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Autore: Melabanana_    06/01/2013    3 recensioni
[AU; Hiromido + others]
Ogni persona, prima o poi, deve fare i conti con il proprio destino: in un mondo dove esso è già scritto per ogni persona, Midorikawa e Miura, due amici d'infanzia, intraprendono il viaggio verso il Sacro Tempio per scoprire quale sarà la loro parola-chiave.
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Regole riguardanti le parole del destino che ogni abitante del Paese, di qualunque sesso, rango, età e villaggio di appartenenza, dovrà assolutamente seguire e rispettare:
1. Non si potrà avere una propria parola fino al compimento dei quindici anni.
2. Ogni ragazzo o ragazza del Paese, una volta compiuti i quindici anni, dovrà recarsi al Sacro Tempio per ricevere la propria parola del destino. Non sono permessi ritardi.(...)
6. Ogni ragazzo o ragazza del Paese dovrà sempre seguire e rispettare la propria parola.
7. La parola di una persona è il suo destino e non è possibile modificarlo.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Dylan/Hiromu, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Capitolo 2.
 

"Fai attenzione all’uomo che non hai visto per tre giorni." [Proverbio tratto dal romanzo giapponese "I tre regni".]

 

Midorikawa arrestò un attimo il passo, c’era qualcosa che non lo convinceva affatto in quella foresta.
Continuavano a sentirsi strani rumori provenire dalle cime degli alberi, tra le foglie rigogliose color smeraldo. La luce filtrava a malapena attraverso le fronde, e non era facile vedere il percorso da seguire.
Chissà quante di quelle foreste avrebbero dovuto attraversare prima di arrivare al Sacro Tempio, forse una decina, e magari molto più spaventose di quella.
Hiroto lo guardò curioso. “C’è qualcosa che non va?” Lui doveva essere abituato a quel tipo di  suoni.
Midorikawa alzò lo sguardo. “N-no, tutto bene.” Mormorò pensieroso.
Intanto Miura si era fermato vicino al tronco di un albero, appena  si era accorto della breve pausa che si erano presi i suoi compagni di viaggio.
Sospirò. “Andrà tutto per il meglio.” Disse tra sé e sé.
Midorikawa riprese il cammino, affiancando il ragazzo con i capelli rossi. Rimase in silenzio per una manciata di minuti.
“Sei già stato qui, vero?” Il ragazzo dai capelli verdi non poté fare a meno di porre quella domanda., gli sembrava un modo per poter parlare, per poter interagire in un qualche modo; perché gli facevano incredibilmente male gli sguardi disinteressanti di Hiroto, gli faceva terribilmente male pensare che per lui la loro amicizia non era stata niente, qualcosa di dimenticabile.
Midorikawa ci avrebbe provato, avrebbe provato a dimenticare quello che era stato, provava un’impresa in cui non era riuscito nemmeno il tempo.
Si morse il labbro, sperando che il rosso avesse fatto attenzione al suo quesito.
Hiroto annuì, per uscire dal loro villaggio spesso si doveva attraversare quella selva, anche se le voci che circolavano su di essa non erano delle migliori, anzi, non si diceva nulla di buono.
“Come siete lenti.” Li canzonò Miura, sorridendo ad entrambi. “Di questo passo arriveremo al Sacro Tempio tra una ventina d’anni.”
“E magari i prossimi dieci li passiamo qua dentro.” Rispose ridendo Hiroto.
“Non è divertente.” Replicò Midorikawa. “Secondo me è deprimente.”
Il ragazzo dagli occhi color cenere pensò che viaggiare insieme doveva essere molto più piacevole che viaggiare da soli, come probabilmente aveva fatto Hiroto la maggior parte delle volte.
 
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Era scesa la sera, lo si notava dalla mancanza assoluta di sole, che prima, anche se in minima parte, c’era, e dava un’atmosfera meno spaventosa al bosco.
Adesso oltre i rumori della foresta  si udivano anche il fruscio delle foglie, e il vento che iniziava ad alzarsi.
“Potremmo fermarci un po’.” Propose un Midorikawa piuttosto inquieto.
Hiroto scosse la testa. “Non ce n’è bisogno, meglio andare avanti, o potremmo trovarci nei guai.”
Se fermarsi equivaleva ad essere attaccati da belve feroci allora sarebbe stato preferibile andare avanti, anche con il mal di testa e i piedi distrutti.
“Dai Ryuuji, ci riposeremo dopo!” esclamò Miura, evitando una grossa radice.
 “D’accordo.” Borbottò Midorikawa deluso. Il problema era, dopo quando?
Passò un po’ di tempo e, oltre agli stupidi scherzi di Miura, a Midorikawa non era successo niente di nocivo per le loro vite.
Ma finché non avessero messo piede fuori da lì dentro non sarebbero stati affatto salvi.
“Miura, smettila!” esclamò il verde spazientito.
Il castano sbuffò e rise, Hiroto con lui.
Midorikawa mise le mani sui fianchi, e sul suo volto apparve un’espressione imbronciata.
Iniziò a camminare più velocemente dei compagni, Miura fece spallucce, consapevole che il suo migliore amico avrebbe avuto quella reazione, ormai lo conosceva troppo bene.
Sembrava essere ancora tutto tranquillo.
Peccato che Midorikawa, un secondo prima davanti a loro, in meno di un minuto sparì sotto terra, lanciando un urlo.
Hiroto guardò allarmato Miura, e corse a vedere cosa fosse successo.
Il ragazzo con i capelli verdi se ne stava nel buio di una “tana”, le gambe scorticate e la mano che si massaggiava la testa: era scivolato su un cumulo di foglie cadute e si era ritrovato lì sotto.
“Stai bene?” gli urlò Miura, affacciandosi al buco.
“S-si!” rispose l’altro, incerto. Era comunque caduto in fondo ad una piccola voragine, magari aveva sbattuto la testa e gli sembrava che tutto andasse bene, pur non essendo così. Non era per nulla convinto, fatto sta che annuì debolmente e si appoggiò alla parete umida e fangosa per potersi alzare.
Hiroto sospirò. “Quando cammini guarda dove vai, se vuoi sopravvivere a questo viaggio dovrai stare più attento!”
Midorikawa si sentì improvvisamente irritato. Odiava essere ripreso, ancora di più da una persona che lo conosceva a malapena.
“Non è colpa mia.” Ribatté con forza. “C’erano delle foglie che nascondevano il buco!”
Probabilmente non avrebbe dovuto alzare la voce.
Un’ombra scura si mosse dietro di lui, e dei denti aguzzi brillarono nel buio, bagnati di un liquido giallastro.
Miura rabbrividì, indeciso su cosa consigliare al suo amico. “Oh, merda.” Mormorò basito.
Il rosso guardò l’animale, non era la prima volta che ne vedeva uno del genere, ma quello sembrava più grosso di quelli che aveva ucciso altre volte.
Forse nessun animale li aveva ancora attaccati perché quella belva aveva già deciso che sarebbero stati mangiati da lei, e nessuno aveva avuto il coraggio di replicare. Pena, la morte.
“Midorikawa…” Sussurrò Miura. “Non muoverti, resta nascosto…”
Chissà se l’aveva sentito. Midorikawa alzò gli occhi verso i suoi due amici, si era accorto che nei loro occhi c’era qualcosa che non andava, qualcosa di cui doveva preoccuparsi.
“Cosa…?”
Hiroto fece segno si stare in silenzio: quella belva non aveva occhi, ma ci sentiva molto bene, l’aveva scoperto la prima volta che ne aveva vista una.
Midorikawa cercò di trattenere un urlo, quando sentì qualcosa di morbido sotto il palmo della mano, e quando qualcosa di appuntito gli sfiorò il braccio: quelli dovevano essere i cuccioli.
Avevano lo stesso pelo color carbone, i denti bianchissimi, e non avevano occhi.
Il verde sentì la paura salirgli fino alla testa, mentre il suo cuore batteva fortissimo. Non aveva idea di come uscire da quella spiacevole situazione.
“Hiroto che facciamo…?” chiese Miura, in ansia per la sorte del compagno.
Il rosso guardò pensieroso l’ambiente circostante e portò la mano sulla fodera dove custodiva la sua spada.
Serviva un piano, qualcosa che gli permettesse di avvicinarsi alla belva e ucciderla, evitando di scatenare i suoi cuccioli.
Gli occhi verdi di Hiroto si soffermarono su un ramo, abbastanza basso, di un albero lì vicino. Era pericoloso, ma se fosse salito su quello si sarebbe potuto avvicinare facilmente alla fiera…
Midorikawa intanto cercava di evitare movimenti bruschi, almeno finché uno di quegli essersi gli morse la mano: il verde si slanciò in avanti e urlò per il dolore.
“L’unica cosa che non avrebbe dovuto fare.” Si disse Miura; non appena vide il mostro scagliarsi con violenza contro il suo amico, scese anche lui nella tana, afferrò Midorikawa per il braccio e iniziò a correre tra le radici, mentre con la coda nell’occhio osservava i movimenti silenziosi di Hiroto.
Gli occhi cenere di Midorikawa continuavano a guardare il sangue che gli colava dalla ferita, dai quei piccoli buchetti che gli avevano squarciato la pelle, ora gonfia e livida.
“Devo fermare il sangue.” Mormorò Midorikawa.
Il castano non lo ascoltò e continuò a correre. “Non mi sembra il momento, meglio il sangue della mano che la morte.”
L’altro annuì, in effetti Miura non aveva tutti i torti.
“Mai vista una bestia del genere.” Aggiunse Midorikawa.
Miura sorrise. “Nemmeno io, e mi piacerebbe non essere ucciso dalla prima che incontro.”
“Dove stiamo andando?”
Il castano scosse la testa. “Non ne ho idea, tu corri!”
“E Hiroto…?”
“Non preoccuparti, sta cercando di salvarci. Fidiamoci e basta.”
Peccato che la foresta s’interrompesse con un profondo e gelido torrente. Miura e Midorikawa si fermarono sulla riva e  si guardarono allarmati.
“Oh diamine!” Esclamò il verde. “Che sfortuna!”
E fu ancora peggio quando quella specie di pantera troppo cresciuta gli si parò davanti. I canini scoperti e la bava che scendeva sul terreno, come melma. La fiera era affiancata dai suoi quattro cuccioli, che per quanto piccoli non sembravano affatto innocenti e indifesi.
“E’ davvero già finita?” mormorò Midorikawa.
Miura gli strinse la mano. “Mmmh, spero di no, Ryuuji, sennò sarebbe davvero il più corto viaggio della storia.”
“Non è divertente.”
“Non sto ridendo, era solo una semplice considerazione.” Aggiunse l’altro stringendo ancora di più la mano del compagno.  “Hai paura…?” Chiese poi.
Probabilmente sì, ma dentro di lui c’era ancora la speranza di veder arrivare Hiroto, e non poté sospirare di sollievo quando vide una lunga lama argentata conficcarsi nella carne della bestia.
Hiroto li guardava con i suoi limpidi occhi verdi, con un sorriso beffardo in volto, e le mani macchiate di sangue scuro.
La bestia ringhiò e si dibatté per poi cadere al suolo, senza vita, e la sua prole che le girava attorno mentre guaiva smarrita.
Il rosso riprese la sua spada e scese dal cadavere di quella creatura, sembrava essere l’unico totalmente illeso. Midorikawa lo guardò stupito, a bocca aperta, ma non osò dire nulla perché era ancora inquieto per la presenza dei cuccioli di quella cosa.
“Senza la madre non attaccheranno.” Mormorò il rosso, intuendo cosa preoccupasse il verde.
Miura sospirò. “Avevo detto che potevamo fidarci.”
“Hai avuto paura anche tu.” Lo rimbeccò Midorikawa. Il castano mosse il braccio con nonchalance, come se non gli importasse il discorso.
Hiroto passò un  pezzo del mantello nero sulla lama, per pulirla. “Ora possiamo andare, troviamo un posto per attraversare il fiume e usciamo da qui.”
 
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Midorikawa si mise una mano sulla fronte, mentre osservava l’orizzonte, alle sue spalle aveva lasciato gli alberi scuri e nereggianti.
Davanti ai suoi occhi invece  nasceva il sole, mentre il cielo iniziava a dipingersi d’azzurro.
Sorrise.
“E’ solo l’inizio.” Mormorò Miura passandogli accanto, l’altro annuì.
“Lo so, ma ce la faremo.”
Hiroto si girò verso di loro e si mise le mani sui fianchi. “Muovetevi, voi due!”
Miura e Midorikawa lo raggiunsero di corsa.
Il verde lanciò un intensa occhiata ad Hiroto, e arrossì leggermente. Avrebbe potuto provare di tutto, ma quel ragazzo, dalla propria testa, non se lo sarebbe mai tolto.
Amore, amicizia, ammirazione, non sapeva dare un nome al quel sentimento, ma quello che provava non riusciva a dimenticarlo, non riusciva a cancellarlo. E non avrebbe potuto farlo nemmeno volendo.
Non era sparito in tutti quegli anni, e non sarebbe sparito ora.

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Angolo dell'autrice.
ooooooooooooooooooooooooooooooohi.
Camy è riuscita ad aggiornare ;wwwwww; camy è felice ;wwwww;
così non rischio minacce da  parte di roby.
che comunque non so che dire, magari mi scuso per il mostruoso ritardo ;w;
mancanza di ispirazione. e sappiate che io amo miura :'DD e  Midorikawa è stupido (?). Che tipo   roby e d io avevamo pensato ad un "omake" stupido in cui Diam salvava Ryuuji accarezzando la bestia (?). ceh, e ci giocava anche (?).
ogni tanto scriveremo qualche omake, zizi c:
hhwcd3td amate Hiroto. è figo. e salva tutti.
vi lascio <3 ci vediamo tra due capitolo eh!
camy

   
 
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