Il campanello suonò.
Melanie si avvicinò alla porta.
“Chi è?”, chiese.
“Un’idiota”.
Gli occhi le si illuminarono. Da quanto tempo non sentiva quella voce? Settimane ormai.
Guardò dallo spioncino e vide la persona che credeva non avrebbe mai più rivisto. Trattenne il respiro.

“Vattene via, Liam”, disse allontanandosi dalla porta.
Intercorse qualche secondo di silenzio.
“No, non fino a quando non mi avrai ascoltato. Dopo che lo avrai fatto scomparirò dalla tua vita, se è davvero quello che vuoi”, disse Liam da dietro la porta.
“Sprecheresti solo fiato”, disse Melanie mentre raccoglieva delle bottiglie vuote dal pavimento.
“No, darei invece finalmente la parola al mio cuore che da giorni mi tormenta di venire qui.
La mia testa invece mi diceva che avrei fatto solo la figura dell’idiota... indovina alla fine chi ha vinto?”, disse Liam sorridendo.
Melanie si fermò per un secondo, poi si chinò nuovamente a sistemare ciò che il signor Collins aveva lasciato per terra dopo la sua ultima sbronza.

“Quindi mi stai dando la possibilità di ridere di te? Avrai capito che merito... un’occasione per farmi due risate a tuo discapito. In fondo tu te la sei fatta una risata quella sera, dopo avermi illusa”, disse Melanie.
“Non ti ho illusa Mel...”, controbattè Liam.
Melanie si girò verso la porta come se essa fosse Liam.
“Non mi hai illusa?! Mi raccogli per strada, sei tutto ‘ci sono io qui, non aver paura’”, urlò imitando la voce di Liam, “lasci che io ti racconti tutta la mia vita, mi abbracci, poi mi inviti a cena, mi baci e mi chiami Jade? E questo non è illudere una persona? Ma che problemi hai? Io... sai cosa c’è? Non voglio darti alcuna soddisfazione, magari il tuo obbiettivo era proprio quello di farmi sentire ridicola e sciocca... perciò ora ti lascio parlare, così magari poi avrò la possibilità di ridere di te anche io!
Immagino le risate che ti sarai fatto quando ho accettato il tuo aiuto, quando ti ho raccontato che vita di merda ho, quando ho pianto sulla tua spalla, quando ho accettato di uscire con te, quando ho ricambiato quel bacio...”.

La sua voce tremò e si spense.

Liam dall’altra parte della porta si schiarì la voce.

Perchè non parlava? Perchè ho ragione, pensò Melanie.

“Mel quello che è successo quella sera non riuscivo a spiegarmelo neanche io fino a non molto tempo fa.
Dopo che ti ho chiamato in quel modo e ti ho vista correre via mi sono sentito un’idiota perchè avevo appena rovinato la cosa più bella che mi fosse accaduta dopo mesi.
Sono corso verso di te piangendo le lacrime che non ero riuscito a trattenere.
Quando ti ho raggiunta e ho visto che stavi piangendo anche tu il mio cuore si è infranto: vederti piangere è stata forse una delle cose peggiori che abbia mai visto.
Vedendo le lacrime appese sulle tue ciglia realizzai che avevo appena fatto piangere la ragazza che aveva già sofferto tanto, la ragazza che viveva una vita difficile ogni giorno, la ragazza che avevo promesso a me stesso di far star bene.
È impossibile descriverti lo schifo che provo di me stesso: ti ho fatta piangere, io! Non riesco a capacitarmene”, Liam tirò su col naso.

Melanie si avvicinò alla porta toccandola.

“Ricordi quando ti portai il tuo pacco che il postino aveva portato casualmente a casa mia?
Beh, tutto è stato tranne che una casualità.
Avevo chiesto al postino di scambiarle.
Ti starai chiedendo il perchè.
Sin dalle prime volte parlando con te avevo risentito dentro di me qualcosa che non sentivo più da dieci mesi: la vita.
Sì Mel, la tua spontaneità, la tua dolcezza, il tuo sorriso, i tuoi occhi, i tuoi capelli e la tua voce avevano risvegliato in me la voglia di vivere.
Eri così... diversa, sembravi irradiare amore da ogni poro.
Dopo averti conosciuta, passata una settimana nella quale avevo solo pensato a te, avevo deciso che dovevo incontrarti di nuovo, perciò mi sono inventato la storia del postino.
Quando poi mi hai raccontato ciò che hai passato per anni ho sentito qualcosa: eri troppo speciale per meritare tali dolori, dovevo proteggerti, tenerti con me, stringerti, farti sentire al sicuro, asciugare ogni tua lacrima e sussurrarti quanto tu sia... incredibile, perchè lo sei veramente Mel”.

Liam era seduto contro la porta e qualche lacrima gli rigava le guance.
Melanie si trovava nella stessa posizione dall’altra parte della porta con lo sguardo perso in un punto imprecisato della stanza, completamente assorta ad ascoltare quel ragazzo.

“Non so se in questo momento tu mi stia ascoltando come ti ho chiesto, ma non importa: ho promesso a me stesso che, anche se ad una porta, avrei finalmente detto ciò che provo.
Comunque dal giorno in cui abbiamo condiviso il nostro dolore... il sentimento di... ammirazione che avevo per il tuo carattere fuori dal comune si era trasformato in qualcosa di diverso, qualcosa che avevo paura di ammettere a me stesso.
Avevo paura di tradire il ricordo di Jade, paura di ricominciare daccapo qualcosa che da troppo tempo avevo perduto e paura di essere felice di nuovo: temevo che poi se tutto sarebbe finito sarei stato male ancora.
Se però non ci provi, non saprai mai cosa ti saresti potuto perdere.

Quella sera fu tutto perfetto fino a quando non accadde ciò che accadde.
Sai, voglio essere sincero con te.
Tu mi ricordi molto Jade, avete entrambe gli stessi occhi grigi e siete le due ragazze più speciali che abbia mai conosciuto.
Mentre ti baciavo i ricordi mi hanno travolto, pensavo di avere lei davanti a me.
Io l’amavo.
Penserai che sono uno stronzo a dirti questo, ma lasciami finire.
Avevo paura di iniziare ad amarti perchè se l'avessi fatto Jade sarebbe... non so, rimasta ferita? Delusa? Cose del genere.
Beh devi sapere che quella sera io le ho detto addio.
Dopo quella sera ho capito quanto l’avessi amata e ho realizzato che ora amo nella stessa maniera un’altra ragazza.
Nella stessa intensa maniera.
Lei, Jade, ormai vivrà nei miei ricordi per sempre perchè ora  nella mia vita, nel mio cuore e nella mia testa ci sei solo tu.
Stare con te mi rende felice e vivo.
Ringrazio tutt’ora oggi il momento in cui decisi di portarti all’ospedale”.

Melanie accarezzava la porta come se quella fosse il viso di Liam.

“Che tu ci creda o no Mel, io ti amo.
Forse perchè sei adorabile, forse perchè sei il mio fiocco di neve, forse perchè amo i tuoi occhi che variano dall’azzurro al grigio, forse perchè ti stringerei in un posto freddo e ti darei tutto il calore del mio corpo.
Non saprai mai quanto bella tu sei per me.
Questo potrebbe essere l’inizio di qualcosa di meraviglioso perchè tu sei l’inizio di qualcosa di nuovo.
Tutto ciò che provo per te è autentico e sono felice di averlo capito.
Ora, se sei ancora lì ad ascoltarmi deciderai tu stessa cosa fare.
Io sono qui fuori, basta che tu me lo dica e io, con dolore, me ne andrò come promesso”.

Liam sentì qualcosa muoversi proprio dietro di lui e si alzò.

La chiave girò nella serratura, la porta si aprì e Melanie era lì.

Le venne incontrò, abbracciandolo.

Lui lasciò dietro di se’ altre lacrime e non se ne vergognava affatto.

Le parole non servivano affatto in quel momento, l’unica cosa di cui avevano bisogno era un’abbraccio, uno di quelli che dice: stringimi e basta.
 
 

Spazio autrice:

 Salve gente, vi piace questo capitolo?? Ci ho pensato tantissimo (e si vedeee) lol
Che ne pensate?
Grazie a chi continua a leggerla nonostante i ritardi, grazie!

Ps. passate a leggere la mia ultime One-Shot? E' cortissima, elenco solo le differenze tra le Directioners e le semplici fan :)

Nialls_Wife