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Autore: smarties89    06/01/2013    3 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se il manager Alan Niven, troppo occupato per seguire i Gun 'N Roses agli inizi, avesse chiesto a un collega di sostituirlo? Non un collega qualsiasi...una donna. Donna che incasinerà come non mai la vita di un bassista a caso...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonsalve adorate befane :D Vorrei solo ringraziare le tre donzelle che hanno recensito il primo capitolo e Fatadz e Filthy Neon Angel che hanno messo la storia nelle seguite! Fatemi sapere se vi piace anche questo secondo capitolo...la foto sono certa di sì :P
Un bacione!




Dopo aver svaligiato il supermercato e aver caricato con non poca fatica la spesa sulla sua piccola auto, Miriam si diresse al Whisky: lei e Tom Zutaut, il talent scout che aveva adocchiato i Gun N’ Roses, avevano appuntamento lì alle 8.
Avrebbero mangiato qualcosa parlando di affari e poi si sarebbero incontrati con i disgraziati.
Non trovò parcheggio vicino al locale e, quando vi giunse, Tom era già lì.
 
“Miriam, ciao! Sei splendida!” l’uomo la squadrò da capo a piedi: era una brava persona, sapeva che non l’avrebbe mai sfiorata con un dito, ma era piuttosto viscido.
 
Certo, quel giorno non era vestita esattamente coma una scolaretta: aveva una vestitino di cotone beige scollato a V con delle paillettes, una cintura marrone sotto il seno e stivali alti fin sopra il ginocchio senza tacco.  Si sentiva a disagio sotto gli occhi del talent scout…non osava nemmeno pensare che sarebbe accaduto in quell’accidente di backstage.
 
“Ciao Tom. Scusa il ritardo, ho posteggiato a fanculo!”
 
“Qui è sempre un problema trovare parcheggio. Non a caso son venuto in taxi. Entriamo?” Tom le aprì la porta per farla entrare e subito Miriam sentì mancarle l’aria in quel piccolo locale che sapeva di fumo e alcool.
 
Si accomodarono a un tavolino proprio sotto il palco ed entrambi ordinarono hamburger e patatine.
 
“Allora, Miriam, Alan mi ha detto che ti vuole affidare i Guns ‘N Roses.”
 
“Ti dico subito che io non ero d’accordo, Tom.”
 
“Lo so, sicuramente non avrai vita facile con loro. Sono delle bestie, senza limiti e con i vizi peggiori che tu possa immaginare.”
 
“Non sono nuova nell’ambiente, Tom. Anzi, ci sono in mezzo da 7 anni e sono di quali vizi parli.”
 
“Però sono bravi…cazzo se sono bravi. Riscriveranno la storia della musica questi 5, ci scommetto le palle!”
 
“Li ho già sentiti anche io una sera per caso al Cathouse…e sì, devo darti ragione…Ma contando che tipi sono ho paura di non riuscire a gestirli.”
 
“Fagli capire chi ha il coltello dalla parte del manico. Loro 5 senza di te saranno zero; semplicemente, li hai in pugno.”
 
Tom la faceva facile…troppo facile…e se ne rese conto non appena vede due di quei musicisti da strapazzo salire sul palco a montare gli strumenti: uno era molto alto, con i capelli biondi ossigenati cotonati, pantaloni di pelle, canotta nera del cbgb e un lucchetto al collo, stile Sid Vicious. L’altro era più basso con i capelli scuri, anche lui pantaloni di pelle e una camicia lasciata sbottonata fino a metà petto gialla. Non poco appariscente. Poco dopo comparve anche un tipo con il viso quasi del tutto coperto dai ricci, un assurdo cilindro, jeans neri aderentissimi, t-shirt nera con un disegno bianco e chiodo. Iniziarono a sistemare cavi e amplificatori.
 
“Steven, porca puttana, vieni a sistemare la tua batteria del cazzo!” urlò il biondo alto verso la porticina che collegava palco a backstage.
 
“Arrivo Duff, arrivo!” comparve un biondo piccoletto con chiodo, pantaloni di pelle, t-shirt nera e un cappellino con la visiera.
 
Miriam li osservò: si muovevano senza problemi tra fili, casse e strumenti, come se quello fosse il loro pane quotidiano. E probabilmente lo era…di certo quei 5 scappati da casa non avevano tecnici che gli montavano gli strumenti e gli facevano il sound check. Che poi, in quei locali l’acustica era talmente pietosa che il sound check era del tutto inutile.
Salì sul palco il quinti componente, un bel ragazzo con lunghi capelli rossi, una bandana azzurra e bianca e gli immancabili chiodo e pantaloni di pelle. Sorseggiava tranquillo la sua birra senza degnarsi di aiutare i suoi compagni, che del resto manco lo guardavano o sembravano aspettarsi un suo aiuto. Il rosso guardò verso Miriam e alzò verso l’alto la bottiglia di birra che teneva in mano in segno di saluto; eccolo lì, il marpione. Vedeva una bella ragazza e non capiva più un cazzo.
Miriam sospirò, comprendendo tutti i suoi timori più che fondati. A un certo punto, Tom si alzò: “Vado a parlare con loro. Dirò che sono un talent scout e che questa serata potrebbe essere molto importante per loro. Non dirò comunque che tu sei già la loro manager.”
 
“Magari non accettano il contratto…”
 
“Non sperarci troppo, Miri…quei cinque hanno molta molta fame…”
 
Miriam sbuffò ancora…era una giornata all’insegna degli sbuffi, quella. Era una giornata di merda, per dirla in poche parole.
Ordinò dell’altra birra, aspettando Tom; quando lo vide tornare, vide anche spegnersi le luce del locale e i musicisti entrare in scena.
 
“Buonasera stronzi. Noi siamo i fottuti Guns ‘N Roses e questa è It’s so easy.”
Miriam sentì il basso partire e guardò il biondo alto che suonava, concentrato, guardando il batterista, che era invece il ragazzo con il cappellino con la visiera. Partì la voce del cantante: era forte, potente, graffiante…riusciva a passare da toni bassi a toni altissimi, che sembrava lo stessero scuoiando vivo.
Erano bravi, sapevano fare musica…ed erano sexy. Sotto il palco c’erano ragazze mezze nude che cercavano in tutti i modi di attirare la loro attenzione; la musica era l’elemento principale, ovvio, ma il sex appeal non doveva mancare. E loro ne avevano da vendere. Altro punto a sfavore di Miri: ormoni impazziti da placare.
Sembrava che non gliene sarebbe andata bene una con i Guns ‘N Roses…non poteva sapere che sarebbe diventata una delle più grandi rock band di tutti i tempi.
 
  
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