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Autore: GasPanic    06/01/2013    4 recensioni
Maggie è una diciassettenne piena di quei problemi tipici della sua età, e per di più deve affrontare anche la dura realtà del trasferimento, non solo in una nuova città, ma addirittura in una nuova nazione: l'Inghilterra. Capitata a Manchester, nel quartiere di Burnage, Maggie incontrerà e imparerà a conoscere i fratelli Gallagher, in un contesto che si colloca prima degli Oasis.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sgranai gli occhi, con il suono martellante della sveglia nelle orecchie. Fissai il soffitto con gli occhi impastati per il sonno, che andavano a soffermarsi su ogni singola stellina fosforescente che vi era attaccata, pur conoscendone a memoria il numero e la bizzarra disposizione. Chiusi gli occhi ancora per qualche minuto, assaporando ogni singolo istante in cui le lenzuola e le coperte del mio letto avvolgevano il mio corpo in un abbraccio dal quale era impossibile sciogliersi. Rivissi gli istanti più significativi del sogno da cui ero appena bruscamente uscita, ma ancora una volta il filo dei miei pensieri fu interrotto dal fastidioso allarme della sveglia. Imprecai sottovoce, tastando con la mano sinistra per trovare quel maledetto aggeggio casinista nel caos del mio comodino. Silenzio.
Un' occhiata rapida ai lampeggianti numeri rossi della sveglia: le sette e mezza.
“Cazzo!” balzai in piedi, i capelli in uno stato penoso. Corsi a lavarmi i denti, infilai la divisa e in un batter di ciglia mi ritrovai a correre a perdifiato verso la fermata dell'autobus. Se c'è una cosa che detesto in questo mondo, quella è arrivare in ritardo. Ero così intenta a correre verso la mia destinazione che non mi accorsi di due cose. La prima, avevo una scarpa slacciata. La seconda, ancora peggiore, era che Noel Gallagher stava guardando fuori dalla finestra proprio mentre passavo lì davanti. E ti pareva che il karma non mi giocasse un colpo basso. Dopotutto, ero ancora la sfigata della scuola. Dunque, in un attimo mi ritrovai faccia a terra, caduta rovinosamente proprio davanti a casa di Liam. Sentii un dolore bruciante al ginocchio, e a fatica mi misi a sedere.
“Ehi, tutto bene?” Noel corse fuori, con uno sguardo preoccupato dipinto sul viso. Sentii le mie guance prendere fuoco, di male in peggio! “S-sì, credo di sì” balbettai timidamente, mentre lui mi tendeva la mano e mi aiutava a rialzarmi. Di sfuggita notai che il mio ginocchio sinistro sanguinava copiosamente, cosa che in qualsiasi altro momento mi avrebbe fatto impazzire, ma ora no. Non ora che ero persa in quegli occhi e in quel sorriso. “Maggie, giusto?”
“Sì... Ciao Noel” mormorai. Mi sentivo così dannatamente stupida. Che mi prendeva? Non era da me sentirmi così in imbarazzo. “Tutto ok? Correvi come una matta”
“Già, ma ormai credo di aver perso l'autobus.” risposi scrollando le spalle. In realtà mi ero rassegnata fin da principio. Insomma, per me era meglio restarsene a casa piuttosto che andare in un posto dove una buona parte delle persone mi detestava.
“E tu che ci fai già in piedi?” azzardai, notando che era vestito di tutto punto, con jeans, maglione e scarpe da tennis. “Sono rimasto sveglio tutta la notte” rispose grattandosi la nuca.
“A fare cosa?” chiesi inarcando un sopracciglio.
“Stavo scrivendo il testo di una canzone” disse lui, serio.
“Ah, fico. E di cosa parla?” Non potevo fare a meno di sommergerlo di domande inopportune. Trovavo quel ragazzo estremamente affascinante, sia per il suo passatempo di musicista (o era un lavoro?), e forse anche per il fatto che in qualche modo, seppur diversissimo, mi ricordava Liam.
“Beh, parla...Credo parli di Manchester.” aggrottò la fronte pensieroso. “Sono appena tornato e già me ne voglio riandare. Sai...ero negli States”, disse fieramente. “A fare il roadie. Per gli Inspiral Carpets”, aggiunse notando la mia espressione perplessa.
“Ma dai? Bello! Mi piacerebbe lavorare nel mondo della musica”, e in realtà non era proprio una falsità. Noel si portò una mano alla bocca per coprire uno sbadiglio, e in quel momento pensai che forse stavo diventando inopportuna.
“Beh, io vado, ti lascio riposare. A presto!” annunciai, girando sui tacchi. Mi stavo già avviando, zoppicante, verso casa mia, quando mi sentii afferrare a un polso e mi bloccai di colpo, rossa in viso, senza voltarmi.
“E' stato un piacere parlare con te.” mi sussurrò all'orecchio. Dovetti metterci tutta la mia buona volontà per rimanere immobile e sussurrare a mia volta un patetico “Anche per me”.
Noel lasciò la presa, e io mi incamminai velocemente. Uno sguardo fugace quando mi trovai a qualche metro di distanza. Mi sorrise, salutandomi con la mano, e io ricambiai, mentre il mio cuore faceva un salto nel mio petto. E pensai che dopotutto non era così stronzo come Liam voleva farmi credere.

“Mangia qualcosa. Si può sapere cos'hai? Sei più musona del solito oggi” mi canzonò mio padre a pranzo, mentre fissavo con aria assente i bocconcini di pollo fritto. “Questo non aiuta” gli risposi con un ghigno stampato in faccia. “E poi non sono musona!”
“Certo”, rispose lui sarcastico. “Hai programmi per stasera?”
“mmmh, no. Perché?”
“Così per curiosità” disse lui mentre addentava un enorme pezzo di pollo. “Devo tornare al lavoro tra mezz'ora, meglio che mi sbrighi.” Si alzò, strisciando rumorosamente la sedia. Mi alzai anch'io, che avevo finito, e cominciai a impilare i piatti sporchi. E passando davanti alla finestra, lo vidi. Liam se ne stava lì davanti a casa mia, con le mani ficcate in tasca, probabilmente a calciare qualche sassolino in attesa che mio padre se ne andasse. Un pensiero mi balenò in mente: la porta sul retro. Senza neanche curarmi dello stato pietoso dei miei capelli, mi precipitai fuori, appena in tempo per far allontanare Liam dalla porta principale. Non volevo che mio padre pensasse male: sapeva com'erano i ragazzi di Burnage, e tendeva a preoccuparsi parecchio.
“Cosa ci fai qui?” gli sussurrai appena mi fu di fronte.
“Nulla, volevo passare un po' di tempo con te” mi rispose fingendo noncuranza.
“Vieni” gli dissi trascinandolo verso la porta sul retro, “papà dovrebbe essere uscito”.
“Non vuoi che mi veda?” chiese serio.
“Non è questo... Non sai com'è mio padre. Impazzirebbe sapendoti qui” dissi, mentre continuavo a sbarazzare la tavola.
Per tutta risposta Liam si buttò sul divano. “Come mai non sei al lavoro?” continuai.
“Me la sono svignata.” rispose ridendo. “Quel fottuto stronzo di mio padre, lui sì che impazzirà” disse con un ghigno ben dipinto in faccia.
“Liam!” lo rimproverai. “Andiamo, non puoi comportarti così, pensa a Peggy” dissi cercando di trattenere una risata.
“Io faccio quello che voglio. Mamma l'ha capito... credo” calò il silenzio per qualche secondo.
“Il fatto è che.. Maggie, preferisco rimanere qui con te piuttosto che andare al lavoro. Lì è una fottuta noia. Insomma, solo quel deficiente di Paul si divertirebbe a scavare buchi!”
Scoppiai a ridere fragorosamente. In effetti aveva ragione, non doveva essere un gran divertimento.
“Mi interessa solo la musica... E' quello che voglio fare” continuò, questa volta serio.
“Vuoi seguire le orme di Noel?”
“E fare il roadie? Non se ne parla. Io diventerò una fottuta star, piccola” disse, con un leggero sorriso 'alla Gallagher' stampato sul viso. Io scoppiai a ridere, nuovamente.
“Beh, ti auguro di riuscirci, rockstar! Ma per adesso, rimani un diciassettenne nella vecchia Manchester”.
“Già” fece lui, scrollando le spalle. “Ma ci riuscirò, te lo prometto” disse avvolgendomi in un abbraccio da dietro.
“Vedremo” dissi sorridendo. Sorridevo, ma mi sentivo in colpa. Perché provavo dei sentimenti forti per Liam, ma al contempo provavo qualcosa anche per Noel. In quel momento ebbi una certezza: non sarei più stata sola come lo ero un tempo. Ed era tutto dovuto ai Gallagher.

Salve. Ho scritto questo capitolo in fretta, e non mi piace per niente. Ma domani tornerò a scuola e spero di poter continuare a scrivere comunque! Vabbé, tutte chiacchiere. Finalmente abbiamo sviluppi anche per quanto riguarde Noel! E questo è l'importante. Recensite se vi va! Cheers :)
P.S: la canzone di cui parla Noel è Going Nowhere

  
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