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Autore: crisbynight    06/01/2013    10 recensioni
Liberamente ispirato al Manga e Anime Versailles No bara è il punto di partenza di una sceneggiatura per una fiction televisiva, un'esperienza non solo letteraria quindi ma anche visiva e musicale...potete vedere i personaggi come li vedo io e magari accompagnare la lettura ascoltando via Internet il tema musicale consigliato e immaginare le scene davanti ai vostri occhi...PROVARE PER CREDERE...Non vi fermate alla prima puntata, il meglio viene dopo!!!Grazie a tutti voi che vi avventurerete con me in questa mia fanfiction sperimentale ATTENZIONE tutte le immagini presenti sono tratte dai film maria antonietta del 1938, maria antonietta del 2005, lady oscar, la duchessa, le relazioni pericolose, angelica e dal sito photobuket. si tratta di immagini puramente dimostrative e inserite senza alcuno scopo di lucro
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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QUARANTASETTESIMA PUNTATA
 
Il Cavaliere Nero”
 
 
Colonna Sonora: Hans Zimmer the way of life
 
Andrè si girava e rigirava freneticamente nel suo letto, senza riuscire a trovare pace.
Era ancora in camera di Oscar, eppure lei, dopo essersi lasciata andare fra le sue braccia, non era passata a trovarlo nemmeno per un secondo.
Troppi interrogativi ed il timore che si fosse già pentita di quella improvvisa rivelazione sentimentale, gli tolsero il sonno.
Così alle prime luci dell'alba, contravvenendo   agli ordini del medico, si era alzato ed era sceso in cucina ancora in vestaglia
 
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Si aspettava di ricevere una bella ramanzina da sua nonna, che invece quasi sembrò sollevata nel vederlo in piedi a chiedere notizie della sua bambina.
 
-"Andrè… sono così preoccupata… Oscar stanotte non è rientrata a casa e nessuno ha più sue notizie"-
-"Perché diavolo me lo dici solo adesso? Non sapevo nemmeno che fosse uscita..."-
-"Sì, ha preso una carrozza ed ha lasciato detto che si sarebbe recata a Palais Royale"-
-"Cosa? La residenza del duca d'Orleans? Mi stai dicendo che è andata da sola a casa del suo peggior nemico? E perché avrebbe fatto una sciocchezza simile?"-
 
Per il Cavaliere Nero, pensò.
Certo era stato lui a dirle di averlo seguito fin li.
Ma mai avrebbe immaginato che lei fosse tanto avventata, da entrare sola, nella tana del lupo.
 
-"C'è un'altra cosa… Ecco il cocchiere ha atteso fino a tardi prima di rientrare ma nessuno dei servi di palazzo gli ha dato una spiegazione"-
-”Cosa aspettavate tutti? Ti rendi conto che se Oscar è in pericolo come credo, abbiamo perso del tempo prezioso… Maledizione!”-
-"Andrè aspetta...il dottore ha detto che la tua ferita all'occhio è molto seria e per nessuna ragione al mondo devi toglierti la benda”-
 
Ma fu tutto inutile, l'uomo non la stava ascoltando già più!
Se fosse capitata una disgrazia alla sua Oscar, non se lo sarebbe mai perdonato.
 
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La risata fragorosa di Diane, riecheggiava per tutto il ballatoio, e la ragazza accolse Andrè in casa, con grande cortesia.
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Era bella Diane, pensò.
Non quanto il suo biondo comandante, ma abbastanza da tenere sempre suo fratello all'erta e pronto a spaccare il muso di qualche corteggiatore.
Certo adesso che era in età da marito, primo o poi, Alain avrebbe dovuto mettersi l'animo in pace.
La ragazza lo fece accomodare accanto ad una stufa, quella casa fatiscente era umida, ma molto dignitosa.
 
-"Ma che è successo?"- lo apostrofò il soldato della guardia con il suo solito fare sbrigativo, notando la benda
-"Ho bisogno del tuo aiuto"-Andrè dribblò la domanda
-"Anche Alain avrebbe bisogno del tuo"-s'intromise Diane, servendo il tè -"il mio fratellone si è innamorato..."-
-"Zitta, piccola peste!"-
-"Perché non racconti ad Andrè del tuo angelo biondo?"-
-"Cosa? Che storia è questa"-chiese l'attendente incuriosito
-"Alain ha incontrato una misteriosa e bellissima donna bionda che si aggirava da sola in piena notte da queste parti"-lo canzonò Diane -"secondo me era il fantasma di
qualche nobile dama che si è uccisa per un amore impossibile e adesso la sua anima non trova pace… Non si spiega altrimenti la sua presenza in questo povero quartiere"-
-"Ma che sciocchezze dici… Tu fantastichi troppo, ed ora vai di la ad aiutare la mamma"- le disse con finto tono autoritario, toccandosi fugacemente il petto, dove nascondeva
in una tasca, il braccialetto trovato quella sera e da cui non si separava mai, quasi come se cercasse egli stesso una conferma a ciò che gli era accaduto.
Quel gesto non era sfuggito ad Andrè e in un altro momento lo avrebbe portato ad indagare sulla questione, ma adesso la sua amata era in pericolo e nient'altro aveva importanza.
 
-"Allora amico dimmi tutto"-
-"Alain cosa sai del Cavaliere Nero?"-
 
Il soldato della guardia non si aspettava quella domanda a bruciapelo.
Attese un minuto di troppo prima di rispondere
 
-"Nulla di più di quello che sanno tutti"-
-"Stai mentendo!"- Lo affrontò a viso aperto
 
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-"Che diavolo vuoi? Che ti dica chi è? Beh mi dispiace ma non lo so e, se lo sapessi, di certo saresti l'ultimo a cui lo racconterei. Andresti dritto dal tuo nobile damerino a spifferare
tutto e lui lo farebbe arrestare… In verità Andrè se potessi, sarei il primo ad aiutarlo…"-
-"Tu dimentichi spesso che io sono solo il figlio di un falegname e non ho alcun interesse nel farlo imprigionare. Cosa vuoi che me ne importi se i nobili vengono alleggeriti
di qualche gioiello? Ma visto lo zoticone che sei, non riesci a guardare al di là del tuo naso e non ti accorgi che qui non si tratta più solo di rubare ai ricchi per dare ai poveri…
La vicenda è molto più complessa e il Cavaliere Nero sta diventando un problema politico! Quell'uomo si è mischiato, consapevolmente o no, in una storia più grande di lui e
alla fine sarà il solo a pagarne le conseguenze… Insieme all'intera congregazione!"-
-"Cosa c'entra la congregazione adesso?"-chiese allarmato il sottufficiale
-"Alain da quella sera che mi trovasti a spiarvi, fuori dalla chiesetta, credo di aver ampiamente dimostrato la mia lealtà. Perciò devi credermi se ti dico che quello del Cavaliere Nero
è un affare in cui siamo coinvolti tutti"-
 
Così Andrè raccontò al suo amico della vicenda del conte di Mirabau, di come avesse fatto da diversivo a Versailles, del suo inseguimento del ladro mascherato fino alla dimora del
duca d'Orleans e dei suoi sospetti di come venisse manovrato da quest'ultimo, non per amore del popolo, ma solo ed esclusivamente per i suoi fini personali: screditare e rovesciare
l'attuale monarchia per divenire egli stesso il sovrano di Francia!
 
-"Oscar sapeva tutto… Stava indagando per conto del re. E' andato da solo ad interrogare il duca a Palais Royale ed è scomparso. Non abbiamo più sue notizie da ieri mattina…
E' per questo che sono qui… Devi aiutarmi a cercarlo… Non ti sto chiedendo di favorire un nobile…"
- aggiunse subito dopo, leggendo l'espressione sconcertata sul volto dell'uomo
-"ma di salvare l'intera congregazione. Ho la certezza che il Cavaliere Nero sia uno di noi, convinto o sfruttato da alcuni dei nobili adepti per spiarci ed usare le nostre speranze
di cambiamento come capro espiatorio, se le cose dovessero andare male, o peggio ancora, se riuscissero attraverso il popolo ad arrivare ad una rivoluzione"-
 
Il soldato della guardia lo aveva ascoltato in silenzio.
Lui stesso aveva avuto molti sospetti, da quando l'oscuro ladro si era messo all'opera.
Era chiaro infatti, che non potesse agire da solo, e che per entrare ed uscire dalle residenze nobiliari, dovesse per forza avere alle sue spalle un protettore molto potente.
Ma adesso che il suo amico gli stava paventando l'ipotesi che potesse essere solo una pedina politica per sporchi fini e gettare fango sulla congregazione illuminata di cui anch'egli
faceva parte, la cosa non gli andava per nulla a genio.
Per l'avventatezza di uno stolto, stavano rischiando tutti!
 
-"Andiamo Andrè, mi dirai del tuo piano strada facendo"-
 
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Colonna Sonora: the prince of Egypt
 
Un battito di ciglia, lieve come le ali di una farfalla, e la luce filtrò attraverso le sue iridi blu, riportandola alla realtà.
Aveva avuto un sonno tormentato ed agitato ed ora poco o nulla di ciò che le era successo, ricordava.
Una cosa era certa però: quella stanza dalle assi di legno e i muri incrostati di muffa, quel letto duro e scricchiolante sotto di sé, non appartenevano al suo mondo.
E benché ora si stesse sforzando di riconoscere i due volti di donna che la stavano fissando, proprio non riuscì a vedere in loro, amiche o conoscenti.
Si toccò la testa e nonostante le facesse ancora male, l'ampia fasciatura finalmente le riportò il ricordo di quanto accaduto la sera precedente a Palais Royale.
 
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Prima che potesse aprire bocca, la più giovane delle due, corse in un'altra stanza e tornò accompagnata da una bionda ragazza modestamente vestita, il cui volto era ancora pallido per lo spavento
 
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-"Oscar… Conte Oscar… State bene… Dio sia ringraziato"-
 
Ancora intontita sentì pronunciare il suo nome da una voce finalmente familiare, ma, quando poi si trovò fra le braccia la ragazza piangente, non poté non riconoscere la sua antica protetta
 
-"Rosalie... cosa ci fai qui?… E così vestita…"-
 
Le disse con tono sorpreso non rendendosi conto di aver inavvertitamente offeso anche le padrone di casa, sottolineando la semplicità di quegli abiti.
La ragazza, passato il momento di commozione, iniziò a raccontare le sue vicissitudini
 
-"La contessa di Polignac è una donna senza cuore, voleva costringermi a sposare un uomo di trent'anni più vecchio di me, un duca orrendo tanto quanto De Guise,
solo per accumulare altro denaro e potere, come con Charlotte"-
la sua voce s'incrinò al ricordo della sorellina -"così sono scappata via e tornata a Parigi nel mio vecchio
quartiere, ho ritrovato questi cari amici che mi ospitano a casa"-
-"Ma tu adesso non sei un'ospite, ma una sorella per noi"-s'intromise una delle due donne, rimaste in silenzio fino ad allora
 
-"Perché non sei tornata da me? La tua camera è ancora lì, come l'hai lasciata"-le chiese sottovoce per non urtare ulteriormente la sensibilità delle padrone di casa
 
-"La contessa minacciò di incolparvi della morte di Charlotte e di farvi imprigionare. E' per questo che decisi di andare a vivere con lei, dopo tutto ciò che avevate fatto
per me non potevo permettere che vi accadesse una cosa simile, ho preferito perciò sparire per sempre dalla vostra vita"-
-"Che sciocchina che sei… Avresti dovuto parlarmene… Ma ora basta … Dimmi Rosalie come mi hai trovata?"-
-"Enrichetta stava rientrando dal lavoro"-disse indicando una delle donne "-abbiamo sentito urlare e siamo accorse trovandovi svenuto, non potete capire che spavento che
mi avete fatto prendere, c'era tanto sangue, credevo foste morto"-
 
La conversazione fu interrotta dal rumore della porta d'ingresso e dal richiamo insistito di un uomo
-"E' arrivato vostro fratello"- accennò Rosalie intimorita, alle sue amiche
 
Ma non ci fu tempo né per le spiegazioni, né per le presentazioni.
L'uomo, ignaro di avere un ospite in casa, entrò in camera da letto e la sua espressione mutò improvvisamente.
Divenne pallido, lo sguardo duro, i lineamenti si fecero minacciosi.
La stessa Oscar, d'altronde, non riuscì a nascondere il suo disappunto
 
-"Bernard Chatelet"-disse schiarendosi la voce
 
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-"Voi…"- Fu la risposta dell'uomo, prima di lasciare la stanza prontamente seguito dalle sue sorelle
-"Rosalie, non dirmi che vivi in casa di questo delinquente"-Le chiese Oscar ricordando la loro ostilità, l'episodio dei libelli, del signor Cocktau e il combattimento in strada
contro Robespierre e Saint Just
-"Non è come pensate. Bernard è una brava persona, non centra niente con certe situazioni, lasciate che gli parli"-e così dicendo corse via
 
Oscar si alzò e si rivestì più in fretta che poté, sperando che la ragazza avesse celato al meglio il suo segreto, mentre era priva di sensi.
Nell'altra stanza il disappunto di Bernard era tangibile e le sottili pareti di quella povera abitazione, filtrarono i discorsi rabbiosi e anti-nobiliari del giornalista.
Capì di non essere un ospite gradito e quando la sua protetta tornò, l'affrontò diretta
 
-"Andiamo, prendi le tue cose, torniamo a casa"-
-"Cosa? No io... conte Oscar aspettate… Bernard capirà"-
-"Rosalie, quell'uomo è sospettato di essere un sovversivo e frequenta amicizie poco raccomandabili. Ringrazia le signore da parte mia, per ciò che hanno fatto, ma io sono
il comandante delle guardie reali e non posso rimanere... e non lascerò qui nemmeno te!"-
-"No, Bernard non è cattivo, credetemi, mi ha accolta in casa sua e mi ha aiutato, sarebbe irrispettoso se me ne andassi via così"-
 
Ancora una volta Rosalie difendeva strenuamente quell'uomo, ed Oscar intuì che da ambo le parti doveva esserci molto di più di un semplice affetto fraterno.
E adesso che il suo cuore di donna aveva preso a battere per l'uomo giusto, riusciva finalmente a comprendere l'amore.
Si addolcì e rivolta alla ragazza le disse:
 
-"Facciamo così, vieni a stare da me per qualche giorno, la nonna sarà felice di rivederti. Poi deciderai del tuo futuro con calma. Sarai libera di tornare qui se e quando lo vorrai..."-
 
Rosalie si lasciò convincere.
Amava ancora profondamente Oscar e il desiderio di riabbracciare persone a lei comunque care, prese il sopravvento.
 
-"Solo qualche giorno"-aggiunse fra sé
 
Ormai era consapevole che la sua vita era a Parigi,lei apparteneva al popolo di Francia e non al meschino mondo dei nobili. Adesso poi aveva un motivo troppo importante per
rimanere e non avrebbe mai potuto abbandonare quella povera casa per sempre.
 
-"Va bene ma lasciatemi parlare a Bernard"-
 
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Colonna sonora: Liberty
 
Il vento si era alzato copioso quella sera e sbatteva sul volto di Andrè, sferzando il suo occhio ferito, ormai libero dalla fasciatura.
Il dolore diveniva via via più lancinante, ma lui lo sopportava stoicamente, continuando a cavalcare a tutta velocità, ancora vestito da Cavaliere Nero.
 
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Nel pomeriggio si era recato con Alain a Palais Royal e il suo amico si era spinto fin dentro la residenza del duca, per fare domande sulla sorte di Oscar.
Gli era stato detto che il comandante, dopo una breve visita, aveva lasciato il palazzo a cavallo. Un errore imperdonabile da parte della servitù, che gli aveva subito fatto temere il peggio.
Oscar infatti si era recata dal duca in carrozza e non in sella a Cesar, così Andrè aveva deciso, seduta stante, di rischiare il tutto per tutto, travestendosi da Cavaliere Nero,
per scoprire la verità. Certo con la benda sull'occhio sarebbe stato poco credibile, e così, senza pensarci due volte, nonostante il rischio che corresse, l'aveva messa via, indossando
la maschera.
La vita di Oscar era più importante di qualunque altra cosa!
Non gli era stato difficile quindi, data la somiglianza, guadagnarsi la fiducia di quei complici ignari. Così aveva saputo che lei era riuscita a sfuggire alla trappola tesa da Luigi Filippo
e che lui stesso, ossia il vero Cavaliere Nero, per vendicarsi di non so quale torto subito, aveva appena dato ordine di compiere un nuovo assalto ad una dimora
nobiliare: Palazzo Jarjayes!
A quella scoperta gli si gelò il sangue nelle vene ed adducendo una scusa per quel rientro che agli occhi dei suoi uomini era sembrato inaspettato, poco dopo, rimontò a cavallo e,
senza perdere un minuto, partì all'inseguimento del vero ladro, pregando Dio di arrivare in tempo.
Adesso istigava Rego a cavalcare più veloce di quel vento, di quella polvere, di quel tramonto che peggio di una lama, stava infliggendo nuovamente dolore al suo povero occhio
martoriato.
Un terrore nascosto gli attanagliava l'animo.
Doveva salvare Oscar e la sua famiglia.
 
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Marie Grandiè non credette ai propri occhi.
 
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Quando la carrozza presa a nolo, aveva lasciato Oscar sana e salva sulla porta di casa, in compagnia di Rosalie, non riuscì a nascondere il suo stupore.
Dopo aver abbracciato le sue bambine e lasciato che si rifocillassero, dovette mettere al corrente Oscar della decisione di Andrè di uscire a cercarla
 
-"Dannazione nonna nelle sue condizioni, avresti dovuto impedirglielo"-imprecò
-"Lo so, ma eravamo così preoccupati per te e lui ti cercava per tutta la casa. Non sono riuscita a mentire"-
 
Ancora una volta il suo attendente stava sacrificando se stesso per la sua avventatezza e questo poteva costargli l'occhio, il medico era stato chiaro al riguardo.
Andò in camera per cambiarsi, sarebbe a sua volta uscita a cercarlo.
Sfiorò il letto rifatto, alla ricerca dell'impronta del suo corpo, del suo profumo, del calore di quell'abbraccio in cui si era serenamente addormentata qualche sera prima.
Ed un improvviso languore s'impadronì di lei, facendole desiderare l'uomo al suo fianco in quell'istante.
Ma le sue fantasie furono interrotte bruscamente da urla provenienti dal basso.
Si precipitò,trovando la casa in un baleno avvolta nel buio.
Dai rumori, capì che diversi uomini si erano introdotti, Dio solo sa per far cosa.
Tornò di sopra a prendere la sua spada e delle candele.
Attirata verso la cucina dai gemiti di Rosalie, entrò brandendo l'arma, pronta a battersi, ma trovò la ragazza tremante, nascosta sotto il tavolo, fra vetri infranti e suppellettili divelte.
L'unica cosa che riuscì a dire fra i singhiozzi, fu che un uomo mascherato di nero, era entrato dalla finestra e aveva cercato di portarla via, mentre altre mani tentavano di afferrarla
e dividerla da Marie che distribuiva mestolate in faccia ai malviventi, i quali poi, l'avevano presa, legata e portata via
 
-"Cosa? Hanno rapito la nonna?"-Oscar non credeva a quanto detto
-"Si, per difendermi si è lasciata portare via al posto mio!"-
 
Ma anche questa volta, il comandante non ebbe il tempo di pensare.
Un rumore sordo di passi, attirò la sua attenzione ed immediata fu la risposta del suo istinto. Afferrò la spada e fendette un colpo contro l'ombra nera alle sue spalle.
Per fortuna, l'uomo reagì prontamente parando la stoccata
 
-"Fermati Oscar, sono io!"-
-"Andrè!"-
 
Incurante di Rosalie, la donna si lasciò andare fra le sue braccia, tanto era il desiderio di rivederlo
 
-"Stai bene Andrè…"-
-"Sì Oscar e tu?… Che ti hanno fatto... è che diavolo è successo qui?"-
 
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Le candele erano state riaccese.
I vetri rotti venivano raccolti e le suppellettili di casa risistemate.
 
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In pochi minuti palazzo Jarjayes era stato messo sottosopra e adesso il salotto e la cucina assomigliavano più ad un campo di battaglia che ad una casa nobiliare.
Oscar ed Andrè, uno di fronte all'altra, con la preoccupazione dipinta sul volto, si erano raccontati gli avvenimenti degli ultimi giorni e ora si chiedevano come mai il Cavaliere
Nero avesse cambiato il suo modus operandi, passando da ladro a sequestratore.
Era chiaro ad entrambi infatti, che il vero obiettivo dell'oscuro signore, fosse Rosalie e non i gioielli di famiglia
 
-"Perché rapirla? E come faceva a sapere che era tornata a palazzo con me?"-
-"evidentemente il duca sapeva che fosse scappata di casa, forse voleva trovarla. Ricattare nuovamente la contessa di Polignac ed inavvertitamente mentre erano sulle tue tracce,
dopo che sei stata ferita, hanno trovato lei. Così Orleans si è servito nuovamente del Cavaliere Nero, per architettare questo rapimento, inscenando un furto"-
-"E' possibile, non potevano aspettarsi di certo che una vecchina tenesse testa a diversi uomini armata solo di un mestolo"-disse Oscar immaginando la scena tragicomica nella
sua cucina.
D'altronde se per tanti anni la nonna era riuscita a mettere sull'attenti persino il generale suo padre, un motivo doveva pur esserci: quella donna all'apparenza tanto gracile era dotata
di un coraggio e di una forza d'animo fuori dal comune.
 
-"Dove l' avranno portata adesso?"-chiese Andrè non riuscendo a nascondere la sua disperazione.
Oscar stessa lo era ed aveva mandato un messo a Versailles, per mettere in allarme la guardia reale, mentre il resto della servitù era in subbuglio, colpita dal dolore di quella
momentanea perdita.
Ma anche stavolta gli eventi seguirono un loro corso e un minuto dopo, il maggiordomo consegnò al comandante un biglietto apparso misteriosamente sul cancello della proprietà.
 
-"Se volete rivedere la vostra governante sana e salva consegnataci la signorina Lamorliere…"-
 
Oscar finì di leggere ad alta voce la missiva, dove venivano specificati anche il luogo e i termini dello scambio
 
-"E' chiaramente una trappola"-protestò Andrè-"quell'uomo è a conoscenza persino dell'importanza che la nonna ha per noi, solo uno sciocco avrebbe altrimenti proposto uno
scambio fra una serva e una nobile"-
-"Vedi, questo significa che quel famigerato Cavaliere Nero o qualcuno dei suoi ci conosce fin troppo bene… Sa che non abbiamo altra scelta”-
-"Cosa? Consegnerai Rosalie nelle mani di un delinquente?"-
-"Certo che no! Ma non possiamo nemmeno rischiare che faccia del male alla nonna"-
-"E' troppo pericoloso"-
-"Andrè se è come dici tu, il duca D'Orleans non permetterà che le venga fatto del male, sicuramente avrà dato ordine ai suoi uomini di non torcerle un capello"-
 
L'attendente rimase in silenzio.
Non gli andava il piano di Oscar e si meravigliò per un attimo della facilità con la quale la donna fosse pronta a mettere in pericolo la sua protetta.
Ma valutò che non c'era altra soluzione. Rosalie era una preda preziosa per quei malviventi, mentre sua nonna solo un testimone scomodo di cui disfarsi.
 
-"Avrò bisogno dei miei uomini"-
-"No… Se scoprono che hai coinvolto la guardia reale la uccideranno. So' io chi può aiutarci..."-
 
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Colonna Sonora: Hans Zimmer The dark Knight
 
Era notte fonda ormai e il buio avvolgeva ogni cosa intorno a loro.
Le flebili luci delle candele, accanto alla carrozza, rappresentavano un piccolo punto illuminato in mezzo al nulla, interrotto solo da un casolare fatiscente e abbandonato.
 
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Andrè, Oscar e Rosalie avevano eseguito esattamente tutte le indicazioni del bigliettino ed ora attendevano solo l'arrivo del Cavaliere Nero.
Lo scalpiccio dei cavalli in lontananza, indicò che il momento era arrivato: poco dopo infatti, una figura nera, seguita da diversi uomini, fu dinanzi a loro.
 
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-"Che vigliacco si fa scudo col corpo della nonna"-disse Oscar
-"Fa scendere la ragazza dalla carrozza e niente scherzi"-
 
Rosalie obbedì
 
-"Bene, che lo scambio abbia inizio"-
 
Anche il ladro mascherato scese da cavallo, spingendo in avanti la nonna legata ed imbavagliata.
Quando l'anziana fu fra le braccia di Andrè e un attimo prima che Rosalie fosse condotta via, grosse pietre lanciate con precisione chirurgica, colpirono alla testa tutti gli uomini
del cavaliere, che finirono ad uno ad uno per terra
 
-"Adesso, attaccate!"-
 
Oscar diede l'ordine e si scagliò sull'uomo, che colto di sorpresa, lasciò la ragazza e reagì a sua volta, fendendo la spada.
Nascosti fra la sterpaglia, diversi soldati della guardia, scelti personalmente da Alain, si fiondarono sugli scagnozzi.
Andrè si gettò nella mischia, ma l'occhio sempre più dolorante e la vista già limitata dal buio, misero in serio pericolo la sua incolumità. Oscar perciò rimandò il duello con il vero
cavaliere e corse a salvare l'amato.
Nella confusione generale, il ladro, approfittando di quell'insperata fortuna, si diede alla fuga, non senza tentare di portare comunque via Rosalie, avvicinandosi alla carrozza dove
la ragazza e la governante si erano rifugiate.
 
-"Devi venire via con me"-le disse afferrandola con forza
-"Lasciatemi”-si oppose la ragazza mostrandogli una pistola
-"Non sparerai"-rispose una voce che per un attimo le sembrò familiare
 
Premette il grilletto, sicura, decisa, come tante volte le aveva mostrato Oscar.
Il boato del colpo irruppe nella notte.
L'uomo cadde all'indietro, ancora incredulo.
Ma il lancinante dolore del petto, l'odore acre del sangue, la terra alle sue spalle, gli diedero la conferma che invece lo aveva fatto.
Rosalie gli aveva sparato e lo aveva colpito.
Negli attimi concitati che seguirono, i delinquenti che ancora combattevano, alla vista del loro capo morente, scapparono via.
Oscar ed Andrè accorsero, seguiti poco dopo da Alain.
L'uomo respirava ancora, ma stava per perdere i sensi
 
-"Ed ora giù la maschera!"-
 
Con un movimento lesto il comandante delle guardie la strappò dal suo volto fra lo stupore generale
 
-"Cosa?"-
-"Mio Dio"-
-"Bernard..."- fu Alain a trovare il coraggio di pronunciare quel nome
 
L'urlo di Rosalie sovrastò, un secondo dopo, la sorpresa generale.
Oscar l'afferrò costringendola a voltarsi
 
-"Non guardare"-
-"Cosa ho fatto! Signore cosa ho fatto!!!"-
 
Continuò ad urlare disperata, prima di svenire definitivamente,fra le braccia della sua benefattrice.
 
-------
 
Care lettrici, non mi sono dimenticata di voi. Purtroppo problemi di salute di mia madre e casini vari mi hanno tenuta lontana per un po' non dandomi il tempo giusto
da dedicare alle mie e alle vostre storie, se non qualche sortita breve in un'altra sezione. Fortunatamente tutto si è risolto al meglio e spero di riprendere a pubblicare
con la stessa frequenza iniziale. Grazie per la pazienza. Spero non abbiate dimenticato questa storia, che con mille difficoltà sto portando avanti ed avviando alla
conclusione (prevendo altre 10-12 puntate)
 
 
   
 
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