate
seduti?- grida
Louis, con le lacrime che
scorrono velocemente sul viso. –Dobbiamo
andare, alzatevi, veloci.-
-Beh,
addio.- dice
Russel, tornando al suo lavoro. Nessuno di noi lo
considera.
-Perché
così di
fretta? Che succede?- chiede Niall,
io sono troppo impegnata a guardare Louis. Se sta piangendo in questo
modo ci
deve essere un motivo.
-Vi
diremo per
strada, andiamo.- risponde Harry, con voce
leggermente più calma rispetto a Louis. Mi alzo nello stesso
momento di Niall e
tutti insieme usciamo velocemente dall’edificio, senza
salutare nessuno.
-Allora?
Che
succede?- dice
Niall mentre quasi corriamo
per la strada.
-Abbiamo
dovuto… naturalmente non volevamo, ma siamo stati
costretti… lui ci ha detto…
ma noi volevamo rimanere…- inizia Harry
balbettando.
-Harry!-
esclama
Niall.
-Zayn
è rimasto
indietro.- spiega
Harry, mentre Louis
singhiozza più rumorosamente. –C’erano
Jody e Willy e… beh, sono più forti…
non ce l’abbiamo fatta, l’hanno preso
all’ultimo e lui ci ha detto di ‘muovere il culo e
andarcene’…-
Mi fermo un momento, cercando di
non ricominciare a
piangere, perché per oggi l’ho fatto abbastanza. –Se hanno preso Zayn, perché
torniamo a Holmes Chapel, prima di andare
a cercarlo?- dico, massaggiandomi le tempie.
-Aveva
detto
che sarebbe andato direttamente là, appena si fosse
sbarazzato di quei due.-risponde sempre Harry, incitandomi
con un gesto a
riprendere a camminare.
-D’accordo,
ma
se non ci fosse riuscito?- e la risposta
prende forma nella mia mente appena lo chiedo. Se non è a
Holmes Chapel, è
morto sicuramente. E capisco perché ci stiamo dirigendo
prima là: se fosse
tornato, potrebbe essere coinvolto nella distruzione più
totale e morire
comunque. In caso sia morto qui… torneremo a prendere il
corpo. Non riesco
proprio a pensare che sia già morto, quindi affretto il
passo, andando in testa
alla fila. Questo mio comportamento deve aver fatto intendere che ero
arrivata
alla soluzione, poichè nessuno mi risponde.
Quando –dopo quella che
sembra un’eternità- arriviamo
all’albero JKRJK, è davvero una sollevazione non
dover proseguire dritto, verso
il vicolo buio, ma andare finalmente verso il treno. Mentre aspetto di
arrivare
a Bradford, do un lungo abbraccio a Louis, che ricambia entusiasta,
essendo
l’unica che posso capire i suoi sentimenti. Anzi, forse per
lui è peggio,
perché lo conosce da sempre. Nel momento in cui ci lasciamo,
arriviamo al
comando e ci dirigiamo velocemente verso il treno per Holmes Chapel,
dimenticando di dover inserire il codice. Così andiamo in
quella sala, dove è
iniziato tutto, scriviamo ‘Holmes Chapel’ sul
computer che ormai conosciamo e
ce ne andiamo alla svelta, per paura di altri imprevisti.
In pochissimi secondi, siamo a
Holmes Chapel e scendere dal
treno è quasi surreale. Siamo a Holmes Chapel, alla mia
amata Holmes Chapel,
siamo a casa. Come se sapesse del nostro arrivo, Phillips si dirige
verso di
noi e consegna dei foglietti a me e Louis.
-Questi
sono i
vostri alibi, andate immediatamente dal sindaco e dopo facciamo i
conti. Voi
due- continua,
rivolto a Niall e Harry. –Ve la
sbrigate a Mullingar.-
-No,
no. Non
capisci! Noi abbiamo fallito, gli aerei stavano già
partendo, dov’è Zayn?!- sbraito velocemente.
-E’
andato al
municipio!-
esclama Phillips sbarrando gli
occhi.
Lascio volare il foglietto via
dalle mie mani e corro.
Sbatto contro un sacco di persone, alcuni mi riconoscono, altri mi
riserbano
solo occhiate di odio per il trattamento.
-Leena!-
grida
qualcuno afferrandomi per un braccio. E’ Aaliyah,
sapevo che non l’avrebbero presa nell’esercito,
incapace com’è.
-Ciao,
Aaliyah,
felice di rivederti.- dico
velocemente saltellando da un piede all’altro. –Ora
scusa ma devo andare.-
-Aspetta!
Perché? Anche Zayn prima faceva così! Non
racconti niente?- Zayn.
-No!
Cioè sì,
ma dopo. Devo fare una cosa urgente, ciao!- dico,
facendo per andarmene, ma questa mi blocca di nuovo.
-Ma…-
al
diavolo! Non la lascio finire di parlare, mi libero
dalla presa e corro via.
Mi arrampico su per il buco e mi
preparo a correre nuova…
mente. Fuoco. C’è
solo fuoco davanti
a me. Tutti gli edifici, ogni cosa. Tutto un unico essere di fuoco.
Zayn… Zayn…
non può essere vero. Senza essermene resa conto
sono per terra in ginocchio e ora dietro di me ci sono Niall e Harry,
con la
bocca spalancata, mentre Louis è al mio fianco, nelle mie
stesse condizioni.
-Ci ha
detto di
dirti che ti amava, nel caso fosse finita così.- sussurra Harry, con le lacrime agli
occhi.
Mi ama,
Zayn mi
ama. Anzi, mi amava.
Che cosa me ne faccio ora di queste
parole?
È finita. È
tutto finito ed io non sono riuscita a salvare
nessuno. Neanche Zayn.
Le lacrime cessano di scendere di
botto ed io mi rialzo.
Non importa se sto continuando a respirare, non importa se posso
sentire il mio
cuore battere. La mia vita sta bruciando, diventando cenere. Insieme a
Holmes
Chapel, insieme alla mia famiglia, insieme a Zayn.
GRAZIE!
Grazie a tutti per aver seguito questa storia fino all'ultimo!
Grazie perchè per me significa davvero tanto!
Grazie per tutte le recensioni e le belle parole!
Grazie perchè mi avete resa davvero felice!
Non so che dire, sono così triste che questa storia sia finita perchè scriverla mi è piaciuto un sacco.
Ho aggiunto un Missing Moment dal punto di vista di Zayn, che fa capire cos'ha fatto lui in quest'ultimo capitolo e com'è morto: 'Trouble' (potete cliccare sul nome per vederlo)
Beh, non è detto che non scriva un seguito in futuro perchè... Beh, Leena non si arrende mai, giusto? E ho comunque tante idee.
Ripeto: GRAZIE.