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Autore: yachan    27/07/2007    11 recensioni
Gocce di memoria che si alternano nei vari momenti della vita...piccoli frammenti di una storia piena di amore e tristezza...il seguito di "Prima o Poi"...un nuovo cammino è stato intrapreso...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doremi Harukaze, Hana-chan, Tetsuya Kotake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GOCCE DI MEMORIA

GOCCE DI MEMORIA

 

Cap.1

 

Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinte volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te

 

**********

 

-         No, no- scosse la testa e incrociò le braccia- Non vanno bene.

-         Ancora?- disse un ragazzo, quasi con un tono stanco- E’ il centesimo catalogo che rifiuti.

-         Non ci posso fare niente- disse una ragazza, sbuffando come una bambina- Se non mi piace, non mi piace.

-         Sì, ma ho come l’impressione che non te ne piaccia neanche una.

-         Non è vero, la cinquantesima casa era carina…

-         Ma se ti lamentavi che non c’era luce.

-         A me piacciono le case dove entra molto la luce del giorno.

-         Senti Doremì- il ragazzo si sedette sulla sedia girata dall’altra parte e appoggiò le braccia sui bordi della sedia- Non è che tu…stai cercando qualcosa che non esiste? Le case che ci ha fatto vedere Majodela, sono pressoché perfette. Nel mondo della magia, i problemi che ci sono sulla terra, sono riparabili con la magia…

-         Mh…

-         Hai fatto la stessa scenata, quando mi hai chiesto di trasferirci nel mondo della magia.

-         Era una buona opportunità…la Regina ci aveva proposto un buon lavoro nel mondo della magia.

-         Soprattutto perché tu non vedevi l’ora di andarci.

-         Uh, sempre pignolo tu- disse la ragazza sbuffando- Comunque sia, non mi arrenderò prima di trovare quel che cerco.

 

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-         Non mi arrenderò così facilmente- disse una ragazzina dai capelli color castano e un fiocco color arancio.

-         Che insistente che sei- disse un ragazzino dai capelli color blu- Ho detto di no e non voglio ripeterlo.

-         Ma perché? Saresti perfetto.

-         Non voglio.

-         Ciao!- salutò una ragazzina dai capelli color rosso magenta raccolti in due buffi codini- Oh, cosa sta succedendo?- chiese lei, entrando dalla porta e vedendo i due intenti a discutere.

-         Doremì, per fortuna che sei qui- disse la ragazzina avvicinandosi a lei- Convinci tu Kotake.

Doremì guardò la ragazzina e poi Kotake senza capire.

-         Devo convincerlo, di che?

-         Da farmi da modello.

-         Eh?- Doremì la guardò con stupore e quasi incredulità.

-         Ti spiego, Masaru deve presentarsi al matrimonio di sua zia…però sai com’è fatto lui. Non sopporta partecipare a feste, convegni o altro ancora…- raccontò la ragazzina dal fiocco arancione- Però sua madre ci terrebbe molto che lui venisse…così, vorrebbe fargli questa sorpresa e andare. Proprio per questo, ho deciso di fargli una sorpresa e di preparargli l’abito per l’occasione. Così farebbe contenta la madre- fece una pausa- Però, ho bisogno di un modello per modellare l’abito.

-         Mh, capisco…ma perché proprio Kotake?

-         Perché lui è il più idoneo, hanno più o meno le stesse misure.

Doremì guardò Kotake e lui si sentì nervoso.

-         Perché non lo chiedi a Yuri?- cercò di salvarsi.

-         Yuri non è alto come Masaru.

-         Ehi, non sono così basso!- disse un ragazzino dai capelli neri, facendo una smorfia un po’ offeso.

-         Scusa, non intendevo dire questo- cercò di giustificarsi la ragazzina.

-         Perché non accetti Tetsuya?- chiese Doremì.

-         Non ho intenzione di starmene impalato per delle ore come uno stoccafisso…è così imbarazzante- disse lui incrociando le braccia.

-         Uh, capisco…- disse Doremì alzando gli occhi al cielo- Stavo pensando che ero riuscita ad avere i biglietti per il concerto a cui volevi tanto andarci…- alzò le spalle- E’ un peccato che non potrai venirci.

-         Cos’è, un ricatto?- disse lui.

-         No, no…diciamo un compromesso- disse Doremì sorridendo divertita- Aiuta Hazuki ed andremo al concerto.

Kotake sbuffò arrabbiato e guardò Hazuki.

-         D’accordo, però cerchiamo di finire al più presto.

-         Bene- disse Hazuki sorridendo- Vado a prendere subito l’occorrente.

-         Questa me la paghi Doremì- la fulminò il ragazzino.

-         Siamo pari Tetsuya- disse lei sorridendo.

-         Eccomi qui- comparì Hazuki con tutti gli attrezzi- Andiamo- e lo trascinò via.

-         Tu sai come convincere Kotake- disse Yuri guardando sorpreso a Doremì.

-         Sono anni che ci conosciamo…ormai conosco i suoi punti deboli.

-         Non temi la vendetta di Kotake?

-         No- disse Doremì tranquilla- Anche perché alla vendetta, c’è sempre la controvendetta- rispose con un ghigno.

-         Ma così non si finisce mai.

-         Noi siamo fatti così- alzò le spalle.

 

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-         Wow, questa casetta è un amore!- disse una ragazza dai capelli rosso magenta, raccolti in una lunga coda.

-         Già- ammise il ragazzo che le stava accanto- Hai già idea di come arredarla?

-         Mh? E perché?- la guardò Doremì.

-         Come "perché"?- chiese Kotake- Non vorrai mica lasciare le stanze tutte come sono adesso. Majodela ci ha accordato il permesso di fare tutti i cambiamenti che volevamo in questa casa, poiché la vecchia proprietaria non ci vive più.

-         Lo so…- disse Doremì, camminando verso la sala- ma vedi…i mobili stanno bene lì dove sono. Non c'è bisogno di apportare modifiche alla casa.

-         Proprio non ti capisco…c'erano altre case migliori e più nuove…non capisco perché tu preferisca questa alle altre.

-         Beh, diciamo che ha un valore affettivo- si girò e lo guardò- era la vecchia casa dove prima abitava Majorika, la prima strega che ho conosciuto nel mondo umano.

-         Mh? Majorika? Vuoi dire quella che non faceva altro che urlarti dietro?

-         Sì- ridacchiò- In effetti, non facevo altro che combinare pasticci e irrimediabilmente s'infuriava- alzò lo sguardo- Però…era una brava persona e io le voglio un gran bene. Anche se- disse triste- adesso è lontana…

-         Sì, ricordo che lei e la sua fatina Lala, hanno deciso di prendersi una vacanza…come si dice? Già, in pensione- incrociò le braccia un po' perplesso- Anche se guardandola è difficile stabilire quanti anni ha.

-         Bho, chissà- fece spallucce- Sai com'era quando si parlava d'anni.

-         Mh…prima urlava e poi ci mandava a lavorare.

-         Eh, eh. Mi mancano le sue sgridate.

-         Sembrerà strano, ma in fondo anche io mi ero affezionato a Majorika.

Doremì sorrise e prese sottobraccio Kotake.

-         Sono contenta di essere venuta ad abitare qui nel mondo della magia.

-         Non vedevi l'ora, vero?

-         Già, anche se mi mancheranno i miei vecchi amici- diede un occhiata alla sala- Guarda che bel camino!- disse indicandoglielo- Sarà l'ideale per le nostre serate. Tutti insieme riuniti intorno al camino a chiacchierare allegramente.

-         Tutti e tre- disse Kotake baciandola dolcemente.

-         Sì…noi e la piccola Hikaru…

 

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-         Insomma, Kotake, vuoi stare fermo?- disse Hazuki con in mano degli spilli.

-         Mi sto annoiando e poi ho fame- si lamentò il ragazzino.

-         Eh, eh, dovresti vederti Tetsuya- ridacchiò Doremì, che era seduta vicino ad un tavolino.

-         Mi basta vedere la tua espressione- disse lui indispettito.

-         Tra un po’ abbiamo finito- disse Hazuki, poi lo guardò dall’alto al basso- Uhm, devo controllare lo schizzo…vado a prendere il disegno- guardò Doremì che era intenta a sfogliare una rivista- Doremì, saresti gentile da continuare tu?

-         Uh?- Doremì si avvicinò a loro- Che devo fare?

-         Continua a mettere gli spilli- spiegò Hazuki, mentre le dava la scatoletta degli spilli.

-         D’accordo…

-         Che?! Doremì?- disse agitato Kotake- Ah, aspetta Hazuki, questo non era previsto nel patto!

-         Che problema c’è Kotake?- Hazuki lo guardò perplessa.

-         C’è che Doremì è un pericolo pubblico. Darle in mano degli spilli, è come darle un arma.

-         Eh?!- Doremì lo guardò offesa- Vuoi dire che sono una frana?

-         Certo che sì- disse lui convinto- Dirti che sei una frana, è un complimento.

-         Ehm, forse stai esagerando Kotake- disse Hazuki, temendo la reazione della sua amica Doremì a quella provocazione.

-         Tranquilla Hazuki, vai pure…qui termino io- disse Doremì sorridendo.

-         Oh…okey- disse lei allontanandosi incerta.

Doremì si girò verso Kotake con fare minaccioso.

-         Allora…stavi dicendo?- disse con in mano uno spillo.

-         Ehm…- Kotake la guardò intimorito. Non si poteva certo dire che Doremì avesse un aspetto così rassicurante- Mi sono ricordato di un impegno…

In quel momento entrò dentro la stanza un ragazzino dai capelli color nero corvino, insieme a una ragazzina dai capelli biondi.

-         Ciao, siamo arrivati…uh?- si fermò guardando la scena.

-         Fermati Tetsuya!- disse una ragazzina inseguendo Kotake.

-         Non ci tengo- disse il fuggitivo con indosso dei teli di tessuto.

-         Ti voglio solo bloccare la stoffa.

-         No, tu vuoi uccidermi.

-         Ma che succede?- il ragazzino li guardò confuso, mentre Momoko se la rideva.

-         Che buffi che siete- disse la ragazzina bionda.

Kotake e Doremì si fermarono per guardare i due.

-         Yuri, Momoko, siete arrivati per fortuna- disse Kotake nascondendosi dietro di loro.

-         Sapevo che dovevi fare da modello ad Hazuki, ma non pensavo che prevedesse anche un inseguimento- disse Yuri.

-         E’ Doremì che mi fa paura- si giustificò Kotake.

-         Che esagerato che sei, Tetsuya- disse Doremì imbronciata- Guarda che sono bravissima.

-         Già, dillo all’ultimo cliente che hanno dovuto ricoverare d’urgenza all’ospedale.

-         Oh, uffi- sbuffò Doremì- Può capitare a tutti di sbagliare.

-         Sì, ma non dieci volte su dieci.

-         Ragazzi, voi credete che io sia così imbranata?- Doremì guardò Momoko e Yuri, aspettandosi un aiuto da parte loro.

-         Ehm…- i due si guardarono indecisi- Una domanda di riserva?

-         Che state combinando qui? Non si lavora?- giunse Majorika.

-         Oggi è vacanza e il negozio è chiuso- disse Doremì.

-         Già, ma non vuol dire che voi siete in vacanza. Abbiamo tanto lavoro arretrato.

-         Ma se tu non fai niente- la rimbeccò.

-         Amministrare il bilancio finanziario del negozio, è già un duro lavoro. Tenendo conto delle perdite dovute ai danni che combini, Doremì.

-         Uff! Anche tu ti ci metti?

 

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Un ragazzo dai capelli blu, stava ordinando le sue cose, prima di uscire dalla stanza.

I ragazzini si erano già avviati e toccava adesso a lui andarsene. A casa c’erano Doremì e Hikaru ad aspettarlo.

Alla mattina, Doremì si era raccomandata con lui, prima di uscire di casa, di tornare a casa presto questa volta. Anche lei avrebbe cercato di terminare prima, per arrivare a casa presto e che l’avrebbe aspettato lì.

Aprì la porta ed uscì dalla stanza, mentre si chiedeva perché Doremì avesse insistito per tornare prima. Forse doveva dirgli qualcosa d’importante. Era da un bel po’ che loro due non riuscivano a stare insieme un intera serata, senza essere stressati dal lavoro. E poi sentiva che qualcosa stava cambiando tra di loro. Forse era il momento buono per parlarne, prima che le cose peggiorassero.

Chiuse la porta a chiave con uno schiocco di dita e si avviò. Dopo qualche passò, sentì vibrargli il cellulare.

“Non si può mai stare in pace”- pensò mentre prendeva in mano l’oggetto e lo azionava con il solo suono della sua voce.

-         Sì?

-         …Tetsuya…- disse una voce fievole.

-         …Regina?- disse lui sorpreso- E’ successo qualcosa?

-        

-         Regina?- chiese lui, preoccupato dal suo silenzio.

-         Io…io non so come fare…- la sua voce era interrotta da leggeri singhiozzi. Kotake capì che stava piangendo.

-         Dove ti trovi?- chiese lui allarmato.

-         Sono in stanza mia…per favore, vieni Tetsuya.

-         Sì, arrivo subito.

Tetsuya chiuse il cellulare e facendo retromarcia, si avviò verso la stanza della Regina.

Pochi minuti ed era già lì. Provò a bussare, ma la porta si aprì da sola.

-         Regina…sono Tetsuya…- vide una ragazza dai lunghi capelli biondi seduta sul letto, con la schiena rivolta verso la porta.

-         Tetsuya…sono contenta che sei qui- disse la Regina, voltandosi con un sorriso triste.

-         Stai piangendo? Cos’è successo?- Tetsuya si avvicinò a lei.

-         Ricordi il discorso dell’altra volta?

-         Intendi il matrimonio combinato?

La Regina fece cenno di sì.

-         E’ già stato tutto deciso. Io ho provato a parlarne a loro, ma è stato tutto inutile- delle nuove lacrime scesero lungo le guance rosse.

-         Regina…- disse triste e accarezzandola sulla testa, come di solito faceva per consolarla.

-         Tetsuya…- la Regina abbracciò il ragazzo, mentre continuava a piangere- io non voglio…non voglio…io ho già una persona a cui voglio bene.

Tetsuya sospirò. Si sentiva così impotente, di fronte alle suppliche della Regina. Non sapeva cosa fare.

-         Cercheremo una soluzione insieme, vedrai- cercò di sorridere, per tirarla su di morale- Così tu potrai stare insieme alla persona che ti piace.

La Regina alzò lo sguardo.

-         Tetsuya…tu non l’hai ancora capito?- disse triste.

-         Capire cosa?- lui la guardò confuso.

La ragazza avvicinò il suo viso a quello di Tetsuya e lo baciò.

-         …io amo te.

Kotake la guardò confuso e scioccato. E solo lì capì il senso delle frasi della ragazza.

Com’era possibile che in tutto quel tempo non se n’era accorto?

-         Tetsuya…- lei lo guardò un po’ intimorita e imbarazzata- Lo so che mi hai sempre vista come una bambina…ma speravo che le cose cambiassero e che ti accorgessi che anch’io sono cresciuta.

-         Io…io…- si allontanò e volse lo sguardo al pavimento- Io c’è l’ho già una persona a cui voglio bene e tu la conosci.

-         Lo so bene…- la Regina abbassò lo sguardo anche lei- Doremì è una mia cara amica ed è stata anche mia madre per un periodo, però…- lo guardò- Pensavo che fosse giusto farti conoscere i miei sentimenti, visto che ormai…- abbassò di nuovo lo sguardo triste.

-         Non devi dire questo- disse Tetsuya serio- Le cose si possono risolvere, non è ancora tutto perduto.

-         A me non interessa, se non posso stare vicino a te…

-         Ti stai sbagliando, Regina…il sentimento che provi per me è solo affetto.

-         No, sono sicura di provare molto di più.

-         Non parliamone più- Tetsuya si voltò- E’ stata una giornata pesante. Domani avrai già cambiato idea- aprì la porta- Buona notte Regina.

-         ‘notte Tetsuya…

La porta si chiuse e la regina unì le mani stringendole.

“…dubito di cambiare idea”

 

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-         Perfetto- disse Hazuki allontanandosi per guardare meglio.

-         Eh? Oh? Cosa?- chiese il ragazzino che si era addormentato in piedi, aprendo un occhio alla volta.

-         Wow, certo che Masaru farà la sua figura- disse Momoko.

-         Dici?- disse Hazuki incerta- Sapete, non ero tanto convinta…

-         Invece è molto bello- disse Aiko.

-         Beh, io non me ne intendo tanto…però direi che è venuto bene- disse Yuri.

-         Sarà…- disse Kotake guardandosi- ma a me sembra di essere un pinguino…Ahi!- Doremì gli aveva pestato il piede.

-         Non lamentarti sempre…Hazuki si è impegnata a cucire questo vestito il più velocemente possibile.

Kotake guardò Hazuki che sembrò triste dal suo commento.

-         Oh, beh, sì…ora che lo vedo meglio, questo vestito fa proprio la sua figura- cercò di rimediare con un sorriso- Già, non è niente male.

-         Sono certa che gli farai proprio una bella sorpresa- disse Onpu cercando di rassicurare Hazuki.

-         Grazie a tutti- disse Hazuki contenta.

-         Per fortuna che Masaru non è cresciuto dall’altezza ultimamente, altrimenti avresti dovuto allungare il vestito- disse Doremì divertita.

-         Che? Guarda che anch’io sono alto- disse offeso Kotake- Piuttosto, ora che ho mantenuto il patto, non mi aspetterebbe qualcosa?

-         Oh, già, i biglietti- li tirò fuori e li guardò- Però ora che mi ci fai pensare…ci sarebbero altri lavoretti da fare…

-         Ehi, non vorrai mica tirarla per le lunghe? Una patto è un patto.

-         Non quando è un ottima arma per tenerti sotto il mio potere- gli fece la linguaccia.

-         Grr, aspetta che ti ringrazio…- disse in tono minaccioso e intento a prendersi i biglietti con la forza.

-         Oh, uff- disse Onpu alzando le spalle- Ogni volta finisce così.

-         Vi va di prenderci un the?- propose Momoko.

-         Molto volentieri- disse Aiko.

Le quattro ragazzine si allontanarono da lì.

-         Tu che fai Yuri?- chiese Hazuki.

Il ragazzino guardò i due che avevano ripreso a rincorrersi nella stanza.

-         Mi unisco a voi- disse Yuri seguendo il gruppetto.

-         Eh, eh, non mi prendi- disse Doremì sventolando i biglietti. Tutto sommato era divertente potersi prendere la rivincita.

-         Non sarà certo questo vestito a fermarmi- disse Kotake rincorrendola- Dimentichi che ho dalla mia parte la velocità- l’afferrò e la trascinò a sé- e la forza- disse guardandola vittorioso- Allora, che mi dici adesso?

Doremì non aveva parole. Kotake cresceva sempre più sotto i suoi occhi e solo avendolo così vicino se n’era accorta di quanto fosse cambiato.

Il ragazzino l’aveva afferrata per le braccia e la teneva ben stretto a sé, quasi come se lasciandola andare il suo corpo potesse frantumarsi.

Nella sua stretta, Doremi poteva sentire la sua forza…ma da quando era così forte? Eppure all’apparenza, la corporatura del ragazzino sembrava esile. I loro sguardi si incrociarono e continuarono a guardarsi senza dire niente.

Kotake fissò la ragazzina quasi con insistenza. Una parte di lui si era accorto della situazione imbarazzante che si era creata tra i due, ma dall’altra parte…non voleva lasciarla andare. Voleva sentirla più stretta a sé, che i suoi occhi guardassero solo lui, così come Kotake la guardava intenerito per la sua espressione così sorpresa.

-         Doremì…- sussurrò lui, avvicinandosi al viso di Doremì.

-         Scusate, ho dimenticato le forbici…- la porta si spalancò con dietro Yuri. Il suo sorrise divenne una specie di stupore- Che fate?- chiese semplicemente ai due che erano rimasti pietrificati nella loro posa.

-         Eh…- cercò di dire Kotake con il viso arrossito.

-         Ahhh!- si sentì un rumore di un tonfo.

Kotake e Yuri guardarono la povera Doremì che era caduta per terra. Kotake si accorse solo dopo che aveva lasciato andare la presa su Doremì.

-         Ti si ha dato di volta il cervello?!- disse arrabbiata Doremì- Lasciarmi cadere di colpo!

-         Ehm, scusa…mi ero distratto.

-         Ah, bene…andiamo bene- disse lei ironica- La prossima volta spero di non finire sotto una macchina, per colpa della tua distrazione.

-         E dai, non esagerare…mica l’ho fatto apposta- Kotake si chinò per aiutarla ad alzarsi.

-         Uh…- Kotake e Doremì si ricordarono in quel momento che Yuri li stava ancora osservando. Il ragazzino dai capelli neri aprì la bocca per dire qualcosa- Stavate provando un duetto comico?

-         …- i due lo guardarono sorpresi, poi colsero l’occasione- Sì…un duetto, proprio così.

-         Ah, bene…sapete, per un momento mi era sembrato di aver interrotto una scena romantica- disse lui sorridendo divertito- Vi lascio provare con tranquillità…poi fatemi sapere come va.

Il ragazzino uscì dalla stanza e i due tirarono un sospiro di sollievo. Ma perché poi dovevano essere tesi?

Si guardarono come confusi, ricordando come prima si erano avvicinati e distolsero lo sguardo imbarazzati.

-         Beh, allora…- Doremì tirò fuori dalla tasca i biglietti e li porse davanti a Kotake- domani sera alle otto?

 

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Doremì guardò ancora l’orologio. Era tardi…molto tardi. Tetsuya ci stava impiegando più del previsto. Aveva chiamato al lavoro, ma non rispondeva nessuno, quindi era di sicuro fuori. Sì, ma dove?

Guardò la tavola. Era stato preparato tutto alla perfezione per quella sera. Era tornata a casa presto e aveva terminato di cucinare. Aveva in serbo una cena per loro tre insieme, lei, Tetsuya e Hikaru. Era un giorno speciale e voleva condividerlo con Hikaru.

Avevano aspettato invano sedute a quella tavola, finché a Hikaru iniziò venire molta fame, così la fece mangiare. Dopo aver mangiato, le venne sonno, così che Doremì la portò a dormire, facendo attenzione a non svegliarla, mentre la posava delicatamente sul letto.

Ed ora era lì, seduta a quella tavola, con le candele di cera ormai a metà.

Guardò di nuovo l’orologio.

Sospirò triste. Eppure era stata chiara con lui. Gli aveva chiesto di tornare presto a casa. Lei si era portata avanti con il lavoro, appositamente per essere libera di sera.

Era possibile che c’impiegasse così tanto a tornare a casa? Probabilmente, si era dimenticato che giorno era ed era uscito con i suoi amici, senza avvisarla.

Scosse la testa. No, non poteva essersi scordato di quel giorno.

Sì, sicuramente qualche impegno improvviso di lavoro, l’aveva trattenuto più tempo senza poter avvisare.

Doveva avere fiducia in lui.

Era l’unica cosa possibile, in quel momento. Non voleva che dei piccoli battibecchi rovinassero il loro rapporto.

Si alzò dal tavolo e soffiò sulle candele per spegnerle.

Era tardi per aspettarlo ancora.

L’indomani si svegliò e guardò accanto a lei. Non c’era nessuno, solo lenzuola in disordine.

Si alzò dal letto e si avviò in cucina. Lì vide il ragazzo intento a prepararsi il caffè.

-         Ahi, accidenti- allontanò la mano dalla caffettiera.

-         Sta attento- la ragazza comparve dietro di lui e controllò la caffettiera- Devi fare attenzione, altrimenti rischi di bruciarti.

-         Ah, sì…è che sono un po’ di fretta…- disse lui un po’ nervoso e agitato- Non sopporto questa caffettiera, non capisco perché insisti a tenerlo, invece di prenderne uno nuovo magico.

-         Perché a me piace questo e fa un ottimo caffè, a differenza di quello fatto con la magia- disse lei, mentre prendeva una tazzina e l’appoggiava sul tavolo.

-         Già, già…- disse lui quasi annoiato dal solito discorso e sedendosi, prese la sua tazzina di caffè.

-         Senti…- Doremì si sedette sulla sedia, mentre l’osservava- Ieri hai avuto molto lavoro?

-         Eh?- Tetsuya si bloccò.

-         Ti stavo aspettando ieri, io e Hikaru…ma non vedendoti arrivare, ho pensato che avessi troppo da fare.

-         Eh…- abbassò lo sguardo- ah, sì, scusami…in effetti, quel Jun mi ha scaricato un bel po’ di lavoro e così…- cercò di sorridere, mentre la guardava. Non se la sentiva ancora di parlarle della Regina e di quello che era successo. Le cose potevano complicarsi di più. Era meglio che prima sistemasse la situazione e poi gliene avrebbe parlato con calma- C’era qualcosa che volevi dirmi?

-         Eh, sì…

-         Me lo dirai stasera…ora sono di fretta- si alzò dal tavolo- Ci vediamo, cara. Salutami Hikaru.

-         Sì, a presto…- lo vide uscire di fretta dalla porta.

Se non fosse assurdo, le sarebbe sembrato che cercasse di evitare di parlare con lei.

Si versò anche lei del caffè e guardò il liquido scuro nella tazzina.

Non era andata proprio come pensava ieri, ma stasera avrebbero recuperato uscendo fuori.

 

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Un palco, tanta gente e musica ad alto volume. E poi lì sul palco, i protagonisti della serata, un gruppetto di tre cantanti, che con la loro voce incantavano il giovane pubblico.

Per favore distruggi i vecchi ricordi con le tue mani

E ferma la tristezza completamente

Attraversa il mio cuore innamorato

Guarda il cielo dove il domani dovrebbe arrivare

Sembra che il mio cuore non funziona bene, per essere pieno di preoccupazione

Un uccello volò vicino a me

Mi permetterai salire sulla tua spalla?

Allora lasciami indietro nel luogo più alto del mondo e allontanami dalla correzione

Per favore distruggi i vecchi ricordi con le tue mani

E ferma la tristezza completamente

Attraversa il mio cuore innamorato!

Infine, sull’ultima nota, un esplosione di luci con stelle filanti e fuochi d’artificio.

-         Graaande!- esclamarono due ragazzini, che insieme a tanti loro coetanei, assistevano al concerto estasiati.

-         Davvero fantastici- disse Kotake.

-         Meravigliosi- continuò Doremì- E’ stata una fortuna trovare i biglietti.

-         E nonostante mi sia dovuto ridicolizzare per averli, non me ne pento.

-         E io sono contenta di esserci andata con te- gli sorrise- Mi sono divertita molto.

Kotake la guardò imbarazzato e contento.

-         Anch’io…mi sono divertito…in tua compagnia- disse lui leggermente arrossito. Cosa che la ragazzina non poteva notare per il buio della sera.

-         Eh, eh, chi l’avrebbe immaginato che avrei detto una cosa simile- ridacchiò- E dire che solo qualche tempo non ci sopportavamo.

Il ragazzino la guardò. In effetti il loro rapporto era molto cambiato dal periodo delle elementari. E in fondo era contento di questo cambiamento, ora lui poteva starle vicino senza aver paura e poterla conoscere meglio. In più, aveva scoperto un sacco di cose nell’ultimo periodo, aveva fatto la conoscenza di persone particolari ed era entrato nel gruppo di Doremì insieme a Yuri.

Beh, si poteva dire soddisfatto, no?

-         Guarda- Doremì indicò un fuoco d’artificio tutto colorato- Ad Hana le sarebbe piaciuto assistere a questo concerto…- disse con una certa malinconia.

Kotake notò che l’amica iniziava a intristirsi al ricordo di Hana.

-         Ah, ehm…che ne dici di prenderci qualcosa?- tentò di dire lui- Dopo tanto cantare, ho la gola secca.

-         Mh, va bene- la ragazzina seguì l’amico verso il piccolo bar.

-         Meglio che mi dia la mano- disse lui allungando la sua mano verso di lei.

-         Eh? Perché?- disse lei quasi intimorita o sorpresa.

-         Beh, perché se no finiremmo per perderci, no?- rispose lui come se fosse una cosa ovvia.

-         Ah…giusto- Doremì strinse la sua mano, sentendosi un po’ sciocca per la sua reazione esagerata.

E’ solo che il tenersi per mano, per Doremì pareva così strano, soprattutto con Kotake. Quel ragazzino per cui non poteva staccare i suoi occhi, la sua schiena rivolta verso di lei mentre avanzava per primo tra la folla, la sensazione che provava a stargli così vicino e il parlarci come se fossero amici di vecchia data…cos’era che le stava accadendo?

A lungo si era chiesta se l’ingresso di Kotake nel mondo della magia, fosse una cosa buona. Doveva ammetterlo, non ne era molto contenta, soprattutto era dubbiosa della sua veracità. Perché un ragazzo che si interessava solo al calcio e a prenderla in giro, avrebbe accettato di unirsi al gruppo? Pensava fosse solo un modo per poterla ricattare per i suoi scopi…e invece si era rivelato un apprendista molto diligente e desideroso di apprendere. Quasi non lo riconosceva mentre si metteva a leggere quei libri di magia e si esercitava.

Non era il solito Kotake…anzi era molto…molto meglio…

-         Doremì?- la voce di lui, la fece sobbalzare dallo spavento.

-         Che? Dove? Quando?- arrossì senza un motivo.

-         Che ti prende?- lui la guardò strano- Ti stavo solo chiedendo cosa volessi prendere.

-         Ah, va bene anche una Oy-Cola- ridacchiò imbarazzata.

-         Bene…- lui si girò verso il venditore- Due Oy-Cola.

Nel frattempo Doremì cercò di riprendersi, scrollando la testa. Perché si comportava in quel modo? Kotake l’avrebbe vista come una pazza…non che, non lo pensasse tutt’ora.

-         Tieni- il ragazzino appoggiò la lattina sulla guancia di lei.

-         Ahh, che fredda!- Doremì si toccò la guancia- Ma sei impazzito? Mi hai fatto venire i brividi.

-         La vuoi o no?- Kotake la guardò quasi spazientito. Non capiva perché si agitasse così.

-         Uh…sì- prese la lattina.

-         C’è un bel cielo, questa sera- commentò Kotake guardando in alto.

Doremì alzò la testa al cielo.

-         Sì, hai ragione…oggi si vedono meglio le stelle.

Kotake guardò lontano verso il palco, poi guardò Doremì con sorrisino.

-         Senti, visto che il concerto sta per terminare…che ne dici?- indicò il cielo.

Doremì lo guardò per qualche secondo, poi capì.

-         Eh? Ma sarà prudente?

-         Dai, che abbiamo da perdere?- la prese nuovamente per mano e la trascinò via, dove ci fosse poca gente.

Pochi minuti dopo due ragazzini sfrecciavano nel cielo blu della notte.

-         Woahh! Fantastico!- gridò Doremì guardando dall’alto della sua scopa magica.

-         Vero, eh?- disse l’amico, anche lui sulla scopa.

-         Da qua su, si vede tutto…

-         Ammettilo, ho avuto una buona idea- disse compiaciuto.

-         Mh…una volta tanto.

-         Eh?!

-         Ma sicuro che non ci vedranno?

-         Non ci faranno caso…sono troppo presi dal concerto- disse Kotake alzando le spalle- Guarda cosa riesco a fare- iniziò lentamente ad alzarsi in piedi sulla scopa.

-         Ma che fai!- esclamò spaventata Doremì- Così cadrai!

-         Tranquilla, l’ho provato tante volte…- disse lui sicuro, nonostante facesse ancora fatica a stare in equilibrio.

Doremì lo guardò preoccupata. Come al solito Kotake aveva la brutta abitudine di mettersi in mostra con qualche sua nuova trovata, ma non poteva negare però, che per fare quello non avesse un bel coraggio. Ma come ci riusciva?

-         Ehhh…sorpresa, eh?- disse lui con un sorriso vittorioso.

-         Uh…penso che con un po’ di pratica tutti ci riuscirebbero- disse lei voltando la faccia per non dargliela vinta- E comunque, solo uno sciocco potrebbe rischiare tanto.

-         Lo dici solo perché sei invidiosa.

-         Non è vero- si difese.

-         Sì, invece- gli fece la boccaccia- Invidiosa, invidiosa!

-         Grrr, Tetsuya a volte ti comporti come un bambino!

Kotake si mise a ridere, ma iniziò a perdere l’equilibrio e cadde dalla scopa.

-         Tetsuya!- Doremì si mosse velocemente e lo afferrò per il braccio, prima che potesse schiantarsi a terra.

-         Fiuu…c’è mancato poco- Kotake guardò sotto di lui. Nessuno si era accorto di niente.

-         Sei uno sciocco!- disse lei arrabbiata- Hai rischiato grosso!

-         Ehm…- sorrise dispiaciuto, mentre saliva sulla sua scopa.

-         Mhh…sei un caso disperato- disse lei mettendo il broncio- E io che quasi credevo che fossi cambiato. Majorika si arrabbierà quando verrà a saperlo.

-         E dai, è stato un caso che mi sia distratto…- cercò di rimediare- Se dimentichi quello che è accaduto…ti insegno a salire sulla scopa.

-         Con il rischio di sfracellarmi al suolo?- voltò la testa- No, grazie.

-         Su, è divertente, in fondo…e poi ci sarò io ad aiutarti, nel caso cadessi.

-         Ora mi sento più sicura- disse lei ironica.

-         Ehi- disse Kotake offeso.

-         Ci penserò…- disse indecisa- Ora però è meglio che ci avviamo verso casa…il concerto è terminato.

-         Va bene- i due iniziarono ad allontanarsi da lì.

 

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Una ragazza dai capelli color rosso magenta camminava per i corridoi del castello.

Alzò lo sguardo, mentre con la mente faceva ordine con gli impegni della giornata.

“Dunque…c’è da sistemare quella faccenda con i Dacmon…poi devo dare una nuova sistemata a quella pratica e…”

Sospese i suoi pensieri, quando delle piccole voci le arrivarono alle orecchie.

Si fermò e si guardò intorno. Quelle voci femminili le erano familiari. Girò verso un altro corridoio, sicura di trovare ciò che cercava.

Arrivò al termine del corridoio e sentì finalmente chiare quelle voci. Erano le dame che servivano la Regina. Se non ricordava male, si chiamavano Rose, Catherine e Betty.

Fece per uscire da dietro l’angolo per salutarle, ma si bloccò lì non appena sentì pronunciare dei nomi.

-         …ti dico di sì…li ho visti con i miei occhi- disse una ragazza dai capelli neri ricci.

-         Non ci credo- disse l’altra, portandosi la mano davanti alla bocca, con uno sguardo sorpreso- Ma com’è successo?

-         Non lo so- spiegò la ragazza- Stavo passando per i corridoi per sistemare le ultime cose, prima di andarmene in stanza a riposare e sono passata davanti alla stanza della Regina. Volevo salutarla prima di andarmene, ma poi ho sentito una voce di un ragazzo e presa dalla curiosità, mi sono messa a sbirciare.

-         E cosa hai visto?

-         Avete presente quel ragazzo così carino che addestra i nuovi apprendisti maghi?

-         Oh, il signor Kotake? Il compagno della signorina Doremì?

-         Esatto, lui. Era insieme alla nostra Regina.

-         Ed è lì che li hai visti baciarsi?

-         Sì, sì…non sai che sorpresa! Sono rimasta senza parole e mi sono allontanata di fretta, prima che mi scoprissero.

-         Immagino…anch’io sarei rimasta scioccata dalla scena.

-         Beh, io non tanto- disse un’altra dai capelli castani- E’ una cosa risaputa dei sentimenti della nostra Regina.

-         Mh, sì…però lui e Doremì sono una coppia così affiatata.

-         Ma non sai l’ultima? Il signor Kotake e Doremì stanno attraversando un periodo di crisi. Sembra che tra di loro non vada tanto bene.

-         E la Regina avrà pensato che questa è una buona opportunità per lei.

-         Già, adesso non dovrà inventarsi qualche scusa per poterlo incontrare.

-         Quando parla di lui poi, è così felice. E’ così raro vederla di buon umore, ultimamente.

-         Si vede che ne è proprio innamorata.

-         Ma la signorina Doremì, lo sa?

-         Direi di no, anche se in tutto il castello non si fa che parlare della Regina e di Kotake.

-         Poverina, mi dispiace per lei. Chissà come ci resterà, quando se ne accorgerà.

-         E non lo deve sapere per il momento- disse la ragazza dai capelli corti biondi, facendo cenno di stare in allerta- Lei e la regina sono in ottimi rapporti. Per questo non deve sapere niente.

La ragazza dai capelli ricci neri, si girò sentendo un richiamo.

-         E’ la Regina, ci sta chiamando.

-         Andiamo- e le tre ragazze si avviarono insieme.

Dall’altra parte del corridoio, la ragazza dai capelli color rosso magenta, se ne stava seduta per terra, con la schiena appoggiata al muro e rannicchiata con le braccia intorno alle ginocchia.

E’ difficile quando si scopre qualcosa che può farti molto male. Ed è ancora più difficile accettare che tutto sia dovuto alle persone che più ci fidiamo.

 

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-         Dai, ci sei quasi…- disse il ragazzino dai capelli blu.

-         Uhh…no, non ci riesco- disse la ragazzina dalla buffa acconciatura- Ci rinuncio.

-         Sei una fifona.

-         No, non lo sono.

-         Che ci vuole a stare in piedi sulla scopa? Ci sono io ad aiutarti, non permetterei mai che tu ti faccia del male…

Doremì lo guardò, sembrava sincero.

-         …poi non avrei più nessuno da prendere in giro- ridacchiò, ma di tutta risposta ricevette un pugno.

-         Sei uno sciocco! E io doppiamente, a stare ad ascoltarti.

-         Se per una volta ti fidassi di me…- disse lui un po’ offeso.

-         Mhh…- Doremì lo osservò. Per una volta poteva pure fidarsi di lui, no?- E va bene, ci ritento- disse rassegnata.

Non capiva neanche perché stava ancora dandogli retta. Forse perché quel suo sguardo riusciva a farla vacillare. O forse perché anche lei voleva imparare.

Kotake invece era contento e tentò ancora di aiutarla a stare dritta sulla scopa.

Non capiva neanche lui perché insisteva. Forse perché voleva farla divertire insegnandole qualcosa di nuovo. O forse perché era piacevole passare del tempo con lei, anche se con un altro pretesto.

Pochi minuti dopo Doremì era già in grado di stare in piedi sulla scopa.

-         Waaa…Tetsuya, guarda!- disse lei stessa stupita.

-         Vedo, vedo- disse lui con un sorriso.

Doremì diede una sbirciata sotto di lei. Era davvero molto in alto.

-         Gasp!- disse spaventata.

-         Non guardare giù…altrimenti perdi l’equilibrio.

-         S-sì…

-         Vedi che se vuoi, c’è la puoi fare?- gli sorrise.

La ragazzina guardò quasi estasiata il sorriso dell’amico, ma questo la distrasse facendole perdere stabilità. Chiuse gli occhi terrorizzata, mentre si sentiva cadere giù nel vuoto.

-         Puoi aprire gli occhi, ora.

Sentì la voce di Kotake e aprì gli occhi. Era ancora salva. Kotake l’aveva presa al volo, prima di precipitare.

-         Visto? Ti ho presa subito…

-         C- che paura…- disse lei ancora scioccata e stringendosi a Kotake.

Il ragazzino la guardò dispiaciuto. Non voleva certo terrorizzarla così.

-         Per oggi è meglio terminare qui…- disse lui- Magari quando ti sentirai più sicura, ci ritenteremo.

-         …sì- disse lei ancora afferrata a Kotake.

Kotake iniziò a scendere giù con Doremì in braccio e poi la fece toccare per terra.

-         Come va adesso?- chiese dolcemente.

-         B- bene…- tentò di sorridere- Comunque è stato divertente, come avevi detto tu.

L’amico la guardò sorpreso, poi le sorrise divertito.

-         Eh eh…non so chi dei due sia il più pazzo- i suoi occhi guardavano la ragazzina che stava davanti a sé e la sua tenera espressione degli occhi. Si chiedeva perché sentiva quell’impulso di volerla stringere forte a sé. Di tenerla il più vicino a lui. E dire frasi che parevano uscite da un libro di poesia.

-         …penso che sia ora di andare, Tetsuya- disse Doremì imbarazzata, forse perché si era accorta che Kotake continuava a fissarla senza dire niente.

-         Oh…sì…certo- arrossì e si allontanò istintivamente da lei. Prese la sua scopa e la fece scomparire- Andiamo…

 

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Tetsuya guardò fuori dalla finestra. Non sapeva come fare. Aveva detto alla Regina che l’avrebbe aiutata, ma proprio non sapeva come. In genere, in queste occasioni, avrebbe chiesto aiuto a Doremì, ma lei era già contraria a questo discorso e ne avevano già discusso un bel po’.

-         …Kotake? Signor Kotake?

-         Eh?- si voltò svegliato dai suoi pensieri e vide un uomo vicino alla sua cattedra.

-         Mi scusi se la disturbo durante la lezione…ma c’è sua moglie che vorrebbe parlare con lei.

-         Doremì?- disse lui sorpreso. Si alzò dalla sedia e guardò i suoi alunni- Non combinate disastri in mia assenza, chiaro?

I ragazzini fecero cenno di sì.

-         E non mettete a fuoco di nuovo la scuola, mi raccomando- disse lui, prima di uscire.

Tetsuya uscì dalla stanza con passo veloce, preoccupato per i danni che avrebbero combinato in sua assenza. Era così difficile domare quei apprendisti stregoni.

Doremì era lì fuori e guardava assorta il cielo.

-         Doremì…cosa succede?

-         Oh, Tetsuya…scusami se ti ho disturbato durante la tua lezione. Lo so che non vuoi essere disturbato mentre lavori.

-         Non importa…che vuoi?

-         Beh, visto che ieri c’è stato qualche imprevisto, ho deciso di portartelo qui.

-         Cosa?- Tetsuya la guardò confuso.

-         Come “cosa”?- Doremì tirò fuori una piccola scatoletta infiocchettata- Buon anniversario, Tetsuya.

-         Anniver…l’anniversario per cosa?- poi gli venne in mente che proprio in quel mese c’era il loro anniversario- Ohh, sì, certo che me lo ricordo- disse cercando di sembrare sicuro, nonostante il vuoto di memoria iniziale- E’ che il lavoro, sai…mi porta via così tanto tempo…

“Che stupido che sono! Mi sono dimenticato che giorno era ieri. Dopo le parole della Regina, sono rimasto tutta la sera a riflettere”

-         Sì, capisco…succede anche a me.

-         Buon anniversario tesoro- la baciò delicatamente sulle labbra, sentendo che la ragazza non si muoveva- Qualcosa non va?

-         Non so…forse dovrei chiederlo io a te.

-         Che vorresti dire?

-         Dico solo che ultimamente sei più distratto del solito…

-         Te l’ho già spiegato, sono pieno di lavoro in questo periodo. Scusami se ieri non sono potuto venire presto. Mi farò perdonare stasera.

-         Mh…

-         Scusami, ora devo proprio lasciarti…devo tornare in classe.

-         D’accordo.

-         A stasera.

-         Sì…- lo salutò con la mano, mentre si allontanava-…a stasera- abbassò lentamente la mano, mentre sentiva crescere quel sentimento di incertezza nel suo cuore.

“Si è dimenticato dell’anniversario”

Ormai era certa. Lo aveva capito dal suo sorriso incerto.

 

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Doremì aprì la porta della sua stanza. Ora si sentiva meglio…un bagno era quello che ci voleva per dimenticare lo spavento della caduta. Tenne l’asciugamano tra i capelli, mentre si sedeva nella sua scrivania.

Il suo sguardo incrociò lo specchietto. Si vide riflessa con indosso il pigiama rosa e l’asciugamano tra i capelli.

Chissà se era cambiata dai tempi delle elementari. Forse se non fosse per la sua divisa scolastica, non avrebbe dimostrato la sua età.

Si chiese se sarebbe riuscita a trovare il ragazzo giusto per lei…nell’ultimo periodo aveva smesso di assillarsi su questo argomento, però ora…con davanti la sua immagine riflessa…non poteva fare a meno di farsi tante domande.

“Sono carina?”- avvicinò il suo viso allo specchio e provò a fare qualche espressione.

Niente, non ci riusciva…eppure le sue coetanee riuscivano a fare quelle espressioni così dolci e non sembrare ridicole. E lei non riusciva neanche ad essere un po’ femminile. Invidiava la sua sorellina, Pop, che era il contrario di lei e aveva successo con i ragazzi della sua classe.

Forse dipendeva da qualcosa…forse da come vestiva? Ma se a scuola tutti indossavano la stessa divisa…

Forse il portamento? Osservando le sue compagne, non poteva fare a meno di pensare che agli occhi dei ragazzi, probabilmente camminava come una papera.

Una volta un ragazzo le aveva detto che sarebbe stata riconoscibile in una folla, per la sua buffa acconciatura. Era forse quello che doveva cambiare? Però era affezionata ai suoi codini…

Si tolse l’asciugamano e i lunghi capelli ricaddero lungo la schiena.

Si guardò impressionata, erano cresciuti davvero tanto…

Ricordò quello che gli aveva detto Kotake tempo prima…aveva detto che con i capelli sciolti sembrava diversa, un’altra persona.

Provò a sorridere allo specchio.

In effetti, con i capelli sciolti, non sembrava la solita Doremì pasticciona, ma una ragazzina adolescente.

“Chissà se così piaccio a Tetsuya…”- pensò assorta nei suoi pensieri.

Qualche secondo dopo si rese conto di ciò che aveva pensato.

-         Che?! E perché mi dovrebbe interessare ciò che pensa quello sciocco!- si alzò in piedi irritata da se stessa.

Come le era saltato in mente una cosa simile? Lei e Tetsuya? Mai, neanche fra mille anni.

Però…qualche cambiamento lo doveva fare.

Rassegnata uscì dalla stanza e cercò la madre che era intenta a lavare i piatti.

-         Cos’hai Doremì?- chiese la madre vedendola arrivare con il muso triste.

Ma bastarono l’espressione di Doremì e i lunghi capelli lasciati sciolti, a farle capire. Sorrise alla figlia, rendendosi conto che ormai stava crescendo.

-         …sì, credo che sia arrivato il momento di lasciare stare i codini e di cambiare acconciatura.

Cercò una forbice e le sistemò i capelli, tagliandoli fino all’altezza delle spalle.

-         Così non ti daranno fastidio a scuola e li potrai lasciare sciolti.

Doremì guardò dispiaciuta i capelli che erano sul pavimento. Sentiva che senza quei capelli, era diversa, ma poi si guardò allo specchio e capì che era giunto il momento di voltare pagina.

 

**********

 

Il parco affollato è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa

Sto guardando te che sei sempre allegra

Ti sto ascoltando

Se il mondo venisse distrutto domani, cosa faremo?

Non dici niente

Ma stringi più forte il mio braccio

Ehi, voltati da questa parte

Le nostre labbra sono chiuse, il mio cuore sta palpitando

Non importa che tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!

Quando sei ferita e stai piangendo

Voglio proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo

Ti amo, non servono le parole

Il nostro ultimo bacio sarà eterno

 

CONTINUA…

********************************************************************************

Ebbene…non lo credevo possibile…ma eccomi con la mia ultima fiction su Doremì, sì, perché sarà proprio l’ultima e finirò di stressarvi così.

“Gocce di memoria” è il seguito della mia precedente fic, ovvero “Prima o Poi”. Avevo già anticipato tempo fa di un probabile seguito, ma non ne ero tanto convinta…ma poi rileggendo la vecchia fic, ho pensato che la storia non era stata bene approfondita.

Voglio chiarire…certo, questo è il seguito di Prima o Poi…però è anche una storia a se stante. Voglio dire, in questa fic riprendo più parti che potrete ritrovare in Prima o Poi, ma viene sviluppata in modo un po’ differente…comunque lo capirete leggendo.

Come avrete notato, la fic è un po’ lunga, anche perché vorrei farla terminare con due o tre capitoli e niente di più…ma vedremo.

Poi, la fic ha come titolo la canzone di Giorgia, Gocce di memoria, che mi sembrava adatta per questa storia.

Ah, poi, quando Doremì e Kotake vanno al concerto, c’è un testo di una canzone che ho tradotto…è la sigla iniziale di Full Metal Alchemist. Preciso che la traduzione potrebbe non essere del tutto corretta, quindi non linciatemi ^_^’’

Lo stesso vale per il testo alla fine…è l’ending di Lovely Complex e la traduzione non è mia, ma è stata fatta da Kamelot Fansub.

Altra cosa…la storia è suddivisa in due periodi temporali che ho alternato tra di loro…spero che comunque sia comprensibile.

Ora vi lascio…a presto!

By Ya-chan

   
 
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