La classica sgradevole sensazione di entrare in un tubo di gomma e finalmente posso respirare.
Io e mio padre rimaniamo tranquilli in piedi mentre Josh si accascia a terra e comincia a vomitare. Lo guardo e provo pietà. Anch'io la prima volta che mi sono smaterializzata ho fatto quelle scene se non peggio. E' un orribile sensazione e quando non ci sei abituato è terribile.
Mio padre nervoso prende mio fratello per il braccio e lo tira su dicendo - Forza muoviti siamo in ritardo vomiterai dopo-. Provo ancora più compassione per mio fratello poi però la faccia che fa dopo mi fa ridere e trattengo le risate seguendo mio padre e Josh. Mi guardo attorno, siamo all'entrata di un un classico paesino magico. Da dietro le case si può ammirare la campagna irlandese. L'aria è fresca per il vestitino da mare che ho indossato questa mattina e mi stringo nelle braccia rabbrividendo. Josh continua a lamentarsi e si trascina sui piedi comatoso. Mio padre lo ignora.
-Padre- comincio io -Ho freddo- Mio padre borbotta qualcosa di indefinito e continua a camminare con fare altezzoso. Io sbuffo irritata. Non amo essere ignorata.
-padre, hai un buco sui pantaloni-. Dico. A quel punto mio padre si ferma d'un colpo e urla con una voce non propriamente virile-Cosa, dove?-
Ghigno felice di aver attirato la sua attenzione -Non è vero, semplicemente volevo dirti che ho freddo-.
-Potevi non vestirti così poco-.
-Non mi hai detto niente-.
-Non mi hai chiesto niente-.
-Non mi hai chiesto di chiederti niente-
-Non volevo chiederti di chiedermi niente-.
-Non…- comincio io ma mio fratello ci interrompe
-Oh, finitela non si capisce più niente-.
Mio padre alza le spalle e continua a camminare per un sentiero che porta fuori dal villaggio.
-Resta però il fatto che io ho freddo-. Continuo io
-Ti arrangi-. Mi dice mio padre
-Ok-. Dico io esasperata.
-Papà, dove siamo?-. chiede Josh curioso.
-Ad Hogmeasde, arriviamo ad Hogwarts tra dieci minuti-.
-Ok- dice mio fratello nervoso lisciandosi la cravatta. Gli do una pacca sulla spalla sorridendogli affettuosamente -Vedrai che va tutto bene, in fondo dobbiamo solo presentarci-.
-E se faccio una pessima figura?-. Mi chiede mio lui nervosissimo.
-Come fai a fare una figuraccia? Sei qui con me-. Gli rispondo con un sorrisetto.
-Per questo ho paura-. Sbotta Josh. Lo guardo arrabbiata poi esplodo in un enorme risata, subito seguita da Josh.
Poco a poco oltre alla campagna e ai colli riusciamo a scorgere qualche torretta in lontananza.
-Papà… è quello il castello?-. Mio padre sorride e annuisce con gli occhi lucidi -Si, è maglifico, è da almeno dieci anni che non ci torno, qui ho passato gli anni migliori della mia vita-.
-Wow, addirittura-. Dice mio fratello prendendolo in giro.
Mio padre ignorandolo indica la una casetta costruita su una collinetta e dice -Quella è la casa del guardiacaccia Hagrid, state attenti, non è un tipo molto fidabile, vi consiglio di starci alla larga, non mi è mai piaciuto-. Ghigno e penso che la prima cosa che farò quest'anno sarà andare a trovare quel guardiacaccia, solo per dare un po' di fastidio a mio padre.
In cinque minuti raggiungiamo un cancello e lo spettacolo che si presenta a noi è magnifico, lascia me e mio fratello a bocca aperta mentre mio padre ha uno sguardo assente come se si stesse ricordando del passato. E' un castello enorme, ci sono torri su torrette, enormi cancelli e finestre. Il cielo è azzurro e risalta ancora di più il castello, non ho mai visto un edificio così bello, nemmeno Durmstrang e Beauxbatons erano così maestosi.
Ad interrompere la mia visione celestiale è però un vecchio uomo dai capelli grigi unti e dalla faccia non propriamente amichevole.
-Siete in ritardo-. Grugnisce lui. Simpatico insomma.
-Grazie Gazza, non serviva ce lo ripetessi-. Sbotta mio padre glaciale.
Gazza, così come mio padre l'ha chiamato sembra perdere tutto il coraggio che aveva ostentato prima e, facendosi piccolo piccolo davanti a mio lui biascica - I-io mi scusi signor Russel, non volevo essere maleducato-. E, facendosi da parte ci lascia passare. Sorrido del timore che mio padre incute sulle persone, ha un'autorità tale che, con una sua occhiata riesce a farti tremare.
Varchiamo il cancello enorme e, in quel momento mi sento potente. Vedo mio fratello atteggiarsi da duro mentre passa sotto le porte e soffoco la risata con un colpo di tosse -Che vuoi?-. Mi chiede mio fratello irritato -Niente niente-. dico io ridendo. Mi guarda sospettoso poi alza le spalle e si blocca con la bocca spalancata in modo non molto educato -cos'hai visto?- gli chiedo annoiata
-Silente-.balbetta lui eccitato. A quel punto alzo la testa e vedo un vecchio venirci incontro in tutta la sua austerità da mago potente. Spalanco la bocca nello stesso identico modo di mio fratello, cioè non è da tutti i giorni incontrare un mago così potente e famoso. Mio padre mi tira un colpetto sul braccio sussurrandomi irritato -Chiudi quella bocca, ti entrano le mosche-. Immediatamente chiudo la bocca che avevo lasciato spalancata e, con la coda dell'occhio vedo mio fratello fare lo stesso. Arrivati alla stessa altezza mio padre e Silente si abbracciano come due vecchi amici. -Albus, è sempre un piacere rivederti, non sei cambiato di una virgola- gli dice mio padre con un tono di rispetto evidente -Il piacere è tutto mio carissimo, tu sei molto cambiato invece, ricordo di quando eri giovane e assieme a James e Sirius avete provato a mettermi uno schiopodo sparacoda nel mio ufficio-. Gli risponde Silente con una grande risata. Mio padre arrossisce e borbotta un -Ero giovane- io e mio fratello scoppiamo a ridere e Silente sembra accorgersi di noi. -Ah, buongiorno Joshoua, giusto?- dice rivolgendosi a mio fratello che annuisce imbarazzato -E, qui abbiamo la nostra giovane Allyson, se non sbaglio-.
-Non sbaglia signore- gli rispondo sorridendo. Lui ci sorride dolcemente poi guardandoci afferma
-Tu signorino, sei identico a tuo padre da giovane mentre tu a tua madre-.
A quell'affermazione io e mio fratello ci guardiamo e gli chiediamo ansiosi -Lei la conosceva?-
-Chi?-
-Nostra madre- rispondiamo assieme.
-E come non conoscerla?- ci risponde ridendo -Era impossibile non notarla, sarà finita un centinaio di volte nel mio ufficio e poi… ero il suo preside-.
Mio padre tossisce irritato, Silente sembra accorgersi del momento d'imbarazzo perché con fare carismatico mi mette una mano sulla spalla e afferma -Voi siete venuti qua per conoscere la scuola, i professori ed essere assegnati ad una casa prima dell'arrivo degli studenti giusto?-
-Se non lo sai tu, Albus- Gli dice mio padre.
-Si, si hai ragione, allora… perfetto, andiamo nel mio ufficio.