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Autore: pollama    08/01/2013    2 recensioni
[cit. dal primo capitolo] "Aveva bisogno di qualcosa di fresco, qualcosa che potesse dissetare le sue labbra inaridite".
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Erano passati cinque anni felici dall'ultima volta che Harry e i suoi amici avevano messo piede nella scuola di Hogwarts. Ma qualcosa è cambiato... un evento ha cambiato le loro vite ed è proprio per questo che presto vivranno una nuova avventura.
Storia avvincente e piena di colpi di scena, mistero e amore, suspense e... tanto altro :)
Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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12° capitolo

Hermione cadde con un tonfo sul pavimento. Aveva perso i sensi non appena vide le enormi fauci del lupo aprirsi per sfoggiare la grossa dentatura.
Harry puntò subito la bacchetta verso la bestia che nascondeva, dentro sé, il suo amico.
«Ron , so che mi senti. Per favore, cerca di controllarti.» cercava di farsi ascoltare, ma il lupo bianco si acquattò, ringhiando ancor più forte.
«Harry…» sussurrò Ginny, stringendo il braccio del marito; anche lei aveva la bacchetta puntata su di lui, aveva paura, anzi era terrorizzata, ma aveva anche il timore di far del male a suo fratello.
« Finite Incantatem » gridò Harry, ricordandosi di ciò che accadde alla Tana e sperando che anche quella volta avrebbe funzionato.
Il fascio di luce, colpì in pieno volto il lupo che guaì e subito dopo si  sentì un grido.
Di fronte ad Harry si materializzò il corpo di Ron che volò dalla parte opposta della stanza.
Ginny approfittò per andare da Hermione e cercare di svegliarla.
Harry aveva il fiato corto, ma prima di andare accanto al suo amico, guardò il vetro alle sue spalle, per vedere se Selena era ancora lì.
La donna li guardava divertita e sembrò non interessarsi minimamente di ciò che stava succedendo lì dentro.
«Ron… Ron stai bene?» Harry si avvicinò al ragazzo che lo guardò con gli occhi socchiusi. Subito questi si riempirono di lacrime che calde scesero sulle guance sporche di sangue e di polvere.
«Harry, io non volevo… non… non riuscivo a fermarmi. Lo giuro.» biascicò quelle parole lentamente, sentiva la gola calda e secca.
Da quanto tempo non beveva un po’ di acqua fresca!
«Ron, è tutto finito.» Harry posò la mano sul braccio del ragazzo, facendo un mezzo sorriso. L’aveva giurato, aveva promesso a sé stesso che l’avrebbe portato via di lì.
«Lei… lei non farà finire nulla in questo modo… lei…»
«Sssh… calmati. E’ tutto finito.»
«No! Harry, non capisci! Non è… finito… continuerà… continuerà…» il ragazzo si muoveva a scatti tremanti sul pavimento, continuando a ripetere quelle parole.
Selena lo aveva così tanto tormentato per i suoi esperimenti che pareva che Ron avesse dimenticato ciò che era la sua vita prima di quell’incubo.

Era una giornata di sole e Ron era felice di aver trovato il modo giusto di procurarsi quel pezzo di stella.
Hermione era il suo astro e riuscire in qualcosa da solo, senza chiedere informazioni  a sua moglie lo faceva sentire un buon marito.
Quante volte aveva avuto dei dubbi sul suo essere perfetto per lei, la sua Hermione.
«Dottor Impronta… e bla bla bla…» continuava a leggere il pezzo di giornale che aveva tra le dita. Sperando di non essere arrivato troppo tardi.
Il casale si estendeva di fronte ai suoi occhi, il prato sibilava con il canto delle cicale ed una leggera coltre di fumo bianco saliva dal comignolo che stava al centro del tetto.
Bussò un paio di volte alla porta e rimase lì fermo, fino a quando non aprì una donna.
«Salve… chi sei?» disse soavemente lei.
«Sono… Ronald Weasley e volevo chiedere una cosa al signor Impronta…»
«Non essere timido. Entra.»
Ron varcò la soglia e guardandosi intorno rimase affascinato da tutti quei marchingegni, alcuni lo intimorirono, come un ferro da stiro, con varie cesoie attaccate al manico e che vibravano producendo scintillii argentei.
«Mio padre è morto da un po’ di tempo mi dispiace» iniziò a dire la donna che, una volta seduta sulla sedia, gli offrì una tazza di tè.
«Siediti e racconta a me cosa volevi da mio padre… forse posso aiutarti.»
Ron deglutì, ma dopotutto non sembrava una cattiva idea. Sarebbe poi tornato a casa giusto in tempo per il pranzo.
La donna gli versò del tè nella tazza rosa e gliela porse con fare gentile e dopo un piccolo sorriso, lo incitò a bere.
Appena Ron bagnò le labbra nella bevanda, sentì la testa girare, riuscì a dire solo: «Cosa mi hai dato?»
Dopodiché il buio completo.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò disteso su di un letto con il ventre tagliato in più punti, il dolore era allucinante, più gridava aiuto e più il sangue zampillava fuori.
«Calmati ragazzo, più ti muovi e più mi fai perdere tempo.»
«Cosa mi stai facendo?»
«Oh… vedrai! Ti piacerà… credo che io e te, fortunello mio, ci divertiremo alla grande.» rise rocamente, puntando il dito sulle labbra del ragazzo.
«Non sei male, lo sai? Ho visto che hai il distintivo di Auror… Eccitante!»
«Lasciami andare…»
Selena scosse la testa, baciandolo sulla bocca e mordendogli il labbro.
«Mi servi. Quindi penso che non potrò mai più lasciarti andare via.»
Ron sgranò gli occhi, pensando a Hermione, che lo stava aspettando e a ciò che avrebbe potuto pensare se fosse scomparso così nel nulla.
Sentì gli occhi bruciare e protestare contro il pianto che duro fuoriuscì.
«Non piangere, la tua mogliettina starà bene» gli mostrò la foto che lui aveva nel portafoglio.
«E poi… ci sono io a farti un po’ di compagnia, esperimento n° 05.» rise, passandogli la mano sul petto che vibrò per un brivido, ciò sembrò divertirla, infatti si poggiò sulla sua spalla iniziando a leccargli il collo e l’orecchio e poi senza preavviso, gli infilò l’ago di una siringa nella giugulare.
Dopo quell’episodio, sentì più volte lo stesso ago, lacerargli la pelle, ma sembrava non avesse più la forza di battersi. Rimaneva disteso sul pavimento di quella stanza, fredda e grigia, non capendo più quando era giorno e quando era notte e avendo con sé solo i ricordi di sua moglie, della sua famiglia e dei suoi amici.


Hermione si riprese e Ginny la aiutò ad alzarsi, la testa le girava ancora, ma appena vide Ron vicino ad Harry gli si buttò accanto.
«Ron…» la voce le uscì fievole dalle labbra, gli accarezzò il viso sentendo la barba ispida sotto le dita e senza smettere di guardarlo chiese ad Harry: «Cosa si fa ora?»
«Ora devo catturare quella strega e porre fine a questa follia.»
Harry, indurì la mascella ed alzandosi in piedi si diresse accanto al vetro e la guardò negli occhi azzurri.
«Te la vedrai con me. Se hai coraggio fammi uscire da qui.»
«Vuoi batterti con me?» Selena sembrò risentita, ma subito dopo fece comparire un sorriso beffardo sul volto.
«Sì, voglio farti finire ad Azkaban, non voglio ucciderti perché devi subire la condanna giusta.»
Dopo aver detto quelle parole, la donna aprì la porta accanto al vetro, facendo uscire Harry.
Hermione era ancora accanto a Ron disteso a terra e che pian piano stava facendo tornare il respiro regolare, Ginny corse  verso di Harry, ma lui gli fece cenno di rimanere lì.
Tutto sarebbe finito quel giorno, Harry l’aveva giurato.


  
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