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Autore: Vahly    26/07/2007    6 recensioni
Draco ed Harry hanno una relazione di solo sesso... o almeno così dovrebbe essere. Ma il biondino nasconde qualcosa che non vuole dire al compagno, mentre Harry scopre che forse c'è n modo per riavere indietro il suo padrino...
Non tiene minimamente conto del sesto libro.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Cap 09

Cap. 09 – Quiete

Harry aveva la testa poggiata sul torace di Draco, che lentamente gli accarezzava i capelli.
Dopo la dichiarazione del biondino, infatti, i due non erano più riusciti a discutere, troppo presi com’erano dall’esplorazione dell’anatomia umana.
L’avevano fatto lentamente, riscoprendosi a poco a poco, fino a raggiungere un’unione completa che andava oltre il semplice bisogno fisico.
E forse era una cosa banale da dire, e da pensare, ma entrambi si rendevano conto di quanto tutto ciò fosse vero.
Si appartenevano, ed oramai questo legame era talmente forte da sfuggire perfino al loro stesso controllo.
– Draco…
Mormorò Harry sistemandosi meglio sul corpo del biondino.
– Sì?
– Ti amo.
Il serpeverde sorrise, e lo baciò.
Harry non aveva risposto alla dichiarazione del biondo, limitandosi a baciarlo appassionatamente; ed anche se Draco sapeva che Harry lo amava e quest’ultimo glielo aveva detto giusto pochi minuti prima che lo facesse lui, sentire la voce del moro pronunciare quelle parole con la sicurezza di chi è ricambiato gli faceva uno strano effetto.
Decisamente piacevole.
– Finalmente, Potter. Oramai non ci speravo più…
Scherzò
il biondo.
Harry ridacchiò.
E da quand’è che hai bisogno di rassicurazioni?
Chiese ironicamente, sollevando un po’ la testa per guardarlo negli occhi.
Il biondo sospirò.
– Ti prego, non farmi diventare più melenso di quello che sono stato oggi, ti va?
Harry gli sorrise.
– A me piaci quando sei così. In realtà mi piaci in ogni modo.
Draco sollevò un sopracciglio.
– Allora non c’è bisogno che continui su questa linea, vero? Perché fra un po’ mi viene la nausea…
Harry sfilò il cuscino da sotto la testa del compagno e glielo spiaccicò sulla faccia.
– Nessuno ti obbliga, sai?
Disse fintamente offeso.
Draco riemerse dal cuscino troppo velocemente, e questo fece sbilanciare Harry che cadde dal letto.
– Ben ti sta. Così impari.
– Ragazzino…
Sbuffò Harry. Draco gli tese la mano, ma Harry con un ghigno lo strattonò, facendolo cadere giù… proprio sopra di lui.
Il biondo stava per dire qualche cosa di acido, ma il grifondoro lo bloccò.
– No, non dire nulla. Rovineresti questo momento.
Poi si sporse leggermente e lo baciò.
Quando si staccarono, Draco lo guardò serio. Gli passò una mano fra i capelli, e aprì la bocca per parlare… per poi richiuderla subito.
Si alzò, in silenzio, mentre Harry lo fissava interrogativo, poi gli porse la mano e lo aiutò ad alzarsi. Si risedettero entrambi sul letto, Draco con la testa poggiata sullo schienale e le gambe distese, ed Harry al suo fianco, con la testa poggiata sulla sua spalla.
– Volevi dirmi?
Chiese il moretto, tranquillo.
Draco sospirò.
– Harry… senti, lo so che non sono un tipo da sviolinature o roba simile, ma… davvero, sono felice di stare con te, e non voglio che tu stia male a causa mia. Hai già un sacco di problemi e – passò un braccio attorno alla vita di Harry, per stringerlo a sé – lo so che anche se mi hai detto che è tutto a posto, per quanto ti riguarda, poi ti farai un sacco di paranoie. Vorrei dirti di non farlo, ma so già che non ne puoi fare a meno, per cui… beh, per lo meno, non sentirti in dovere di tenerti tutto dentro. Non devi fare l’eroe a tutti i costi, e se c’è qualcosa, qualsiasi cosa che non va… sia che mi riguardi, sia che no, io sono qui. Non voglio che ti faccia dei problemi a parlarmi. Anche per quello che riguarda questo – mostrò l’avambraccio sinistro al moro – o Sirius… o qualunque altra cosa. Mi spiace se fino ad ora non ti ho mai parlato della mia vita, ma non è molto facile per me. Non lo è mai stato. Però non voglio che questo interferisca fra di noi… se anche vuoi sapere qualcosa da me, qualunque cosa, non farti problemi. Chiedimelo, e cercherò di darti una risposta. È chiaro?
Harry annuì, sorridendo.
Capì subito che l’ultima parte si riferiva a quel pomeriggio, quando Harry gli aveva rinfacciato il fatto di non avergli parlato di ciò che gli accadeva.
Poi gli venne in mente una cosa, che il biondo serpeverde gli aveva detto durante uno dei loro ultimi incontri prima di rompere con lui, e che non gli era mai andata totalmente giù.
– Posso chiederti qualunque cosa?
Chiese guardandosi le unghie, con fare casuale.
– Certo.
Confermò il biondo.
– Bene. e che mi dici dei tuoi, per come dire… passatempi?
Domandò alzando un sopracciglio.
Il biondo si girò un po’ e lo fissò negli occhi, perplesso.
– Non capisco cosa…
Harry lo bloccò
.
– “Non penserai mica di avere l’esclusiva, Potter!” – lo imitò secco – se non sbaglio dicevi di sbatterti praticamente ogni ragazza che ti passava davanti…
Draco cambiò colore.
Glielo aveva detto in un momento di rabbia, non credeva che il moro lo ricordasse, o che gli avesse dato tanta importanza.
– Beh… – biascicò imbarazzato – …non che fosse proprio così…
Harry lo guardò cercando di restare serio.
Vedere Malfoy in imbarazzo lo divertiva troppo…
– Ah no? E com’è esattamente, allora?
– Forse ci sono state tre o quattro ragazze… tanto per copertura, sai… te l’ho anche detto, se ti ricordi…
– Giusto… Allora, tanto per mettere le cose in chiaro… mi danno fastidio le tue “coperture”, per cui non mi va che continui a vederle.
– Sennò?
Ghignò il biondo.
Harry lo guardò divertito, e gli salì sulle gambe.
– Oh… farai meglio a non saperlo…
– Che paura…
Lo prese in giro Draco, prima di attirarlo a sé per un bacio.
– Bene, vedrò che si può fare.
Continuò il biondo.
Harry si fece un po’ più serio.
E… non c’entra niente ora. Il mio non è un rimprovero, né niente del genere, ma… perché non ti sei rivolto a Silente? O a qualcun altro che potesse aiutarti…
Malfoy lo guardò perplesso.
– Per che cosa?
– Il marchio…
– Oh. Ma l’ho fatto, sai?
– Davvero?
Chiese Harry stupito.
Non capiva… perché il preside non aveva fatto nulla per aiutarlo? Possibile che non ne fosse in grado, o, peggio, non gli interessasse?
– Sì – continuò il biondo – Ci ho parlato all’inizio dell’anno. A lui e a Piton. Era di questo che stavamo discutendo quella volta che ci hai sentiti… Io non volevo prendere il marchio, ma loro mi hanno consigliato di farlo. Hanno bisogno di spie, e diranno agli auror come stanno le cose, così non rischierò di finire ad Azkaban.
Harry era allibito. Sospettava stessero discutendo di qualcosa del genere, quel giorno, ma non pensava che Silente potesse fare una cosa simile.
– Non è possibile! Vecchio stronzo… non gli è bastato quello che è accaduto a Sirius? Perché…
Draco lo abbracciò
. Harry stava tremando, ed era pericolosamente sull’orlo di una crisi di pianto.
– Ehi, calma! Tranquillo, va tutto bene…
Harry scosse la testa forte, mentre si stringeva al petto del suo ragazzo.
– No che non va tutto bene… come ha potuto farlo? Sei solo uno studente… non può metterti in pericolo così… non è giusto… non può farmi perdere anche te…
Draco lo strinse più forte.
– Non mi perderai, Harry, tranquillo.
– Come fai a saperlo? Nemmeno Sirius credeva di essere ammazzato… o peggio, imprigionato per sempre all’interno del velo… eppure è successo. E nemmeno i miei genitori, nemmeno Cedric… loro…
Non continuò.
Non ce la faceva.
– Ehi, non eri tu quello che aveva detto non mi avrebbe fatto scenate?
Harry tirò un po’ su col naso.
– Hai ragione, scusami…
Draco gli sorrise, e gli baciò la fronte.
– Starò attento. Te lo prometto.
– Sì.


Remus era disteso sul letto di una stanzetta di Hogwarts che il preside gli aveva assegnato.
Era tornato da poco… e non poteva fare a meno di ripensare a quello che era successo durante le ultime ore.
A come aveva creduto di poter ritrovare Sirius, e come invece aveva fallito miseramente nel suo intento…
Non era giusto. Quando finalmente si erano ritrovati, dopo tanti anni, ed aveva creduto di poter stare assieme a lui, all’interno dell’ordine, gli era stato portato via… di nuovo. Aveva provato a dimenticarlo, ma proprio non ci riusciva. Era inutile. Sirius era una parte di lui, lo era sempre stato… e non c’era verso di poterlo cancellare dal suo cuore.
Sospirò, e si chiese come l’avesse presa Harry. All’inizio era stato l’ultimo dei suoi pensieri, davvero. Però poi si era reso conto del fatto che avevano illuso il ragazzo, e che ora sicuramente stava malissimo. Non era giusto nemmeno per lui.
Chissà, forse li avrebbe anche odiati per questo… per fortuna era sempre stato un ragazzo forte. Ma dopo tante perdite, non potevano sapere quando avrebbe ceduto…
Se solo ci fossero riusciti… Ma ci doveva essere un modo. Sì, doveva esserci.
Ripensò alle parole dell’auror che aveva provato ad avvicinarsi al velo assieme a lui, mentre chiamavano Sirius.
Silente aveva appena recitato la formula dell’incantesimo, ed ora toccava a loro. E lui… aveva percepito Sirius. Davvero. Era come se lo stesse chiamando, e gli chiedesse aiuto… ma non ce l’avevano fatta a riportarlo indietro.
È per il sangueaveva detto l’uomo al suo fianco “è morto. Ha un debolissimo potere magico, ma non è come se una persona viva lo invocasse… vede, quella donna è una sua parente, ma è anche vero che non è qui presente. Sirius sente la presenza di qualcosa a lui familiare, ed ode la sua voce… ma… non basta. Non riesce ad orientarsi per trovare l’uscita. Finché non convincerete la donna a chiamarlo, non troverà la strada. Ma non tutti sono disposti a fare una cosa del genere… è molto rischioso, perché si rischia di ottenere l’effetto contrario: la persona di qua potrebbe essere risucchiata all’interno del velo, se non è abbastanza legata a questa terra. Perché questo legame funziona in ambedue i sensi, e non è detto che sia chi sta dentro il più debole emotivamente. Noi contiamo sul fatto che Sirius sia stanco, e triste per la solitudine… questo abbasserebbe un po’ le sue difese, e lo spingerebbe a lasciarsi riportare qui. Ma se accadesse il contrario? Se l’uomo fosse ancora in perfette condizioni mentali, non nel senso di non essere pazzo, ma se non soffrisse di solitudine o depressione o altro… e la persona qui a chiamarlo invece sì… allora sarebbe un bel problema. Senza contare che chi lo chiama deve volerlo riportare indietro. Non avrebbe senso costringere quella donna, chiunque ella sia, a farlo, se lei non vuole. Perché non avrebbe alcun effetto.
È un bel problema, si disse Remus. Ma sentiva, anche se non ne conosceva bene il motivo, che le cose si sarebbero in qualche modo sistemate.

***continua***

Note dell’autrice



E finalmente appare per un pochino Remus con i suoi pensieri. Certo, per poco, però però… XD

Ancora 3 capitoli e poi il ritmo degli aggiornamenti rallenterà un po’… spero che continuerete a seguirmi ugualmente.
Ringrazio tutti coloro che leggono e mi commentano… un bacione enorme!

   
 
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