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Autore: gingerhead    08/01/2013    2 recensioni
Stylinson.
"When I was surrounded by the sea, you were the one who sailed the world to find me".
La vita è troppo corta per arrendersi. Combatti, Harry, combatti con me.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come succedeva da ormai troppo tempo, Harry si era alzato tardi, dopo aver passato l’ennesima nottata insonne. 
“La notte può essere un momento terribile per la gente sola quando la loro solitudine è incominciata.”- aveva letto in un romanzo di Hemingway.
Sua madre gli aveva suggerito di uscire, anche solo per una passeggiata, assicurandogli che sarebbe stato il rimedio migliore per far passare quello stato di apatia e tristezza con il quale Harry aveva imparato a convivere.
Ma non lo fece. Preferiva passare le giornate a letto, guardando stupidi programmi televisivi. Aveva imparato la programmazione ed i palinsesti a memoria, conosceva l’orario di ogni talk-show, reality, telefilm.
Nei protagonisti dei film vedeva dei confidenti, degli amici. Amici che non sarebbero morti per una maledetta malattia, che non l’avrebbero lasciato solo, con una montagna di sensi di colpa con cui doveva convivere, ogni fottuto giorno della sua vita. Amici che non l’avrebbero giudicato per la sua mancata voglia di vivere, che non se ne sarebbero andati perché spaventati dai suoi improvvisi attacchi di panico.
Per questo, Harry aveva allontanato chiunque. Si era rifugiato in un mondo in cui nessuno avrebbe potuto criticarlo.
Si era costruito da solo un mondo fatto di personaggi di romanzi, di scrittori vissuti decenni prima di lui, di storie di cui avrebbe voluto far parte, di gente che viveva, viveva davvero ed amava. 
Ma forse avrebbe voluto condividere quelle cose con qualcuno. Si pentì immediatamente di aver anche solo pensato una cosa simile. Non avrebbe più permesso a nessuno di farsi spazio nel suo cuore.
______________

Spalancò le persiane della camera da letto e vide il paesaggio invernale avvolto da un leggero velo di nebbia.
Louis amava quel periodo dell’anno. Quella mattina si era svegliato di buon’ora ed aveva bevuto la sua solita tazza di thè, accompagnata dalla lettura di un libro che aveva lasciato indietro da tempo. Sarebbe di certo arrivato all’epilogo, ma quel tempo uggioso gli aveva fatto venire voglia di rispolverare la sua vecchia bicicletta e fare una pedalata lungo la pista che costeggiava il fiume di fronte a casa sua.
Si era trasferito da poco in quella zona, non conosceva nessun abitante del vicinato, ma non vi dava molto importanza. Amava quel paesaggio, la quiete mattutina, gli alberi che accompagnavano il fiume per tutto il suo percorso. Scese in cantina e, dopo aver spostato un paio di scatoloni, trovò la sua bicicletta lì ad aspettarlo, coperta da un sottile strato di polvere ma comunque in ottimo stato. Uscì di casa e subito fu accolto da quello che gli piaceva chiamare profumo d’inverno, quello che tanto amava, e da un freddo che lo fece appena rabbrividire. Salì sulla bici ed iniziò a pedalare, lentamente, lungo il sentiero.
Amava sentire il vento accarezzargli il viso. Se glielo avessero chiesto non avrebbe saputo spiegare il motivo per cui amasse così tanto pedalare nelle giornate d’inverno.
Forse perché si sentiva libero. Libero di essere felice, triste, di piangere. Libero di urlare, di cantare. Poteva sognare. Poteva essere chi voleva. Non doveva fingere. Voleva bene ai suoi amici, ma nessuno di loro aveva mai capito quel lato del suo carattere, quel suo essere un po’ misantropo che, talvolta, si faceva spazio nella sua indole così esuberante.
Senza rendersene conto, aveva già percorso una decina di chilometri, così decise di abbandonarsi sullo stretto lembo di prato che divideva il viale dalla riva del fiume. Sistemò la bici contro un albero e si sedette, sull’erba, dando le spalle alla strada e volgendo lo sguardo verso le montagne innevate che incorniciavano il paesaggio.
In quel momento della giornata e, a dir la verità, durante tutto il periodo invernale, la strada che costeggiava il fiume era deserta. Nessuno vi si avventurava, avrebbero dovuto affrontare le rigide temperature, perciò preferivano rimanere a casa, coccolati dal tepore del caminetto, con una tazza di cioccolata calda tra le mani. 
Per questo, quando udì un fruscio dietro di sé , sussultò appena.
Qualcuno stava camminando, a passo lento, sulla ghiaia. Louis si voltò e, nella nebbia, riuscì solo a distinguere una massa disordinata di riccioli che ricadeva libera lungo il viso. 
Louis strizzò gli occhi per mettere a fuoco quella figura.
“Impossibile.” -pensò. Quelle erano cose che aveva letto e riletto decine di volte nei libri e visto in scene di telefilm. Eppure quel profilo gli era così familiare.




 
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Eccoci qua, nuovo capitolo!
Avrei voluto scrivere di più, ma ho preferito lasciarvi con un punto interrogativo alla fine per poi svelarvi tutto nel prossimo capitolo!
Chi sarà mai quella figura? Beh, direi che la risposta è abbastanza ovvia, ma come reagiranno i due ragazzi alla vista l'uno dell'altro?
Volevo ringraziare ognuna di voi perché non solo state leggendo questa storia, ma l'avete anche inserita tra quelle seguite e ricordate, oltre ad averla recensita. Non ho parole, davvero, grazie di cuore a tutti. Ogni singola vostra visita a questa storia, mi migliora la giornata :')
Se aveste voglia di lasciarmi anche una mini recensione, mi rendereste super felice, perché potrei capire cosa pensate della storia e dei personaggi e se volete che continui.
Un abbraccio, mel <3
  
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