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Autore: LadyDaredevil    08/01/2013    3 recensioni
"Sentiva di avere una missione: capire dove si dirigeva ogni volta che usciva dal castello.
Doveva ammetterlo, quello era diventato il suo chiodo fisso, il motivo che lo spingeva ad alzarsi la mattina e il pensiero che lo accompagnava la notte"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11: Studiare, cosa?

Lo vedeva dal suo volto, dalla sua espressione. Harry era felice, come non lo era da giorni. Avrebbe voluto tanto essere lui la causa della sua felicità, dei suoi occhi luminosi e non più stanchi, ma sapeva di non esserlo.

Dopo giorni di gelo tra di loro, finalmente Harry aveva ripreso a parlargli, dicendo che non voleva più litigare con lui, né con Malfoy e che lentamente le cose sarebbero andate meglio. Sembrava così fiducioso e ottimista, che per un attimo Ron si fece coinvolgere in quell’entusiasmo. Ovviamente lui considerava le cose dal suo punto di vista, e la felicità di Harry sarebbe arrivata solo nel momento in cui Malfoy fosse sparito dalla sua vita.

Ma vederlo felice era già un piccolo passo, e il fatto che non era più arrabbiato con lui lo tranquillizzava. Avrebbe potuto di nuovo insinuarsi tra i due e cercare di cambiare la situazione.

«Mi fa piacere che tu sia felice» disse Ron, mentre i due finivano di sistemare il letto e la loro camera.

Harry annuì e gli sorrise dolcemente. Era così tenero che quasi Ron provò ad avvicinarsi per abbracciarlo, poi si trattenne, mentre gli tornavano alla mente le parole del biondo. Forse aveva ragione, avevano fatto pace in modi che lui poteva appena immaginare. Immaginò Harry scosso da brividi di desiderio, Malfoy su di lui, che prendeva possesso del suo corpo, della sua anima.

Rabbrividì al solo pensiero della scena che si presentava davanti ai suoi occhi, delle figure unite come fossero una sola, dei corpi che si muovevano allo stesso ritmo, dei leggeri gemiti che uscivano dalle loro labbra.

Chiuse gli occhi, bruscamente. Harry si era voltato e per fortuna non aveva visto il cambiamento del colore del suo viso, che era diventato di un rosso accesso. Si fece un attimo vento con le mani, sperando che il calore svanisse in fretta, poi si avvicinò al moro.

«Andiamo?» gli chiese, e il moro annuì, seguendolo verso la sala comune.

Ad aspettarli c’era Hermione, che da alcuni giorni aveva ripreso a frequentare le lezioni e i posti affollati. Ron si sentiva responsabile della sua confusione, forse il suo incantesimo non era stato perfetto, ma adesso la ragazza sembrava essersi ripresa e quello era l’importante. Harry non aveva sospettato di niente, e finalmente Hermione aveva smesso di fare domande, di dubitare di lui e, soprattutto, non aveva spifferato il suo segreto a nessuno.

«Pronti per lo studio?» chiese la ragazza mostrando il libro di Pozioni.

I due ragazzi si guardarono e iniziarono a ridere.

«Sei sempre la solita. Il tuo primo pensiero è lo studio» disse Harry, accarezzando un braccio di Hermione.

«Gli esami sono vicini, e se io ho bisogno di studiare, voi due avete bisogno di immergevi completamente nei libri. Non potete pensare di passare gli esami con la vostra preparazione» li apostrofò la ragazza.

Harry sorrise e scosse la testa.

«Non cambierai mai» disse sorridendo, poi guardò Ron.

«Io non posso studiare con voi adesso, magari vi raggiungo più tardi. Ma voi andate»

«Come? Non vieni?» chiese Ron, cercando di non sembrare allarmato. Harry stava di nuovo cercando di sfuggirgli e sapeva esattamente perché stava rifiutando la loro compagnia.

«Arrivo tra un po’, devo fare un cosa prima. Ma ci metto poco, davvero» rispose il moro, questa volta rivolgendosi anche alla ragazza.

«Ok, ma non dire che non ti avevo avvisato» rispose la ragazza, voltandosi e iniziando a raccogliere i suoi libri. Si era arresa così presto, forse perché non dubitava del ragazzo, forse perché in realtà non le importava molto della vita del ragazzo. Non le era mai importato quanto importava a lui.

Ron si voltò verso Harry, lo afferrò per un braccio e lo trascinò a qualche passo di distanza, in modo da non farsi sentire dall’amica.

«Dove devi andare? Non possiamo ancora saltare lo studio. Hermione ha ragione questa volta» gli sussurrò, senza essere convinto delle sue parole. Lo studio era l’ultimo dei suoi problemi, soprattutto perché aveva problemi ben più grossi da affrontare, come cercare di impedire a Harry di andare da Malfoy. Sapeva che stava andando da lui, ma non riusciva a concentrarsi per pensare a un piano, per trattenere Harry. Era disposto anche a studiare pur di averlo accanto, e non lo avrebbe fatto per nessun altro al mondo.

«Ron, ti prego. Non ricominciare. Ti ho detto che torno presto. Voi andate in biblioteca, al solito posto, così posso raggiungervi, ok?»

Il rosso rimase un attimo in silenzio, non sapeva cosa dire. Cercare di convincerlo ad andare con loro significava insospettire Harry e metterselo contro, ma lasciarlo andare era contro tutto quello che pensava, contro i suoi sentimenti e il suo progetto.

Capì di non poter fare niente, e di poter solo sperare che Harry capisse da solo il suo sbaglio, e tornasse presto da lui.

«Ok, ti aspettiamo lì» disse, arrendendosi alla realtà.

Il moro tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna questa volta non era stato necessario litigare.

«A dopo allora» disse, poi salutò Hermione con la mano e corse via, mentre Ron cercava di seguirlo con lo sguardo il più possibile. Quando il quadro si richiuse capì che era stato abbandonato un’altra volta, per colpa di Malfoy e la rabbia iniziò a montare dentro di lui.

«Sei pronto?» chiese la ragazza, che aveva finito di prendere tutta la lunga sfilza di libri.

«Uh» borbottò il rosso, irritato. Odiava dover passare del tempo con lei, a studiare. Ma studiare, cosa? Il suo pensiero era fisso su Harry, non riusciva a pensare ad altro, l’idea di doverlo aiutare lo ossessionava, lo rendeva quasi folle.

Si avviò con la ragazza verso la biblioteca, solo per poter vedere quanto tempo Harry ci avrebbe messo a tornare da solo, e se sarebbe tornato. Spero con tutto il cuore di non essersi sbagliato, e di non aver fatto un errore nel lasciarlo andare.

«Da quale materia vuoi che iniziamo?»

Hermione continuava a fargli domande, domande a cui lui ovviamente non rispondeva. Riusciva a malapena a sentirla, preso com’era dai suoi pensieri. Non poteva preoccuparsi di lei o dello studio.

Così, quando arrivarono in biblioteca, lasciò cadere i suoi pensanti libri sul tavolo, poi finse di cercare un libro, che non aveva portato di proposito.

«Devo andare a prenderlo» disse, sperando di potersi allontanare da lei, e nel frattempo cercare Harry da qualche parte.

«Ma dai, è inutile tornare. Te lo presto io» disse la ragazza, cercando il libro tra i suoi.

«Non voglio il tuo libro!» gli urlò contro Ron, stanco del suo solito tono da saputella.

«Ok, non ti arrabbiare» rispose, spaventata. Da quando Harry aveva rifiutato la loro compagnia Ron era diventato estremamente irritabile, non le rivolgeva la parola se non per zittirla o urlarle contro.

«Sei tu che mi rendi nervoso» borbottò il ragazzo, sbuffando sonoramente.

«C’è una versione del libro proprio qui dietro, in uno scaffale in basso. È nell’altro corridoio» cercò di suggerire Hermione, sperando che il rosso non se la prendesse nuovamente con lei. Cercava sempre di essere attenta e gentile con lui, ma Ron sembrava rifiutare ogni forma di cortesia da parte sua e non riusciva a spiegarsi il perché.

«Ok, almeno mi allontano un attimo da te» disse, senza preoccuparsi che Hermione potesse sentirlo. Non gli importava se la ragazza non gli rivolgeva più la parola, se si chiedeva cosa avesse fatto di male per meritare quel trattamento. No, non gli importava più di niente, ormai.

Si alzò e si allontanò in fretta dalla ragazza, iniziando a guardare gli scaffali in cerca del libro.

Arrivò al corridoio che Hermione gli aveva suggerito, poi guardò tra le file dei libri più in alto, senza riuscire a leggere il nome che cercava. Passò allo scaffale successivo e lo vide. Un polveroso libro quasi nascosto da altri due libri grossi il doppio. Si chiese perché dovevano continuare a studiare quelle cose, e cosa avrebbe fatto se non avesse passato gli esami. Sarebbe stato un vero e proprio disastro, avrebbe perso anche Harry, oltre alla possibilità di diventare un vero mago.

Alzò la mano e afferrò il libro, ripromettendosi di iniziare seriamente a studiare per gli esami, cosa che non aveva mai realmente fatto. Tirò il libro e con esso molta polvere. Agitò le mani per allontanarla dal suo viso. Poi fu colpito da ciò che vide guardando nella fessura che il libro aveva lasciato tra i libri. Dietro quello scaffale c’era qualcuno.

Lentamente sfilò uno dei due grossi libri per poter vedere meglio e quello che vide non gli piacque affatto. Appoggiò la mano sulla mensola dello scaffale, per impedirsi di crollare a terra. Pregò se stesso di non fare alcun rumore. Per fortuna nessuno si era accorto della sua presenza, tanto meno i due ragazzi al di là dello scaffale.

Avrebbe riconosciuto Harry anche se fosse stato a un chilometro di distanza, riconosceva la sua schiena, i suoi capelli e purtroppo riconosceva anche la bianca mano che accarezzava i suoi capelli, scompigliandoli ancora di più.

Chiuse gli occhi, sperando di aver avuto solo una visione. Ma, quando aprì gli occhi, i due ragazzi erano ancora lì. Harry aveva spinto Malfoy contro lo scaffale opposto, continuando a baciarlo. Poi, lentamente, si piegò, scendendo a leccare il suo collo.

La mano di Malfoy nel frattempo scese lungo la schiena di Harry, sempre più in basso, infilandosi nei pantaloni.

Il moro gemette al tocco del biondo e spinse il bacino verso lui.

Ron appoggiò il mento alla mensola, gli occhi fissi sui due ragazzi, sulle mani che esploravano i loro corpi, sui leggeri sussulti.

Ripresero a baciarsi, questa volta più intensamente, mentre Malfoy stringeva la testa del moro tra le sue mani. Harry appoggiò una mano sulla sua spalla, poi raggiunse la nuca, tirando a sè il biondo, e facendo aderire ancora di più i loro corpi.

La mano del Serpeverde scese lungo il fianco di Harry, afferrando la sua gamba e sollevandola. Harry gemette più forte, e Malfoy sussurrò «shhh» sulle sue labbra.

Sapevano di non poter fare rumore, ma non avrebbero mai immaginato che Ron era a due passi da loro, e stava guardando tutto.

Chiuse per un attimo gli occhi. Ormai la sua eccitazione era evidente, e non sapeva come liberarsene. Voleva correre via ma sembrava non avere più forza nelle gambe, e i piedi sembravano non volerne sapere di allontanarsi.

«Fermiamoci» sussurrò Harry, ma il biondo sembrò non ascoltarlo. Continuò a baciarlo rumorosamente sulle labbra, sul collo, poi tirò la camicia, scoprendo la sua spalla.

Iniziò a baciarla, a graffiarla con i denti, a lasciare piccoli segni rossi, mentre Harry affondava le mani nei suoi capelli.

E fu in quel momento che avvenne quello che Ron non aveva pensato potesse accadere. Malfoy alzò lo sguardo. Malfoy lo vide. I loro sguardi si intrecciarono per un attimo. Ron si allontanò bruscamente dallo scaffale, senza smettere di guardare.

Malfoy continuava a mantenere il contatto visivo con lui, poi cacciò la lingua e iniziò a leccare la spalla di Harry, il suo collo, il loro del suo orecchio, lentamente, come se volesse che Ron assistesse alla scena e ne fosse partecipe.

Lo sguardo terrorizzato di Ron si incrociò con quello malizioso del biondo, che continuò a baciare il ragazzo, come se nulla fosse. Il rosso non poté più sopportare quella visione, né l’umiliazione di essere stato visto. Malfoy avrebbe di certo detto a Harry che li stava spiando, che li aveva visti.

Scappò via, portando con sé i libri che ancora stringeva tra le mani. Tornò al tavolo, da Hermione, e lasciò cadere pesantemente i libri. La ragazza sussultò. Era così presa dalla studio che non si era accorta del suo ritorno.

Ron si sedette, cercando di nascondere l’imbarazzo e la paura.

«Trovato?» chiese la ragazza ignara.

Ron si limitò a guardarla in cagnesco e la mora smise di fare domande, ritornando a leggere il suo libro.

Il rosso abbassò lo sguardo, ripercorrendo con la mente la scena che aveva appena visto. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, di placare il suo corpo.

Quando sentì una mano sulla sua spalla, per un pelo non iniziò a urlare. Alzò la testa e vide Harry, che si stava sedendo accanto a lui.

Aveva ancora i capelli scompigliati, la camicia sistemata male. Credeva davvero che non si sarebbe accorto di niente, anche se non li avesse visti con i suoi occhi? Non poteva credere che l’amico stesse facendo finta di niente, quando un secondo prima era tra le braccia del loro peggior nemico.

Il moro gli sorrise.

«Visto che ho fatto presto?»

La tranquillità con cui gli aveva rivolto la parola lo lasciò impietrito. Allora Malfoy non gli aveva detto niente, non gli aveva detto che li stava spiando, che li aveva visti? Il biondo stava forse tramando qualcosa? Non poteva crederci, il Serpeverde non aveva parlato.

Ron si voltò verso Harry e cercò di guardarlo con calma, nascondendo il suo tormento. Ma proprio mentre si voltava, sentì l’odore del moro, ma non era il suo solito odore. O meglio, non era soltanto il suo odore. L’idea del sapore del biondo su di lui, del suo profumo sulla pelle di Harry, lo faceva impazzire. Quelle mani lo avevano toccato, le labbra lo avevano baciato, lo avevano assaggiato e ora lui doveva rimanere seduto accanto a lui, fingendo di non sentirsi male per questo?

All’improvviso si alzò, con uno scatto furioso. Non poteva rimanere lì seduto, come se niente fosse, accanto a un amico che lo ha tradito, accanto a un amico con l’odore di un altro sul suo corpo.

Non poteva sopportarlo. Strinse i pugni e si allontanò dal tavolo, sotto lo sguardo attonito di Harry e Hermione. Corse via, ignorando le voci dei due ragazzi che lo chiamavano, ignorando il dolore che sentiva nel petto. Cominciò a correre più forte, cercando un posto dove rintanarsi.

Ma purtroppo si rese conto dell’inesistenza di un posto in cui dimenticare quello che aveva visto e sentito. Non poteva trovare un rifugio, né poteva nascondersi dai pensieri e dalle immagini che ossessionavano la sua mente.

Fine capitolo 11

 

Non so perchè, ma questo capitolo mi piace in particolar modo ahah forse perchè Ron ha potuto vedere i due ragazzi in biblioteca o forse perchè Draco si è accorto della sua presenza ahah! Ron se l'è proprio meritato, non credete? ahah Esiste una cosa chiamata Privacy ahah anche tra gli scaffali di una biblioteca! (Hermione poverina viene sempre trattata male!)

Vorrei fare un ringraziamento speciale a Narutina90 che ha letto tutti i capitoli nonostante le sue iniziali perplessità! E li ha anche commentati uno a uno! Grazie! E ovviamente un grazie a tutti quelli che seguono la storia! XD A domani!


  
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