One
Direction prendi e porta a
casa.
Erano le nove di lunedì mattina e i One
Direction, con il loro arrivo, mi avevano salvato anche da una
terribile
giornata di scuola: interrogazione di greco, latino, fisica e
matematica.
Poveri compagni miei…ma d’altronde loro odiavano
il gruppo e quindi ben gli
stava.
I ragazzi non ci avrebbero raggiunto insieme, per non destare sospetti,
e,
poiché i primi due degli inglesi insieme a Paul (come poteva
mancare?)
sarebbero arrivati alle dieci, per quel giorno i miei mi fecero restare
a casa.
Avevo solo un’ora per prepararmi. Bene, non erano ancora
arrivati che già ero
in panico: come mi sarei vestita?
‘Calma’ pensai, ‘Calmati, respira, i
vestiti li hai perciò pensa bene a cosa
metterti’, mi ripetevo mentre spulciavo nel mio armadio.
Immediatamente mi era venuta una voglia compulsiva di shopping.
E io odiavo lo shopping.
Sfortunatamente mancavano ormai solo una cinquantina di minuti e quindi
optai
per dei semplici jeans, una maglietta a righe (ogni riferimento a cose
o
persone NON è puramente casuale) e un camicia, sempre in
denim, lasciata
aperta. Purtroppo ci misi così tanto per decidermi, che feci
in tempo solo a
lavarmi e a truccarmi il minimo indispensabile, senza fare colazione.
Perché tanto per me mangiare non era importante.
Era fondamentale! Così, mettendo un po’ di blush
di qua e infilando i pantaloni
di là, arrivarono le 10.00 e con loro Niall, Zayn e
l’immancabile Paul.
Dire che ero eccitata era dir poco, davvero molto poco.
Appena la loro macchina entrò nel cancello, iniziai a
sentire come una fitta
allo stomaco: volevo svenire, o urlagli che loro erano i miei idoli, o
fare
entrambe le cose, ma mi uscirono solo degli striduli gridolini.
Mia madre uscì di casa andandogli incontro e io non potei
fare a meno di
seguirla. Mio padre era comunque dovuto andare al lavoro e li avrebbe
incontrati solo la sera, come d’altronde mio fratello, che
aveva preferito
andare a scuola dai suoi amici, piuttosto che passare la giornata con
‘’quelli
là’’.
Così ora mi ritrovavo mia madre, una directioner accanita
pure lei, d’altronde
i geni non sono un’opinione, che stava stringendo la mano,
presentandosi, a
quei tre, cosa che avrei dovuto fare anch’io. Così
mi avvicinai a loro con un
sorriso da ebete in faccia, ma invece che avere un atteggiamento maturo
e
distaccato (beh, relativamente distaccato), gli saltai addosso e poco
ci
mancava che spettinassi il ciuffo di Zayn. Vidi con la coda
dell’occhio che per
un attimo mi guardò in cagnesco, poi tornò ad
avere lo sguardo da ‘ma questa
che cazzo sta facendo?!’ come Niall e Paul. Quando mi
staccai, mi ripresi un
po’ e, stringendo la mano a ognuno di loro, mi presentai.
–Ciao, Alice- dissi con gli occhi che brillavano per
l’emozione.
-Piacere di conoscerti- rispose Niall. Quanto poteva essere dolce quel
ragazzo?
Per ciò che riguardava gli altri due, invece, sembrava che
iniziassero a
prendermi come una persona normale, per fortuna… Mia madre
iniziò a parlar
loro, dicendo cose del tipo ‘Benvenuti’,
‘Fate come se foste a casa vostra’, ma
dopo un paio di secondi smisi di ascoltarla e mi trovai a fantasticare
sulle
tre persone che avevo di fronte, su due in particolare diciamo, senza
niente
togliere al bodyguard.
Per un momento mi persi negli occhi di Niall, ma fui interrotta da Paul
che mi
schioccò le dita davanti agli occhi, facendomi sobbalzare
leggermente. Zayn che
lo notò, gli chiese che cosa mi fosse successo, ma
quest’ultimo mi coprì
rispondendo con un – niente, niente…-.
Il kebabbaro così si zittì, ma ciò non
tolse che riprese a guardarmi di nuovo
come se fossi una pazza, forse anche peggio.
-Quindi ora seguitemi che vi mostro la casa- concluse il suo discorso
mia
madre, facendosi spazio nel muro che i ragazzi e la loro guardia del
corpo
formavano. Noi quattro la seguimmo e iniziammo a conoscerci, per modo
di dire,
eh!
Così
sei una directioner, mh?- mi chiese
Zayn. –Certo, come potrei non esserlo?- diedi la mia risposta
agitando le mie
braccia come se fosse la cosa più scontata al mondo, che poi
era vero. Non
potevo ancora crederci: una persona normalissima come me, stava
intraprendendo
una sorta di conversazione con i suoi idoli. Persa nei miei
vaneggiamenti, mi
accorsi che i tre, constatando nuovamente quanto fossi ebete, mi
stavano
fissando e che camuffarono una risata facendo finta di tossire.
‘Ma saranno fighi loro, uno che mangia a sproposito e
l’altro con un ego più
grande di sé stesso’ pensai, ma in fondo,
diciamocelo, è proprio questo che li
rende così adorabili. Paul era l’unico sano di
mente, e ancora gli dovevo di
avermi salvato da una irrimediabile gaffe.
Ovviamente era troppo strano che tutto filasse relativamente liscio,
così la
dea bendata decise allegramente di mettermi i bastoni tra le ruote
anzi, i
sassi, perché non stavamo camminando nemmeno da trenta
secondi che scivolai
sulla ghiaia di cui era composto il viottolo per arrivare alla porta di
casa.
Perlomeno eravamo in discesa, quindi ero anche giustificata, ma
ciò non impedì
a me di cadere e ai ragazzi di ridere, senza nemmeno aiutarmi a
rimettermi in
piedi. Quando finalmente mi rialzai, con le mani tutte sbucciate, mi
sentii
anche di chiedere scusa per averli fatti fermare! Infine,ciliegina
sulla torta,
una volta che avevamo ripreso a camminare, Paul mi sussurrò
complice, ma pur
sempre ridendo, all’orecchio –Stavolta non potevo
salvarti, mi dispiace-. Non
riuscii nemmeno a guardarlo in cagnesco per aver riso di me,
né lui, né
tantomeno Niall e Zayn che se la stavano ancora ridendo.
‘Speriamo che
abituandomi alla loro presenza riesca a rispondergli come
meritano’ riflettei
mentre continuavamo a camminare.
Finalmente
arrivammo alla porta e, mentre
mia madre dava sfoggio della sua parlantina, la cattiva sorte si
avventò su di
lei, facendomi così restare incolume per almeno qualche
minuto.
Ricordate cosa vi dicevo a proposito dei geni? Eccovi
un’altra dimostrazione,
stavolta pratica.
Infatti camminando all’indietro, così da poter
vedere i suoi interlocutori in
faccia, mia madre andò a sbattere contro un muro: la botta
fu leggera ma fece
comunque la sua figura, con un –Ops- seguito da una risatina
nervosa.
‘Benvenuta nel club, mamma!’, pensai, ma comunque
mi sarebbe dispiaciuto che i
due inglesi e l’irlandese si sarebbero messi a ridere di lei,
anche se
avrebbero cercato di nasconderlo e lei sicuramente ci avrebbe riso su.
Con mia
grande sorpresa questi non dissero nulla anzi, Paul le chiese
–Tutto bene? Si è
fatta male?- e sembrava sinceramente
preoccupato.
-No, no, tutto a posto e, per favore, dammi anzi, datemi del
‘tu’!- rispose lei
per poi continuare ad illustrare l’appartamento.
Mostrò così loro il salotto, la cucina,
aggiungendo che, almeno per cena,
sarebbero potuti venire da noi e che sicuramente quella sera sarebbero
stati
nostri ospiti.
Aprì poi le porte dei bagni e delle camere da letto.
–Sfortunatamente abbiamo solo due letti
matrimoniali e un divano letto,
sempre per due persone, quindi dovrete dormire in coppie…-
‘Che il fangirling abbia inizio!’ pensai tutta
contenta, mentre Zayn esordiva
ad alta voce alzando tutto il braccio come fosse alle
elementari.
–Io dormo con Liam!-. Stavolta fui io a ridere di
loro, perché la faccia
di quello col ciuffo era troppo comica!
Zayn con la mano alzata stava strisciando i piedi in modo da girarsi a
intermittenza per poter scovare l’approvazione nei visi dei
suoi
accompagnatori, ma questi si guardarono e fecero di no con la testa
–Tu con
Liam non ci dormi, piuttosto dormi per terra!- gli urlò
Niall, che continuò –Tu
non ti svegli nemmeno con una bomba, mentre Liam lo puoi svegliare a
qualsiasi
ora e non se la prenderà mai per aver interrotto il suo
sonno…- e a questa
affermazione non potei non immaginarmi il biondo che svegliava Payne
per fare…
beh, sorvoliamo.
Quando tornai sul pianeta Terra, vidi Malik che stava saltando come un
bambino
di cinque anni pregando con gli occhi da cucciolo i due di lasciarlo
dormire
con Liam. –Vi preeegooo! Vi supplicooo! Farò il
bravooo!- piagnucolava.
Ma, solo io vedevo tutti questi doppi sensi nei loro discorsi?
-Mi sveglierò la mattina, ve lo prometto!- continuava. -Solo
la mattina Malik,
eh?- mi scappò, ma per fortuna nessuno mi sentì,
tranne Niall che mi rivolse
un’ espressione del tipo ‘Ma per favore!
E’ ovvio che Liam è mio!’,
‘Certo
Niall, mi pare ovvio!’ pensai alzando le mani, come fossi
colpevole.
Insomma, alla fine, dopo lunghe peripezie, Paul dovette
mettere fine ai
lamenti di uno e alle rimbeccate dell’altro, decidendo
così la distribuzione
dei letti. –Zayn, sarai accontentato, dormirai con Liam e tu
Niall puoi dormire
con me, visto che nell’altro letto ci sarà Harry
che sappiamo non essere
proprio un campione di velocità nell’alzarsi la
mattina…- e detto ciò con
autorità, guardò i ragazzi che annuirono
concordi. –Bene, ehm…- cercò di
riprendere il controllo della situazione mia madre –che ne
dite se vi do, cioè
vi diamo- disse indicandomi con un cenno del capo -una mano a scaricare
i
bagagli?-
-Grazie, ma…- iniziò il biondo -potremmo avere
qualcosa da mangiare prima? Sa
non abbiamo fatto merenda e avremmo fame…-. Sbaglio, o Niall
era un po’
imbarazzato?
Mia madre lo guardò in cagnesco, perciò lui
cercò di salvarsi –Cioè, se non
ritiene opportuna una merenda non fa niente…non si
preoccupi…- -No, non è per
questo che ti guardo così!- lo interruppe mia madre ridendo
–Per me, potreste
mangiare quanto volete! Cucinerei tutto il tempo ma cosa ti avevo detto
a
proposito del ‘tu’?- e lì tutti, che
eravamo rimasti sconcertati dal
comportamento di mia madre, capimmo che la sua era solo una finta
arrabbiatura
e così Horan sorrise correggendosi
–‘sai’- accompagnando peraltro il tutto
con
un gesto teatrale.
Quanto potevano essere megalomani?
–Così va meglio!- annuì mia madre,
scompigliando i biondi capelli del ragazzo
con una mano, per poi andare avanti e uscire da quella che sarebbe
stata la
loro casa per una settimana. Inutile dire che si guardarono come per
dire ‘ma
con chi cavolo siamo finiti?’.
Andando all’ingresso di casa mia, i tre non fecero altro che
riempire mamma di
complimenti su quanto fosse bella la struttura, il giardino e altre
cose che il
bon ton richiedeva, così me ne stetti zitta ascoltando
semplicemente le loro
magnifiche voci.
Entrati in casa, Niall si fiondò a sedersi su una delle
sedie intorno al tavolo
che, aveva capito da solo, forse per la familiarità che
aveva con il luogo, si
trovava in cucina.
–Cosa vi va, ragazzi?-
-Ehm, mamma? Ti ricordi che per caso qui c’è anche
tua figlia, digiuna da ieri
a cena?- la interruppi, anche un po’
seccata.
-Oh sì certo tesoro, cosa vuoi?- ‘Stai davvero
facendo finta di niente? Devono
piacerti proprio i ragazzi allora!’, pensai, ma non me la
presi più di tanto e
accettai volentieri di scegliere la mia colazione.
Purtroppo la mia libertà non era completa: c’era
un biondo in agguato per
aggiudicarsi i cibi migliori.
‘Ma a chi la do a bere? Io mangerei anche i sassi se lo
facesse uno di loro!’,
mentre Niall chiedeva dei pancakes con succo d’acero, che
avevamo preso proprio
in previsione dei loro gusti, e zucchero a volontà.
–Ma è da diabete!- Gli urlai, mentre lui, ma anche
Zayn e Paul, si apprestava a
dare il primo morso.
–Ehi, i nostri metabolismi sono i migliori su questo
pianeta!- rispose
calorosamente Paul mentre trangugiava con foga ormai quel poco che era
rimasto
del suo dolce.
–Mh!- annuì a bocca piena Malik –Basta
vedere i nostri fisici perfetti!-.
‘Questa me l’aspettavo Zayn, sei sempre il solito,
ma come darti
torto?’ mi ritrovai a pensare. Mi sentivo come se li
conoscessi da sempre, ma,
insomma, era proprio così.
I ragazzi hanno sempre reso partecipi le fan della loro vita e questa
è una
delle cose che loro, e ovviamente anch’io, amano di
più.
–Oooh!- mi fece il kebabbaro più figo del mondo,
sventolandomi una mano davanti
alla faccia, dato che mi ero incantata, persa nei miei pensieri non
propriamente casti su di loro.
–Lo so che ho ragione- continuò questo
–ma puoi anche evitare di darlo così a
vedere!- finì la frase sorridendo sornione, seguito a ruota
dagli altri due e
anche da mia madre.
Ignorandoli, mi alzai e presi la mia amata Nutella e, sventolandogliela
in
faccia, esordii – Questa, è molto meglio di
quell’ammasso di zucchero!-
iniziando a spalmarla abbondantemente sul mio pancake. Intenta nel
insaporire
bene il mio pasto, nemmeno mi resi conto di quando Niall
disse:–Ehi, i ragazzi sono arrivati!-, così non
ebbi nessun
tipo di reazione isterica. Finché non li vidi scendere dalla
macchina.
‘Speriamo che con loro vada meglio che con gli altri
tre’ riflettei ‘sennò sarà
un disastro!’ iniziando a sentire l’euforia che
s’impossessava di me.
Hola chicaaaas!
Cooooomunque, ho postato subito il
capitolo perché non vi ho visto molto partecipi e visto che
inizialmente il
prologo era unito al primo capitolo, eccolo qui!
Ancora il bello deve
arrivare, però diciamo che la ff sarà tutta su
questa linea…voglio rendere le
nostre vite così come sono e metterci dentro i ragazzi
semplicemente!
Spero che il capitolo vi sia
piaciuto e che vi abbia invogliato a recensire, ne sarei
felicissima!:’)
Baci,
Scott(a)