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Autore: RoxyDowney    05/01/2013    3 recensioni
Kyra incontra Bob senza immaginare chi si celi dietro a quell'apparente persona comune. Gli eventi complicheranno la sua vita semplice e la porteranno a scoprire quanto il suo desiderio di vivere la sua vita possa essere forte
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La serata fu movimentata ma piacevole e trascorse in fretta, le serate in cui dovevano correre erano quelle che preferiva, tanto lavoro le dava l’impressione che il tempo scorresse più in fretta, mentre quando era una serata fiacca si ritrovava a guardare l’orologio ogni 5 minuti e l’orario di chiusura non arrivava mai. Quando guardò l’orologio sulla parete erano le 2,35, mentre l’ultimo gruppo usciva dal locale fece cenno al cameriere di seguirli e chiudere la porta, era ora per lei di chiudere i conti della serata e controllare che i ragazzi sistemassero il locale prima di andarsene. Diede una mano a sistemare, odiava starsene con le mani in mano mentre gli altri lavoravano. Alle 3,20 varcava la soglia del suo monolocale, aveva iniziato a piovere nel tardo pomeriggio, prima di mettersi a letto si fece una doccia per togliersi di dosso l’odore di fumo, chiuse le tende e si buttò sul letto avvolta dall’asciugamano crollando in un sonno profondo.
Il giorno seguente si svegliò restando ad occhi chiusi sul letto ferma ad ascoltare i suoni che provenivano dall’esterno, poteva andare a correre o pioveva? era quasi certa che non piovesse, le strade sembravano asciutte, dalla strada all’angolo non sentiva il rumore dei pneumatici che viaggiano sull’asfalto bagnato, quindi poteva sperare di fare la solita corsa prima di affrontare una nuova giornata, oggi era il giorno di chiusura settimanale al pub ma le sarebbe toccato andare al lavoro perché era giorno di consegne e avrebbe dovuto controllare le forniture.
Sì alzò, prese il cartone di succo d’arancia dal frigorifero e ne bevve un sorso direttamente dal beccuccio della scatola, mentre apriva le tende e vide che c’era il sole. Lo rimise in frigorifero e andò a sciacquarsi il viso, si lavò i denti e si vestì, optò per un paio di pantaloncini modello ciclista, una canottiera corta aderente con le spalline incrociate sulla schiena e una felpa in cotone leggero di color bianco. All’entrata prese i soliti 10 dollari e il telefono con gli auricolari. C’era il sole quindi dalla mensola vicina alla porta prese un cappellino con la visiera anch’esso bianco, niente occhiali, quando correva li trovava fastidiosi ed i modelli sportivi non le piacevano.
Arrivò alla spiaggia a passo veloce come al solito, aveva sempre voglia di stare all’aperto dopo quelle serate piene di fumo, il sole era già alto e una volta controllate le scarpe partì al suo solito passo costante senza esagerare, oggi c’erano parecchi ragazzi che pattinavano e si avviavano verso il parco con la pista da skate, una donna stava percorrendo la pista ciclabile in sella alla sua citybike pedalando con gran fatica ondeggiando pericolosamente a destra ed a sinistra, due uomini in giacca e cravatta che con le loro valigette porta documenti camminavano sorseggiando un caffè forse in attesa di qualche appuntamento li nella zona, l’uomo dal tattoo sul polpaccio stamattina correva in senso opposto al suo evidentemente era in ritardo rispetto al solito, visto che lui era già di ritorno, poteva ritenersi fortunata a non avere degli orari rigidi da rispettare al mattino, così poteva sempre svegliarsi senza fretta e correre finché voleva senza dover fare i conti con l’orologio.
-Ehy ci si rivede
Aveva il volume della musica stranamente basso quel mattino, perché le onde dell’oceano facevano quel suono meraviglioso nell’infrangersi a pochi metri dalla riva che le piaceva molto. Sì voltò alla sua destra e vide quell’uomo con una maglia verde acido e dei pantaloncini neri, con un sorriso eccezionalmente perfetto guardarla e attendere un saluto. Ne approfittò per osservarlo brevemente, era piuttosto abbronzato ma di un bel colorito niente di troppo eccessivo, lineamenti armoniosi, la fronte e i capelli erano coperti da un berretto modello pescatore, mentre gli occhi erano circondati dai soliti occhiali sportivi con il classico laccio anti-caduta.
-Ciao...già... sembra che abbiamo gli stessi orari...
Lui sorrise e continuò a camminare vicino a lei, nonostante il sudore aveva un buon profumo
-Ti spiace se cammino con te?
-No... non ti ho mai visto correre qui...
-Viaggio spesso per lavoro e quindi...
-Un commesso viaggiatore...
-Una specie...
Sorrise di nuovo guardando la sabbia davanti ai suoi piedi,
-Tu che fai?
-Lavoro qui in zona nella ristorazione ma lavoro solo in orari serali/notturni
-Ecco perché puoi permetterti di correre a quest’ora...
-Già...
Ci fu un momento di silenzio in cui entrambi guardarono avanti lungo la spiaggia senza parlare infine colta dalla curiosità cosa che le capitava di rado azzardò la domanda,
-Posso chiederti perché hai deciso di parlare con me?
-Perché non ho molti amici con cui correre, e tu mi sei sembrata una persona diversa dalle altre, in positivo ovviamente, ecco perché...
-Capisco.
-Ehy ma sai che non so nemmeno come ti chiami?
Sorrise, e senza pensarci troppo rispose
-Mi chiamo Kyra
Lui allungò la mano per stringere la sua,
-Bob giusto?
-Esatto... piacere di conoscerti Kyra.
-Dove vivi?
-Vicino al porto, ho un monolocale in affitto, tu?
-Quando non sono in giro, sto in un appartamento qui a Venice.
-Ti piace la musica?
-Non potrei vivere senza...
Le prese l’auricolare che penzolava dal suo collo e se lo mise all’orecchio in modo molto naturale ed ascoltò
-Posso?
chiese indicando il telefono che teneva appeso alla vita, non sapeva perché ma glie lo porse, lui fece scorrere le dita sullo schermo e fece uno zapping veloce su tutta la playlist poi si tolse l’auricolare e le passò il telefono
-Bella musica per correre...
-Grazie...
Fecero ancora qualche passo poi lei si fermò, si mise la felpa e si voltò verso di lui
-Io... sono arrivata
-Certo, il caffè...



-Ti dispiace se lo prendiamo insieme? Volevo andarci anche io…
-Non credo di potertelo vietare…
Rispose sorridendo, incamminandosi verso la caffetteria
-Kyra guardò quell’uomo dirigersi ai banchi dove erano disposte in ordine le varie bottiglie d’acqua, nel frattempo ordinò il suo solito cappuccino e lo attese al bancone
-Un altro come quello grazie
Le sorrise e le passò una delle bottiglie d’acqua che aveva preso
-Sentiamo come lo prendi… sono curioso
disse prendendo uno dei due bicchieri da asporto e allungando una banconota al cameriere, notando il disappunto sul suo viso la interruppe ancora prima che potesse parlare
-Domani offri tu.
E si avviò verso l’uscita, riprendendo a camminare sulla spiaggia
-Lo beviamo lì?
Disse indicando la fine della passerella che arrivava circa a metà spiaggia, Kyra si stava ancora domandando cosa volesse quell’uomo da lei, ma senza rendersene conto lo seguì, lo vide assaggiare il cappuccino e voltarsi verso di lei con un espressione sconvolta
-Santo Dio! È senza zucchero!!!
-Lo so…
-Perché ti vuoi così male?
Lo guardò perplessa, ma lui sorrideva e nonostante tutto continuava a berlo
-Non berlo se non ti piace…
-Una volta che ci fai l’abitudine non è tanto male…
Disse con un espressione che diceva tutto il contrario…
Kyra scoppiò a ridere involontariamente, una risata sincera di quelle che difficilmente qualcuno riusciva a strapparle e lui la guardò sorridendo mimando una smorfia interrogativa
-Ti faccio ridere quindi…
-Un po’…
Disse cercando di ricomporsi guardando l’oceano
-Quando non lavori che fai?
-Vengo qui a correre, passeggio lungo i moli, leggo, diciamo che non ho molto tempo libero… tu?
-Io? Per lo più viaggio per lavoro quindi quando posso sto a casa, vedo qualche amico, passo del tempo con i miei figli. Tu hai dei figli? Un marito?
-No.
Bob si rese conto della risposta monosillabica e capì che non era il caso di insistere.
-Se non hai impegni mi accompagneresti a quel nuovo centro commerciale che hanno aperto verso Santa Monica? Devo fare un po’ di spesa se voglio pranzare oggi.
-Non ci pensa tua moglie?
Le uscì quella domanda in automatico dalla bocca e si morse la lingua nello stesso istante, ma che le saltava in mente di fare certe domande?
-No, non è un buon momento
-Mi dispiace, spero che si risolva
-Grazie… Sta riprendendo il lavoro dopo la nascita del piccolo è c’è molto stress in casa, è mancata quasi due anni dal lavoro e ti lascio immaginare come può essere riprendere… per fortuna c’è la tata con il piccolo o non saprei che fare. Anche il suo lavoro la porta fuori casa per lunghi periodi, non è facile…
Kyra lo ascoltò anche se solitamente non si interessava della vita della gente, ma non voleva essere scortese e dirglielo apertamente.
-Ma veniamo a noi… mi accompagni sì o no? Anche tu dovrai pur mangiare…
Effettivamente non faceva una spesa decente da parecchio, ma solo perché non voleva guidare e raggiungere i centri commerciali con i mezzi e soprattutto rientrare con la spesa era una fatica che si era voluta risparmiare.
-Mi dispiace ma io non ti posso portare, non guido l’auto.
Lui fece toccare i loro bicchieri del cappuccino con fare di brindisi
-Io sì. Facciamo tra un ora e mezza davanti all’entrata del porto?
Ma come aveva fatto a infilarsi in quella cosa? Era certa fosse una persona apposto, il suo intuito non la tradiva mai, ma… le era rimasto quel “ma” nella testa… comunque non poteva dire di no, a quel punto pensò di approfittarne per fare la spesa.
-Ok ci vediamo lì. Grazie per il cappuccino
disse alzandosi e infilando il bicchiere nel bidone li a pochi passi
-Non ringraziarmi domani offri tu.
Sorrise, anche lui imitò il suo gesto si congedò
-A dopo…
Kyra si avviò verso la pista ciclabile mentre lui proseguì sulla spiaggia nella direzione opposta ricominciando a correre. Sì maledisse per tutta la strada fino al rientro a casa, non avrebbe dovuto far conversazione con quel tipo, ora aveva un impegno da mantenere e non era riuscita a dirgli di no. Mancava meno di un ora all’appuntamento, per sua fortuna l’entrata del porto era proprio dietro l’angolo. Si infilò sotto la doccia e ne uscì pochi minuti dopo, prese un paio di jeans, delle scarpe da ginnastica ed una maglia a maniche lunghe bianca. Rientrò in bagno, non aveva tempo di asciugare i capelli decise di raccoglierli in uno chignon alto. Prese gli occhiali da sole e la borsa a tracolla ed uscì. Voltò l’angolo e lo vide appoggiato al lato dell’auto una Chevrolet Volt nera. Era vestito con un look del tutto simile al suo solo che sopra alla maglia a maniche lunghe portava una t-shirt a maniche corte, un berretto da baseball e degli occhiali da sole dalle lenti molto scure. Le fece un cenno con la mano quando la vide spuntare dall’angolo. Lo raggiunse a passo svelto
-E’ molto che aspetti?
-No, no sei in anticipo, pensavo di trovare molto più traffico e… non importa… è carina questa zona, non ci vengo da tempo… è molto migliorata…
-Sì è tranquilla, non so come fosse prima io ci vivo da circa un anno…
-L’unica cosa saranno quei locali, so che fanno musica dal vivo
Arrossì immediatamente quando lo vide indicare il locale dove lavorava ma lui intento alla guida non se ne accorse
-Ci sei mai stato?
-No, ma mio figlio sì dice che è un bel locale…
Lo guardò stranita
-Tuo figlio? Ma non è nato da poco?
Bob rise e si diede da solo un colpo leggero sulla fronte
-Scusa mio figlio… il mio primo figlio ha 20 anni, è nato dal mio precedente matrimonio…
-Ah… capisco!
Certo ora era chiaro, l’età media dei ragazzi che frequentavano quel locale era 25-30, ma non ricordava nessuno che potesse somigliare a lui, poi pensando a quanto poco guardava le persone non si stupì di non riuscirci.
Arrivarono al centro commerciale era davvero grande, pensò che avrebbe potuto perdersi anche solo nel parcheggio. Lasciarono l’auto nel parcheggio sotterraneo, Bob prima di scendere si guardò allo specchietto retrovisore e si aggiustò il cappellino, mentre lei si avviò verso i carrelli per prenderne uno. Avevano parcheggiato davanti all’entrata diretta del supermercato ed entrarono, Bob sembrava smarrito in quel posto, o forse semplicemente fuori posto, mentre lei aveva già accumulato gran parte delle cose che si era prefissata di acquistare. Vedendolo così la fece sorridere
-Bob… ehy Bob, cosa devi comprare?
-Scusa ero… soprapensiero…
-L’ho notato… hai una lista? Cosa devi prendere? Io ho quasi comprato tutto ciò che mi serve ma tu…
Indicò la parte di carrello vuoto…
-Se mi dici cosa ti serve ti do una mano io…
“ah gli uomini…” pensò… “fosse per loro si sarebbero già estinti….” E sorrise per quei pensieri
-Davvero lo faresti? Grazie…
Frugò nelle tasche, tutte le tasche che aveva alla fine ne uscì una lista stropicciata su un piccolo foglio a righe, Kyra se la fece passare e prodotto dopo prodotto il carrello si riempì.
Notò che la sua spesa non includeva cibi, se escludeva le noccioline e le uova dalla categoria cibo…
-Tu non mangi?
-Hai fame? Paghiamo e andiamo a mangiare qualcosa!
Sembrava essersi risvegliato da un torpore da supermarket, la spesa lo annoiava parecchio…
-No, stavo dicendo, non mangi?
Mostrandogli la lista priva di ingredienti…
-Quando sono solo non cucino… prendo cibi da asporto… o qualcosa di pronto…
-Non sai cucinare?
-Al contrario sono molto dotato solo che mi deprime cucinare solo per me.
-Io mangio e cucino sempre da sola…
Disse quella frase sotto voce, ma Bob la udì e notò anche la vena malinconica.
-Io comunque ho fame…
Le sorrise, stare da solo a casa lo faceva letteralmente impazzire ma non per questo cercava la sua compagnia, non era un ripiego, o forse un po’ lo era, ma lo affascinava quella giovane donna tanto da volerla conoscere meglio, tanto da rischiare di essere riconosciuto in mezzo a tutta quella gente creando ulteriori stress a casa, sapeva bene quanto sua moglie fosse gelosa…
-Ecco questi sono gli ultimi!
Infilò nel carrello due doccia schiuma e ripiegò la lista rendendola al legittimo proprietario. Era felice di essersi sdebitata del passaggio dandogli una mano…
-Mentre tu fai la fila alla cassa prendo gli spaghetti.
Bob annuì e trovò una cassa con un cassiere uomo, erano quelle che sceglieva sempre, difficilmente gli uomini lo osservavano tanto da riconoscerlo… mentre, le cassiere creavano sempre una ressa di gente a curiosare, inoltre era accompagnato da Kyra, grandi occhi verdi e un bel fisico, sorrise da solo, ebbe la certezza che alla cassa non avrebbe avuto problemi.
Pagarono e come Bob aveva previsto il cassiere ebbe occhi solo per Kyra. Infilarono la spesa in auto e tra una chiacchiera e l’altra Bob si fermò di sua iniziativa in un chiosco lungo la strada principale, aveva già mangiato li, non c’era mai molta gente, e quella che c’era di solito era gente in pausa pranzo con i minuti contati immersi nelle letture dei loro giornali tanto da non fare caso nemmeno a chi si sedeva al tavolo accanto al loro…
-Perché ti sei fermato qui?
-Non ti ho detto che ho fame?

   
 
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