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Autore: ripple    07/01/2013    13 recensioni
Avete presente il mondo di Percy Jackson? Ok, certo che si.
Ora, vi ricordate come finisce la prima serie? Si? Bene, perché è da lì che tutto parte, per la precisione due anni dopo.
Immaginate che Percy abbia una sorella con una storia un po' strana e misteriosa. Sorella da parte di padre, ovviamente.
Vi potrebbe interessare? Dai, allora: leggete, leggete, e fatemi sentire la vostra voce! (vale a dire, recensite)
NON TENGO IN CONSIDERAZIONE LA SECONDA SERIE, E NON PROVATE A SPOILERARMI NIENTE, VISTO CHE ANCORA NON L'HO LETTA!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Figlia di Poseidone ψ


Capitolo 2
Scopro che i Lestrigatti odiano l’acqua.


 

– Lestri-che?
Si fermò di colpo. – Ascoltami bene, te lo dirò una sola volta. Adesso tu entri in questo bar, e ci resti. Io tornerò a prenderti il prima possibile, ma se vedi che entro un’ora non sono qui fila dritta a casa e racconta tutto a tua madre.
– Spero vivamente che tu stia scherzando.
Mi guardò con aria grave. – Ed invece sono fin troppo serio. È molto importante che tu faccia quello che ti ho detto. Chiaro?
– Sì, chiaro come un finestrino sporco di cacca! Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Da come ti preoccupi sembra che ci vogliano mangiare!
– Esattamente.
Rielaborai quest’ultima parola nella mia testa per un po’ di tempo, forse anche troppo, perché mi accorsi che Rick si stava seriamente agitando, e di tanto in tanto buttava qualche occhiata dietro di noi. Potevo immaginare il perché. Finalmente riuscii a mettere insieme qualche pezzo del puzzle: c’erano dei mostri cannibali che si volevano mangiare Rick, mi sono messa in mezzo e volevano mangiare anche me. Se non volevo essere il contorno, dovevo nascondermi e aspettare. Peccato che l’unica cosa che non sappia fare è proprio non fare niente.
– Se quei tizi sono davvero così pericolosi come mandi a credere – replicai – Credo sia meglio che tu non li affronti da solo.
Mi lanciò una terribile occhiataccia. – Non pensarci nemmeno. Non sei pronta.
Quella affermazione mi fece innervosire non poco. – Oh, questa mi mancava! Adesso sei tu che mi dici se sono pronta o no? – Feci una pausa. – Ma per cosa, poi?
Prese un gran respiro e mi guardò fisso negli occhi, come se volesse trovare nella mia testa il modo più giusto per rispondermi. Ma poi disse: – Senti, ne possiamo parlare dopo? Non credo che questo sia il momento più adatto.
Ohh, e va bene! – Incrociai le braccia e mi avviai impettita verso il bar che era a due metri da noi. Appena prima di partire sentii che mormorò un “Grazie a Zeus”.
Prima di varcare la soglia mi girai e lo vidi correre verso quei... Lestrigatti. Pensai che volesse affrontarli da solo e a mani nude, e stavo lì lì per urlargli una cosa del tipo “Ma che diamine stai facendo?!” ma alla fine non lo feci. Ormai si erano quasi scontrati, quando, nel giro di un nanosecondo, Rick fece apparire nella sua mano una spada, e con questa infilzò il piede di uno dei giganti. Questo si disintegrò all’istante, davanti al mio sguardo incredulo. In questo modo confuse tutti gli altri ed ebbe il tempo di sterzare in una via secondaria. Appena se ne accorsero lo inseguirono molto più arrabbiati - come se prima avessero meno voglia di mangiarlo.
Ero rimasta impietrita, con le idee più confuse che mai e con un barista che da mezz’ora mi stava chiedendo se stavo bene, che cosa stavo facendo, ma non dovevo essere a scuola… Certa gente non sa proprio starsi zitta e farsi i cavoli propri. Comunque, dovevo decidere se rimanere là a prendere un caffè nell’attesa che un ragazzo fuori di testa mi sarebbe venuto a prendere dopo aver affrontato un branco di malati mentali troppo cresciuti, o di partire al loro inseguimento. Optai per la seconda. Mi avviai a tutta birra nella direzione che avevano preso, senza la più pallida idea di cosa avrei fatto una volta che li avrei raggiunti.
Dopo non so quanto tempo che gli correvo dietro, ovviamente senza farmi vedere, finalmente si fermarono. Eravamo in una piazza. Be', non era esattamente una piazza. C’era questa grande fontana semicircolare, di cui la parte circolare era costeggiata da una strada molto larga, mentre l’altra era un monumento in miniatura da cui l’acqua si riversava nella vasca. Sapevo dov’ero: al Gianicolo, e quella era la fontana dell’acqua Paola - a Roma conosciuta come “Il Fontanone”.
Rimasi in disparte. Mi guardai intorno e non notai nessuno, a parte un paio di turisti in lontananza. Vorrei vedere! Con il freddo che faceva quel giorno avrei giurato che stessero tutti in una pizzeria bella calda. Ma meglio così, non si sa mai. Ritornai a guardare Rick, che ora stava correndo dritto dritto verso i Lestrigatti. Colsi al volo l’occasione per osservare meglio Rick: era abbastanza in forma, prima di tutto. Il mio intuito decise che aveva sedici anni, mentre io ne avevo quindici. E questo l’ho detto solo per puntualizzare. Indossava una maglietta nera aderente con le maniche lunghe, un gilet di jeans aperto e un po’ strappato, come anche i pantaloni, lunghi e leggermente larghi. Dava l’idea di essere un duro - forse anche per quella sua faccia da ‘sopravvissuto’ - e di avere una grande storia alle spalle, ma secondo me sulle spalle gli mancava la testa.
Ritornando al combattimento... Rick era ormai arrivato ad un paio di metri dai Lestrigatti, quando s'impuntò all’improvviso e lanciò la sua spada contro il più vicino. Appena questa si infilzò nella sua gamba, il gigante si disintegrò all’istante in una polvere dorata - o d'orata, se preferite. Tutto questo davanti al mio sguardo incredulo e alla mia bocca incredibilmente spalancata. Mi ripresi e riuscii a riconcentrarmi su quello che stava succedendo.Quell'azione mi aveva confermato la sua stupidità. Come avrebbe fatto senza arma? Per tutta risposta si girò e corse verso il monumento della fontana, dove iniziò ad arrampicarsi. Arrivò in cima nell’esatto momento in cui i giganti finirono di accerchiare il Fontanone. Due dietro la pietra e due con i piedi nell’acqua. “Sì, è proprio deficiente” Insomma, solo un vero deficiente si sarebbe messo in trappola da solo essendo anche disarmato. Rick restava immobile, come ad aspettare qualcosa.
Un Lestrigatto parlò. – E adesso come farai a scappare? Sinceramente, mi aspettavo un briciolo d'intelligenza dal figlio del dio del cielo! – Tutti risero. Tranne Rick, ovviamente. Invece, alzò un braccio e rivolse la mano al cielo. Prese un grande respiro ed urlò. Proprio in quel momento nel cielo apparve una luce che mi costrinse a girarmi per non farmi male agli occhi. Ma non avrei mai potuto vedere quello che sarebbe successo un secondo dopo se non mi fossi rigirata, quindi lo feci. Vidi con chiarezza - forse troppa - un fulmine prendere in pieno il gigante che aveva parlato.
– Mai… nominare… mio padre… in mia… presenza! – Fu Rick a parlare. O ad esclamare, fa lo stesso.
– Che c’è, hai litigato con il tuo paparino? – Non pensavo che qualcun’altro avrebbe avuto il coraggio di parlare in quella situazione, ma evidentemente esisteva qualcuno più deficiente di Rick. Comunque un altro fulmine colpì il punto dove ci sarebbe dovuto essere il Lestrigatto idiota. Ma stavolta non si disintegrò nessuno, perché lui non c’era più.
– Tutto qui quello che sai fare, piccolo tuono? – Piccolo tuono? Questa me la dovevo segnare.
Rick adesso sudava e respirava a grandi boccate. Qualsiasi cosa sovrannaturale avesse fatto, non ero tanto sicura che ci sarebbe riuscito un’altra volta. Erano tre giganteschi mostri contro un omuncolo che dava l’idea di svenire da un momento all’altro. Aveva iniziato anche a tremare. Gli occhi di Rick saettarono incrociando i miei. Mi sentii il viso bollente e scommetto di essere diventata tutta rossa. La sua espressione sembrò dire “è quasi ora” o una cosa del genere. Notai le sue labbra stirarsi in un sorriso appena accennato, subito prima che portasse la mano sinistra su quella destra. Vidi materializzarsi nella sua stretta la stessa spada che aveva lanciato prima, mentre si voltava. La lanciò - dico io, ma non faceva prima a portarsi una lancia? - al petto dell’unico Lestrigatto rimasto fuori dall’acqua. Stavolta non ebbi il tempo di controllare se si sarebbe disintegrato, perché mi accorsi che i due giganti si erano piegati sulle ginocchia e nel giro di due secondi avrebbero raggiunto Rick. Lui non avrebbe avuto la forza di resistere o saltare giù in quel momento, e loro lo sapevano. Rick mi guardò e se prima il suo sguardo mi stava dicendo che era quasi ora adesso mi stava dicendo che era ora. Ma di cosa?? Sapevo solo che sarebbe morto.
– NO! – Mi accorsi solo dopo di quello che feci. Ero uscita allo scoperto. Avevo un braccio disteso davanti a me e la mano aperta.
Tutto ad un tratto mi sentii debole, come se avessi appena finito di sollevare pesi dopo due ore di palestra. Mi lasciai cadere a terra, sedendomi. Mi feci coraggio e guardai dove sarebbe dovuto esserci Rick. Anzi, dove c’era Rick.
Sorrisi, dopotutto ero felice che non fosse morto. Mi guardò anche lui, si mise seduto e dopo un po’ di secondi che sembrava entrato in trance, ricambiò il sorriso. Evidentemente anche lui ne era felice.

 

***

 
– No, no, no, no – Non ci potevo credere. – e no! – Stavo camminando avanti e indietro su una linea immaginaria di due metri da circa di cinque minuti.
– Sì. – Rick era seduto sul bordo della fontana, ed era piuttosto calmo. Come sempre. Mi fermai e lo guardai in faccia, aspettando che lui facesse lo stesso.
– Non so se ti rendi conto di quello che mi hai appena detto!
– Mi sembra che tu stia esagerando un po’. Che ti ho detto di tanto strano, in fondo?
– Ah, ma niente, guarda! Infatti è roba da tutti i giorni scoprire, sempre che poi sia vero, che tutti gli dei e gli eroi della mitologia greca sono reali, e che io sono la figlia di uno degli dei dell’Olimpo! Sì, proprio tutto perfettamente nella norma! Che poi, di quale hai detto che dovrei essere figlia, io?
– Non l’ho detto, ma mi sembrava piuttosto palese. – Detto questo, indicò le due nuove statue di ghiaccio di due giganti.
Allargai le braccia e scossi la testa. – La dea del frigorifero? – buttai lì a casaccio. Lui, di tutta risposta scoppiò in una risata isterica. Quando si calmò, io lo stavo aspettando con le braccia conserte e la faccia più seria che trovai. Sembrò farlo calmare definitivamente.
Si asciugò un’ultima lacrima col dito e mi disse: – Poseidone, Penny. Poseidone. – Sì, conosceva il mio nome, ma non chiedetemi perché, perché non ne ho idea. – Tu sei la figlia di Poseidone. – Non dissi nulla.
Lo guardai, poi guardai le statue di ghiaccio ed infine fissai l’acqua della fontana. Chiusi gli occhi e mi concentrai. Immaginai di essere l’acqua stessa, di alzarmi e uscire fuori dalla vasca. Aprii gli occhi e notai, con mio grande stupore, che una grande bolla d’acqua stava galleggiando nell’aria proprio alle spalle di Rick. Lui ancora non si era accorto di nulla, ma deve aver subito notato i miei occhi strabuzzanti, perché decise di girarsi. Prima che potesse spiaccicare mezza parola, venne inondato da un terzo di tutta l’acqua della fontana. Rimase immobile, ancora voltato.
Dopo un po’ di secondi che non successe nulla decisi di parlare. – Ehm… Sì, potrebbe essere.






Notes;


Ollè! E pure questo capitolo è andato. Che ci crediate o no, è stata una faticaccia, tra famiglia, amici, feste, compiti, e altre cose. Ma ora sono qui, e sono riuscita ad aggiornare!
Stavolta spero di non aver fatto tutti gli errori dell'ultima volta *arrossisce, ricordandosi che ancora si vergogna di questo* e spero anche che vi possa piacere come l'altro :D
Approposito, voglio ringraziare, ma proprio tanto, tanto, tutte le dolcissime personcine che hanno recensito e/o messo tra i preferiti o le seguite... Non so davvero come ringraziarvi, sono al settimo cielo!
Per finire, ho un paio e tre fotuzze da mostrarvi :3
- Il Fontanone.
Rick.

- Un Rick un po’ più solare.
Ovviamente cercate di immaginare i capelli del ragazzo un bel po' più biondi. Solo che, dopo tante ricerche, ho trovato Travis Fimmel, che è quello che gli assomiglia di più... nella mia testa.
Per Penny ancora devo trovare la sua sosia, mi spiace ù_ù
Basta, chiudo qua *qua, qua, qua*.
Angie.
   
 
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