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Autore: Neverland Moony    10/01/2013    1 recensioni
«Noi siamo streghe. Passiamo ad Hogwarts gran parte della nostra vita. Conviviamo con fantasmi di ogni genere. Ma non hai mai l’impressione che tutto questo sia surreale? Non ti sembra mai di guardare quello che ci accade intorno attraverso una finestra? Non… » era la frase più difficile da pronunciare per lei, perché conteneva in quelle poche parole l’incubo che ormai faceva ripetutamente e senza minimi cambiamenti almeno una volta al mese da anni «N-Non hai mai avuto paura del fantasma del tuo passato?»
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era tutto gelido.
Non perché facesse freddo e fosse notte, anche se in effetti era così.
Marlene aveva freddo per qualcosa che la disturbava.
Era uscita dal letto verso le due di notte.
Questa volta non aveva svegliato nessuno, nemmeno Lily.
Non era cosciente di star camminando, e di essere uscita dalla scuola in qualche modo.
Si muoveva, ma era addormentata.
Sonnambula.
I piedi scalzi si posavano sull’erba gelida.
Si stava ormai addentrando nella Foresta Proibita.
Un sussurro le arrivò alle orecchie, indicandole la direzione da prendere.
«Vieni da me…Ti sto aspettando.» continuava a ripetere la voce, spettrale e gelida.
E lei la seguiva.
Anche se sapeva che l’avrebbe portata solo ad una cosa.
Non riusciva a svegliarsi.
Pensava fosse uno dei suoi incubi.
Da qualche parte dentro di lei era anche felice.
Perché per lo meno il sogno era cambiato, era per una volta diverso da quello che faceva da sette anni.
Sudava freddo.
«Sono qui. Prendimi.» mormorò Lene.
«Venuta a seguire la stessa fine dei suoi genitori, la giovane Marlene McKinnon.»
Davanti a lei c’era il Signore Oscuro in persona.
Era stato lui ad uccidere sua madre, anni prima.
E quella sera si era preso la briga di uccidere anche suo padre, perché faceva parte dell’Ordine Della Fenice.
Ora era giunto per portarsi via anche la giovane vita.
Perché i suoi genitori avevano riferito lei cose che nessuno avrebbe dovuto scoprire.
I McKinnon erano quasi degli scienziati.
Entrambi mezzi-sangue, avevano scoperto di essere maghi solo all’età di undici anni, con l’arrivo della lettera.
E furono i primi ad avere dei sospetti riguardo gli Horcrux che Lord Voldemort aveva creato. Ma furono anche uccisi prima che queste informazioni arrivassero alle orecchie di altri.
E ora anche Marlene, la loro figliola, avrebbe dovuto seguire la loro fine.
Sulle spalle di Voldemort strisciava Nagini, il suo amato e inseparabile serpente.
Scivolò rapido lungo una mano del Signore Oscuro, strisciando meschino sull’erba, fino ad arrivare ai piedi di Marlene.
Lei era immobile.
Quello sarebbe dovuto essere il momento in cui l’incubo sarebbe terminato e lei si sarebbe svegliata tranquilla nel suo letto e Lily l’avrebbe calmata con uno dei suoi adorabili abbracci.
Riusciva quasi a sentire la voce della sua migliore amica che la tranquillizzava.
Ma non si svegliò.
Non era un incubo.
Era tutto vero.
Un balzo. Un dolore acutissimo. La vista che diventò bianca per un nanosecondo.
E poi tutto si fece nero.
Nagini continuava a morderla, strappandole quasi la carne dal collo.
Marlene era a terra, impassibile.
Il colore sul suo viso iniziava a degenerare in un bianco pallido, un bianco morte.
Il suo respiro si era fermato, il suo cuore anche.
La sua pelle chiara si macchiò del rosso acceso del proprio sangue.
Ma lei non era capace di sentire quella sensazione di bagnato e di caldo. E di dolore.
Non più, almeno.
Ormai la vita l’aveva abbandonata, senza nemmeno salutarla.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di salutare Sirius con un ultimo bacio, o di dire a Lily quanto le volesse bene.
Non era riuscita a ringraziare Dedalus per ciò che le aveva detto.
E nemmeno suo padre per tutte le volte in cui da bambina le raccontava le fiabe, accarezzandole dolcemente i capelli, per farla addormentare dopo che sua madre era morta.
Aveva lasciato tutte le persone che più amava, così, all’improvviso.
Senza nemmeno rendersene conto.
Le parve quasi di sentire una voce che sussurrava:
«Addio, Lene.» ma non seppe mai se era stato solo frutto della sua immaginazione o se effettivamente l’aveva pronunciata Voldemort con disprezzo.
Sperava soltanto che da qualche parte, dovunque sarebbe andata, ci sarebbe stato un mondo migliore.
Un mondo dove Marlene McKinnon non avrebbe avuto bisogno di corazze, solo di amore.
Un amore che aveva iniziato a darle Sirius Black, la persona da cui meno se l’aspettava, e che non avrebbe mai più ricevuto da nessun altro.
Un sorriso andò a formarsi sulle labbra del cadavere di Marlene.
Ma se fosse causato dall’irrigidimento del suo corpo, dal non voler dare soddisfazione al Signore Oscuro, o se dalla felicità per quell’ultimo ricordo di Sirius, questo lo lascio alla vostra immaginazione.
  
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