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Autore: Scott    06/01/2013    1 recensioni
Cosa succederebbe se i One Direction venissero a trovare una loro fan e fossero i suoi vicini per una settimana? Beh, entrate e lo scoprirete!
NO LOVE STORIES INSIDE! Solo i ragazzi, con la loro fama, i manager e anche Paul [:')] nelle mani di una ragazza che, districandosi fra scuola, amici e impagni quotidiani, li porterà alla scoperta di com'è la normale vita di una directioner.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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One Direction prendi e porta a casa.


Erano le nove di lunedì mattina e i One Direction, con il loro arrivo, mi avevano salvato anche da una terribile giornata di scuola: interrogazione di greco, latino, fisica e matematica. Poveri compagni miei…ma d’altronde loro odiavano il gruppo e quindi ben gli stava.
I ragazzi non ci avrebbero raggiunto insieme, per non destare sospetti, e, poiché i primi due degli inglesi insieme a Paul (come poteva mancare?) sarebbero arrivati alle dieci, per quel giorno i miei mi fecero restare a casa. Avevo solo un’ora per prepararmi. Bene, non erano ancora arrivati che già ero in panico: come mi sarei vestita?
‘Calma’ pensai, ‘Calmati, respira, i vestiti li hai perciò pensa bene a cosa metterti’, mi ripetevo mentre spulciavo nel mio armadio.
Immediatamente mi era venuta una voglia compulsiva di shopping.
E io odiavo lo shopping.
Sfortunatamente mancavano ormai solo una cinquantina di minuti e quindi optai per dei semplici jeans, una maglietta a righe (ogni riferimento a cose o persone NON è puramente casuale) e un camicia, sempre in denim, lasciata aperta. Purtroppo ci misi così tanto per decidermi, che feci in tempo solo a lavarmi e a truccarmi il minimo indispensabile, senza fare colazione.
Perché tanto per me mangiare non era importante.
Era fondamentale! Così, mettendo un po’ di blush di qua e infilando i pantaloni di là, arrivarono le 10.00 e con loro Niall, Zayn e l’immancabile Paul.
Dire che ero eccitata era dir poco, davvero molto poco.
Appena la loro macchina entrò nel cancello, iniziai a sentire come una fitta allo stomaco: volevo svenire, o urlagli che loro erano i miei idoli, o fare entrambe le cose, ma mi uscirono solo degli striduli gridolini.
Mia madre uscì di casa andandogli incontro e io non potei fare a meno di seguirla. Mio padre era comunque dovuto andare al lavoro e li avrebbe incontrati solo la sera, come d’altronde mio fratello, che aveva preferito andare a scuola dai suoi amici, piuttosto che passare la giornata con ‘’quelli là’’.
Così ora mi ritrovavo mia madre, una directioner accanita pure lei, d’altronde i geni non sono un’opinione, che stava stringendo la mano, presentandosi, a quei tre, cosa che avrei dovuto fare anch’io. Così mi avvicinai a loro con un sorriso da ebete in faccia, ma invece che avere un atteggiamento maturo e distaccato (beh, relativamente distaccato), gli saltai addosso e poco ci mancava che spettinassi il ciuffo di Zayn. Vidi con la coda dell’occhio che per un attimo mi guardò in cagnesco, poi tornò ad avere lo sguardo da ‘ma questa che cazzo sta facendo?!’ come Niall e Paul. Quando mi staccai, mi ripresi un po’ e, stringendo la mano a ognuno di loro, mi presentai.
–Ciao, Alice- dissi con gli occhi che brillavano per l’emozione.
-Piacere di conoscerti- rispose Niall. Quanto poteva essere dolce quel ragazzo? Per ciò che riguardava gli altri due, invece, sembrava che iniziassero a prendermi come una persona normale, per fortuna… Mia madre iniziò a parlar loro, dicendo cose del tipo ‘Benvenuti’, ‘Fate come se foste a casa vostra’, ma dopo un paio di secondi smisi di ascoltarla e mi trovai a fantasticare sulle tre persone che avevo di fronte, su due in particolare diciamo, senza niente togliere al bodyguard.
Per un momento mi persi negli occhi di Niall, ma fui interrotta da Paul che mi schioccò le dita davanti agli occhi, facendomi sobbalzare leggermente. Zayn che lo notò, gli chiese che cosa mi fosse successo, ma quest’ultimo mi coprì rispondendo con un – niente, niente…-.
Il kebabbaro così si zittì, ma ciò non tolse che riprese a guardarmi di nuovo come se fossi una pazza, forse anche peggio.
-Quindi ora seguitemi che vi mostro la casa- concluse il suo discorso mia madre, facendosi spazio nel muro che i ragazzi e la loro guardia del corpo formavano. Noi quattro la seguimmo e iniziammo a conoscerci, per modo di dire, eh!

Così sei una directioner, mh?- mi chiese Zayn. –Certo, come potrei non esserlo?- diedi la mia risposta agitando le mie braccia come se fosse la cosa più scontata al mondo, che poi era vero. Non potevo ancora crederci: una persona normalissima come me, stava intraprendendo una sorta di conversazione con i suoi idoli. Persa nei miei vaneggiamenti, mi accorsi che i tre, constatando nuovamente quanto fossi ebete, mi stavano fissando e che camuffarono una risata facendo finta di tossire.
‘Ma saranno fighi loro, uno che mangia a sproposito e l’altro con un ego più grande di sé stesso’ pensai, ma in fondo, diciamocelo, è proprio questo che li rende così adorabili. Paul era l’unico sano di mente, e ancora gli dovevo di avermi salvato da una irrimediabile gaffe.
Ovviamente era troppo strano che tutto filasse relativamente liscio, così la dea bendata decise allegramente di mettermi i bastoni tra le ruote anzi, i sassi, perché non stavamo camminando nemmeno da trenta secondi che scivolai sulla ghiaia di cui era composto il viottolo per arrivare alla porta di casa. Perlomeno eravamo in discesa, quindi ero anche giustificata, ma ciò non impedì a me di cadere e ai ragazzi di ridere, senza nemmeno aiutarmi a rimettermi in piedi. Quando finalmente mi rialzai, con le mani tutte sbucciate, mi sentii anche di chiedere scusa per averli fatti fermare! Infine,ciliegina sulla torta, una volta che avevamo ripreso a camminare, Paul mi sussurrò complice, ma pur sempre ridendo, all’orecchio –Stavolta non potevo salvarti, mi dispiace-. Non riuscii nemmeno a guardarlo in cagnesco per aver riso di me, né lui, né tantomeno Niall e Zayn che se la stavano ancora ridendo. ‘Speriamo che abituandomi alla loro presenza riesca a rispondergli come meritano’ riflettei mentre continuavamo a camminare.

Finalmente arrivammo alla porta e, mentre mia madre dava sfoggio della sua parlantina, la cattiva sorte si avventò su di lei, facendomi così restare incolume per almeno qualche minuto.
Ricordate cosa vi dicevo a proposito dei geni? Eccovi un’altra dimostrazione, stavolta pratica.
Infatti camminando all’indietro, così da poter vedere i suoi interlocutori in faccia, mia madre andò a sbattere contro un muro: la botta fu leggera ma fece comunque la sua figura, con un –Ops- seguito da una risatina nervosa.
‘Benvenuta nel club, mamma!’, pensai, ma comunque mi sarebbe dispiaciuto che i due inglesi e l’irlandese si sarebbero messi a ridere di lei, anche se avrebbero cercato di nasconderlo e lei sicuramente ci avrebbe riso su. Con mia grande sorpresa questi non dissero nulla anzi, Paul le chiese –Tutto bene? Si è fatta male?- e sembrava sinceramente preoccupato.
-No, no, tutto a posto e, per favore, dammi anzi, datemi del ‘tu’!- rispose lei per poi continuare ad illustrare l’appartamento.
Mostrò così loro il salotto, la cucina, aggiungendo che, almeno per cena, sarebbero potuti venire da noi e che sicuramente quella sera sarebbero stati nostri ospiti.
Aprì poi le porte dei bagni e delle camere da letto.
–Sfortunatamente abbiamo solo due letti matrimoniali e un divano letto, sempre per due persone, quindi dovrete dormire in coppie…-
‘Che il fangirling abbia inizio!’ pensai tutta contenta, mentre Zayn esordiva ad alta voce alzando tutto il braccio come fosse alle elementari.
–Io dormo con Liam!-. Stavolta fui io a ridere di loro, perché la faccia di quello col ciuffo era troppo comica!
Zayn con la mano alzata stava strisciando i piedi in modo da girarsi a intermittenza per poter scovare l’approvazione nei visi dei suoi accompagnatori, ma questi si guardarono e fecero di no con la testa –Tu con Liam non ci dormi, piuttosto dormi per terra!- gli urlò Niall, che continuò –Tu non ti svegli nemmeno con una bomba, mentre Liam lo puoi svegliare a qualsiasi ora e non se la prenderà mai per aver interrotto il suo sonno…- e a questa affermazione non potei non immaginarmi il biondo che svegliava Payne per fare… beh, sorvoliamo.
Quando tornai sul pianeta Terra, vidi Malik che stava saltando come un bambino di cinque anni pregando con gli occhi da cucciolo i due di lasciarlo dormire con Liam. –Vi preeegooo! Vi supplicooo! Farò il bravooo!- piagnucolava.
Ma, solo io vedevo tutti questi doppi sensi nei loro discorsi?
-Mi sveglierò la mattina, ve lo prometto!- continuava. -Solo la mattina Malik, eh?- mi scappò, ma per fortuna nessuno mi sentì, tranne Niall che mi rivolse un’ espressione del tipo ‘Ma per favore! E’ ovvio che Liam è mio!’, ‘Certo Niall, mi pare ovvio!’ pensai alzando le mani, come fossi colpevole.
Insomma, alla fine, dopo lunghe peripezie, Paul dovette mettere fine ai lamenti di uno e alle rimbeccate dell’altro, decidendo così la distribuzione dei letti. –Zayn, sarai accontentato, dormirai con Liam e tu Niall puoi dormire con me, visto che nell’altro letto ci sarà Harry che sappiamo non essere proprio un campione di velocità nell’alzarsi la mattina…- e detto ciò con autorità, guardò i ragazzi che annuirono concordi. –Bene, ehm…- cercò di riprendere il controllo della situazione mia madre –che ne dite se vi do, cioè vi diamo- disse indicandomi con un cenno del capo -una mano a scaricare i bagagli?-
-Grazie, ma…- iniziò il biondo -potremmo avere qualcosa da mangiare prima? Sa non abbiamo fatto merenda e avremmo fame…-. Sbaglio, o Niall era un po’ imbarazzato?
Mia madre lo guardò in cagnesco, perciò lui cercò di salvarsi –Cioè, se non ritiene opportuna una merenda non fa niente…non si preoccupi…- -No, non è per questo che ti guardo così!- lo interruppe mia madre ridendo –Per me, potreste mangiare quanto volete! Cucinerei tutto il tempo ma cosa ti avevo detto a proposito del ‘tu’?- e lì tutti, che eravamo rimasti sconcertati dal comportamento di mia madre, capimmo che la sua era solo una finta arrabbiatura e così Horan sorrise correggendosi –‘sai’- accompagnando peraltro il tutto con un gesto teatrale.
Quanto potevano essere megalomani?
–Così va meglio!- annuì mia madre, scompigliando i biondi capelli del ragazzo con una mano, per poi andare avanti e uscire da quella che sarebbe stata la loro casa per una settimana. Inutile dire che si guardarono come per dire ‘ma con chi cavolo siamo finiti?’.
Andando all’ingresso di casa mia, i tre non fecero altro che riempire mamma di complimenti su quanto fosse bella la struttura, il giardino e altre cose che il bon ton richiedeva, così me ne stetti zitta ascoltando semplicemente le loro magnifiche voci.
Entrati in casa, Niall si fiondò a sedersi su una delle sedie intorno al tavolo che, aveva capito da solo, forse per la familiarità che aveva con il luogo, si trovava in cucina.
–Cosa vi va, ragazzi?-
-Ehm, mamma? Ti ricordi che per caso qui c’è anche tua figlia, digiuna da ieri a cena?- la interruppi, anche un po’ seccata.
-Oh sì certo tesoro, cosa vuoi?- ‘Stai davvero facendo finta di niente? Devono piacerti proprio i ragazzi allora!’, pensai, ma non me la presi più di tanto e accettai volentieri di scegliere la mia colazione.
Purtroppo la mia libertà non era completa: c’era un biondo in agguato per aggiudicarsi i cibi migliori.
‘Ma a chi la do a bere? Io mangerei anche i sassi se lo facesse uno di loro!’, mentre Niall chiedeva dei pancakes con succo d’acero, che avevamo preso proprio in previsione dei loro gusti, e zucchero a volontà.
–Ma è da diabete!- Gli urlai, mentre lui, ma anche Zayn e Paul, si apprestava a dare il primo morso.
–Ehi, i nostri metabolismi sono i migliori su questo pianeta!- rispose calorosamente Paul mentre trangugiava con foga ormai quel poco che era rimasto del suo dolce.
–Mh!- annuì a bocca piena Malik –Basta vedere i nostri fisici perfetti!-.
‘Questa me l’aspettavo Zayn, sei sempre il solito, ma come darti torto?’ mi ritrovai a pensare. Mi sentivo come se li conoscessi da sempre, ma, insomma, era proprio così.
I ragazzi hanno sempre reso partecipi le fan della loro vita e questa è una delle cose che loro, e ovviamente anch’io, amano di più.
–Oooh!- mi fece il kebabbaro più figo del mondo, sventolandomi una mano davanti alla faccia, dato che mi ero incantata, persa nei miei pensieri non propriamente casti su di loro.
–Lo so che ho ragione- continuò questo –ma puoi anche evitare di darlo così a vedere!- finì la frase sorridendo sornione, seguito a ruota dagli altri due e anche da mia madre.
Ignorandoli, mi alzai e presi la mia amata Nutella e, sventolandogliela in faccia, esordii – Questa, è molto meglio di quell’ammasso di zucchero!- iniziando a spalmarla abbondantemente sul mio pancake. Intenta nel insaporire bene il mio pasto, nemmeno mi resi conto di quando Niall disse:–Ehi, i ragazzi sono arrivati!-, così non ebbi nessun tipo di reazione isterica. Finché non li vidi scendere dalla macchina.
‘Speriamo che con loro vada meglio che con gli altri tre’ riflettei ‘sennò sarà un disastro!’ iniziando a sentire l’euforia che s’impossessava di me.

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Hola chicaaaas!

Innanzitutto ringrazio Martina per aver betato la storia e per tutte le correzioni che farà in futuro: senza di te le mie idee erano un gozzoviglio confuso(?), ti voglio bene Fagiolino:'3
Cooooomunque, ho postato subito il capitolo perché non vi ho visto molto partecipi e visto che inizialmente il prologo era unito al primo capitolo, eccolo qui!
Ancora il bello deve arrivare, però diciamo che la ff sarà tutta su questa linea…voglio rendere le nostre vite così come sono e metterci dentro i ragazzi semplicemente!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia invogliato a recensire, ne sarei felicissima!:’)

Baci,
Scott(a)

  
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