Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Neverland Moony    07/01/2013    3 recensioni
«Noi siamo streghe. Passiamo ad Hogwarts gran parte della nostra vita. Conviviamo con fantasmi di ogni genere. Ma non hai mai l’impressione che tutto questo sia surreale? Non ti sembra mai di guardare quello che ci accade intorno attraverso una finestra? Non… » era la frase più difficile da pronunciare per lei, perché conteneva in quelle poche parole l’incubo che ormai faceva ripetutamente e senza minimi cambiamenti almeno una volta al mese da anni «N-Non hai mai avuto paura del fantasma del tuo passato?»
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Da lontano udì Piton urlarle contro, umiliato e furente, le parole imperdonabili: «Schifosa Mezzosangue».
La scena cambiò...
«Mi dispiace».
«Non mi interessa».
«Mi dispiace!»
«Risparmia il fiato».
 Era notte, Lily, in vestaglia, era davanti al ritratto della Signora Grassa, a braccia incrociate, all'ingresso della Torre di Grifondoro.
«Sono uscita solo perchè Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui».
«L'avrei fatto. Non volevo chiamarti “schifosa Mezzosangue”, mi è...»
«...scappato?» Non c'era pietà nel tono di Lily. «Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari mangiamorte...vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l'ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?»
 Lui aprì la bocca, ma la richiuse senza aver parlato.
«Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la mia».
«No...senti, io non volevo...»
«...chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus. Perchè io dovrei essere diversa?»
Piton stava per ribattere, ma con uno sguardo sprezzante lei si voltò e varcò il buco del ritratto...
 
[Tratto da “Harry Potter e i Doni della Morte”- Cap. 33]
 
 
Quella era stata l’ultima volta in cui Lily aveva rivolto la parola a Severus Piton. Ormai non le dispiaceva nemmeno un po’ quando James e gli altri Malandrini lo maltrattavano. Eppure era rimasto il suo fantasma del passato più grande. Avrebbe tanto voluto descrivere a Marlene la rabbia e il dolore che aveva provato nei confronti di Piton, ma non esistevano vocaboli appropriati per riuscirci.
In confronto James Potter le sembrava la perfezione fatta persona.
Eppure se non fosse stato per Severus dove si sarebbe trovata ora? Lui l’aveva aiutata con i compiti, con gli amici, con i pensieri.
Anche se non era mai stata una persona studiosa lui l’aveva aiutata a trovare la strada giusta per lei, gli incantesimi.
Per questo eccelleva in Difesa Contro Le Arti Oscure.
Prima lei e Sev erano quasi complici, ora rivali, anche in quella materia della quale entrambi avevano sempre condiviso la passione. Adesso persino James stava ben attento a tenerli separati.
Lily stava raccontando la sua storia a Marlene, quando dei forti colpi si udirono all’ingresso della Sala Comune.
«Non dovresti essere qui. Senza parola d’ordine per giunta. Ti avverto ragazzo un solo altro colpo sulla mia belliss... Aaaaah insomma!» Chiunque fosse non si era minimamente interessate della Signora Grassa che custodiva l’ingresso alla Sala Comune dei Grifondoro perché continuava a tirare colpi a raffica sul dipinto che la ritraeva.
Nella mente di ily già si era creata la possibilità, e con essa la paura, che si potesse trattare di Severus, ad ogni passo che Marlene attuava in direzione della porta d’ingresso. Marlene fece una lieve pressione con il palmo sul retro del dipinto della Signora Grassa tenendo le dita libere pronte ad estrarre la bacchetta. Uno scricchiolio.
Si udì a malapena la Signora Grassa borbottare: «Visto? Hai svegliato tutti, razza di maleducato. La notte dovrebbe essere sacra.»
In realtà quell’ultima parola era andata persa alle orecchie di Marlene, e ancora meno parole era riuscita a percepire Lily, che aveva le orecchie che le fischiavano per la tensione.
La porta si aprì di scatto. Le due ragazze sussultarono e contemporaneamente posarono una mano sul petto a causa dello spavento, che aveva procurato loro un battito cardiaco talmente accelerato da far sembrare che il loro cuore volesse schizzare fuori.
Ma dall’ombra dei corridoi bui non apparve Severus Piton, con i suoi lineamenti duri e spinosi, ma un Dedalus Lux esuberante che corse all’interno della Sala Comune Grifondoro, iniziando a saltellare sul posto una volta giunto al centro della stanza, nello spazio compreso fra il divanetto e il camino. Fortunatamente sotto ai piedi aveva l’antico grande e spesso tappeto, altrimenti avrebbe svegliato tutti, senza distinzione tra maschi e femmine.
«Lux che diavolo stai facendo?» Marlene avrebbe volentieri urlato, ma la sua voce apparve fioca e strozzata per via di quello shock che la situazione le aveva provocato.  Lily era rimasta paralizzata, con la bocca e gli occhi spalancati.
«L’ho visto! L’ho visto! Ho…» ma le proteste di Dedalus vennero immediatamente azzittite dal palmo di Marlene , che si era affrettata a premergli sulle labbra.
«Abbassa la voce o sveglierai tutti!»
Ma quelle parole giunsero troppo tardi, perché già arrivavano dai dormitori i lamenti e i passi dei ragazzi che si erano svegliati pe ril trambusto e che stavano andando a controllare a cosa era dovuto. In un batter d’occhio attorno ai tre ragazzi si era formata una piccola folla piena di borbottii.
«Oh vi prego, non ancora…»
«Chiamiamo il preside!»
«Qualcuno va avvertito.»
«E’ malato di mente.»
«Questa è la dimostrazione che i purosangue non sono tutti così perfetti come dicono.»
«Poveretto…»
Persino la Signora Grassa si era unita al coretto, balbettando ad alta voce diversi “Quello è tutto pazzo” e “Sono una povera vecchia che non può nemmeno riposarsi un po’… Oh, però le rughe ancora non si sono presentate! Riconosco essere piuttosto affascinante!”. Aveva iniziato a fare la narcisista quando agitando le braccia quasi convulsamente aveva notato il suo riflesso sul piccolo specchio che tiene sempre in mano.
Inutile dire che questa confusione, come un’esplosione a catena, aveva svegliato a “caduto domino”, prima tutti gli altri quadri, poi persino i professori.
Ma solo Lumacorno, preso da un’estrema curiosità, aveva adagiato l’orecchio ad una parete per ascoltare ciò che veniva detto dai quadri e, ancora nel suo buffo pigiama, aveva risalito i sotterranei in un baleno, piombando nella Sala Comune Grifondoro, senza il minimo accenno di stanchezza.
«Che cosa accade qui dentro? C’è forse un party a cui non sono stato invitato, per caso?»
Tutti si misero a ridere per quella esclamazione, ma subito dopo si azzittirono allargando il cerchio in modo da poter mostrare al professore di pozioni la curiosa scena di Dedalus.
Lumacorno non parve minimamente sorpreso quando vide il ragazzo steso sul pavimento a pancia in su che scuoteva braccia e gambe come se si trovasse sulla neve e cercasse di fare sul terreno nevoso un angelo.
«Ragazzo mio, avanti alzati. Hai dimenticato la pillola magica che ti ho prescritto stasera, non è così?» disse gonfiando il petto, come per vantarsi della sua grande capacità intuitiva e della sua esperienza.
«No! L’ho visto davvero! L’ho visto davvero, le dico!» continuava a urlare Dedalus.
«Lui chi, signorino Lux? Raccontami.» gli disse Lumacorno facendo apparire una tazza di thè e iniziando a sorseggiarlo dopo essersi messo comodo sul divano.
La folla iniziò a diminuire, poiché i ragazzi più assonnati tornarono a letto.
«Lui, professore! Il fantasma!» Dedalus balzò in piedi, stringendo le spalle di Lumacorno con così tanto vigore da far tremare la tazza che quest’ultimo teneva in mano.
«Lo dici come se fosse la prima volta che vedi un fantasma in questa scuola!»
«Non quel genere di fantasma, professore!»
Erano ormai rimasti solo Lily e Marlene a vista nella stanza, anche se Sirius Black e James Potter stavano origliando dai dormitori.
«Il fantasma di Severus Piton. Sì, proprio lui, professore! Non mi guardi così, le assicuro che l’ho visto, trasparente e freddamente inconsistente.» spiegò Dedalus sotto la sorpresa di tutti «Come se Severus Piton sia già morto.»
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Neverland Moony