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Autore: Vahly    29/07/2007    3 recensioni
Draco ed Harry hanno una relazione di solo sesso... o almeno così dovrebbe essere. Ma il biondino nasconde qualcosa che non vuole dire al compagno, mentre Harry scopre che forse c'è n modo per riavere indietro il suo padrino...
Non tiene minimamente conto del sesto libro.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Cap 10

Cap. 10 – La sfuriata




La mattina dopo Harry, Ron ed Hermione furono mandati a chiamare dal preside.
Harry si sentiva un po’ stanco ed assonnato, dato che aveva trascorso gran parte della serata nella stanza del suo ragazzo.
Almeno fino a quando i due si ricordarono di Blaise, che stava era rimasto nella sala comune: Draco gli aveva infatti chiesto se gentilmente poteva restare un po’ fuori per permettere loro di chiarirsi, ma come il moro serpeverde ricordò all’amico quando quest’ultimo lo andò a chiamare e lo trovò addormentato su una poltroncina, non si era affatto parlato di tutta la nottata.
Harry aveva quindi salutato Draco con un bacio e sotto il mantello dell’invisibilità era tornato nella torre grifondoro, mentre il compagno subiva il lunghissimo cazziatone di Blaise. Gli era sembrata una cosa un filino bastarda, in effetti, abbandonarlo proprio in quel momento. Ma si era messo a posto la coscienza pensando che *forse* la sua presenza avrebbe solo che peggiorato le cose.
Fatto sta che quando era rientrato nel suo dormitorio, erano almeno le 3.30.
Minuto più, minuto meno.
Ringraziò il cielo che nessuno si fosse accorto del suo enorme ritardo, ma la mattina seguente gli effetti del sonno mancato si erano fatti sentire… Soprattutto considerato che Silente aveva voluto parlargli prima delle lezioni, dato che Remus sarebbe dovuto ripartire nel pomeriggio per tornare solo qualche giorno più tardi.
Il preside e il loro ex professore avevano spiegato loro i motivi dell’insuccesso, riassumendo in breve le parole che l’auror con loro aveva detto a Remus.
Harry, nonostante la delusione per il fallimento, sentì riaccendersi la speranza: il fatto che la non riuscita non dipendesse da Sirius, ma da loro, gli faceva credere che ci doveva essere un modo per poter riuscire a riportarlo indietro. Aveva ragione Draco…
Già, Draco.
Nel momento stesso in cui gli tornò in mente il biondino, gli salì su la rabbia al pensiero di ciò che Silente lo aveva convinto a fare.
L’uomo si dovette accorgere dei suoi pensieri, perché a metà della spiegazione chiese candidamente
– Cosa c’è, Harry? Qualcosa ti turba?
Remus si affrettò a dirgli sorridendo che sarebbe andato tutto bene, ma lo sguardo di Silente gli fece intuire che sapesse che non c’era solo quello.
A fine discussione, quando Ron ed Hermione cominciarono ad alzarsi, Harry rimase seduto e con lo sguardo fisso sul suo preside chiese atono.
– Posso parlarle un minuto di una cosa privata?
Silente annuì sorridendo, e fece cenno ai due ragazzi di avviarsi.
Questi ultimi gli lanciarono uno sguardo interrogativo, ma Harry gli mimò con la bocca di non preoccuparsi, e che sarebbe arrivato subito.
Quando la porta si fu richiusa alle loro spalle, Harry guardò un attimo Remus, chiedendosi se fosse il caso di parlarne davanti a lui. ma poi pensò che probabilmente già sapeva del marchio di Draco, per cui aveva poca importanza che fosse lì.
Si rivolse dunque a Silente.
– Come ha potuto farlo?
Chiese freddamente Harry.
– Fare cosa, Harry?
Domandò l’uomo con un tono particolarmente amabile.
– HA DETTO A DRACO DI FARSI MARCHIARE!
Sbottò il bimbo sopravvissuto.
Silente cambiò espressione, sembrava sorpreso.
– Draco? C’è forse qualcosa che non so, a proposito dei tuoi rapporti con Malfoy?
Harry arrossì leggermente, e si rese conto che Remus lo guardava sorpreso.
– Come fai a saperlo?
Chiese stupito il licantropo.
– Me lo ha detto lui.
Rispose, ignorando volutamente la domanda del preside.
– Sto cercando di essere in rapporti più amichevoli, con lui.
Aggiunse, infine, in tono vago.
– Devi esserci riuscito, se ti ha detto una cosa tanto personale.
Disse poco dopo Remus, dolcemente.
Harry abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia, almeno fino a che non udì nuovamente la voce di Silente rivolgerglisi.
– Vedi, Harry, capisco che la mia scelta in questo momento possa sembrarti assurda, ma ti assicuro che ho vagliato molte possibilità, ed è, per Malfoy, la possibilità più sicura al momento.
– LA POSSIBILITÀ PIÙ SICURA? Ma si rende conto? È fra i mangiamorte! E si trova in una posizione difficilissima… vuole fargli fare la spia per suo conto? E se lo scoprono? E se invece dovessero chiedergli di uccidere qualcuno, cosa farebbe? Se obbedisse sarebbe braccato dagli auror, ma se fallisse di proposito sarebbe punito da Voldemort, e forse anche da suo padre.
– C’è il professor Piton, a vegliare su di lui. farà sì che incarichi del genere non gli vengano MAI assegnati… e, se dovesse accadere, riuscirà a far sì che Malfoy ne esca illeso. Sicuramente ora hai un sacco di dubbi, ma non credi forse che io mi sia posto già prima di prendere una simile scelta ognuna di quelle domande? La mia non è stata una scelta affrettata, e di sicuro Malfoy lo sa. È per questo che ha deciso di accettare il mio consiglio. Devi fidarti di me e di lui, Harry.
Il moro non era assolutamente convinto, ed avrebbe voluto gridare a Silente che non era giusto, che così rischiava troppo… che non l’aveva fatto per Draco, ma solo per avere una spia in più all’interno dei mangiamorte… Ma Silente intercettò i suoi pensieri.
– Non credere che io sia così meschino e calcolatore da fare solo i miei interessi. Se cominci a pensare a tutte le conseguenze negative che avrebbe avuto un suo rifiuto al padre di unirsi ai mangiamorte, capiresti che è meglio così.
Il preside non sembrò voler aggiungere altro, e Remus si avvicinò a lui quando cominciò ad avviarsi alla porta.
– Ti va se ti accompagno? Mancano ancora venti minuti alle lezioni, potremmo farci una chiacchierata.
Il moro annuì tristemente, sperando che non volesse parlare di Draco e della loro “amicizia”.
Fortunatamente, il licantropo sembrò intuire l’imbarazzo di Harry e il fatto che non aveva voglia di affrontare l’argomento, così deviò il discorso, facendolo ricadere nuovamente su Sirius.
– Sai, Harry, nonostante tutte queste difficoltà, sono quasi certo che ci riusciremo. Non so perché, ma fin da quando l’ho… ehm, l’abbiamo perso, ho sempre avuto la sensazione che non fosse tutto finito… non so se mi spiego.
Harry annuì.
– Sì, ho capito. E, ad ogni modo, non ho alcuna intenzione di arrendermi così facilmente. Anche se fosse praticamente impossibile, ora che so che c’è un modo per farlo ritornare con noi non mi fermerò davanti alla prima difficoltà. Solo… beh, mi sono preoccupato quando ho saputo che non ce l’avevate fatta.
Disse candidamente il grifondoro.
Remus gli sorrise tristemente.
– Deve essere stata dura per te. Immagino che ti sarai sentito tradito, vero? Ti avevamo detto che l’avremmo riportato indietro, e quando siamo tornati lui non c’era… è stata dura per tutti. Non so quando riproveremo, dobbiamo trovare una fonte abbastanza forte da richiamarlo.
Harry ebbe un’illuminazione.
E io? Insomma, non abbiamo legami di sangue… ma lui è pur sempre il mio padrino! Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
Remus sospirò, e scosse la testa.
– Mi spiace Harry, ma non è la stessa cosa che essere un parente. Insomma, il vostro legame può essere d’aiuto, certo… ti porteremo con noi la prossima volta, potrebbe aiutarci la tua presenza. Ma il vero legame tra il nostro mondo e quello oltre il velo deve essere tramite una persona che abbia un legame di sangue con lui, non c’è verso. È inutile cercare di aggirare l’ostacolo… dobbiamo affrontarlo. Dovessi trascinarmi Bellatrix Black in persona, scalciante e urlante.
Harry ridacchiò, e Remus si sentì un po’ più sollevato.
– Bene, ora sarà meglio che vada. Ed anche tu, Harry… le tue lezioni stanno per iniziare.
Harry annuì, e si allontanò.



Non appena raggiunse l’aula, fu intercettato da Ron ed Hermione.
– Tutto bene?
Chiese l’amico.
Harry annuì.
– Volevo chiedergli se non potevo andare bene io. Sirius è il mio padrino, dopotutto.
Disse semplicemente.
Non voleva mentirgli, ma sarebbe stato troppo complicato parlar loro di Draco.
– E cos’hanno detto?
Chiese Hermione, poco convinta.
– Non va bene. Non abbiamo vincoli di sangue. Lo sapevo, in fondo. Ma dovevo tentare.
– Già. È un peccato, però, perché se fossi andato bene tu, avremmo risolto il problema.
Constatò Ron, con un tono di voce vagamente deluso.
Quando Harry aveva detto loro che cosa aveva chiesto al preside, per un po’ ci aveva quasi sperato.
– Era ovvio che non sarebbe andato bene – ribatté Hermione, decisa – o ci avrebbe già pensato Silente. Non è uno sprovveduto, di certo avrà vagliato ogni possibilità.
Già, ogni possibilità.
Al solo sentire quella frase ad Harry vennero i nervi. Ogni possibilità… per lui, però. Maledizione, aveva gettato Draco in pasto ai mangiamorte… come aveva potuto farlo?! Ed ora Harry non solo doveva preoccuparsi per Sirius, ma anche per il suo ragazzo. Perché le cose dovevano sempre complicarsi? Sempre! E Silente, secondo lui si divertiva un mondo a manovrarli tutti come burattini.
“Sei ingiusto” lo rimproverò una parte di lui “lui agisce solo per il vostro bene!”
Ma Harry non l’ascoltò. Era più facile essere arrabbiati, che comprensivi, almeno al momento.



Le lezioni erano
appena terminate.
I grifondoro avevano avuto solo lezioni singole, a parte erbologia con i tassorosso, e ad Harry mancava Draco.
Voleva vederlo.
Disse ai due amici di precederlo in sala comune, e che lui sarebbe arrivato più tardi. Hermione si accigliò leggermente, ma non fece storie, e si allontanò seguita da Ron, mentre Harry tirava fuori la mappa del malandrino e controllava dove si trovava il biondino.
“Alla gufiera… ed è da solo. Perfetto.”
Si diresse lì il più in fretta possibile, e quando arrivò aveva praticamente il fiatone.
Draco, sentendo qualcuno arrivargli alle spalle, si voltò di scatto. Quando si rese conto di chi fosse, l’espressione sorpresa si trasformò in un ghigno.
Ma guarda guarda… che mai ci farà Potter qui?
Harry sorrise, e gli si avvicinò.
– Cretino.
Disse semplicemente, prima di sporgersi per baciarlo. Draco ricambiò calorosamente, e quando si staccarono il biondo aveva ancora gli occhi socchiusi.
Dove hai lasciato sottuttoio e lenticchia?
Chiese Draco.
– Non chiamarli così, te l’ho già detto, mi sembra.
Lo rimbeccò Harry, ma il suo tono di voce non era di rimprovero.
– Il fatto di stare con te non mi obbliga automaticamente ad essere carino e gentile con tutti i tuoi amici.
Ma il fatto di essere perdutamente innamorato di me dovrebbe spingerti a rispettare, perlomeno, le persone che mi stanno accanto.
Draco si scostò da lui.
– EHI! Io non ho MAI detto una cosa del genere.
Harry sogghignò.
– Oh, sì che lo hai fatto
Poi lo baciò di nuovo, e non appena si separò dalle labbra del biondo, gli cinse la vita con le braccia e lo strinse a sé, poggiandogli ta testa sulla spalla.
– Ti sei chiesto perché sono qui?
Chiese Draco ironico.
Harry mugolò in risposta.
Quando il biondo intuì che il suo ragazzo non aveva intenzione di aggiungere nient’altro, continuò.
– Questa è una gufiera… ci sono i gufi. Ed i gufi servono a spedire la lettera. E se non ti scolli, non posso spedire la mia.
Harry lo strinse più forte.
Puoi farlo dopo…
Disse
piano.
Draco sospirò.
– Come mai così appiccicoso, oggi?
Fanculo, stronzo.
Mormorò il moro, separandosi da lui. Draco lo guardò perplesso, mentre Harry si avvicinava alla porta. Legò la sua pergamena alla zampina del gufo, e mormorò:
Malfoy Manor.
Poi si avvicinò ad Harry, che gli stava di spalle, a braccia incrociate.
– Tutto ok?
Chiese leggermente preoccupato.
– Tanto non te ne frega niente. Hai spedito la tua letterina, no? Allora ciao.
Draco lo abbracciò da dietro, e gli diede un bacio sul collo.
– Non sei davvero arrabbiato con me, o non saresti rimasto qui.
– Sì che lo sono. Volevo solo stare un po’ con te, ma evidentemente la cosa non è reciproca.
– Dai, sai che non è così.
Harry si voltò, senza sciogliere l’abbraccio.
Guardò Draco negli occhi, poi abbassò nuovamente lo sguardo.
– È stata una giornata di merda.
Draco lo strinse maggiormente con un braccio, mentre portò l’altra mano sul viso di Harry. Gli accarezzò una guancia con il pollice, poi con l’indice gli sollevò appena il mento, e notò che i suoi occhi erano lucidi.
– Allora, vuoi dirmi che ti è successo?
– A chi era indirizzata la lettera?
Chiese Harry di rimando.
– E se mi avvalessi della facoltà di non rispondere?
– Fa come ti pare.
Draco sorrise appena.
Harry era imbronciato, ma non sembrava avercela davvero con lui. Almeno, così sperava.
Diede un bacio sulla fronte del moro, poi sussurrò.
– Per mio padre.
– È qualcosa di pericoloso?
Domandò Harry preoccupato.
Draco scosse la testa.
– No. Solo una riunione fra amici. Mi ha chiesto di partecipare.
E tu?
– Non credo di poter lasciare la scuola. E poi c’è Potter che mi tiene d’occhio… come faremo se dicesse a Silente dei suoi sospetti su di me?
Ridacchiò.
Harry si rabbuiò di nuovo.
– Ehi, allora? Cos’è quello sguardo triste?
Il moro si sforzò di sorridere.
– Sai che fai quasi impressione? Fa strano vederti così gentile…
– Vuoi che torni lo stronzo di prima?
– Non eri poi così tanto stronzo. Non ci riuscivi con me. Comunque così sei perfetto. O quasi…
Sospirò, poi affondò la testa sul collo di Draco.
– Scusa.
E di che?
Chiese il serpeverde perplesso.
– Ho fatto una cosa che non dovevo
Draco alzò un sopracciglio, poi rispose non troppo convinto.
– Se mi hai tradito, prima pesto te poi uccido lui.
– Allora mi guarderò bene dal farlo…
– E…?
E ‘stamattina ho litigato con Silente.
Perché devi chiedere scusa a me allora?
– Io… mi sono incazzato con lui perché ti ha consigliato di farti marchiare.
COSA?! E glielo hai detto?
Harry annuì, e Draco rise.
– Non sei arrabbiato con me?
Il biondo scosse la testa, poi lo strinse più forte.
– Ti amo…
Sussurrò al moro, che si irrigidì un attimo. Ancora non ci aveva fatto l’abitudine… sentirselo dire lo faceva sentire strano, ma era bellissimo.
– Credevo ti saresti incazzato con me… Insomma, ora sanno che io so, e quindi che tu ti sei confidato con me.
– Sanno?
– C’era anche Remus…
– Ma da dove ti è venuto tutto questo coraggio?
– Insomma, ma mi senti quando parlo? Non sono stupidi… capiranno che c’è qualcosa tra di noi!
E allora? Io mi fido di loro, anche se sembra strano detto da me. E credo lo faccia anche tu. Sono contento che tu ti sia preoccupato per me, davvero. Anch’io un po’ ero incazzato con Silente, ma mi sono trattenuto, per cui ti capisco. E tu lo hai sopportato per molto più tempo di me. Inoltre, se anche sapessero che stiamo insieme… non è un problema.
Harry alzò gli occhi e lo fissò sorpreso.
– Dici sul serio?
– Ho la faccia di no che scherza?
Il moro sorrise, e lo baciò.
Draco non ce l’aveva con lui per quello che era successo… e il fatto che qualcuno potesse sapere di loro non lo infastidiva. Il Draco di un tempo lo avrebbe picchiato a sangue, cosparso di miele e buttato su un formicaio, per una cosa del genere… forse stavano davvero cambiando. Entrambi, perché nemmeno lui un tempo si sarebbe esposto a quel modo per il serpeverde. E questo non era un problema. No, non lo era affatto. Nonostante tutti i problemi che sembravano necessariamente volerlo sommergere, Harry si sentiva bene.
Come mai in vita sua.


***continua***

Note dell’autrice




Ringrazio tutti coloro che hanno commentato questi ultimi due capitoli, scusate se non riesco a rispondervi uno per uno.
Da domani inizio a lavorare tutti i giorni tutto il giorno, quindi rallenterò un po’ con gli aggiornamenti, senza contare che i capitoli scritti arrivano solo fino al 12 (quindi per gli altri ci sarà un po’ da aspettare)
Un bacione!

   
 
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