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Autore: bloodingeyes    06/01/2013    1 recensioni
Venivano chiamati pacificatori sociali e la loro era una particolare casta della società vampirica. Il loro unico compito era quello di rasserenare gli animi del popolo e dei nobili, di appianare qualsiasi divergenza e fare in modo che tutti potessero vivere una vita tranquilla e felice. Erano, agli occhi di Zane, soltanto delle puttane di alto borgo, nulla più.
Genere: Erotico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Safi si guardò attorno smarrito. Non capiva esattamente cosa ci facesse in quel posto, perché fosse stato fermato alla dogana fra il mondo degli umani e quello dei vampiri, non capiva perché era stato messo in cella prima e ora portato in quel posto: al cospetto del principe dei vampiri. Non aveva mai visto il principe da così vicino, l’aveva intravisto solo qualche volta, da molto lontano nei cortei, e sulle monete. Era giovane e incredibilmente elegante, sembrava essere piuttosto alto anche se da seduto non era facile dirlo, aveva i capelli neri lucidi e gli occhi rossi molto profondi. Era anche bello, quasi perfetto, però sembrava una persona tremendamente seria e fredda, qualcuno con cui è meglio non scherzare. Il principe non gli aveva ancora prestato attenzione, né gli aveva dato la parola, gli aveva però accordato di sedersi mentre lui finiva di leggere un fascicolo che uno dei suoi consiglieri gli aveva portato. Quello di sedersi era stata già una grandissima concessione e Safi non ne capiva il motivo

-Ebbene- esordì il principe ridando i fogli a uno dei suoi consiglieri –la situazione mi pare chiara: il tuo visto per tornare nel mondo umano non è più valido- sentenziò con freddezza per poi congedarlo ma Safi, tentennante, provò a chiedergli perché non poteva tornare a casa. Il principe aggrottò semplicemente le sopracciglia ma tanto bastò per raggelare il ragazzo –mi pare ovvio… - gli disse, comunque, il reale –nella tua condizione non è mai stato concesso a nessuno di andare nel mondo umano-

-Quale condizione, sire?- chiese perplesso Safi

-Non è concesso andare fra gli umani quando si aspetta un bambino, non te l’hanno detto?- chiese irritato. Safi spalancò gli occhi –non sapevi di essere incinto?- gli chiese il principe, accorgendosi del suo stupore

-No, non lo sapevo- ammise Safi toccandosi lo stomaco shoccato prima di scoppiare a piangere.

 

La stanza che gli avevano accordato al ricovero per quelli come lui, quelli in dolce attesa, era molto grande e spaziosa, bianca e pulita. Safi aveva appena finito di mettere in ordine le sue cose, aiutato da un vecchietto, un volontario di quel posto, e si era disteso sul letto. Aveva cercato di non pensarci per tutto il giorno, mantenendosi impegnato ma ora la realtà della situazione lo stava tormentando.

Aspettava un bambino. Un piccolo esserino stava crescendo dentro di lui. Safi si accarezzò lo stomaco, cercando i primi segni della gravidanza, ma trovò il suo ventre piatto come sempre e, per un attimo, sperò che i medici si fossero sbagliati: lui aveva sempre usato tutti i metodi contraccettivi esistenti ed era sempre stato molto preciso e metodico nell’assumerli. D’altra parte però era anche felice: aveva sempre voluto un bambino e sperava non ci fosse nessun’errore.

Sapeva che un bambino mezzo sangue non era ben visto dalla società, soprattutto se figlio di un pacificatore, e sapeva quante angherie e prese in giro avrebbe dovuto sopportare perché anche Safi le aveva sperimentate. Ma non aveva il coraggio di abortire, lo voleva quel bambino, anche se l’avrebbe dovuto crescere da solo. Non poteva di certo andare da tutti i suoi clienti a chiede di fare il test di paternità, né voleva farlo

-State bene?- gli chiese un volontario, diverso da quello del pomeriggio, mentre gli serviva la cena

-Si, grazie… siete molto gentile- Safi sbadigliò e si mise a tavola. Si era appisolato senza neanche accorgersene mentre si accarezzava il ventre

-Nausea? Vertigini?-

-No, sto bene… ho solo una gran fame-

-Allora mangiate e non esitate a chiedermene ancora- quando Safi finì aiutò il vecchio vampiro a sparecchiare e si offrì di aiutarlo a pulire ma l’altro lo fece stendere nuovamente a letto –non preoccupatevi di me, sono ancora in forma nonostante i miei anni e voi avete bisogno di riposo… oh! Sembra abbiate delle visite … -

-Visite?- ripeté il ragazzo sorpreso. Il vecchio annuì e uscì per far entrare un altro vampiro e lasciargli la loro privacy –come mi hai trovato?- gli chiese Safi agitato

-Kashe era la mia tata- gli rispose Zane mentre chiudeva la porta –gli ho parlato così tanto di te che ti ha riconosciuto senza neanche averti mai visto- si sedette sul letto dove Safi era disteso e lo baciò sulla fronte mentre gli accarezzava lo stomaco –come stai?- chiese dolcemente

-Bene-

-E il bambino?-

-Hanno fatto un paio di controlli alla dogana ma quelli specifici arriveranno fra qualche giorno, sembra comunque che sia tutto apposto-

-E di chi… ?- cercò di chiedere Zane ma Safi lo interruppe

-Non è tuo- gli disse seccamente per poi aggiungere –sono incinta da 3 settimane e in quel periodo non ci siamo visti neanche una volta- Zane rimase in silenzio, lo guardò in viso, perso. Gli accarezzò lo stomaco e sospirò

-Sei sicuro?- chiese ancora

-Si, non è proprio possibile sia tuo-

-Capisco- fece Zane prima di rimanere ancora in silenzio

-Zane, mi spiace- sussurrò Safi accarezzandogli la mano che era rimasta ancora ad accarezzargli la pancia. L’altro sorrise e lo baciò ancora una volta teneramente

-Non fa nulla… - gli assicurò per poi chiedere –è per questo che te ne stavi andando? Perché era rimasto incinta?-

-No, non ne avevo proprio idea… sono stati quelli alla dogana ad accorgersene… dovevo davvero andare da mia madre-

-Sta molto male?- gli chiese Zane

-Abbastanza… non credo ne morirà ma sta male sul serio- Zane si prese qualche minuto per pensare e poi gli propose di farla venire nel loro mondo

-Non ho i soldi per il visto- gli disse Safi

-Non ti preoccupare, lo pago io- gli assicurò Zane e, prima che l’altro potesse obbiettare, aggiunse –ti amo… anche se non porti in grembo il mio bambino ti amo lo stesso, voglio che tu sia tranquillo e felice e voglio aiutarti… non mi costa niente pagare un visto per tua madre se questo ti rende felice-

-Ma… - cercò di obbiettare Safi

-Niente ma! È un regalo: zitto e accettalo-

-Sei un tiranno- lo prese in giro il ragazzo per poi allungarsi a baciarlo –grazie-

 

Zane si buttò sul divano, esausto, mentre sua madre e Catalina continuavano a cianciare fra di loro vagliando i nomi migliori per il nascituro. Il padre di Zane, come il ragazzo, stava cercando da ore di congedarsi ma le due donne non li lasciavano andare via. Zane occhieggiava il pancione della giovane vampira e non poteva fare a meno di pensare che non era poi tanto più grande di quello di Safi e sperava che il piccolo di Catalina aspettasse ancora un po’ a nascere. Sperava ancora, in cuor suo, che gli esami fossero stati sbagliati e che il bimbo nel grembo di Safi fosse suo. Lo desiderava ardentemente.

La gravidanza di Catalina gli aveva dato tempo: il matrimonio non era permesso se uno dei due sposi era incinta perché non bisognava affaticarlo. La gravidanza fra i vampiri era spesso complicate e non andava, in molti casi, a buon fine; era quindi presa davvero molto seriamente persino dalla legge. Le neo mamme non potevano fare, per legge, quasi nulla: potevano solo stare a letto, dedicarsi ad hobby poco faticosi, fare corte passeggiate accompagnate e, più in generale, essere coccolate. Così le nozze erano slittate fino alla nascita del bambino che Zane sperava sarebbe avvenuta il più tardi possibile

-Stai bene, cara?- chiese la madre di Zane in tono preoccupato alla nuora

-Si, io… - cercò di rispondere Catalina ma poi iniziò ad urlare e Zane capì che stava per diventare padre del bambino sbagliato.

   
 
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