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Autore: Dryas    06/01/2013    4 recensioni
Konoha ha un solo liceo. Lì tutti si conoscono, tutti sanno tutto di tutti, o almeno così credono. E' per aiutare un'amica che Tenten si mette in gioco, anche se questo comprende avere a che fare con lo scontroso e arrogante Neji Hyuga. Dalla sua parte ha Rock Lee, sempre pronto a sostenerla e proteggerla, e Kiba, il suo primo travolgente amore, ma basteranno per vincere Sasuke Uchiha? Una storia di pregiudizi e di sorprese, di amore e di odio, di dolore e di speranza. E tutto nasce in un liceo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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I dadi sono tratti







Quel giorno pioveva a dirotto e come sempre Rock Lee non era affatto preoccupato di non possedere uno straccio di ombrello, e quando si era posto il problema, Tenten aveva già spalancato il suo. Come era solito fare da anni aveva trovato riparo accanto a lei. La ragazza non protestò, ma una richiesta non prevista dell’amico la innervosì parecchio.
-Ma dai, Tenten, non vedi come piove? Sii gentile-
-No- fu la secca risposta.
-La palestra è lontana solo pochi metri, vedrai che non te ne accorgerai nemmeno- insistette l’altro –non eri tu che volevi conoscere Neji Hyuga?-
-Non eri tu che volevi chi lo evitassi? Lo sto facendo, come puoi vedere-
-E’ umano anche lui, in fondo, potrebbe ammalarsi-
Tenten si prese una pausa e osservò l’oggetto del loro discorso camminare con passo spedito e spalle dritte di fronte a loro. I suoi lunghi capelli neri ondeggiavano con pesantezza e gli abiti completamente inzuppati d’ acqua aderivano al suo corpo.
-Non mi sembra abbia bisogno di un ombrello- continuò poi –guarda come è fiero di essere l’unico in grado di resistere a un diluvio universale. Lo ammiro, sinceramente-
-Sei senza cuore- la rimproverò l’altro –se ci fossi tu al suo posto?-
-E va bene, ho capito Rock Lee- cedette alla fine, alzando gli occhi al cielo –glie lo chiederò, ma tanto rifiuterà-
Accelerarono il passo e per reggere l’andatura di Neji a Tenten venne quasi il fiato corto. Poco prima di affiancarlo, si fece forza e si ricordò di apparire spontanea ed educata. Quel ragazzo la metteva a disagio, e quella sensazione era presente già prima di stringere con lui l’accordo. Non aver ancora capito perché, inoltre, la innervosiva ulteriormente.
-Ehilà Neji!- esclamò allegro Lee –hai visto come piove?
-No, non me n’ero accorto- rispose l’altro con sarcasmo. Era evidente che non fosse contento di vedere il suo compagno di squadra né Tenten, a cui concesse solo un breve sguardo.
-Se il mio ombrello non è troppo misero per te- esordì la ragazza, che quanto irritazione lo batteva –potresti venire qui sotto con noi. Il posto c’è-
-No, non ne ho bisogno- disse Neji seccamente.
-Che ti avevo detto?- chiese Tenten, rivolgendosi a Rock Lee.
-E dai, Neji, sta piovendo a dirotto- intervenne quest’ultimo, che non aveva intenzione di arrendersi –vieni sotto e stai un po’ all’asciutto-
Lo Hyuga lo fulminò con lo guardo e accelerò ancor di più il passo, seminandoli. Tenten trattenne a stento una risata, mentre Rock Lee sbuffava sonoramente. Non ci volle molto per raggiungere la palestra, dove tutti e tre erano diretti, e quando arrivarono trovarono Neji fermo poco oltre la soglia, con ai suoi piedi una pozza d’acqua. Ciò che più li colpì, però, fu il fatto che stesse parlando con Kiba. Appena li videro entrare si interruppero e l’Inuzuka sembrò perdere tutta la sicurezza con cui stava affrontando lo sguardo glaciale di Neji.
-Non preoccuparti, non ho intenzione di dare inizio a un’altra rissa- affermò subito, notando lo sguardo preoccupato di Tenten e facendo qualche passo verso di lei -lo stavo solo informando che il posto di titolare alle nazionali è suo-
-Come? Perché Sasuke non partecipa? Si è forse infortunato?- chiese Rock Lee, parecchio interessato, mentre la ragazza chiudeva l’ombrello e abbassava gli occhi sul pavimento.
-Hanno trovato delle amfetamine nel suo armadietto- rispose l’altro –questo è bastato a Kakashi per proibirgli di candidarsi-
-Amfetamine?- domandò l’altro, incredulo.
-Ritardano il senso della fatica e placano la fame- spiegò la ragazza, sorpassando entrambi e dirigendosi verso lo spogliatoio femminile –come credi che abbia tutti quei muscoli?-
Prima di sparire il suo sguardo si incontrò con quello di Neji e, anche se si aspettava di trovarlo, fu comunque insolito sapere di averlo su di sé. Quello contribuì ulteriormente ad affondare il suo umore e ad alimentare il suo senso di colpa. Era stato Kiba a rimediare la droga, ma l’idea era stata sua. La sua parte dell’accordo l’aveva fatta.
L’allenamento di kendo fu un vero disastro. Quella sera non riuscì a trovare né la concentrazione né la motivazione per battersi con le sue compagne. Le fu concesso di finire prima dell’ora stabilita, ma decise di aspettare pazientemente che anche gli allenamenti di Lee finissero. Fuori pioveva ancora.
-Era ora- borbottò, sentendo aprirsi la porta degli spogliatoi. Si alzò in piedi, raccogliendo la sua borsa e l’ombrello, ma voltandosi si trovò di fronte Neji.
-Rock Lee è già andato a casa?- chiese, dopo un attimo di smarrimento.
-Oggi non c’è stato allenamento- rispose l’altro, continuando a camminare –i sensei erano impegnati-
-E tu allora?- chiese lei.
-Non ho bisogno di un sensei per allenarmi- rispose brusco.
Quando uscì dalla palestra Tenten lo seguì, ma lui non si fermò ad aspettarla né lei lo raggiunse. Continuarono a camminare uno dietro l’altro per almeno un paio di isolati e questo sembrò insospettire il ragazzo.
-E’ inutile che continui a guardarti alle spalle- le disse alla fine Tenten, stanca delle sue occhiate furtive –non ti sto seguendo, semplicemente questa è la strada che anche io devo fare per andare a casa-
-Non ti ho chiesto spiegazioni- fu la sua breve risposta, e la replica della ragazza fu quella di raggiungerlo e alzare il braccio abbastanza in alto per far entrare la testa di Neji sotto il suo ombrello.
-Non ti ho chiesto se volevi un riparo- gli disse, evitando il suo sguardo –ma ti dispiacerebbe se cambiamo lato della strada?-
-Non ne vedo il motivo- rispose l’altro, che accettò la sua gentilezza senza troppe proteste.
-E’ più illuminato, ed è più sicuro- spiegò Tenten –questo quartiere non mi piace-
-Sono in grado di difendermi- disse Neji con sicurezza –e di difendere te-
-Sì, certo, come no. Non muoveresti neanche un dito per me-
-Se tu fossi in pericolo, ti difenderei- ripeté l’altro, e Tenten alzò lo sguardo su di lui, meravigliata.
-So cosa pensi di me, non è necessario che tu finga di avere un minimo interesse per la mia sicurezza- il tono di Tenten era severo e spietato –me la sono cavata fino adesso da sola e continuerò a farlo. Non credere di poterti prendere gioco di me così facilmente, Hyuga-
Una volta finito il suo discorso, spostò l’ombrello esponendolo nuovamente alla pioggia battente, ma lui l’afferrò per il polso e la riportò indietro. Rimase fermò sul marciapiede, all’angolo con una strada laterale, e Tenten trattenne il respiro di fronte a quel gesto improvviso e inaspettato.
-Anche io so cosa pensi di me- esordì lui, e le sue parole per la prima volta non la ferirono –tu credi, come tutti, che io sia un mostro. Non me ne stupisco e non impazzirò di certo per farti cambiare idea, ma sappi che so distinguere ciò che è giusto da quello che è sbagliato-
La ragazza abbassò lo sguardo da quegli occhi chiari che non avevano lasciato i suoi per un attimo. Era sincero, su quello non c’era dubbio, e se la sua franchezza le aveva sempre dato fastidio in quel momento realizzò quanto fosse rara.
-Mi dispiace- gli disse, e la fatica che le costarono quelle due parole si manifestò nel sussurro con cui le espresse –è solo che non sembri per nulla il tipo di persona che penserebbe prima agli altri che a se stessa. Forse … forse ho sbagliato a giudicarti. Ti ho forse offeso?-
-Non devi giustificarti con me- disse lui –e non capisco perché dovrei essere offeso. Io ora devo voltare a destra-
-Oh- si lasciò sfuggire Tenten, a cui sembrò di risvegliarsi improvvisamente –io continuo ancora per un po’ . Ti bagnerai, ora-
-Non è un problema- rispose Neji, allontanandosi senza nemmeno salutare.
-A domani- disse la ragazza, e lo guardò sparire nel buio. Percorse le poche centinaia di metri che la separavano da casa chiedendosi se la conversazione appena avvenuta fosse reale o meno, se la persona con cui aveva parlato fosse proprio Neji Hyuga, e se fosse stata davvero così cieca da sbagliarsi completamente sulla sua persona.






Angolo autrice
Capitolo un pò corto, di passaggio, ma rimedierò con aggiornamento ultrarapido e questa volta i protagonisti non saranno Neji e Tenten, ma un biondo e una mora.
A presto, Dryas

   
 
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