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Autore: loveangel    08/01/2013    14 recensioni
La vita, a volte il destino, ti porta in un luogo, ti accompagna, ti prende per mano e ti avvicina all'amore. A volte quando meno te lo aspetti ti trovi dinanzi ad una realtà che nemmeno immaginavi. Due vite completamente diverse, lontane ma così vicine. Sissy e Alexander una ragazza ed un ragazzo distanti anni luce ma vicini nel cuore. Alexander entra nella vita di Sissy come un tornado, una folata d'aria fresca. Un'aria che diventa calda, quasi bollente. Insieme non riescono a stare più di cinque minuti, sono irascibili e impauriti da qualcosa che li colpirà fin da subito. Il tempo è ciò che li aiuta ma il tempo è a volte tiranno e quando si è agli sgoccioli si fa il possibile per realizzare i propri sogni.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve a tutte inanzi tutto scusate se non ho risposto alle recensioni dello scorso capitolo ho avuto davvero poco tempo in questi giorni ed ero in ansia per questo che è il penultimo capitolo di questa storia. Grazie di cuore per come mi avete amata e seguita durante questo periodo, grazie per le belle parole regalatomi e per le letture silenziose. Voglio lasciarvi alla lettura annunciandovi però che se amate il romantico ho pubblicato il primo capitolo della mia nuova storia intitolata "At first sight" al primo sguardo e la trovate qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1506347&i=1
Se vi fa piacere fatemi sapere cosa ne pensate. Ora vi lascio che sono una rompi che parla troppo. Buona lettura.
Loveangel




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Ho chiamato la madre di Alexander, lei mi aveva dato il suo biglietto da visita, ed io, fingendomi un'ipotetica cliente ho preso appuntamento per domani sera. Sul sito dell'ufficio ho trovato anche l'e-mail di Alex che userò dopo. Ora mi tocca fare i bagagli e prendere il volo. Raggiungerò presto l'ufficio di sua madre e le parlerò con il cuore. Se ama suo figlio dovrà crederci. Credo che Alexander mi abbia lasciata perché si sente in obbligo con quella. Lui mi ama, me lo ha confessato ed io non posso negare l'evidenza dei suoi sentimenti. Perché deve torturarsi per qualcosa di inesistente? Se davvero fosse incinta quella donna non sarebbe di certo di Alex. Lo ha detto lei che non erano mai stati a letto insieme, lo ha detto lei che lui non lo faceva per restare in forma. Che poi l'ha fatto con me è tutta un'altra storia. Lui mi ama, lui mi ha sempre desiderato, come ha voluto baciare me. Io sono l'unica che ha assaporato la sua bocca, l'unica capace di dargli qualcosa che le altre non gli hanno dato. Perché lui non l'ha voluto.
Metto nella valigia le ultime cose, mio padre anche se non contento ha accettato il mio viaggio. Lo so che ha paura che possa star male ancora ma se non chiarisco questa situazione starò male per sempre.
Quando saluto mio padre non dice nulla tranne il "stai attenta" che mi dice sempre. Mia sorella invece, saltella e urla.
"Riprenditi Alex!"
È quello che voglio fare e con tutto il cuore spero di riuscirci. Non so ancora cosa dirò a sua madre ma so che ci proverò. Le aprirò il mio cuore e forse con il suo aiuto riusciremo a smascherare la vipera, strega malefica. Farà la stessa fine della strega di Biancaneve. Lo giuro sul mio amore per Alexander.
Sono passate sei ore e sono in albergo. Ho trovato un hotel molto vicino allo studio della signora Climb, ora devo cercare di camuffarmi. Non posso rischiare di farmi beccare da Alex. Deve succedere tutto con naturalezza. Lui deve scoprire la verità da solo o per conto di sua madre. Non ho intenzione di farmi beccare, non voglio passare per una disperata, anche se lo sono. Sì perché senza di lui non so stare. Senza di lui non riesco a respirare. 
Cosa devo fare per nascondere i miei capelli? Potrei tagliarli ma credo basti una tintura forte e poi potrei sollevarli tutti in un ampio cappello. Gli occhiali da sole mi copriranno gli occhi e un abbigliamento elegante mi nasconderà dal mio essere naturale.
Così dopo aver tinto i capelli e preparato tutto mi metto a letto. Non ho sonno, il pensiero di Alex mi percorre come una scossa elettrica. È qui, a pochi passi dal mio albergo. Chissà cosa sta facendo? Chissà se mi ha mai pensato in questo periodo. Io tante volte sono stata sul punto di chiamarlo ma per sputargli in faccia il mio falso odio. Avrei voluto ferirlo come ha fatto lui con me, ma non ci sono mai riuscita. Il fatto è che lo amo troppo per dirgli cose cattive. Non sono mai stata una tipa cattiva, non ho mai usato termini volgari né saprei farlo adesso. 
Chiudo gli occhi sopraffatta dagli eventi che mi stanno colpendo ogni giorno. Mi lascio cullare dai ricordi, quelli belli e perfetti addormentandomi tra le sue braccia.
-buongiorno, buongiorno, buongiornooooo!
La mia sveglia mi fa sobbalzare dal letto. È ora.
Mi preparo con cura seguendo i miei piani. Non sembro io, bene era quello che volevo.
Dopo circa un'ora sono nel palazzo enorme che appartiene alla famiglia Climb. La signora mi aspetta tra circa cinque minuti. Sono in perfetto orario.
Salita su mi blocco. La voce di Alex mi penetra nella pelle come un pugnale infuocato. È qui, mi da le spalle ed io non so cosa fare. Se mi riconoscesse i miei piani salterebbero come una molla in tensione. Cosa faccio?
"Bene Jil io adesso mi rintano nel mio ufficio, non passarsi nessuna telefonata"
Dice con un tono autoritario ma allo stesso tempo dolce.
"Nemmeno della sua fidanzata?" Le chiede la segretaria.
"No, non voglio essere disturbato neanche da mia madre"
"Come desidera signor Climb"
Lo guardo mentre si allontana a passo svelto verso quello che dev'essere il suo ufficio. Grazie al cielo! Pericolo scampato!
Mi avvicino alla segretaria con velocità. Devo far presto.
"Buongiorno avrei un appuntamento con la signora Climb"
"Certo, lei è la signorina Moore? La sta aspettando è l'unico appuntamento della giornata. Posso annunciarla?"
"Sì"
Con l'interfono chiama l'ufficio della madre di Alexander osservando il mio abbigliamento da signora d'alta classe. Forse ho esagerato con questo cappello enorme ma ne avevo bisogno.
"La signora la attende, mi segua."
È una donna giovane, molto curata alta più o meno quanto me. Bellissima. Questa cosa mi provoca una gelosia immensa. Perché diamine sono gelosa anche di lei? Beh c'è una sola risposta. Perché lei può vederlo ed io no.
"Buongiorno signora Climb" dico educatamente mentre mi sfilo il cappello. Lascio che i miei capelli si spargono come una nuvola vaporosa sul mio tailleur blu. Lei mi osserva salutandomi cordialmente.
"Lei ha un aria vagamente familiare Elisabeth."
"In effetti non è la prima volta che ci incontriamo."
Le racconto brevemente del nostro incontro. Lei è molto seria anche se mi ringrazia per aver salvato Lulluby.
"Per cosa è qui? Le serve un avvocato per?"
"Sono qui per suo figlio."
Il suo sguardo s'indurisce, la bocca si serra in una linea dura.
"Spero non avanzi pretese su mio figlio. È un uomo fidanzato che sta per sposarsi e diventare padre."
"Era fidanzato sì ma con me prima che la sua attuale "fidanzata" dicesse la più grande bugia del mondo. Quella donna non è mai stata a letto con suo figlio, quella donna non è incinta o se lo è, il figlio che aspetta non è di Alex."
"Lei come può dire una cosa simile?" 
"Perché è stata Meggy stessa a dirmi che non era mai stata a letto con lui, perché Alex ama me e non può sposare una donna che lo sta ingannando."
"No, non voglio più ascoltare le sue sciocchezze, non ho tempo da perdere io."
Sissy abbi pazienza e continua.
"Signora la prego guardi i miei occhi. Io amo suo figlio e sarei disposta a rinunciare a lui se quello che dice Meggy fosse vero. Non le chiedo tanto, solo una conferma poi sarò io a farmi da parte se Alexander fosse realmente il padre di quel bambino. La prego."
Gli occhi della madre di Alex diventano lucidi, forse mi crede, forse ci sta pensando.
"La prego."
"Cosa vuole che faccia esattamente?"
"Io credo nelle sue capacità lei è una donna forte e sono certa che saprà far parlare quella donna. Le prometto silenzio, non dirò mai a nessuno del nostro incontro. Mai."
"Mi dia due ore, dove alloggia?"
"All'Hilton"
"Mi chiami tra due ore esatte e la raggiungerò io qui è troppo pericoloso. Ma mi stia a sentire bene, se le sue supposizioni fossero sbagliate scomparirà per sempre dalla mia vita e da quella di mio figlio. Sono stata chiara?"
"Certo"
"Le sto dando una chance e spero che si sbagli non oso immaginare lo scandalo che ne deriverebbe."
"Non pensi allo scandalo ma al bene di suo figlio."
"Non osi dirmi come devo amare mio figlio. Io lo adoro, ora vada ci sentiamo dopo."
Infilo il cappello soddisfatta e mentre sto infilando gli occhiali da sole la porta alle mie spalle si spalanca.
"Mamma dobbiamo parlare!"
Cazzo Alexander. Resto immobile guardando impaurita la madre.
"Non vedi che sono impegnata con una cliente?"
Non mi muovo.
"Sì, scusa è che non ce la faccio, non posso sposarmi, non così presto."
"Alex ti prego aspettami nel tuo ufficio ho quasi terminato."
"Va bene. Signora lei ha un profumo che non dimenticherò mai."
I miei occhi si colmano di lacrime. Alex mi pensa ancora, non ha dimenticato il mio profumo e nemmeno io ho scordato il suo.
"È chanel numero cinque vero?"
"Sì." Mormoro cercando di cambiare il tono di voce ma il pianto ha dato il suo contributo.
"Complimenti. Allora mamma ti aspetto."
"Sì vai."
Quando va via crollo a terra e la madre di Alexander mi sostiene abbracciandomi forte.
"Voglio vedervi felici, lui ti ama ancora altrimenti non ricorderebbe il tuo profumo."
Piango di più, non ho più la forza di dire nulla.
"Ti prometto che scoprirò la verità tu però vai ora è troppo rischioso stare da queste parti."
"Grazie."
"Vai Elisabeth."
Mi sollevo barcollando. Mi sento debole, senza fiato. Oh Alexander cosa mi hai fatto? Perché mi hai stregato così?
Esco dall'ufficio dirigendomi verso gli ascensori. Il nervosismo mi sta devastando.
"Signorina aspetti!"
Cazzo no. Corro per non vederlo, per non farmi scoprire. Le porte degli ascensori si aprono ed io con velocità premo il pulsante per la chiusura ma Alex s'intrufola nel momento in cui le porte si stanno chiudendo.
"Ha scordato questo"
Dice sollevando un foulard, quello che indossavo alla gola pochi istanti fa. Nella fretta l'ho dimenticato.
Tengo il volto basso cercando di non farmi vedere in viso.
"Le do fastidio?"
Ormai le porte si sono chiuse e siamo rimasti solo noi in trenta metri di spazio.
"Sissy guardami"
Oddio sa che sono io.
"Sissy amore guardami."
Fa due passi verso me, io indietreggio ma sono bloccata dalla parete alle mie spalle. Alexander mi prende il mento con due dita e con la mano libera mi sfila il cappello lasciandolo cadere a terra.
"Mi hai scoperta."
"Come potevo non sentire il tuo cuore. Tu mia anima sei l'unica donna che mi è entrata a tal punto dentro che se fossi a centinaia di metri da me mi accorgerei della tua presenza. Il mio cuore batte più forte quando ci sei. Non lo senti?"
Mi prende una mano e se la porta sul cuore.
"Oh cuore mio, come sei bella anche camuffata da signora."
"Alex ti prego lasciami."
Lui spalanca gli occhi per un attimo sbalordito ma poi con una mossa veloce blocca l'ascensore.
"Perché sei venuta qui?"
"Dovevo dare delle cose di Lulluby a tua madre."
"E ti sei presa tutto questo disturbo per un cane?"
"Sì"
"Mi stai mentendo."
Il suo sguardo mi trafigge il cuore.
"Sissy io ti amo ancora."
"Ti stai per sposare."
"Tu mi ami Sissy."
"No, hai scelto un'altra"
Bugiarda bugiarda bugiarda.
"Non è vero"
"Sblocca l'ascensore e lasciami andare."
"È davvero questo quello che vuoi?" No, no e ancora no. Voglio baciarti e urlare che ti amo ma non posso devo rispettare sua madre.
"Sì, sto con Josh adesso."
"Cosa?"
"Hai capito ora lasciami andare."
Le sue mani cascano sui suoi fianchi come morte. Sono io a sbloccare l'ascensore ed allontanarlo da me. Sta soffrendo ma non posso dire nient'altro. Non adesso. Quando arriviamo al piano terra mi sento uno schifo. L'ho ferito nel peggiore dei modi e non so neanche perché l'ho fatto. Corro via, via da lui che vorrei con me adesso.
Lontano dal mio cuore, dalla mia unica ragione di vita. 
Inciampo sui tacchi e cado sentendo un forte dolore alla testa.
****
"Non può sentirmi?"
"No, lasciamo che riposi"
"Mamma grazie ma io resto qui."
Di chi sono queste voci? Dove mi trovo? Perché non riesco ad aprire gli occhi?
Mi sento come se un treno mi avesse schiacciato. Mi sento debole e senza forze.
"Sissy..."
La sua voce mi arriva calda sulla guancia dove un bacio dolce mi lascia senza fiato. Cosa sta facendo quest'uomo?
****
"Cosa sta facendo?"
"Preparo le valigie e porto a casa mia figlia."
"La prego non è ancora in grado di affrontare un viaggio."
"Sì che lo è. Alexander lei ora deve lasciarla andare. Ha fatto troppo male a mia figlia."
Oh papà, il mio dolce papà. Con chi sta parlando? Chi è questo Alexander! Voglio guardare gli occhi di mio padre, abbracciarlo forte. Vorrei urlare di farmi risvegliare da questo sonno ma non ci riesco. I miei muscoli sembrano atrofizzati.
"È anche mia."
"È mia figlia e deve lasciarla in pace."
"Non posso io l'amo."
Mi ama? Ma io non amo nessuno.
"Alexander io non ho mai voluto contrastare il vostro rapporto so che sei stato imbrogliato ma non sarò io a decidere. Prima pensiamo alla sua salute poi al suo cuore."
PAPÀ. Urlo ma la mia voce muore nella gola.
"Mi dia solo la possibilità di vederla"
"Sarà lei a decidere. Ti chiamerò appena si sarà ripresa te lo prometto Alexander."
"Grazie signor Moore"
Il silenzio torna a possedermi facendo scomparire la voce di mio padre e di quell'uomo.
****
Tre giorni dopo
"Come ti senti?"
"Samira sto bene è da ieri che me lo chiedi."
"Sì perché non mi hai chiesto nulla."
"Cosa dovrei chiederti?"
"Alexander non ti dice nulla?"
"No chi è? La tua nuova fiamma?"
"Il medico dice che hai rimosso alcuni particolari spiacevoli della tua vita."
"Come la morte di mamma..."
"Sì."
"Non ricordo nulla. Mi mancava? Perché adesso mi sento persa se penso di non rivederla più."
"Manca a tutti come mancava a te anche prima."
Mi sollevo dal letto sfilandomi il pigiama. Ho voglia di nuotare. Sono tre giorni che sto bene, l'aria di casa mi ha fatto bene, mi sono risvegliata anche se non ricordo perché mi trovavo in un'altra città.
"Dove credi di andare?"
"In spiaggia a nuotare. Ora vado a fare una doccia."
"Sissy ma papà dice..."
"Lascia stare sorellina. Io vado punto."
"Okay io faccio una telefonata allora. Non chiamo papà non ti preoccupare."
La lascio sola approfittando della felicità che sento dentro. Sto per ritornare alle mie vecchie abitudini. Dopo la nuotata farò una doccia e andrò a lavoro. Ho proprio bisogno di riprendermi.
****
Eccomi qui, finalmente sulla mia spiaggia. Ci sono poche persone come sempre a quest'ora. Mi spoglio e dopo aver steso il telo mi avvicino al bagnasciuga. L'acqua fredda mi solletica i piedi entrandomi nei pori della pelle. Che bella sensazione. 
Senza esitazione mi tuffo in acqua nuotando con gli occhi aperti. Due gambe muscolose mi fanno risalire a galla. Un uomo dallo sguardo intenso e profondo mi guarda e sorride.
"È molto brava lo sa?"
"Grazie." 
La sua voce, il suo sorriso. Perché mi sembra di conoscerlo già?
"Facciamo una gara?"
"Come?"
Lui si tuffa nuotando sott'acqua quando risale a galla resto sbalordita della lontananza tra noi. Questa scena mi sembra di averla già vissuta.
Accetto la sfida e chiudo gli occhi tuffandomi per raggiungerlo. 
Il mare le onde... delle piscine un'orca. Cosa sono queste immagini? Ingoio acqua e risalgo sconcertata.
"Ciao" dice con una voce calda.
"Ciao ci conosciamo?"
"Io sono Alexander. Nessun nomignolo di solito."
"Elisabeth ma tutti mi chiamano Sissy."
Mi porge la mano ed io la stringo.
Oh Dio! Lui mi bacia, lui mi stringe a sé, siamo nudi in una tenda, sotto le lenzuola. Apro gli occhi di scatto.
"Alex..." Mormoro con poca voce.
"Sissy" ripete il mio nome e chiudo gli occhi. Lo conosco.
-Sissy ti amo-
"Alex sei tu? Dio cosa mi succede?"
Mi aggrappo a lui nell'acqua. I nostri corpi si scontrano, si plasmano.
"Guardami Sissy"
Lo faccio.
"Mon cuer ti amo"
E tutto torna con prepotenza nel mio cuore, nel mio corpo. Ogni ricordo che avevo rimosso è qui. Piango aggrappandomi di più a lui.
"Non ti stai per sposare?"
"No, vieni con me"
Nuotiamo veloci verso la sabbia. Le nostre bocche si uniscono subito. Ci stendiamo sul telo stretti l'uno all'altra come se non potessimo farne a meno.
"È tutto finito?"gli chiedo staccandomi a malincuore dalle sue labbra. La mano di Alex mi carezza la guancia con delicatezza, dolcezza.
"Il brutto è finito ora comincia il bello se vuoi."
"Dimmi cosa devo fare"
Si alza e dal taschino interno del costume tira una piccola bustina sigillata. Per non fare entrare l'acqua ovviamente.
La strappa con i denti e prende il contenuto stringendolo nel pugno.
"Accetta di diventare mia moglie"
   
 
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