9.
«Hermione,
perché non mi hai detto nulla?»
La voce
di Harry sembrava piuttosto infervorata e confusa.
«Scusa,
avrei voluto dirtelo, ma avevo paura di deluderti... in realtà tra me e Malfoy
non c’è niente, anzi è stato molto gentile ad accompagnarmi per cercare di
disilludere Mclaggen. Sai che quel ragazzo non lo sopporto proprio!»
Nascosti
dietro alle tende che ornavano la piccola saletta da ballo in cui ci trovavamo,
sembravamo due bambini che giocavano a nascondino.
«Avresti
dovuto parlarmene», mi rimproverò.
«Lo so
Harry! E mi dispiace tanto di non aver avuto il coraggio di venirti a parlare,
solo temevo che non avresti capito...»
Abbassai
lo sguardo, sperando che Lumacorno riuscisse a tenere occupato Malfoy ancora
per un po’ con le sue chiacchiere inutili.
«Non
c’è altro tra di voi?»
La
domanda di Harry mi fece sbarrare occhi e bocca, sconvolta: «Certo che no!
Insomma... diciamo che siamo amici» la smorfia sul volto del mio amico mi fece
continuare: «Draco è cambiato molto, Harry, ti stupiresti anche tu se solo gli
permettessi di...»
«Hermione!»
La
comparsa improvvisa di Mclaggen mi fece sussultare e raggelare.
Accidenti!
Mi aveva trovata!
«Mi
concederesti un ballo?», chiese.
«Beh,
ecco... io... non saprei, vedi...»
“Malfoy, salvami!”
Sperai
che per una volta leggesse nella mia mente, quel furetto platinato.
Possibile
che quando serviva lui non c’era mai?
«Mclaggen...»,
cominciò a dire Harry, forse nel vano tentativo di aiutarmi, quando alle spalle
del mio ammiratore comparve il mio cavaliere, con un sorriso malizioso sulle
labbra, ma il naso arricciato; qualcosa o qualcuno doveva avergli dato
fastidio...
«Hermione,
vieni a ballare?»
Il mio
nome sulle sue labbra sembrava troppo dolce e melenso, di sicuro gli costava
fatica fingere in quel modo.
«Scusa,
Mclaggen», dissi, prima di superarlo e di accettare la mano tesa di Malfoy.
Quando
alla fine riuscimmo ad allontanarci abbastanza dal mio amico e dal mio
ammiratore, ritrovandoci al centro della pista da ballo, gli chiesi: «Dove
cavolo eri finito?!»
«Lumacorno
non mi lasciava più andare, quando ha scoperto che la mia è la famiglia più
antica, nobile e pura di tutto il regno magico non la smetteva più di
tempestarmi di domande...»
«Per
fortuna sei venuto a salvarmi...»
«Già,
ma la prossima volta che mi chiami furetto platinato te lo scordi, chiaro?»
Sorrisi,
passando le mani intorno al suo collo e facendomi guidare dalle sue braccia per
seguire il ritmo della musica: «Non ti sarai mica offeso...»
Anche se
dentro di me ero stupita che avesse sentito anche il pensiero in cui lo
chiamavo in quel modo mi sentivo stranamente felice e a mio agio, cosa
incredibile da pensare tra le braccia di quel Serpeverde.
«Certo
che sì, e se vuoi che io smetta di chiamarti con un insulto sarà meglio che
incominci a fare lo stesso con me, chiaro, Mezzosangue?»
Gli
lanciai uno sguardo infuocato, facendogli capire che non avevo apprezzato il
modo in cui mi aveva apostrofata, prima di guardarmi intorno e notare che molte
coppie ci stavano additando e fissando.
«Siamo
al centro dell’attenzione...», dissi a disagio.
«Non ti
preoccupare, tanto domani la nostra relazione sarà finita, no?», il suo tono
pungente mi fece riflettere.
Volevo
davvero che finisse? Quella settimana passata a conoscersi meglio e a fidarsi
l’una dell’altro era stata stupenda, avevo scoperto lati di lui che non credevo
esistessero ed ero certa che mi sarebbero mancati. Forse avrei potuto, anzi
dovuto, dirglielo o almeno farglielo capire in qualche modo e invece rimasi
zitta, impaurita dai miei stessi pensieri.
Appoggiai
la fronte contro la sua spalla ed inspirai il suo odore, un misto tra Succo di
Zucca e gelsomino.
Esitante
spostai appena una mano per accarezzare i suoi capelli biondi che non erano più
fissati dal gel come faceva gli anni precedenti ed erano proprio morbidi come
me li ero immaginati.
Anche lui
abbassò un po’ il volto, accarezzando con la sua guancia ispida a causa della
barba in fase di crescita la mia tempia per poi scendere fino alla mascella. Lo
sentii ispirare forte e poi baciarmi il collo.
Provai una
strana sensazione difficilmente classificabile all’altezza dello stomaco e mi
morsi forte l’interno guancia, confusa da tutte quelle nuove emozioni che il
mio corpo non era abituato a provare.
«Che
profumo è?», mormorò allontanandosi appena e facendo scontrare goffamente i
nostri nasi.
In quel
momento pensai che non sarebbe mai potuto esistere un istante più bello di
quello.
«Me l’ha
regalato mia mamma», riuscii a dire malgrado la gola secca: «È hai fiori di
ciliegio e vaniglia»
Appoggiò
la fronte contro la mia e chiuse gli occhi, inspirando ancora.
«Mi
piace» ammise,accarezzandomi lentamente la schiena e allo stomaco sentii di
nuovo quella fitta di piacere che, diversamente da prima, sembrò propagarsi
ovunque: «Questa sera mi piace tutto di te»
L’orgoglio
che riuscii a provare a quelle parole era insuperabile, non era una novità che
lui odiasse i miei capelli senza forma o il mio abbigliamento poco femminile e
tante altre piccole cose, eppure aveva detto che ero bellissima durante la cena
e ora...
«Posso
baciarti?», sussurrò talmente piano che faticai a sentirlo.
Lo vidi
riaprire gli occhi e puntarli nei miei e se normalmente il suo sguardo
grigio-azzurro era in grado di congelarmi in quel momento riuscì solo a farmi
provare un’altra fitta ancora più forte allo stomaco e le gambe molli.
«Si»,
sussurrai e mi stupii che sia la mente sia il corpo fossero d’accordo in quel
momento.
Sentii la
sua bocca fresca e morbida appoggiarsi sulla mia, lentamente, lasciandomi pochi
piccoli baci a fior di labbra prima di approfondire il contatto. Diversamente da
quel pomeriggio però non gli impedii l’accesso e accolsi la sua lingua che
cominciò a giocare con la mia.
Le fitte
allo stomaco sembravano essersi spostate più in basso nel mio corpo fino a
raggiungere il ventre.
Mugolai
qualcosa, come una protesta, quando le sue labbra si allontanarono dalle mie e
lo vidi sorridere, mentre io appoggiavo la fronte nell’incavo del suo collo,
cullata dalle sue braccia intorno alla mia vita e dal suo odore.
Continuavo a ripetermi che mi aveva baciata e io l’avevo lasciato fare solo per disilludere completamente McLaggen, ma in una parte profonda del mio essere io sapevo che non era affatto per quello.
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Hi everybody! :)
Eccomi con il capitolo! Che ve ne pare? A me piace, soprattutto quando ballano, sono troppo carini! *.*
Ringrazio tutte le persone che mi sguono, che mi hanno inserita tra le preferite e tra le ricordate e chi recensisce, il vostro sostegno è molto importante per me! Grazie! :)
Spero di ricevere anche questa volta qualche bel commento!
Secondo i miei calcoli dovrei riuscire ad aggiornare per venerdì massimo sabato! ^^
Un bacione!
Lazysoul