“Di solito non faccio questo effetto. Ti prego, non farlo di
nuovo!” disse lui quando vide che si stava riprendendo.
“Oh mio Dio” fece Licia. Non poteva crederci era
lui. L'uomo
misterioso che aveva sognato da bambina. Aveva più o meno 6
anni allora e la sua sveglia che proiettava l'ora sul soffitto diceva
che erano le 3:02 di notte. Aveva sentito una leggera brezza e poi
quel rumore che le era rimasto scolpito nella mente per così
tanti anni. E la cabina blu. Abitando in Italia non ne aveva mai
viste, ma aveva fatto delle ricerche su internet, quando
papà
non la vedeva e lasciava il pc acceso e connesso, scoprendo che erano
usate in Inghilterra anni addietro. Dalla cabina blu era uscito un
uomo con una giacca, una camicia bianca, un farfallino rosso e delle
bretelle. L'uomo, dopo essere rimasto spaesato per un attimo, una
volta accortosi di Licia l'aveva salutata con un sorriso, le aveva
chiesto se per caso avesse visto il suo cacciavite sonico e, quando
lei gli aveva detto che suo padre non aveva cacciaviti della Sony,
lui le aveva detto di dormire che era solo un sogno e lei aveva
ubbidito. Ed ora eccolo lì, l'uomo della Sony,
così lo
aveva chiamato Licia, che la guardava e le sorrideva di nuovo come
tredici anni prima.
Licia sorrise e stava per toccarlo e vedere se stava sognando di
nuovo quando si rese conto che lui l'aveva adagiata sul letto mentre
era svenuta e che...era ancora in accappatoio! Si fece rossa in viso
quindi gli chiese di uscire un attimo e NON sparire
(sottolineò
quel punto) mentre lei si vestiva.
Prese biancheria, un paio di pantaloni e una maglietta a caso se li
infilò e uscì dalla sua camera di corsa.
Lui era ancora lì, che l'aspettava.
Si guardarono poi lui disse: “Ciao Licia. Alla fine ci si
rivede.
Direi che sei cresciuta parecchio anche se ho notato che i tuoi gusti
non sono cambiati: i tuoi animali preferiti sono sempre i
cavalli”.
Licia lo studiò un attimo in silenzio poi disse:
“Come sai
il mio nome?” e poi subito dopo: “Certo, la foto
sulla mensola!
C'è scritto: per Licia dalla tua migliore amica
Sarah”.
Lui sorrise di nuovo: “Perspicace”.
“Io però non so chi sei tu”.
“Licia, io sono il Dottore” disse aggiustandosi il
cravattino e
tendendole la mano.
“Dottore chi?” chiese lei sempre più
confusa.
“Solo....Dottore...” rispose lui evasivo.
“Perchè tredici anni fa mi hai detto che era solo
un sogno?
Era una bugia...”.
“Prima regola: il Dottore mente. Però lo fa a fin
di bene,
dissi così perchè non volevo spaventarti. E
comunque,
per evitare equivoci, non sono mezzo uomo e mezza donna:
semplicemente non sono umano”.
“Ah no?”-disse Licia inarcando il sopracciglio
sinistro-“Due
gambe, due piedi, due braccia, due mani, cinque dita per mano, tre
falangi per dito e due al pollice, una testa...”.
“...due cuori” la interruppe lui.
“Sì certo, e io sono Agatha Christi”
ironizzò
Licia.
“No, non le somigli per niente” rispose lui serio.
Calò un silenzio imbarazzante e per qualche istante
l'atmosfera divenne pesante.
Fu Licia a spezzare il silenzio: “Non ti credo. Se non sei
umano
cosa sei?”
Il dottore le fece segno di avvicinarsi e disse: “Appoggia la
mano
sul mio petto. Io non sono umano, sono un Signore del Tempo, sono
l'ultimo Signore del Tempo”.
Lei si avvicinò e lo tocco: esiste davvero,
pensò.
Poi fece come le aveva detto. Posò la mano destra sul petto
di
lui dove pensava ci fosse il cuore e scoprì che qualcosa
c'era
ma era leggermente più in alto a sinistra. Poi
spostò
la mano verso destra e di nuovo sentì il battito di un cuore
leggermente più in basso a destra questa volta.
“Ok, ti credo” sentenziò Licia
incredula. Un sorrisetto
compiaciuto solcò il volte del Dottore. Poi lei
continuò:
“Perchè sei qui? Voglio dire: perchè
sei tornato dopo
tutti questi anni? Cosa vuoi da me?”.
“Non lo so è il TARDIS che mi ha portato qui di
nuovo”.
“Il che?”
“Time And Relative Dimension In Space ossia tempo e relativa
dimensione nello spazio. È la mia macchina che viaggia nel
tempo e nello spazio, la cabina blu posteggiata nel tuo
bagno”.
“Nel tempo e nello spazio? Significa che è una
macchina del
tempo?”.
“Beh, un Signore del Tempo deve avere una Macchina del Tempo
non
credi?”.
“Suppongo di sì... E adesso che sei qui? Cosa
farai? Te ne
andrai di nuovo?”.
“Beh, a dire il vero oggi ho già salvato due
pianeti, creato un paradosso, perso un altro Ood e ora
ho fame quindi...hai dei bastoncini di pesce e della crema
pasticcera?”.
“I bastoncini di pesce li ho, la crema dovrei
farla...” disse lei
meditabonda.
“...fantastico! Crema fatta in casa non c'è niente
di
meglio!”.