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Autore: Tifawow    26/07/2007    4 recensioni
Quella notte sarebbero morti.
Ormai ne era certa.
Ma sarebbe stato con onore.
E non sarebbe stata sola.
Loro quattro sarebbero stati una cosa sola in quel momento…si sarebbero battuti fino alla fine, non si sarebbero piegati alle forze del male e alla fine anche se solo con il loro sangue avrebbero certamente vendicato i loro amici che non c’erano più.
*un esperimento per tentare di ampliare i miei orizzonti...parla di personaggi che sono morti prima della nascita di Harry Potter*
Genere: Dark, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amelia Bones, Dorcas Meadowes, Fabian Prewett, Gideon Prewett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Non poteva nemmeno respirare, non voleva far capire dove fosse

Non poteva nemmeno respirare, non voleva far capire dove fosse.

La notte era ormai scesa su di loro, avvolgendoli tra le pieghe del suo manto silente e spettrale, tenendoli stretti in quella morsa rassicurante ma allo stesso tempo tremendamente inquietante.

Poche ore prima aveva piovuto ed ora una leggera e rada nebbia si alzava dal Tamigi, come a voler essere di conforto e d’aiuto a quelle figure che senza poter nemmeno dire una parola si nascondevano nel buio.

E lei, in quel vicolo, si sentiva spaventata più che mai, ogni secondo passava a ritmo del suo cuore che pareva così lento da lasciarle impressa come un marchio a fuoco la sensazione della morte.

Stringeva convulsamente la bacchetta, ben sapendo che avrebbe potuto contare solo si quella, perfettamente consapevole che la sua vita e la sua morte dipendevano dalla velocità con la quale l’avrebbe usata, così come la vita e la morte dei compagni che come lei si stavano nascondendo nella nebbia.

Erano loro quattro, i soliti quattro avrebbero detto gli amici, in piedi, avvolti nei rispettivi mantelli, timorosi persino di sbattere le palpebre per paura di attirare l’attenzione di chi li stava cercando.

I mangiamorte erano là fuori e attendevano solo di prenderli.

Un’altra missione…l’ennesima, pericolosa nottata che avrebbero passato in giro per la città…le solite faccende dell’Ordine della Fenice, la solita ronda che si sarebbe risolta come sempre in tanta paura, forse qualche combattimento, ma niente di più.

Niente di diverso dal solito.

Tutto come sempre.

Eppure lei aveva più paura del solito.

Nemmeno la silenziosa presenza dei suoi compagni riusciva a calmarla, neanche se fino a quel momento non aveva fatto altro che ripetersi che sarebbe andato tutto bene, che entro un paio d’ore sarebbe tornata a casa da suo figlio e la paura sarebbe stata messa in un cassetto fino al giorno successivo.

Non poteva nemmeno parlare, aveva paura che loro la sentissero.

E se l’avessero sentita sarebbe stata la fine per tutti loro, così come lo era stato per gli altri.

Marlene McKinnon era morta qualche giorno prima…la dolce e cara Marlene, che con il suo sorriso riusciva sempre a darle forza anche in quei momenti disperati. Marlene, madre perfetta per i suoi figli e moglie devota. Marlene, che per dare alla sua famiglia un mondo migliore in cui vivere aveva tirato fuori gli artigli e si era buttata in quella guerra senza un senso. Marlene, fatta a pezzi assieme alla sua famiglia. Marlene che non le avrebbe sorriso mai più.

Benjy…anche lui se ne era andato, anche lui aveva lasciato la sua scia di sangue prima di sparire per sempre, prima di lasciarli soli sopraffatto dalle forze del male che fino a qualche settimana prima aveva affrontato con quel suo solito sorriso spavaldo sulle labbra.

A chi altro sarebbe toccato ora?

A loro, sicuramente.

Li stavano braccando, li stavano cercando, li avrebbero trovati.

Sarebbero morti come tutti gli altri, sarebbero stati torturati e infine uccisi nel peggiore dei modi.

Non poteva nemmeno sperare, aveva paura di infrangere la speranza.

Chissà come stava Elphias?

Il suo migliore amico, il ragazzino con il quale era cresciuta per tutti quegli anni…per sicurezza li avevano separati, mandandoli lontani…molti dei mangiamorte erano stati studenti con loro e tutti sapevano del forte rapporto che li legava; da mesi ormai non aveva più sue notizie.

Se non c’era lui su chi contava?

Si sentiva sola.

E la solitudine amplifica la paura.

-Dorcas…-

Un sussurro, appena accentato come un alito di vento la fece voltare.

Gideon era lì vicino a lei, guardandola come era solito fare, cercando di sorriderle nonostante tutto, cercando di rassicurarla per quanto gli era possibile.

Anche lui aveva paura ma non gliel’avrebbe mai fatto capire.

Anche lui tremava nella nebbia ma per amor suo non avrebbe esitato.

Anche lui pensava al loro bambino, ma per proteggerlo non l’avrebbe nominato.

E lei capì di non essere sola.

Dorcas gli sorrise, ancora senza dir niente, allungando semplicemente la mano libera nella di lui direzione, porgendogliela esitante.

Avrebbero affrontato tutto insieme, anche quella notte che pareva non voler finire mai, anche la morte se fosse stato necessario.

Senza aggiungere altro il ragazzo la prese con la propria, stringendola con decisione…l’avrebbe protetta anche a costo della vita, non avrebbe permesso a nessuno di farle del male, non avrebbe permesso a nessuna mano di colpirla nella notte.

Entrambi sapevano che quella notte le loro mani non si sarebbero divise.

La loro silenziosa promessa.

-hai paura?- domandò ancora Gideon in un sussurro.

-si…- rispose lei nel vento.

-non devi…ci sono io…-.

Non poteva nemmeno guardarlo, aveva paura di vederlo svanire.

Era appena consapevole della presenza di Fabian e Amelia dietro di loro, sicuramente spaventati almeno quanto lei, sicuramente persi nei propri pensieri.

Quella nebbia era strana, rendeva la paura una presenza fisica.

Ma adesso non aveva più timore.

La presenza di Gideon al suo fianco valeva più di mille parole, valeva più di mille azioni.

Non erano diversi da coloro che erano morti, non erano diversi da coloro che stavano ancora combattendo…gli stessi valori, gli stessi sogni, le stesse paure…aveva scelto di entrare nell’Ordine perché credeva di poter aiutare, perché pensava di poter dare il suo contributo per rendere le loro vite con uno scopo, degne di essere vissute.

Quella notte sarebbero morti.

Ormai ne era certa.

Ma sarebbe stato con onore.

E non sarebbe stata sola.

Loro quattro sarebbero stati una cosa sola in quel momento…si sarebbero battuti fino alla fine, non si sarebbero piegati alle forze del male e alla fine anche se solo con il loro sangue avrebbero certamente vendicato i loro amici che non c’erano più.

Dei passi in fondo al vicolo.

Toc. Toc. Toc.

Molti passi in fondo al vicolo.

Stanno arrivando.

Erano tanti, erano armati quanto loro ed erano agguerriti.

Li avevano cercati tutta la notte e adesso li avevano trovati.

Si erano stufati di giocare la gatto e al topo e adesso veniva a prendere le loro prede.

-arrivano…- il sussurro spaventato di Amelia quasi le mise le lacrime agli occhi.

La dolce e sensibile Amelia che combatteva in memoria di Edgar, suo fratello…lei ancora non sapeva che in quella notte sarebbe stata l’unica a uscirne viva.

-è stato bello…combattere con voi…- adesso era Fabian a mettere a dura prova i suoi nervi…lui che era lì per stare accanto a suo fratello.

Tuttavia era vero…da un certo punto di vista era stato bellissimo.

-ti amo…- adesso stava davvero piangendo. Strinse ancora più forte la mano di Gideon mentre esitanti muovevano un passo nelle nebbie.

-ti amo anche io Dorcas…- un altro passo verso di loro.

Sentivano le loro voci, sentivano il loro odio.

Ma ci si sarebbero scaraventati contro assieme.

Non voleva nemmeno scappare.

Ma adesso non aveva più paura.

FINE

La vita è una strada al buio,
lo scopo è di vedere la luce,
il mezzo sono le nostre azioni,
la guida....le nostre sensazioni.
(Finuccia Micalizzi)

   
 
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