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Autore: Rinalamisteriosa    07/01/2013    0 recensioni
[REVISIONATA fino al sesto capitolo!]
Una raccolta dedicata a lui, a Chouji Akimichi.
La sua vita e le sue amicizie trattate dal mio personale punto di vista.
1.Farfalla - Se una farfalla avesse la possibilità di diventare umana, sarebbe come lui.
Buona, generosa e dal cuore d’oro.

2.Sfogarsi - «Sfogarmi?!» domandò, senza afferrare subito il senso di quella parola troppo complicata per la comune mentalità di un bambino.
3.Figlio - (sulla nascita di Chouji)
4.Amore incondizionato - Sarebbe rimasta, sempre e in ogni caso, una delle sue priorità.
[Drabble partecipante al “Multifandom & Original Drabble Contest” indetto da BlackIceCrystal]
5.Migliore amico - Si fidavano l’uno dell’altro, incondizionatamente.
6.Margherite gialle - (sul primo approccio tra Chouji e Ino da piccoli)
7.?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Choji Akimichi, Chouza Akimichi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Margherite gialle

(Flashfic, 506 parole)

 

 

 

 

 

Di Ino Yamanaka, il piccolo Chouji sapeva soltanto che era una compagna di Accademia e che non doveva essere male parlarci: era carina e sembrava anche tanto simpatica, nonché diligente.

Secondo Shikamaru però era meglio evitarla, diceva che tutte le femmine erano una scocciatura e che l’unica cosa di cui si preoccupavano era di essere notate da Sasuke Uchiha.

 

 

Mentre tornava a casa in compagnia di sua zia, il bambino ci pensò, non sapendo proprio come comportarsi in proposito.

A un certo punto, gli passò accanto di corsa una bambina bionda a cui, evidentemente per la fretta, cadde un mazzolino di margherite gialle.

Lui lo guardò, mormorò alla donna di fermarsi e si chinò a raccoglierlo.

«Ehi, hai perso questo!» esclamò prima che scomparisse dietro l’angolo. Fortunatamente si era fermata e voltata subito, con un’espressione di perplessità dipinta sul visino grazioso contornato da ciocche color grano.

Allora Chouji Akimichi sgranò gli occhi, perché l’aveva riconosciuta.

Ino Yamanaka.

Veniva verso di lui, le braccia cariche d’altri fiori colorati e profumati, una fascia per capelli che s’intonava ai suoi occhi limpidi e una maglietta a mezze maniche.

La vecchia zia lo incoraggiò a fare altrettanto, dicendogli che nel frattempo sarebbe entrata dal pescivendolo all’angolo.

«Ti ringrazio di avermi avvisata, dovrei consegnarlo insieme a questi: i miei genitori hanno un negozio di fiori, sai? Quando posso li aiuto volentieri!» lo informò disinvolta, con un bellissimo sorriso che esprimeva gratitudine. Aveva una voce alta e chiara. 

Poi si fece più vicina, inclinando la testa di lato, improvvisamente pensierosa.

«Ehi, ma… la tua faccia non mi è nuova, ci conosciamo?».

Quell’osservazione lo fece sentire un poco a disagio, tanto che spostava lo sguardo da lei al mazzolino, poi nuovamente sulla bambina, ma riuscì comunque a rispondere, apparentemente senza alcun problema.

«Certo che ci conosciamo! Io mi chiamo Chouji Akimichi e mi avrai visto sicuramente a lezione, come io ho… notato te» disse ed esultò nel profondo.

Tuttavia chiuse gli occhi per l’imbarazzo appena provato, sperando di non esserle sembrato in qualche modo inopportuno, ma la risata spontanea che seguì, fece sfumare ogni possibile preoccupazione e inadeguatezza.

«Hai ragione, è proprio così!» esclamò vivace, trovando persino il modo di tendergli una mano, in cui Chouji depositò le margherite, sfiorandola appena. «Piacere Chouji, io sono Ino Yamanaka!».

“Questo lo so”.

«In effetti non ci siamo mai presentati come si deve, in quel posto abbiamo altri pensieri per la testa, come lo studio, le verifiche scritte, le interrogazioni, le esercitazioni pratiche…».

«Il piacere è mio! Vuoi una mano?» domandò, più tranquillo, indicando tutto il carico floreale.

«Ma no, figurati! Non devo andare lontano, posso farcela benissimo da sola. Comunque grazie del pensiero!» replicò Ino.

I due bambini si sorrisero.

“Visto, Chouji? Non è stato così difficile…”.

Dopo averlo salutato con la promessa che il giorno seguente avrebbe fatto lo stesso anche in aula, la piccola Ino andò via, mentre Chouji si diresse verso il pescivendolo.

E per la prima volta fu un vero sollievo accorgersi che Shikamaru aveva torto su qualcuno, almeno in parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

***

Note: Mi sono ricordata che per questo capitolo avrei voluto descrivere un primo approccio tra Chouji e Ino da bambini.

Non sarà molto originale, ma penso sia un momento perfetto per loro (in verità non mi è venuto in mente altro xD) solo quest’idea carina e senza troppe pretese per riprendere in qualche modo anche questa raccolta, ferma dal 2010.

Allora? Che ne pensate? *___*

 

Lo dedico a:

Roby;

Flavia;

Polka

- ringraziandole per i commenti allo scorso capitolo e scusandomi umilmente per l'attesa >.< *inchino di scuse*

E ovviamente grazie anche a chi preferisce/segue/legge in silenzio! ^_^

 

Alla prossima!

 

Baci,

Rina

 

 

  
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