-Freedom is mine-
Pioveva.
Il cielo grigio rendeva anche il primo pomeriggio cupo come la sera e
le nuvole
non sembravano avere intenzione di andarsene per mostrare il volto
azzurro del
cielo. Eppure gli alberi, l’erba, i fiori sembravano
più vivi del solito, più
verdi e rigogliosi.
Immerso in quella bizzarra vegetazione c’era un chiosco di
legno, solitario e
umido. Per questo, forse, i pazienti dell’ospedale di Konoha
non lo
frequentavano, se non d’estate per trovare riparo dal caldo.
Sakura spinse la
sedia a rotelle fin sotto il piccolo abitacolo, alzandola per poter
salire il
gradino che lo separava dal sentiero. Hinata, silenziosa, teneva saldo
in mano
l’ombrello che generosamente il medico le aveva offerto,
sacrificandosi di
camminare sotto la pioggia.
-Non è il posto più bello del mondo, ma
sempre meglio che stare dentro
l’ospedale- commentò Sakura guardandosi attorno.
-Grazie- gli disse Hinata.
-Figurati- rispose l’altra mettendosi accanto
–è solo una piccola deviazione
dal solito percorso-
-A me basta sentirmi libera almeno per un po’- disse la
ragazza -là dentro è
come stare in una prigione-
-Sono felice allora di esserti stata d’aiuto, anche a costo
di infrangere le
regole … e soprattutto di ingannare l’intero clan
Hyuga-
-Vorrei … potrei rimanere sola? Solo per qualche minuto-
chiese timidamente -ho
bisogno di aria per fresca per … riflettere-
-Certo, come vuoi- rispose Sakura -torno fra qualche minuto-
Hinata rispose con un debole sorriso. La osservò
allontanarsi, girare l’angolo
e scomparire mentre i suoi occhi si facevano sempre più
tristi. Appoggiando le
mani sulle impugnature della sedia si mise in piedi. Traballante, fece
qualche
passo avanti, come se si stesse liberando di un fardello pesantissimo.
Trovò un
punto fermò aggrappandosi a uno dei pali del chiostro. Lo
strinse con una mano
e vi appoggiò la testa come se fosse la spalla di una
persona.
Con sguardo perso e malinconico osservò la pioggia scendere
e bagnare le foglie
degli alberi. Sapeva già che le lacrime avrebbero fatto lo
stesso sul suo viso,
bagnandolo per l’ennesima volta. Le odiava quasi. Ogni volta
che c’erano loro,
c’era anche il dolore, ma quando se ne andavano almeno stava
un po’ meglio, il
suo corpo stava un po’ meglio.
Perdendo la cognizione del tempo cominciò a vagare con la
mente, verso pensieri
senza scopo ma che almeno non la facevano soffrire. Trovava
meravigliosa la
pioggia, il clima che creava, il mistero che poteva nascondere.
Solo i rumori dei passi alle sue spalle la riportarono alla
realtà e a
malincuore si asciugò il volto per cancellare i segni del
suo tormento.
-Ehi- disse una voce sconosciuta -ma tu sei … ?-
Sorpresa, Hinata si girò. Pensava che fosse Sakura tornata a
riprenderla, ma si
era sbagliata: di fronte a lei c’era un ragazzo alto, con
capelli biodi e
arruffati, che le sorrideva come se fosse la cosa più
naturale del mondo.
-Sì, sei proprio tu!- esclamò appena lei si
voltò -la ragazza che ho salvato!-
Hinata trattenne il respiro. Naruto Uzumaki era di fronte a lei, faccia
a
faccia con lei e parlava proprio con lei: andò in panico.
-Stai bene?- le chiese Naruto, preoccupandosi per la sua reazione -ho
già
chiamato l’ambulanza una volta, se vuoi lo faccio ancora-
-No!- riuscì a rispondere Hinata -mi hai presa alla
sprovvista, tutto qui-
-Ah, per fortuna- disse sospirando il ragazzo -mi hai quasi fatto
venire un
infarto l’altra volta, sai? Ma su, dimmi, come ti senti ora?-
-Sul punto di crollare-
Si reggeva a malapena alla ringhiera e Naruto, notandolo, le si fece
incontro.
L’afferrò per un braccio e l'aiutò a
sostenersi. La ragazza ringraziò il cielo
di aver avuto la forza di non crollare al suolo proprio di fronte a lui.
-Ehm, dove ti metto?- chiese impacciato. Hinata ebbe solo la forza di
indicare
la sedia a rotelle, troppo sconvolta dal sentirlo così
vicino. La stava
addirittura toccando.
Facendo pochi faticosi passi raggiunse la sua meta con la mano di
Naruto sempre
stretta attorno al suo braccio. La distanza da percorrere le
sembrò
interminabile.
-Grazie- gli disse -di nuovo-
-Ma ti pare!- rispose sorridente il ragazzo -non mi sono mai sentito
così utile
come quando ti ho soccorsa! È stato bello! Cioè,
non che … non voglio dire che
mi faceva piacere che tu … insomma, hai capito no?-
-Sì, Naruto- assentì Hinata, sorridendo.
-Sai il mio nome?- domandò sorpreso l’altro.
-L’ho … l’ho sentito a scuola- rispose
Hinata, arrossendo e abbassando lo sguardo.
-Tu vai alla mia stessa scuola?- insistette -in effetti hai una faccia
già
vista-
Si abbassò, piegandosi verso di lei per studiarne il volto.
I suoi grandi occhi
azzurri, incredibilmente profondi, si soffermarono sui lineamenti della
ragazza
tanto da farle andare il viso in fiamme. Incrociando il suo sguardo,
notò un
leggero alone nero attorno all’occhio destro.
-I tuoi occhi non mi sono nuovi- disse infine Naruto, sollevandosi -ma
non mi
viene proprio in mente il tuo nome-
-Sono Hinata- farfugliò lei -Hinata Hyuga-
-Hyuga!-esclamò il ragazzo -ecco chi mi ricordavi! Quel
farabutto di Neji, non
so che farei per restituirgli tutto quello che mi fatto. Mi saltano i
nervi
solo a pensarci. Hai presente chi è?-
-E’ mio cugino- rispose con sincerità lei, e
stavolta ad arrossire fu Naruto.
-Oh, mi dispiace- disse -che figura … è solo che
questo occhio nero è opera sua
e, sai, ci metto un po’ a smaltire le sconfitte. Non volevo
offendere te,
comunque-
-E’ stato lui?- chiese Hinata preoccupata -ti ha dato un
pugno?-
-Uno?! ...ehm, sì, qualche giorno fa- rispose titubante -non
so il motivo, è
entrato nel locale in cui mi trovavo, mi ha puntato e mi ha riempito di
botte.
Non che non mi sia difeso, è chiaro, ma mi ha preso alla
sprovvista e … ho
perso-
-Mi dispiace, mi dispiace davvero molto- disse Hinata amareggiata -ti
chiedo
scusa. Stai bene?-
-Certo che sto bene!- esclamò l’altro -ma non sei
tu che devi chiedermi scusa,
anzi, hai proprio l’aria di una ragazza dolce e perbene, il
contrario di Neji,
se permetti-
Hinata non seppe dove guardare e non rispose. Si nascose dietro il muro
della
sua timidezza, sottraendosi allo sguardo del suo interlocutore.
-Ehi! Cos’è quella faccia?- le domandò
Naruto richiamando la sua attenzione
-non mi piace quando hai quell’aria triste, prima eri molto
più carina, Hinata.
Dai, non pensare a quello che tu ho detto, non ha nessuna importanza.
Mi
prometti che non gli darai importanza?-
Hinata annuì con il capo, sorridendo al secondo complimento,
vero o falso che
fosse, che riceveva nel giro di pochi minuti. Era un fatto
così sconvolgente
che si dimenticò completamente della notizia del cugino,
anzi, si dimenticò di
tutto.
-Ma sei sempre qui da sola?- chiese ancora il ragazzo.
-Beh, non dovrei essere qui- rispose Hinata -solitamente
c’è Neji con me,
quando non ha lezione o gli allenamenti, ma non mi ha mai permesso di
uscire.
Diciamo che ho infranto le regole, oggi-
-Allora anche tu ogni tanto sgarri eh?- chiese divertito Naruto -sei
proprio
curiosa. Beh, ora devo proprio andare. Ti accompagno?-
-No, grazie- rispose Hinata -tra poco vengono a riprendermi .. ma
grazie
comunque-
-Peccato!- escalmò -ci vediamo, allora, Hinata. Felice di
averti conosciuta-
-Anche per me … Naruto-
La ragazza lo pedinò con lo sguardo memorizzando la sua
camminata leggermente
saltellante. Una volta scomparso alla sua vista, sospirò
rumorosamente,
scaricando l’eccessiva tensione accumulata. Chiuse gli occhi,
cercando di far
tornare il battito cardiaco alla normalità. Poi li
riaprì e vide la pioggia
continuare a cadere. Le lacrime minacciarono di ricominciare a
scendere, ma
stavolta sul suo volto c’era un sorriso, uno vero.
Angolo
autrice
Titolo di proprietà della canzone "Feeling good".
Ne approfitto per ringraziare i sei lettori che hanno aggiunto la
storia tra i
preferiti e i ben sedici che la seguono! Ringraziamento particolare a
francyXD,
mia fedelissima commentatrice (ahah non so come si dice "recensore"
al femminile!): se non ci fossi tu, tutto questo non sarebbe continuato!
Grazie in anticipo a tutti coloro che, passando di qu, lasceranno un
segno tra
le recensioni.
Dryas