Fanfic su artisti musicali > Simple Plan
Segui la storia  |       
Autore: weitwegvonhier    07/01/2013    2 recensioni
Continuava a sfoggiare quel sorrisino a mezze labbra che, per qualche strano, stupido, irragionevole motivo, mi faceva andare fuori di testa, guardandomi divertito, in attesa della mia prossima stupida, imbarazzante mossa.
- In un caldo giorno d'agosto del 1998 una normale ragazza si scontra con uno sconosciuto per strada e....
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Desrosiers, Nuovo personaggio, Pierre Bouvier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A.s. Buongiorno! Così presto non ve lo aspettavate vero? Lo so, sono sorpresa anche io.
Con il fatto di 'ricominciare la scuola', ieri sera mi sentivo talmente giù che ho detto, 'no, basta, devo scrivere qualcosa' ed eccolo qui. Non vi prometto che li posterò tutti così presto, non voglio dire bugie, ma mi impegnerò al massimo per non far passare i mesi, magari. Haha
Bene, che dire?
Come al solito ringrazio tutti, lo so che può sembrare stupido o noioso ringraziare ogni volta, ma io continuo a non capacitarmi del fatto che le persone la leggono davvero questa storia, quindi, infinitamente grazie...e non smetterò mai di dirlo.  
Nonostante la scuola, o i problemi, o qualsiasi cosa, entro qui e mi sento sempre un po' meglio.
Bene, come al solito vi ho annoiate in discorsi infiniti, quindi direi che posso anche smetterla. 
Un  bacio a tutti. c:

“E non avere qualcuno vicino non t’impedisce di averlo dentro. E se ce l’hai davvero dentro non riuscirai a lasciarlo lontano.”
-Massimo Bisotti

London, April 1st, 1999
13.54

Aprii la porta e come se lo vedessi per la prima volta, restai a fissarlo, impietrita; non potevo credere che fosse davvero arrivato.
Letteralmente, gli buttai le braccia al collo, abbracciandolo come se avessi paura che scappasse, forte, chiudendo gli occhi, cercando di trattenere le lacrime. Le braccia intorno al suo collo, in punta di piedi, era comunque troppo alto per me. Inspiravo il suo profumo come se dovesse rimanermi impresso per il resto della mia vita. Sentivo che sorrideva, mentre mi abbracciava anche lui.
Ho avuto paura che non lo avrei più rivist…hey!
Avevo aperto un occhio e proprio dietro di lui c’era un’altra figura che mi guardava sorridente, dritta, aspettando che l’entusiasmo si smorzasse un po’ per permettermi di vederlo.
Pensavo che sarebbe venuto solo David, il quale tornò a respirare quando mi staccai da lui per saltare in braccio a Seb che mi salutava e saltellava tenendo me con una mano e la valigia con l’altra.
Per una misera frazione di secondo, mi ritrovai a sbirciare alle spalle di Seb, per vedere se c’era qualcun altro, dandomi dell’idiota subito dopo, rimproverandomi di pensare sempre a lui, anche quando c’erano David e Seb che erano venuti solo per me.
-David Desrosiers e Sébastien Lefebvre a casa mia, signori e signore, che onore!-
David mi guardò sorridendo e io spostavo, ancora incredula, lo sguardo da l’uno all’altro: da oggi, partiva ufficialmente la nostra settimana insieme!

Giorno 1, April 1st 1999

15:31

-E così ho detto ‘perdindirindina, certo che vengo anche io a Londra!’ ed eccoci qui. Non ti nascondo che per arrivare a casa tua David ci ha fatto perdere la strada quattro volte, ostentando il suo ‘meraviglioso senso dell’orientamento’ che ci ha fatti finire negli angoli più remoti di Londra.-
-Cosa? Non è affatto vero! Il mio ‘meraviglioso senso dell’orientamento’ funziona benissimo quando sono da solo, chissà perché quando sono con te va tutto storto. Mi distraevi con le tue continue chiacchiere su quanto le tartarughe marine siano carine e sul loro incredibile senso di…-
-Ragazzi, è pronta la merenda!-
Sorrisi a mia zia ringraziandola per la pizza che ci aveva portato. –Mi siete mancati tantissimo.-

17:25

Ti giuro che non è andata affatto così!- David spinse Seb che cadde dalla sedia. Stavano litigando da circa mezz’ora su chi e perché avesse avuto l’idea di prendere il taxi, tirando fuori discorsi risalenti a mesi fa.
-Ma sei tutto matto?- Adesso anche David era per terra.
-Ragazzi ehm, forse è meglio se…- Ma nessuno mi ascoltava, la stanza era sommersa da urli e gridolini e frasi lasciate a metà.

18.02

-E così, dopo aver chiamato Jeff che ci ha consigliato di prendere un taxi, David ne ha cercato uno.-
La discussione era finita così. Una decina di lividi per uno e un po’ di ghiaccio in testa per decidere chi dei due avesse ragione e alla fine il merito era di Jeff. Incredibile fino a dove può spingersi la mente maschile.

Giorno 2, April 2nd 1999

5.54

-Maya! Hey, Maya!- Sentivo una voce che mi sussurrava nell’orecchio e una mano che mi scuoteva ma non avevo la forza di muovermi né tantomeno di parlare.
Una specie di grugnito intimò quel mostro di persona che stava cercando di svegliarmi a continuare.
-Maya, so che sei sveglia. David mi ha incollato tutte le mutande alla valigia e…e io adesso che faccio?-
Capendo che non sarei comunque più riuscita a dormire aprii gli occhi che, giustamente, protestarono e iniziarono a pulsare. Che dolore.
Ma…che cavolo di ore erano? Cercai a tastoni la sveglia e, strizzando gli occhi, cercai di leggere.
Le sei?
-Sebastién, ma sei impazzito? Sono le sei di mattina, che cavolo ti prende? Mutande…? E che ci devo fare io se non hai le mutande?
Ho capito che David te le ha incollate ma…aspetta, te le ha incollate?
Come…?
Oddio. Ragazzi, io per una settimana non sono sicura di riuscire a sopportarvi.- Mi alzai dal letto, prendendo Seb per la mano con fare materno. Mi sembrava di aver a che fare con due bambini.
A questo punto, visto che ormai ero sveglia, tanto valeva divertirsi un po’. David aveva incollato le mutande di Seb (poi questa avrebbe dovuto spiegarmela) e Seb, quindi mi ha svegliata. Bene David, adesso mi vendico io.
 
Un urlo da ragazzina si propagò per tutta la stanza. Scoppiai a ridere mentre David si alzava dal letto, completamente bagnato e…-oddio, tappati immediatamente!- completamente nudo.
-Che cavolo ti è saltato in testa? Era gelida l’acqua!-
Io e Seb ci guardammo e scoppiammo a ridere.

16.32

-Insomma, come stanno gli altri ragazzi?- Esordii sorridendo, mentre tutti e tre mangiavamo un buonissimo gelato, camminando per le strade di Londra, nelle quali, tra parentesi, ancora mi perdevo.
David mi lanciò uno sguardo serio. –Beh? Da quando in qua ‘ragazzi’ equivale a…- non finii il discorso. Niente Pierre per una settimana. Tabù. Lo sguardo di David si acuì. Cercai di sollevare lo sguardo dalle mie vecchie converse e sorridere. –Quindi? Come va la vita a Montreal?-
-Tutto bene, Jeff ha detto di salutarti tanto, che non vede l’ora di rivederti, Chuck…giusto! Chuck ha detto che dovrebbe chiamarti in serata, gli manchi, e voleva parlare con te. Per il resto, tutto ok. Il gruppo procede e se tutto va bene dovremmo esibirci in un locale piuttosto famoso, di cui però ora mi sfugge il nome e…niente. Tutto bene. Tu invece, come ti trovi a Londra?-
Sentendo parlare del gruppo, inevitabilmente, mi sono ritrovata a chiedermi se Pierre fosse poi tornato a scrivere e suonare, se si fosse poi ripreso da quel suo momento un po’ buio e fosse tornato con i ragazzi. Ma di questo Seb non disse nulla, David doveva averlo avvertito sul ‘non parlare per nessun motivo di Pierre o di qualsiasi cosa lo possa riguardare’.
David mi passò un braccio sulle spalle, tirandomi a se e scuotendomi un po’. –Insomma?- disse –Londra sembra bella.-
Incredibile come riesca ad accorgersi di ogni minima cosa.
-Si, molto bella. Un po’ triste, forse. E a scuola…a scuola è tutto come al solito. Mi manca un po’, Montreal.-
David mi sorride.

Giorno 3, April 3nd 1999

15:59

-Visto che tu non torni a Montreal, allora abbiamo portato Montreal da te.-
Seduti al tavolo sulla terrazza, godendoci uno dei pochi giorni di sole di Londra, David e Seb mi hanno dato un pacchetto.
La carta blu scura e il fiocchetto zebrato. Guardo David sorridendo e lo apro, curiosa.
-Non posso crederci! Ma dove le avete prese?- Abbracciai entrambi posando le tazzine e la teiera, provenienti dal mio bar preferito, dove mi rintanavo sempre  leggere e bere cioccolata calda.
-E questo è da parte di una persona speciale.- Seb mi porse un pacchetto in carta marrone e fiocchetto dorato.
Persona speciale?
Chi mai…-non ci posso credere!-
-Leggi il bigliettino.-

March 23rd, 1999

Cara Maya, come stai? Spero che il tempo che stai passando a Londra possa davvero servirti a schiarire quelle idee della tua testolina confusa e riportarti da noi al più presto. E’ piuttosto triste qui, senza di te. Questo libro, da quando te ne sei andata, è stato preso soltanto da uno strano ragazzo, con cui credo anche di averti vista qualche volta, un certo…Pierre, è possibile? poi però non è venuto più neanche lui.
Ho deciso quindi di spedirtelo, sperando di farti piacere e sperando che, quando deciderai di tornare, perché lo so, tornerai, potrai riportarlo qui, a casa sua, e venirlo di nuovo a leggere quando vuoi.
Si sente l’assenza delle tue risate da bambina qui dentro, e, con l’augurio per te di una vita felice a Londra, mi permetto di scrivere anche questo: mi auguro di rivederti presto qui in Biblioteca.

Con affetto,
John.

Con le lacrime agl’occhi piegai la lettera e presi il libro: 1984.
Aprii alla prima pagina e…quella scrittura.
So che prima o poi riprenderai questo libro e lo leggerai.
In ricordo del giorno in cui siamo quasi baciaticon questo libro tra le mani, in questa biblioteca, a te, a me, a noi.
P.
Fortunatamente fui salvata dal telefono, e corsi a rispondere, prima che David o Seb potessero intuire qualcosa. Portai il libro con me e lo chiusi nel cassetto.
 
-Pronto?-
-Maya!-
-Chuck! Ciao, come stai?!-
-Benissimo, tu invece? Che bello, sono felice di sentire che stai bene.
No, davvero? Seb e David insieme sono una coppia pericolosa!
Sisi, qui tutto ok, immagino ti abbiano già detto del nuovo gruppo! Fortunatamente io e Pierre, dopo la litigata furiosa di poco tempo fa, ci siamo riavvicinati e insieme a David e gli altri abbiamo fondato un nuovo gruppo! Non lo sapevi?-
-Litigata? Chuck io…perché avevate litigato? Cosa…cosa ha fatto lui? Con una…Michelle?!-
-Maya, scusami, pensavo che gli altri ti avessero già detto che…-
.-Chuck, tranquillo, devo tornare da David e Seb però perché sento delle urla strane, ti voglio bene, a presto, spero!- E così lo liquidai. Corsi in bagno a lavarmi il viso, presi il pacchettino per David e tornai dai ragazzi come se niente fosse successo.

Giorno 4, April 4th 1999

3.01

-E’ per questo che aveva lasciato il gruppo.
Abbiamo quasi fatto a botte.
Pierre e Michelle stanno di nuovo insieme adesso.-
Non riuscivo a chiudere occhio, la voce di Chuck mi risuonava in testa.

17.07

-Ah Maya questo cappello è fantastico! Non lo toglierò mai più!-
-Non ci sarai mica andato a dormire?-
Visto che David non rispondeva e continuava a sorridere io e Seb ci guardammo, intuendo che la risposta dovesse essere affermativa, e scoppiammo a ridere.

Giorno 5, April 5th 1999

18.30

Dopo una giornata passata al Luna Park con un i ragazzi ero letteralmente stravolta.
Stavo andando a fare la doccia, ma avevo dimenticato le ciabatte in camera di Seb ieri, quando siamo stati a giocare a monopoli tutta la notte, così, nel tornare a prenderle inciampai nella sua borsa che si rovesciò per terra.
Bravissima Maya, continua così e non smentirti mai! Imbranata come al solito.
Nel rimettere nella borsa tutti gli oggetti caduti trovai un cd bianco e il primo pensiero che mi venne in mente fu di ascoltarlo mentre ero sotto la doccia. Lo stereo in bagno era la cosa migliore al mondo.
A Seb non dispiacerà, e poi ascoltiamo praticamente la stessa musica.
Quando il cd partì però, capii troppo tardi che, forse, non avrei dovuto trovarlo.
Non riuscii a focalizzare bene le prime parole, probabilmente per colpa dello sconvolgimento iniziale. Mi sedetti, poggiando la schiena al muro, ed ascoltai il resto della canzone.

I'm gonna be fine
As soon as I get your picture right out of my mind
I wanna feel the way you make me feel
When I'm with you

La voce di Pierre mi invadeva la testa, le orecchie, il cuore, il corpo. Sentivo di non capire più niente, di non sapere più dov’ero. Cos’era questo cd, cos’era questa canzone?

I wanna be the only hand
You need to hold on to

Aveva scritto, di nuovo?
Era per lei questa canzone? Era dedicataa Michelle?

Another lesson I didn't get to learn 
You're my obsession 
I've got nowhere to turn

Le lacrime si mischiarono pian piano all’acqua che scendeva. Fanculo Bouvier, anche quando non ci sei, riesci a farmi sentire da schifo. No, non sarò mai felice per te e lei, no! Non puoi aver dimenticato tutto quello che ci ha fatto passare, ti odio!
Ero troppo accecata dal dolore per pensare che ero stata io a mollare, ad andarmene. Ero troppo accecata dalla rabbia per prendermela con me stessa.

Giorno 6, April 6th 1999

15.35

Ero appena uscita a comprare un po’ di pane, che David e Seb avevano finito, tirandoselo addosso per tutta la mattina, quando il mio piccolo, strano, aggeggio squillò, segnalando sul display giallastro il nome Chuck. Non mi ero ancora abituata a questi…cellulari.
Alzai la piccola antennina, schiacciai il tasto verde e risposi.
Sembrava agitato, come se avesse appena finito di correre, non capivo cosa volesse dirmi.
-Chuck, calmati, non riesco a capirti?-
Camminavo, come al solito fissando il pavimento.
-Pierre cosa? Cosa c’entra Pierre adesso? No che non…cosa mi stai dicendo? Chuck, non ti sento!-
Andai a sbattere contro qualcuno sul marciapiede. –Oh mi scusi non l’avevo vis…-
Il braccio mi ricadde lungo il corpo quando alzai lo sguardo. Questo è troppo.
-Cosa ci fai qui? Lasciami in pace, ti odio!-
Corsi via da lui, da lei che tornava con due gelati in mano, sorridente e ochetta come sempre. Perché è venuto qui? Ti odio, non voglio vederti mai più!

18:30

-Non ci posso credere che sia già passata una settimana. Come farò senza di voi?-
Accompagnai i ragazzi all’aeroporto, abbracciandoli forte e salutandoli.
‘Dio quanto mi sarebbero mancati. E’ stata una settimana favolosa. A parte per una telefonata, e una visita inattesa della quale però, loro, non sanno niente.
-Ciao ragazzi, vi voglio bene! Fate buon viaggio!-
E l’aereo decollò.
Quanto odio gli aeroporti. Troppe persone che se ne vanno, per troppo tempo.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Simple Plan / Vai alla pagina dell'autore: weitwegvonhier