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Autore: irresistyles    08/01/2013    6 recensioni
ciao a tutti, questa è la mia prima ff e spero che vi piaccia e che vi diverta almeno un pò :)
Dal capitolo 2:
Bene ora mi avrebbe preso anche per pazza per colpa del mio adorato cane pensando che parlassi da sola o che mi fossi fumata come minimo 3 canne...in questo momento lo stavo odiando.
-"Non tirare, dobbiamo andare a casa". -ritentai.
Possibile? tirava ancora, assurdo....non potevo urlare, non davanti a Harry...non mi andava di fare una figuraccia della quale mi sarei pentita per tutta la vita.
Oh cavolo il mio adorato cane mi stava tirando verso Harry. No, no, no.
Dal capitolo 7:
-“Allora quant’è?” – chiesi in maniera molto sbrigativa.
-“bè sono 2,60 ma visto che il giovanotto è con te facciamo che offre la casa.”
-“no io voglio pagare.”
-“non preferisci che offra la casa?”
-“ma ci senti o hai ancora qualche residuo di silicone anche nelle orecchie? Ho detto che voglio pagare.”
Lei si ricompose in un attimo e mi guardò male, io la guardai con sufficienza.
Harry intanto tratteneva le risate a stento.
Se vi ho incuriosite almeno un pò leggete e fatemi sapere che ne pensate :D
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate per il ritardo, davvero. Leggete giù. Per compensare ho scritto un capitolo lungo lungo lungo. ;)
P.S Ashley chiama Conor roscio non perché abbia i capelli rossi ma perché gli piace chiamarlo così.





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Capitolo 11

 

 

No apologies
He’ll never see you cry
Pretend he doesn’t know
That he’s the reason why
You’re drowning, you’re drowning, you’re drowning
 
                                                                                                                                                             

 
Mi stavo sinceramente stufando del comportamento di quel ragazzo e della sua sfacciataggine. Sembrava una donna in menopausa, cambiava atteggiamento ogni 2 minuti. Ma soprattutto doveva riparare la moto, cosa che non stava facendo. Gli aveva fatto solamente qualche giro attorno e aveva affermato che non era capace di aggiustarla. Neanche avesse i raggi x!
Sbuffai esasperata e il diretto interessato mi guardò confuso quando con passo pesante lo raggiunsi e mi misi a braccia conserte di fronte a lui.
-“allora…perché non provi a capire il problema di questa dannata moto e riaggiustarla?” – gli chiesi scocciata ma con un pizzico di speranza nella voce indicandola.
Intanto Harry era rimasto dietro e ci guardava curioso e anche lui speranzoso.
-“ pensi che non lo abbia già fatto?” – mi incalzò alzando un sopracciglio e guardandomi con disappunto. Sfacciato.
-“esatto, l’unica cosa che hai fatto è stata girare attorno alla moto. Non ci hai neanche provato.” – dissi con tono stranamente calmo ma gesticolando con le mani dal nervoso.
Lui schioccò la lingua contro il palato –“senti ragazzina, tu non capisci niente quindi taci” – esordì avvicinandosi maggiormente e squadrandomi dall’alto in basso. Questo no eh. Mi stava anche mancando di rispetto, di bene in meglio per la mia, già precaria, pazienza.
Mi stava seriamente facendo imbestialire e se avesse continuato non sarei più stata responsabile delle mie azioni o delle mie parole, davvero. Nonostante il suo comportamento cercai però di mantenere il controllo stringendo i pugni e quasi conficcandomi le unghie nei palmi delle mani.  Non valeva  neanche la pena arrabbiarsi.Sì certo, parla quella che già si sta innervosendo. Chiusi gli occhi contraendo la mascella e contenendo il nervosismo che ogni volta che parlava si irradiava progressivamente in tutto il mio corpo. Li riaprii di scatto pronta ad aprire bocca per ribattere, forse il mio piccolo rituale avrebbe funzionato. Dovevo ammettere di non essere una persona proprio paziente.
-“se devo essere onesta penso di essere più matura di te comunque potresti cercare di riaggiustare la moto, almeno provaci.” –addolcii il tono della voce, forse così mi avrebbe ascoltato e soprattutto mi avrebbe dato retta una volta per tutte. La frecciatina però non poteva mancare.
Lui indietreggiò un po’ e si girò cauto verso la moto scrutandola a fondo. Quando si girò, con la massima lentezza per tentare di rallentare la consapevolezza del suo errore mi guardò storto rendendosi appunto conto che quello che dicevo, o meglio che quello che la ragazzina che non capiva niente diceva aveva un senso. Sì, mi aveva dato fastidio, ora però era il suo turno di essere infastidito. Dopo avermi fissato per dei secondi che mi parvero ore con stizza e disprezzo guardò Harry, forse per cercare un punto di appoggio e di supporto ma lui al contrario di quello che pensava ricambiò con sguardo truce e questo mi fece sorridere soddisfatta e vittoriosa . Ora siamo pari caro Conor . Il mio orgoglio si fece sentire.
Sbuffò sonoramente e si avviò nuovamente nella direzione della moto, ancora rotta. Se non fosse davvero stato capace di aggiustarla avremmo dovuto portarla dal meccanico che fra poco avrebbe chiuso, quindi conveniva che si sbrigasse. Mi girai verso la sagoma del riccio che avevo dietro e che mi aveva fissata per tutto il tempo della discussione e vidi la sua mascella serrata e le nocche bianche a causa dei pugni chiusi, segno che si stava innervosendo e non poco.  Magari non voleva fare scenate perché era suo amico e se anche lui avesse detto qualcosa, nervoso com’era e con il carattere di quell’altro non avrebbe concluso niente, sempre se il roscio avesse idea di come si aggiustasse una moto s’intende. E poi gli stava facendo un “favore”.
In quel preciso istante pensai che io e Harry eravamo diversi. Nel senso che io ero impulsiva e a volte agivo senza pensare, la maggior parte delle volte me ne pentivo purtroppo. Lasciavo tutto all’istinto e non ascoltavo la mia testa. A volte a malapena mi trattenevo e ci perdevo, perché rimuginavo per giorni e imprecavo contro me stessa, emi odiavo. Quando ero con lui però c’era qualcosa che mi faceva riflettere, a volte. Perché le altre volte perdevo subito le staffe a causa della mia… gelosia. L’avevo ammesso, io ero gelosa , vabbè della cameriera del bar e persino di Jude, ma non di Conor. No, di lui no.    Lo detestavo e basta. Harry invece era molto più calmo, pensava prima di agire e non si lasciava condizionare dall’istinto. Era più maturo e mi rallegrai di poterlo avere accanto, come amico certo. Mi chiedevo se anche lui potesse farsi trascinare dall’istinto e poter diventare geloso. Impossibile dar sempre retta alla testa, a volte si deve seguire l’istinto e il cuore. Mi chiedevo se un giorno lui avrebbe mai provato quello che io sentivo per lui. Quando mi era accanto sentivo il cuore battere forte come un tamburo, lo stomaco aggrovigliarsi e poterci sentire marciare dentro un intero esercito. E non c’era niente che potessi fare per fermarlo. Mi portava su un altro mondo. Il mio mondo, quello dove il suo sorriso era tutto ciò che lo illuminava e ciò che mi teneva ancorata a terra era la sua voce, la più bella sinfonia che avessi mai ascoltato. Molto meglio di Verdi, Beethoven e Mozart. Mi stavo innamorando e il processo era irreversibile, non si poteva fermare e soprattutto non c’era scelta.  Sapevo di non essere perfetta, mi definivo tutto il contrario ma per lui potevo esserlo. Potevo essere perfetta per lui e sapevo anche che non sarebbe stato facile ma ci sarei riuscita. Avevo bisogno di lui. Ero intossicata da lui ed avevo ammesso a me stessa che mi stavo innamorando.
 

‘cause I see sparks fly whenever you smile
Get me with those green eyes ,baby, 
as the lights go down.
Give me something that’ll haunt me 
when you’re not around
 

Quando ero con lui mi dimenticavo di tutto, anche della sua mancanza. Non c’era giorno in cui non pensassi a come mi aveva lasciata, senza niente, non mi aveva detto nulla e non mi aveva neanche salutato. Volevo odiarlo ma non ci riuscivo.
 Raccolsi tutto il coraggio che avevo in corpo e mi avvicinai al riccio sistemandomi i capelli all’indietro e cercando di non guardarlo troppo per non arrossire. Se l’avessi guardato negli occhi sarebbe stata la fine, ne ero consapevole. Erano come whiskey, più li vedevi e più te ne ubriacavi e più non riuscivi a starne alla larga.
 Mi distolsi dai miei pensieri e cercai di sorridergli mentre mi avvicinavo e mi posizionavo esattamente di fronte a lui. Eccole lì le farfalle e il black out nel mio cervello.
-Allora? Sicuro che ne è capace?- chiesi innocentemente.
-“A volte prima di andare all’università aiutava suo zio in officina quindi suppongo di sì ma…non lo so” – si passò una mano fra i ricci e riconobbi la traccia di un mezzo sorriso sul suo volto. Quanto avrei voluto toccarli io quei ricci, così morbidi, profumati…
Li scosse un po’ e gli sorrisi.
-“Sennò proviamo ad andare da un meccanico no?” – cercai di sdrammatizzare.
-“ormai stanno per chiudere e comunque non sarebbe quello il problema…è che…dovrei andare a scuola con la metro e non è molto vicino da casa mia”
-“sì, tu abiti un po’ più in là rispetto a casa mia però l’altra volta l’abbiamo presa…dai una soluzione la troviamo” – gli dissi infondendogli coraggio e lui mi rivolse un sorriso raggiante. Possibile che quando stavo con lui mi sentissi un’ebete? Non potevo fare a meno di sorridere…era un’azione quasi meccanica.
-“l’altra volta mi sono dovuto alzare molto presto però.” – disse ovvio e non potei fare a meno di ridere.
-“ che c’è, è vero!”- rispose trattenendo una risata dopo essersi accorto di ciò che aveva detto.
-“tua madre non si arrabbierà, voglio dire si è rotta da sola” – cambiai argomento.
Mi scrutò con i suoi occhi verdi e curvò un angolo della bocca.
-“bè no, almeno spero” – si grattò la nuca.
Dopo circa un’ora Conor era ancora lì che cercava di aggiustare quella dannata moto, io ero a braccia conserte e Harry vicino a me non faceva altro che sbuffare. Dopo 20 minuti il roscio si alzò scrollandosi la terra dai pantaloni e pulendosi le mani, poi con passo sicuro si avvicinò a noi e guardò Harry dritto negli occhi senza neanche prestare attenzione alla mia presenza.
-“Senti Harry io ci ho provato ma…non so cos’abbia quella stupida moto ok? Quindi io ora me ne vado, ci vediamo – curvò di poco le labbra e Harry annuì sconsolato dandogli una pacca sulla spalla, poi si rivolse a me.
-“ciao Ash” – mi salutò con stizza e io lo salutai con altrettanta simpatia.
Si girò allontanandosi e ci lasciò lì come due idioti, e senza una moto. Non sapevo che dire, ero spiazzata…da dove era uscito quel ragazzo? Di sicuro era la persone più strana che avessi mai conosciuto. Decisi di non toccare l’argomento per non infierire, se a me aveva dato fastidio figuriamoci al riccio. Mi piaceva quel soprannome, era carino.
Harry prese a calciare i sassolini che si trovavano sull’asfalto per la frustrazione mentre a me venne un’idea. Presi il cellulare dalla tasca componendo il numero di mio cugino e lo avvicinai all’orecchio. Gli chiesi di raggiungerci lì dove ci trovavamo e dopo un paio di minuti fu lì alla guida della sua auto.
 
Salimmo in macchina lasciando la moto parcheggiata, e dopo che Harry gli ebbe raccontato tutto Niall propose di accompagnarlo a scuola il giorno dopo così non avrebbe dovuto prendere la metro che a quanto avevo capito non amava particolarmente. La moto l’avrebbe portata dal meccanico il giorno dopo. Un’altra manciata di minuti e fummo davanti casa di Harry, leggermente diversa dalla mia. La facciata del palazzo completamente bianca , il tetto in ardesia con leggeri riflessi azzurri e annidata tra le caotiche strade di Londra. L’unica cosa che differenziava il suo palazzo dal mio erano i contorni delle grande finestre, mentre i miei erano neri i suoi erano completamente candidi. Mi abitava abbastanza vicino ma a piedi ci volevano almeno 10 minuti per arrivare.
 Ringraziò mio cugino e lo salutò con una pacca sulla spalla, poi venne il mio turno e mi lasciò un dolce bacio sulla guancia. Amavo quel contatto, anche se veloce. Era una sensazione stupenda poter sentire le sue labbra a contatto con la mia pelle e sarebbe stato ancora meglio sentirle sulle mie labbra, ma mi accontentavo.
 
Il giorno dopo quando scesi in cucina trovai Niall di spalle che divorava un twix e prima che divorasse anche l’altro mi ci fiondai e lo acchiappai spaventandolo. Lui fece una smorfia contrariata e stupita dopo essersi ripreso dallo spavento e prese a farmi il solletico sapendo che non lo sopportavo. Mi dimenavo ma lui non mi lasciò fino a che non riuscì più a respirare normalmente. Aspettai che il mio respiro si regolarizzasse e andai da lui che si era seduto in salotto, con il mio twix.
-“Sei uno stronzo!” – esordii, e lui mi fece la linguaccia.
-“Buongiorno eh” – mi salutò e stavolta a fargli la linguaccia fui io, mentre lui sorrideva imperturbabile. Assottigliai gli occhi.
-“buongiorno, mamma è già andata al lavoro?” – lui annuì e poi mi ricordai di una cosa.
-“Niall, la giustifica!” – dissi con l’agitazione nella voce. Dovevo falsificarla come mi aveva consigliato Harry il giorno prima.
-“falsificala no?”- mi rispose con ovvietà.
-“è difficile da falsificare quella di mamma, dai provaci tu” – in effetti era un susseguirsi di linee  incomprensibili e non aveva una forma precisa.
-“lascia qua” – disse porgendo una mano dove avrei dovuto lasciare il libretto.
Dopo un paio di tentativi riuscì a farla alla meno peggio…almeno un po’ ci assomigliava.
-“dai che dobbiamo andare a prendere Harry” – mi ricordò lui.
-“giusto!”
 
Niall parcheggiò la macchina e scendemmo dirigendoci nelle nostre rispettive classi, Harry con lui e io da sola. Prima di entrare però abbracciai mio cugino baciandogli la guancia con tanto di schiocco, poi sorrisi ad Harry e lasciai un bacio anche a lui. In classe trovai la mia migliore amica seduta sopra il mio banco che appena mi vide mi stritolò in un abbraccio, il professore non era ancora arrivato.
 
A ricreazione portai Eleanor fuori e raggiungemmo Niall che era già nel piazzale. Camminammo per un po’ e stranamente non incontrai Jude, per fortuna. Non avevo voglia di vederla, era insopportabile.
Continuavamo a ridere e a scherzare andando verso il retro della scuola. Niall si stava strafogando con un panino comprato poco prima nel bar della scuola, non aveva fondo. Io invece mi stavo deliziando del mio twix, alla fine il mio caro cugino me ne aveva lasciato uno.
 
Mi irrigidii di colpo sgranando gli occhi e focalizzando ciò che si presentava davanti a me, il fiato mi si mozzò in gola…
Non riuscivo a emettere nessun fiato e sentii il cuore paralizzarsi a quella vista.
Non riuscivo a crederci, non poteva essere vero.
Ma non potevo dire niente giusto? Chi ero io per prendermela?
Solo una stupida ragazza che era rimasta fregata e che ora non poteva reggere il peso di quella situazione che le si era parata davanti agli occhi.
Strinsi i pugni fregandomene di lasciare il segno delle unghie nei palmi.
Volevo solo andare via da lì ma non riuscivo a muovermi, sentivo le gambe pesanti come se improvvisamente fossero diventate di piombo.
Per non parlare del mio cuore, era diventato un macigno ed era pronto a stritolarsi stretto da una morsa.
Erano passati pochi secondi ma a me sembrava un’eternità.
I sentimenti si mescolavano veloci in un mix doloroso e mortale per il mio cuore. Rabbia, tristezza, frustrazione, nervosismo e impotenza si susseguivano irradiandosi dentro di me.
Sentivo lo sguardo di Eleanor e Niall addosso, come biasimarli…mi stavo sgretolando, stavo cadendo in mille pezzi e loro non potevano fare nulla per aiutarmi.
Sentivo gli occhi pizzicare e le guance farsi bagnate a mano a mano.
Non volevo farmi vedere così, non volevo farmi vedere debole ma tanto lui non mi avrebbe vista.
Era troppo impegnato a divorare la faccia di quella bionda, la stessa che mi aveva chiesto il numero di Niall e che ora era avvinghiata a lui.Troia.
Mi asciugai velocemente le guance, ormai il mascara era sicuramente sbavato ma non me ne importava nulla. Tirai i capelli all’indietro e camminai velocemente verso l’interno dell’edificio lasciando lì tutto ciò che potesse farmi male. Mi chiusi in bagno e cacciai fuori le lacrime, per fortuna erano tutti rientrati e nessuno mi poteva sentire. Mi sentivo una stupida. Pregai che non mi avesse vista. Ora dovevo solo fingere che non fosse successo niente e morire dentro, in solitudine.
Le mani mi formicolavano e la voglia di prendere a schiaffi  quella puttana non mancavano di certo. Dal primo momento che l’avevo vista non l’avevo sopportata, e non mi sbagliavo.
Sentii bussare alla porta del bagno, mi ricomposi un attimo schiarendomi la voce.
-“occupato” – esalai.
-“Ash…come stai?” – riconobbi la voce di El titubante mentre mi faceva la fatidica domanda.
-“bene no? Sto benissimo.” –la voce era tremolante ed era più che evidente che stessi piangendo. Non potevo mentire con lei, era inutile, mi conosceva alla perfezione.
-“posso entrare?” – mi chiese.
Io annuii anche se non poteva vedermi e sussurrai un debole ‘sì’. La porta piena di graffiti e scritte si aprì scoprendo la figura esile di Eleanor che si sbrigò a richiuderla alle sue spalle.
Sorrise amaramente vedendomi in lacrime mentre io cercavo invano di ricacciarle indietro.  Si rannicchiò al mio fianco e con il pollice mi cancellò una lacrima che scendeva imperterrita sulla mia guancia.
-“ehi, Niall è fuori.”
-“digli che può andare in classe”
-“è preoccupato anche lui”
-“non ce n’è motivo”
-“parla la ragazza in lacrime” – nascosi una risata.
-“mi sento una merda” – mi decisi a parlare.
-“lo so.”
-“io non…come…quella troia” – neanche riuscivo a parlare, bene.
-“Ash…calma, non devi piangere per lui, se non si è reso conto di te e preferisce quella…tizia vuol dire che non ti merita ok? Sei una ragazza fantastica e sai anche tu che quella è una puttanella da due soldi. Vuole lei? Che se la tenga stretta, troverai di meglio.”
-“ma voglio lui!” – sembravo una bambina capricciosa con la differenza che non volevo un giocattolo, volevo solo indietro il mio cuore perché ormai quel ragazzo me lo aveva rubato e lo stava calpestando brutalmente perché io mi sentivo rotta, frantumata, sgretolata. Come poteva stare con…quella? cosa dovevo fare per piacergli, la troia?!? Spiacente ma non lo avrei mai fatto, non mi sarei finta qualcun altro. Forse El aveva ragione.
-“So che vorresti che ci fosse lui a consolarti ma…vado bene lo stesso?” – mi chiese dolce.
-“El…l’ho superato, davvero” – lei mi sorrise intenerita. Davvero l’avevo superato? A volte mi mancava ma non ci facevo più tanto caso, era un pezzo di me e se ne era andato ma ora non era il momento per pensarci.
Mi alzai di scatto asciugandomi dalle guance le ultime lacrime e la mia migliore amica mi aiutò a rendermi per lo meno presentabile visto che avrei dovuto resistere altre 2 ore. Non sapevo davvero come avrei fatto. Dovevo essere forte. Niall intanto era già rientrato.
Rientrai in classe liquidando il professore con la scusa che non mi sentivo bene. Mezza verità. Dentro non mi sentivo per niente bene.
 
*
 
Quando uscii, davanti al cancello trovai Niall che mi rivolse un sorriso incoraggiante e io di tutta risposta gliene rivolsi un altro,finto.
 
Se lo avessi incontrato non avrei davvero saputo cosa dirgli o con che faccia guardarlo. Non ne ero in grado. Era una missione impossibile.
Andai verso mio cugino e lo stritolai in un abbraccio pieno di tante parole che in quel momento non ero in grado di esprimere. Lui ricambiò la stretta accarezzandomi la schiena e mi lasciò un bacio fra i capelli. Mi serviva solo quello. Mi dava conforto e non chiedevo di più. Anche quando eravamo piccoli Niall mi proteggeva da tutto e da tutti, era come un fratello e fra le sue braccia mi sentivo come in una bolla che non poteva essere scalfita o danneggiata.
Eleanor era dietro di me con le mani sulla borsa e non sapeva cosa fare o come comportarsi. Mi dispiaceva per lei, e per Niall, ovvio. So che stavano male per me e che si sentivano impotenti e sapevo anche che Eleanor non vedeva l’ora di mettere le mani addosso ad Harry, ma non poteva fare niente, lui voleva la bionda, mi sarei dovuta arrangiare e farmi da parte ma in quel momento non potevo proprio, era più forte di me. Solo a ripensarci mi veniva da piangere ma…dovevo essere forte. L’immagine di Jude avvinghiata a Harry mentre si scambiavano saliva appassionatamente quasi mangiandosi la faccia mi era rimasta impressa e più ci pensavo più avevo voglia di strappare le extension a quella bionda ossigenata e la cosa che mi faceva più rabbia era che non potevo perché…non ne avevo ragioni. In effetti io per Harry non ero nessuno ,e faceva male.
Pur non volendo mi staccai da Niall e mi girai nella direzione dove si trovava la mia migliore amica rassicurandola con un mezzo sorriso, anche se forzato. Dopo tutto non era la fine del mondo giusto?
Avevo resistito quando un pezzo di me se ne era andato, potevo farcela, col tempo avrei dimenticato e lo avrei superato. E allora perché mi sentivo morire?
Vidi mio cugino boccheggiare, non capendo mi girai verso la direzione nella quale stava guardando e di nuovo mi si presentò l’immagine di quella mattina, non potevo sopportare oltre ma come prima non riuscivo a muovermi. Dopo qualche scambio di sorrisi,schifo, vidi il riccio dirigersi verso di noi. Salutò Elanor e Niall e poi si avvicinò a me. Mi baciò la guancia con le stesse labbra che pochi secondi prima stavano baciando le schifose labbra di Jude ma io non ricambiai infatti si ritirò, un po’ stranito ma non disse niente.Non potevo più stare a contatto con lui, non volevo, non ce la facevo. Una volta avevo letto di qualcuno che aveva detto ‘Non puoi soffrire per qualcuno che non ti appartiene’, che grande cazzata.
-“Andiamo no?” – esordì Niall, rivolgendosi anche all’essere riccio a pochi passi da me. Andare dove?
Vedendo la mia faccia perplessa si spiegò meglio.
-“accompagniamo Harry e poi andiamo a casa, a te serve un passaggio El?”
Cosa stava dicendo l’altro essere biondo a pochi passi da me? Io non potevo. No no no no. Non poteva farmi questo. Mi odiava? Era l’unica soluzione.
Sbarrai gli occhi mentre Eleanor scuoteva la testa per rispondere alla domanda posta da mio cugino .Harry dovette notare il mio sconcerto perché mi chiese se stessi bene.
Boccheggiai per un attimo ma poi mi decisi a parlare – “sì certo è che…ehm…volevo fare quattro passi, voi andate, io torno a casa a piedi”
-“ma è lontana casa da qui Ash!” –gli rivolsi un’occhiataccia. Possibile che oggi mio cugino non sapeva stare zitto? Avevo voglia di strangolarlo.
Preso in contropiede il riccio si offrì di accompagnarmi ma io lo liquidai con una scusa. Sapevo anche io che casa era lontana ma…non potevo reggere, no.
Aspettai che i due salissero in macchina per salutare El e avviarmi verso casa. Bene, mi aspettava una bella camminata ma camminare faceva bene alla salute no? E a me stava a cuore la mia salute. Patetica.
Per fortuna avevo messo delle scarpe comode.
Presi le cuffiette dell’ i-pod infilandomele e lasciando che la musica rimbombasse nelle orecchie così da coprire il flusso dei miei pensieri. Almeno mi avrebbe rilassato un minimo. Eravamo solo io e lei, il resto stava al di fuori e come diceva la canzone che stavo ascoltando ero in un castello di vetro. Ero solo una crepa in quel castello.

 
Take me down to the river bend
Take me down to the fighting end
Wash the poison from off my skin
Show me how to be whole again
Fly me up on a silver wing
Past the black, where the sirens sing
Warm me up in a nova’s glow
And drop me down to the dream below’
Cause I’m only a crack in this castle of glass
 
 

 
Sentì il cellulare vibrare nella tasca e lo presi guardando il nome impresso nello schermo illuminato.
Nuovo messaggio: Harry










 
 
 
SCUSATE
 
Ciaoooo, lo so che sono in terribile ritardo ma ho dei validi motivi, scusatemi *fa la faccia tenera*. Il fatto è che  avevo iniziato a scrivere un pezzo del capitolo ma sono rimasta bloccata, non avevo ispirazione quindi ho lasciato un po’ perdere per ritrovarla (?). Solo che poi è stato un brutto periodo e ci si è messa anche la scuola, avevo interrogazioni e compiti in classe tutti i giorni! Poi sono partita e sono stata via per un po’ quindi scusate se non ho risposto ad alcune recensioni. Però il lato positivo è che mentre ero via mi sono ispirata. Il potere del viaggio lol . Ne è uscito fuori questo e non ne sono molto soddisfatta ma non so perché, l’ho letto un milione di volte cambiando e riaggiustando ma più di questo non ho potuto fare, non lo so fatemi sapere voi cosa ne pensate, non mi abbandonate :’( . Sono successe troppe cose, il concerto, il disco, il compleanno di Lou,  il video di Kiss you *.*. Passate bene le feste?
Parliamo del capitolo, avete visto la sorpresa eh, cosa succederà ora? Avanzate ipotesi e sentitevi libere di dirmi quello che pensate o quello che vorreste che succedesse. E chi sarà la persona che ad Ashley manca e che è andata via? E cosa dirà il messaggio? Lo scoprirete.  Come sempre grazie delle recensioni, almeno quelle che ho letto, a chi segue, ricorda o preferisce e chi mi ha messo negli autori preferiti! siete dei tesori. Continuate a recensire e a farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, per me è importante. Siamo arrivate a 60!!!
Bene io vi saluto, ci sentiamo nel prossimo capitolo che in fase di elaborazione, l’ho già iniziato. Vi voglio bene :D

Ale

P.S andate a vedere la mio bio e mi dite cosa ne pensate? :)



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