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Autore: Edoatar    07/01/2013    4 recensioni
Titolo non molto originale, lo sò. Ma credo sia approppriato.
In questa ff presento una raccolta dei migliori momenti futuri della vita di Percy.
Spero che apprezzerete il lavoro e fatemi sapere che cosa ne pensate.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Chirone, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I racconti di zio Edo'
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I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA

 

Capitolo uno: Il matrimonio

 

Ok, lo ammetto. Ero agitato.

D'altronde non capita tutti i giorni di sposarsi, no?

Ero lì, in piedi sull'altare, costruito apposta per l'evento. Credo sia stata la prima volta che un matrimonio viene celebrato al Campo Mezzosangue. Quindi ci siamo, mi dissi. Mia madre si era seduta su una sedia in prima fila, al fianco della matrigna di Annabeth, e stava già consumando scatole intere di fazzolettini. So che cosa vi starete chiedendo, ma se sono mortali come fanno ad essere riuscite ad entrare al campo? Semplice, Zeus a concesso a Chirone la possibilità di far entrare tutti i parenti mortali all'interno dei confini magici. Mia mamma si era offerta per cucire lei stessa il mio vestito. L'abito che indossavo era blu, (ovviamente), con l'interno in seta verde e bianca. Le maniche erano rivestite di cashmire azzurro e un piccolo tridente dorato era cucito sul colletto. I pantaloni avevano lo stesso stile e la cravatta riportava tutte le tonalità del mare. Dal verde più brillante al blu più intenso.

Anche Era, la moglie di Zeus, era seduta da qualche parte in mezzo alla folla, dato che era sempre presente ai matrimoni.

Ai fianchi dell'altare, i miei amici della casa di Apollo provavano i cori. In piedi vicino a me c'era Chirone, il quale notò subito l'improvviso impallidire della mia faccia.

-”Nervoso, Percy?” Mi chiese.

Cercai di sorridere, “E me lo chiede!”

-”Per gli dei, ragazzo! Hai affrontato alcuni tra i mostri più terrificanti del tartaro e vorresti dirmi che non riesci a mantenere la calma in questo momento di gioia. Hai 23 anni, santo Olimpo!”

-”Signore,” gli chiesi, “Lei si è mai sposato?”

-”No.” Rispose.

-”Allora non può capire. Si fidi della mia parola.”

Rise ancora ma la nostra conversazione fu interrotta dal rumore delle persone alle mie spalle che si alzavano in piedi. Qualcuno stava suonano la tipica musica che si sente sempre ai matrimoni.

La prima persona che comparve era un uomo vestito con uno smocking bianco. Aveva i capelli grigi ma ancora chiari e alcune rughe sul viso. Sbucò una seconda figura e l'uomo la prese a braccetto. Man mano che si avvicinavano li distinsi. La seconda persona portava una lunga veste bianca, rosa e grigia. Sembrava un chitone. Un lungo strascico era fissato dietro al vestito e portava un velo proprio sulla fronte, così che le coprisse gli occhi, ma non aveva nessun buchet in mano. Ormai avevo capito chi c'era dietro a quel velo. Riconobbi anche l'uomo, era il padre di Annabeth. Il signor Chase mi si avvicinò.

-”Te la affido Percy. Mi raccomando, prenditi cura di lei.”

-”Lo farò signore.” Gli risposi. Lui annuì e si andò a sistemare vicino alla moglie.

Trassi un profondo respiro e le alzai il velo, portandolo dietro alla sua testa. Ora volevo veramente svenire. Annabeth non si era fatta mancare niente per impressionarmi. No andiamo, sto scherzando. In realtà il suo aspetto non era molto diverso da come era di solito. Anche per quella volta non si era truccata. Vedevo del fondotinta grigio, ma si confondeva con il colore dei suoi occhi.

Anche lei notò la mia faccia che continuava a cambiare tonalità.

-”Tutto bene Testa d'alghe?” Mi sorrise.

-”Ehm...ehm...”

-”Ok, allora.” Guardò Chirone, “Signore. Quando vuole.”

-”Ma certo, mia cara.” Il centauro prese tra le mani un libro che dalla copertina avrà avuto almeno tremila anni. Fece cenno alle altre persone di sedersi, poi cominciò a parlare.

Non so quanto duri un matrimonio dalle vostre parti, ma quello era stato decisamente rapido.

-”Prometti tu, Annabeth Chase, di amare, onorare, rispettare e...” mi squadrò per bene, “...e di tenere lontano dai guai la tua anima gemella?”

-”Lo prometto.”

-”E prometti tu, Percy Jackson, di amare, onorare e rispettare la tua anima gemella finché la morte non sopraggiunga?”

-”Lo prometto.” Risposi deciso.

Sull'altare arrivò uno dei fratellastri di Annabeth, il quale portava un vassoio d'argento con sopra riposti due anelli.

Su entrambi i gioielli, i nostri nomi erano incisi in greco antico.

Mi lasciai mettere il primo anello da Annabeth e successivamente io infilai nel suo dito l'altro.

-”Nel potere conferitomi da Zeus, signore degli dei, io vi dichiaro marito e moglie.”

Guardai Annabeth, che non poté trattenere due lacrime. Restai lì a contemplare la sua bellezza, almeno finché Chirone non mi riportò alla realtà.

-”Ehm, Percy. Ora puoi baciare la sposa.”

Non ci fu bisogno di farmelo dire due volte. La baciai e poi la presi in braccio al volo. Sentivo le persone che applaudivano e i singhiozzi di mia madre.

La portai fino all'uscita del campo, dove ci aspettava una biga trainata da due pegasi. Dietro ad essa c'era appeso un

cartello: JUST MARRIED. 

  
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