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Autore: Lory91    26/07/2007    5 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se quel giorno, ad Erbologia, per una buona volta Ron si fosse morso la lingua e non avesse detto ad Hermione “ Perché non provi a uscire con McLaggen, così Lumacorno potrà nominarvi Re e Regina dei Lumaconi..”, e lei lo avesse invitato alla festa di Natale del professore? Bè, certo non è detto che sarebbe successo davvero qualcosa, ma le possibilità che invece qualcosa accadesse sono alquanto probabili, o, almeno, possibili.
Una diversa svolta del sesto libro di Harry Potter, incentrata sulla R/Hr più realistica mai scritta, e sui suoi effetti su tutto quello che le sta intorno.
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- Allora sicuro? Non ti piace Lavanda? – Ron scosse energicamente la testa, tanto che gli girò un poco. Quando si fermò gli parve di non avere ancora smesso, per un attimo vide il viso di Hermione, che ancora lo fissava, leggermente sfuocato. Poi più niente.
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"A little more care", quando si comincia a impegnarsi per ciò che davvero si desidera.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry, Potter, Lavanda, Brown | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allora gente, torno un po' troppo tardi col quarto capitolo, causa la mia beta-reader-bradipo-non-ufficiale.. (ele scherzo, soreeee xD). Comunque, visto il modesto ma per me comunaue discreto successo della fic, e i lettori che aumentano, spero di non deludervi con questo capitolo, un po' di stallo, che non mi è riscito proprio come avrei voluto. Ma ce comiunque a me piace. I prossimi capitoli saranno più movimentati, ed ho in mente una cosa un po' balzana. Ok basta coi discorsi, vi lascio al capitolo! Alla fine e ringrazimenti! ^^

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4 . Visita inaspettata


La mattina dopo a colazione Hermione aveva raccontato anche ad Harry la sua disavventura della sera prima.
- Ecco perché eri così agitata. Sembravi un’ossessa… - Tacque, pensieroso, girandosi verso Lavanda Brown che stava confabulando torva con Calì, lanciando di tanto i tanto occhiate astiose verso di loro. Harry si volse di nuovo verso Ron e Hermione. – Un momento… - si toccò il mento – Quindi a Lavanda piace Ron? – chiese, a voce un po’ troppo alta, perché Ron fece: - Shhhhhh!!! –
- Harry anche tu sei solo interessato ai successi sentimentali di Ron? Calì Patil mi ha praticaente sequestrata! – esclamò Hermione, alzando gli occhi al finto cielo della Sala Grande,quella mattina di un pallido celeste, esasperata.
-Quanto la fai lunga! – Ron trangugiava allegro il suo porridge, come se fossero arrivate le vacanze di Natale. In effetti era così… insomma non importa! Il fatto è che pareva essere parecchio compiaciuto di piacere a Lavanda.
Hermione gli mollò uno scapaccione sulla nuca, leggero, ma abbastanza forte che la punta del naso di Ron sfiorò quasi il contenuto del suo piatto.
L’Espresso di Hogwarts sarebbe partito di lì a un’ora, rimaneva poco tempo per sbrigare le ultime cose prima della partenza, e i tre si alzarono dal tavolo per tornare al ritrovo di Grifndoro.




***


Verso l’una arrivarono alla stazione di King’s Cross, Harry,Ron e Ginny salutarono Hermione e, coi Signori Weasley, scortati da una scontrosa Tonks di umore più che mai pessimo, arrivarono alla Tana con una delle solite, spaziosissime macchine del ministero. I giorni precedenti la Vigilia di Natale passarono lenti e monotoni. Harry faceva di tutto per stare con Ginny più tempo poteva, desiderando, ogni volta che nominava Dean, di averlo a portata di mano per picchiarlo. Ron era per lo più taciturno, rabbuiato per qualcosa che pareva non voler dividere con nessuno. Passava la maggior parte del tempo con Fred e George, che avevano chiuso Tiri Vispi Weasley per le vacanze, a sentirli chiacchierare con Harry e Ginny, senza quasi mai aprire bocca e ridendo raramente, e mai in modo naturale. La sera del ventiquattro, il pomeriggio presto in verità, arrivarono anche Fleur, Bill e , inaspettatamente, Lupin. A rallegrare il tutto incredibilmente il signor Weasley tornò a casa parecchie ore prima dei giorni seguenti.
- E mi sembrava anche l’ora! – urlò la signora Weasley quando, poco dopo le quattro, Fleur andò ad aprirgli.
La cena di Natale abbe inizio un paio d’ore dopo, sembrava che la signora Weasley avesse dato fondo a tutte le sue scorte, di cibo e di dovizia. Harry era pronto a giurare che in sedici anni di vita non aveva mai mangiato cose così squisite. Pensò anche che forse non si era mai sentito così a casa durante il Natale, con la maggior parte degli Weasley, più Fleur, Bill e Lupin a vociare allegramente su quelle pietanze paradisiache.
Ma l’atmosfera calda e familiare che aveva dimorato alla Tana da quella sera, dato anche che Fleur e Bill erano rimasti lì qualche giorno, venne presto meno. La sera dell’arrivo di Hermione, il giorno prima del loro ritorno ad Hogwarts, qualcuno bussò alla porta mentre stavano cenando, e la signora Weasley si alzò fremendo, chiedendosi chi fosse a disturbare all’ora di cena. Aprì la porta su un alto, magro mago dai capelli rosso accesso.
- Percy! – esclamò la signora Weasley, gettandoglisi al collo e iniziando a singhiozzare.
Immobile come uno stoccaffico sulla soglia, Percy mormorò un – Salve madre – , ma non sembrò voler salutare nessun’altro. Fred e Gorge erano saltati in piedi, guardavano truci in direzione del fratello, e questi richiuse la porta della Tana, rimanendo fuori con la madre. Si sentì vociare, la signora Weasley che singhiozzava ancora più forte. Ginny, sul cui volto, alla vista di Percy, si era dipinto uno sguardo pieno di odio quasi quanto quello dei gemelli, sembrava ora sull’orlo delle lacrime, e Ron, seduto accanto a lei, le diede dei colpetti, che volevano essere affettuosi, sulla spalla; sortendo il solo effetto che i suoi occhi ridivennero astiosi. Dal canto suo, anche Ron sembrava parecchio scosso. Harry e Hermione si guardarono, imbarazzati.
Dopo parecchi minuti, nei quali nessuno aveva fiatato, o alzato una forchetta e durante i quali il signor Weasley non aveva distolto per un secondo lo sguardo dalla porta oltre la quale stava il suo terzo figlio, la signora Weasley rientrò dentro, gli occhi gonfi, ancora fremente.
- Che voleva? – Saltò su il signor Weasley.
- Salutarci! – rispose bieca – E apparentemente per informarci di una cosa… - esitò, ancora scossa da qualche singhiozzo. – Si è sposato, Arthur. Si è sposato e nessuno è venuto a dirci niente, tanto meno lui! – la signora Weasley ricominciò a piangere. Fred e Gorge erano a bocca aperta, Ginny di nuovo con gli occhi lucidi e il signor Weasley sembrava pietrificato. Alla fine disse, con voce roca:
- Da quanto è sposato? E con chi? –
- Un mese… - alzò gli occhi sul marito. – Con una sua ex-compagna di Hogwarts. Penelope Light, non mi ha detto altro di lei, tranne che lavora al San Mungo. Voi la conoscete? – si era rivolta a tutti, ma nessuno dei fratelli Weasley parve in grado di rispondere. Hermione pensò bene di farlo, invece.
- Era un Prefetto. Era di Corvonero. Stavano insieme già quando noi stavamo al secondo anno, ti ricordi Ron? – questi annuì flebilmente. – Non so altro di lei, mi spiace…
- Non preoccuparti cara, non preoccuparti… - la signora Weasley si guardò intorno – Chi vuole una fetta di torta di zucca? – chiese, cambiando argomento di conversazione. Harry si affrettò ad annuire energicamente, così pure Fred e George che parevano voler dimenticare subito ciò che era appena successo. Ginny scosse la testa e tutti guardarono Ron , che per tutta risposta scostò bruscamente la sedia dal tavolo, alzandosi di scatto e sparendo su per le scale, senza dire una parola. Harry fece per alzarsi, e così pure Ginny. Ma Hermione fu più veloce di entrambi e, mormorando scuse ai signori Weasley, sparì a sua volta su per le scale. Seguì Ron, che non si era accorto di lei, fino alla soffitta. Ron entrò in camera, sbattendosi la porta con su sopra un poster dei Cannoni Chudley alle spalle. Hermione si bloccò in cima alle scale, quindi si mosse verso la porta, e bussò piano. Ron urlo da dentro: - Vattene! Chiunque tu sia!
- Ron… - Sussurrò Hermione, con la paura che si rimettesse a sbraitare. – Calmati… - Si era appoggiata alla porta e quando il suo sostegno si aprì di scatto, senza più sorreggerla, quasi cadde sulle ginocchia. Riuscì comunque ad aggrapparsi alla maniglia, e Ron la aiutò a rialzarsi. La fece entrare e richiuse la porta. Senza che nessuno aprisse bocca per un po’, Hermione si sedette in fondo al letto di Ron. Questi era in piedi, davanti alla finestra; le dava le spalle. Hermione guardava nervosamente la schiena di Ron, aspettando che dicesse qualcosa, sicura che prima o poi avrebbe iniziato a parlare. E lei attese, con una pazienza di cui non si sarebbe mai ritenuta capace.
- Ci ha lasciati, se ne è andato. Ci ha tradito, in qualche modo. – Ron era ancora voltato verso la finestra, oltre la quale si potevano vedere piccoli fiocchi di neve cadere piano, ondeggianti. Tremava impercettibilmente, Hermione non sapeva dire se di rabbia o dolore. Sapeva quanto doveva aver pianto la signora Weasley per Percy, e si sentì incredibilmente triste per lei, Ron, Ginny, i gemelli e il resto della famiglia. – E adesso arriva, parla solo con mamma, le dice che si è sposato. Che è sposato da un mese. – Ron alzò i pugni, ora dando le spalle alla finestra. Con gli occhi bassi, si sedette in cima al letto, a un metro e mezzo da Hermione, ancora tremando, adesso ne era sicura, di rabbia. Hermione avrebbe voluto riuscire a calmarlo, riuscire a trovare le parole per consolarlo. Ma, come poche volte nella sua vita, si trovava a non sapere assolutamente cosa dire, avvolta dalla paura di fare la cosa sbagliata. Aprì bocca, con solo l’intenzione di dirgli di sfogarsi ancora, se ne aveva bisogno, ma Ron quasi urlò:
- Non dire niente, Hermione. Non aprire bocca. – Hermione impallidì, incapace quindi di dire nulla, e nemmeno di muoversi di un centimetro. Sedettero sul letto lontani, immobili e in silenzio per quelle che parvero ore. Hermione prese a pensare che ormai gli altri dovevano essere a letto, Ginny che la aspettava nella stanza che dividevano, e Harry ad aspettare che lei uscisse da quella, perché lui la divideva con Ron. Alla fine, si alzò lentamente dal letto, sentendolo cigolare; quel rumore la spaventò: per un enorme lasso di tempo aveva regnato il silenzio, contrastato solo dai movimenti sporadici dei piani inferiori, ovattati oltre il pavimento.
Ron in quel momento parve risvegliarsi dal letargo, alzò gli occhi su Hermione, occhi blu adesso cerchiati di rosso, lucidi.
- Dove vai? – chiese in tono colloquiale, come se non fossero stati in silenzio nelle ultime ore, ma avessero chiacchierato allegramente. Hermione si voltò stizzita.
- A letto. – Posò una mano sulla maniglia di ottone, ma la voce di Ron la costrinse a girarsi di nuovo.
- Aspetta. – bisbigliò, ritornando a guardare per terra. – Rimani ancora qui.
- Mi hai detto di rimanere zitta, e io me ne sono rimasta anche immobile. Adesso l’incantesimo è finito, sono stata depietrificata, ho sonno e voglio andarmene a letto. Ti sei sfogato, adesso stai meglio Ron? – non voleva essere così brusca, ma non riuscì a controllare il suo tono irritato.
- No. – mormorò, con voce rotta. Hermione tornò indietro, dandosi dell’insensibile; perchè prima gli aveva dato retta, rimanendo immobile? Quando mai aveva dato ascolto a quello che gli diceva Ron? Perché gli aveva permesso di starsene zitto, in un angolino, a soffrire, solo? Anche se c’era stata lei nella stanza, non faceva differenza. Fino a quel momento Ron era rimasto solo, solo con la sua afflizione. Adesso non doveva più esserlo ed Hermione gli si sedette vicino, Ron le appoggiò la testa sulla spalle e lei gli diede dei colpetti affettuosi. Adesso lo stava consolando, e non si sentiva più inutile e respinta. E non aveva nemmeno ceduto alla rabbia che le montava sempre dentro quando si sentiva impotente e insignificante, l’aveva combattuta e vinta.




***


La mattina dopo Ron,Hermione, Harry e Ginny si svegliarono di buon ora. I signori Weasley e la solita Tonks li accompagnarono di nuovo alla stazione di King’s Cross, il treno partì alle undici in punto e i quattro si sistemarono in uno scompartimento. Dopo un quarto d’ora di viaggio arrivò Dean.
- Ginny! – esclamò raggiante, questa gli si gettò al collo e scomparvero. Harry avrebbe voluto prenderlo a pugni, come al solito. Guardò davanti a sé. Ron e Hermione osservavano inebetiti il paesaggio che sfrecciava oltre il finestrino dell’Espresso di Hogawarts. Si chiese cosa avessero per la testa. Sembravano entrambi stanchi e tristi. All’improvviso si ricordò della sera prima, Percy che si presentava di punto in bianco a casa Weasley, la madre di Ron che piangeva, Ginny e i gemelli con gli occhi che lampeggiavano, il signor Weasley senza parole e Ron che piantava in asso la torta di zucca (inaudito) e correva su per le scale. E Hermione che gli andava dietro. E lui aveva dormito sul divano in pratica. Mentre aspettava che Hermione uscisse dalla camera di Ron, per andare a letto, si era addormentato. Non sapeva a che ora Hermione fosse tornata in camera con Ginny. Per quanto ne sapeva poteva non esserci tornata affatto.
Distolse gli occhi dai due amici, fissando la porta oltre la quale era sparita Ginny; si doveva rassegnare a trascorrere il resto del viaggio in un silenzio contemplativo.


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Allora, ringrazio : Lucy Light: ce l’ha fatta, ce l’ha proprio fatta! Il nostro Ron sta iniziando a capire come si fa… finalmente! xD
_pencil:tienimi pure d’occhio, sarà un piacere! E come vedi, vado avanti, quarto capitolo! Ye!
Herm90: ormai mia lettrice e criticatrice ufficiale! ^^ Adesso non dimenticherò mai più i rinngraziamenti! Spero ti piaccia anche questo capitolo!!!
Alessandra: si deve ancora aspettare perché i due lessi si rinvengano! ^^ cmq, non sarà un’attesa troppo lunga! Abbi pazienza e continua a leggere!
ele: ele ele ele, Hermione lo sa benissimo cosa prova per Ron. Ma non ne è affatto consapevole… non vuole ammetterlo nemmeno a se stessa, nega perfino! xD ma è così che la vogliamo! Testarda e orgogliosa!^^
Anche coi ringraziamneti ho finito, prego tutti quelli che leggono questa fic di lasciare una recensioncina, anche le critiche cn bene accette!




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