Safi
si guardò attorno smarrito. Non capiva esattamente cosa ci
facesse in quel
posto, perché fosse stato fermato alla dogana fra il mondo
degli umani e quello
dei vampiri, non capiva perché era stato messo in cella
prima e ora portato in
quel posto: al cospetto del principe dei vampiri. Non aveva mai visto
il
principe da così vicino, l’aveva intravisto solo
qualche volta, da molto
lontano nei cortei, e sulle monete. Era giovane e incredibilmente
elegante,
sembrava essere piuttosto alto anche se da seduto non era facile dirlo,
aveva i
capelli neri lucidi e gli occhi rossi molto profondi. Era anche bello,
quasi
perfetto, però sembrava una persona tremendamente seria e
fredda, qualcuno con
cui è meglio non scherzare. Il principe non gli aveva ancora
prestato attenzione,
né gli aveva dato la parola, gli aveva però
accordato di sedersi mentre lui
finiva di leggere un fascicolo che uno dei suoi consiglieri gli aveva
portato.
Quello di sedersi era stata già una grandissima concessione
e Safi non ne
capiva il motivo
-Ebbene-
esordì il principe ridando i fogli a uno dei suoi
consiglieri –la situazione mi
pare chiara: il tuo visto per tornare nel mondo umano non è
più valido-
sentenziò con freddezza per poi congedarlo ma Safi,
tentennante, provò a
chiedergli perché non poteva tornare a casa. Il principe
aggrottò semplicemente
le sopracciglia ma tanto bastò per raggelare il ragazzo
–mi pare ovvio… - gli
disse, comunque, il reale –nella tua condizione non
è mai stato concesso a
nessuno di andare nel mondo umano-
-Quale
condizione, sire?- chiese perplesso Safi
-Non
è concesso andare fra gli umani quando si aspetta un
bambino, non te l’hanno
detto?- chiese irritato. Safi spalancò gli occhi
–non sapevi di essere
incinto?- gli chiese il principe, accorgendosi del suo stupore
-No,
non lo sapevo- ammise Safi toccandosi lo stomaco shoccato prima di
scoppiare a
piangere.
La
stanza che gli avevano accordato al ricovero per quelli come lui,
quelli in
dolce attesa, era molto grande e spaziosa, bianca e pulita. Safi aveva
appena
finito di mettere in ordine le sue cose, aiutato da un vecchietto, un
volontario di quel posto, e si era disteso sul letto. Aveva cercato di
non
pensarci per tutto il giorno, mantenendosi impegnato ma ora la
realtà della
situazione lo stava tormentando.
Aspettava
un bambino. Un piccolo esserino stava crescendo dentro di lui. Safi si
accarezzò lo stomaco, cercando i primi segni della
gravidanza, ma trovò il suo
ventre piatto come sempre e, per un attimo, sperò che i
medici si fossero
sbagliati: lui aveva sempre usato tutti i metodi contraccettivi
esistenti ed
era sempre stato molto preciso e metodico nell’assumerli.
D’altra parte però
era anche felice: aveva sempre voluto un bambino e sperava non ci fosse
nessun’errore.
Sapeva
che un bambino mezzo sangue non era ben visto dalla società,
soprattutto se
figlio di un pacificatore, e sapeva quante angherie e prese in giro
avrebbe
dovuto sopportare perché anche Safi le aveva sperimentate.
Ma non aveva il
coraggio di abortire, lo voleva quel bambino, anche se
l’avrebbe dovuto
crescere da solo. Non poteva di certo andare da tutti i suoi clienti a
chiede
di fare il test di paternità, né voleva farlo
-State
bene?- gli chiese un volontario, diverso da quello del pomeriggio,
mentre gli
serviva la cena
-Si,
grazie… siete molto gentile- Safi sbadigliò e si
mise a tavola. Si era
appisolato senza neanche accorgersene mentre si accarezzava il ventre
-Nausea?
Vertigini?-
-No,
sto bene… ho solo una gran fame-
-Allora
mangiate e non esitate a chiedermene ancora- quando Safi
finì aiutò il vecchio
vampiro a sparecchiare e si offrì di aiutarlo a pulire ma
l’altro lo fece
stendere nuovamente a letto –non preoccupatevi di me, sono
ancora in forma
nonostante i miei anni e voi avete bisogno di riposo… oh!
Sembra abbiate delle
visite … -
-Visite?-
ripeté il ragazzo sorpreso. Il vecchio annuì e
uscì per far entrare un altro
vampiro e lasciargli la loro privacy –come mi hai trovato?-
gli chiese Safi
agitato
-Kashe
era la mia tata- gli rispose Zane mentre chiudeva la porta
–gli ho parlato così
tanto di te che ti ha riconosciuto senza neanche averti mai visto- si
sedette
sul letto dove Safi era disteso e lo baciò sulla fronte
mentre gli accarezzava
lo stomaco –come stai?- chiese dolcemente
-Bene-
-E
il bambino?-
-Hanno
fatto un paio di controlli alla dogana ma quelli specifici arriveranno
fra qualche
giorno, sembra comunque che sia tutto apposto-
-E
di chi… ?- cercò di chiedere Zane ma Safi lo
interruppe
-Non
è tuo- gli disse seccamente per poi aggiungere
–sono incinta da 3 settimane e
in quel periodo non ci siamo visti neanche una volta- Zane rimase in
silenzio,
lo guardò in viso, perso. Gli accarezzò lo
stomaco e sospirò
-Sei
sicuro?- chiese ancora
-Si,
non è proprio possibile sia tuo-
-Capisco-
fece Zane prima di rimanere ancora in silenzio
-Zane,
mi spiace- sussurrò Safi accarezzandogli la mano che era
rimasta ancora ad
accarezzargli la pancia. L’altro sorrise e lo
baciò ancora una volta
teneramente
-Non
fa nulla… - gli assicurò per poi chiedere
–è per questo che te ne stavi
andando? Perché era rimasto incinta?-
-No,
non ne avevo proprio idea… sono stati quelli alla dogana ad
accorgersene…
dovevo davvero andare da mia madre-
-Sta
molto male?- gli chiese Zane
-Abbastanza…
non credo ne morirà ma sta male sul serio- Zane si prese
qualche minuto per
pensare e poi gli propose di farla venire nel loro mondo
-Non
ho i soldi per il visto- gli disse Safi
-Non
ti preoccupare, lo pago io- gli assicurò Zane e, prima che
l’altro potesse
obbiettare, aggiunse –ti amo… anche se non porti
in grembo il mio bambino ti
amo lo stesso, voglio che tu sia tranquillo e felice e voglio
aiutarti… non mi
costa niente pagare un visto per tua madre se questo ti rende felice-
-Ma…
- cercò di obbiettare Safi
-Niente
ma! È un regalo: zitto e accettalo-
-Sei
un tiranno- lo prese in giro il ragazzo per poi allungarsi a baciarlo
–grazie-
Zane
si buttò sul divano, esausto, mentre sua madre e Catalina
continuavano a
cianciare fra di loro vagliando i nomi migliori per il nascituro. Il
padre di
Zane, come il ragazzo, stava cercando da ore di congedarsi ma le due
donne non
li lasciavano andare via. Zane occhieggiava il pancione della giovane
vampira e
non poteva fare a meno di pensare che non era poi tanto più
grande di quello di
Safi e sperava che il piccolo di Catalina aspettasse ancora un
po’ a nascere.
Sperava ancora, in cuor suo, che gli esami fossero stati sbagliati e
che il
bimbo nel grembo di Safi fosse suo. Lo desiderava ardentemente.
La
gravidanza di Catalina gli aveva dato tempo: il matrimonio non era
permesso se
uno dei due sposi era incinta perché non bisognava
affaticarlo. La gravidanza
fra i vampiri era spesso complicate e non andava, in molti casi, a buon
fine;
era quindi presa davvero molto seriamente persino dalla legge. Le neo
mamme non
potevano fare, per legge, quasi nulla: potevano solo stare a letto,
dedicarsi
ad hobby poco faticosi, fare corte passeggiate accompagnate e,
più in generale,
essere coccolate. Così le nozze erano slittate fino alla
nascita del bambino
che Zane sperava sarebbe avvenuta il più tardi possibile
-Stai
bene, cara?- chiese la madre di Zane in tono preoccupato alla nuora
-Si,
io… - cercò di rispondere Catalina ma poi
iniziò ad urlare e Zane capì che
stava per diventare padre del bambino sbagliato.