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Autore: ImBritIrish    10/01/2013    2 recensioni
Jessy Jey:Io non posso averti perchè sono una fata! E le fate non possono innamorarsi degli esseri umani. Hai capito ora?!!? Perchè non posso amarti liberamente?Perchè posso solo desiderati senza mai averti?!?
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Pov Jessy Jey*

Io:E cosi ci siamo.
Thomas:Già.
Io:Perché?
Thomas:Te l'ho detto. Sei nata.
Io:Ci volevamo bene.
Thomas:Appunto, volevamo.
Io:Cos'ho fatto?
Thomas:Sentirsi dire ogni giorno dai nostri genitori che ero un fallito, che eri meglio di me, che non sarei mai arrivato ai tuoi livelli. Sai non faceva altro che far aumentare l'odio verso di te.
Io:Vuoi sapere la cosa più buffa? Che dicevano le stesse cose a me di te.
Thomas:Beh ora non mi importa. Ora è arrivato il mio momento. Ora dimostrerò sia a te che a loro chi è il più forte.
Annuì.
Non mi sarei tirata indietro. Non dopo essere arrivata fin qui.
Iniziò ad attaccare, senza darmi un attimo di tregua. Sapeva prendere i poteri degli altri, cosi era lui quello in vantaggio. Avrebbe saputo prendere anche i miei di poteri.
Thomas:Ti distruggerò. Tu morirai. Loro saranno orgogliosi di me, per una volta. Loro sapranno chi è sul serio il più forte.
Mentre diceva quelle parole attaccava. Era veloce, troppo, era forte il doppio di me. Lui era pieno di odio. Odio per me.
Niall:Jey!!!
Disse quando crollai al suolo.
Niall:Ti prego, riprenditi. Ti prego. Non puoi lasciarmi. Ti prego. Jey!!
''Sta correndo verso di te, rialzati. Dimostragli che ce la fai. Alzati Jessica. Alzati. Fallo per lui. Alzati.'' Mi diceva Eliza tramite telepatia.
Sentivo i passi del mio biondo sempre più veloci, sempre più vicini, sempre più pesanti.
Io:No! Non ti puoi avvicinare!
Dissi lanciandolo in aria e facendo, poi, scendere piano sulle gradinate.
Posso farcela.
Io:Ora si fa sul serio.
Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere o attaccare o capire quello che stava per succedere che gli sferrai un colpo, che mi fece restare senza parole.
Come ho fatto? Non l'avevo mai provato.
Guardai Eliza. Non era per niente stupita.
''Che succede?''
''E' tutto normale, non preoccuparti, continua cosi ''
E mentre guardavo ancora lei, percepì che Thomas stava per colpire. Allora lo afferrai per la gola e lo tirai su.
Stringi. Stringi. Stringi. Fargli mancare il respiro. Lui ti odia. E' colpa sua se tuo padre è morto. E' colpa sua se tua madre ti ha voltato le spalle. Lui non c'era quando avevi bisogno. Lui non c'era quando ti prendevano in giro. Lui non c'era più stato. Lui ti odia. Stringi. Stringi. Ancora. Più forte. Continua. Lui ti odia.
Zaira:Tu non sei cosi. Tu non uccidi le persone. Tu non provi rancore. Tu non odi. Non farlo te ne pentirai.
Io:Lui ha ucciso mio padre, mi ha fatto voltare le spalle da mamma, mi ha abbandonata, mi ha lasciata da sola a sopportare tutto questo. Certo che lo odio.
Lay:No, non è vero. Lo dici solo perché sei delusa e triste. Perchè vuoi trovare un motivo per odiarlo ma non lo trovi. Perchè in fin dei conti è tuo fratello. E' il tuo Toti.
Danielle:E' quello che ci è stato quand'eri piccola. E' lui che ci è stato quando i tuoi ti urlavano, ti facevano una merda, quando ti buttavano giù, quando non ti lasciavano libera per sognare. Era lui quello che li ha convinti a farti venire a Londra.
Io:Ma ora lui mi odia.
La presa continuava a diventare più stretta. Si era detto che il combattimento sarebbe finito solo quando uno dei avrebbe smesso di respirare e a quanto pare sarei stata io la vincitrice.
Thomas:Non può finire cosi.
Non so come si liberò della presa e mi scagliò dall'altra parte dell'arena. Andai a sbattere con la schiena contro un grosso masso che c'era a terra.
Emanai un enorme urlo.
Lui corse verso di me. Mi alzò in aria, mi fece roteare per un po' e poi mi sbattette contro il lato sinistro delle gradinate. Il sangue vicino la bocca usciva veloce, il braccio destro non lo sentivo più, la schiena era dolorante. Ma non mi sarei arresa.
E cosi sferrai un colpo dietro l'altro. Non dovevo dargli il tempo di attaccarmi, di pensare a quale mossa potesse fare per liberarsi una volta per tutte di me.
Lui odiava le altezze e cosi lo lanciai in aria e lo feci restare sospeso lì per un po'. Sentivo che la paura circolava in lui. Poi lo lasciai cadere. Mancavano due centimetri e avrebbe toccato il suolo, ed io lo fermai.
Era terrorizzato.
Iniziai a fare dei palleggi con lui come se fosse una palla da basket, stando attenta a non fargli toccare il suolo.
Io:Su e giù. Giù e su. Ti diverti? Io si, tantissimo.
Thomas:Lasciami!
Inizò a dimenarsi. Ma quella volta non l'avrei lasciato liberare.
E cosi li tirai di nuovo su. Raggiungendolo.
Visti da persone normali, umani, eravamo dei puntini piccolissimi, quasi invisibili.
Io:E cosi ancora una volta vinco io.
Thomas:Mica ho smesso di respirare.
Io:Lo vuoi sul serio?
Fece un piccolo movimento con la mano destra, ma non ci diedi molta importanza.
Thomas:Se vuoi vincere, devi farlo.
E cosi strinsi di nuovo il suo collo in una presa salda.
Era più stretta di prima. Questa volta avrei vinto.
Ancora quel movimento con la mano.
Mancava poco per vincere.
Thomas:Non è detta l'ultima parola.
Ancora quel gesto.
Capì finalmente a cosa serviva.
''Eliza ora.''
Thomas:Com'è possibile?
Risi. Mi credeva veramente cosi stupida?
Io:Ah fratellino mio caro. Mi credevi sul serio cosi stupida?? Credevi sul serio che non avrei preso misure di sicurezza per loro?
Thomas:Non.....non esistono......queste tipo di magia.
Io:Devo ringraziare mamma per quel libro. Lì ce ne sono tantissime che molti maghi non conoscono. Ora cosa vuoi fare? Vuoi veramente morire cosi?
Dissi non lasciando nemmeno un secondo la presa.
Thomas:Fa quello che ritieni più giusto.
Ritornammo a terra.
Lasciai la presa e lui come un' idiota cercò di scappare e di attaccarmi.
Io:Ancora? Non hai capito che ti conoscono troppo bene? So quello che farai. Smettila di cercare di vincere.
Lo bloccai in una gabbia fatta di corrente. Se solo si fosse avvicinano alle sbarre, sarebbe morto sul colpo.
Io:Fai quello che ritieni più giusto, no? Bene.
Gli tolsi tutti i poteri, tutti i possedimenti, tutto. Non gli lasciai niente.
Thomas:Non puoi farmelo.
Io:Mi odi. Mi hai sfidato. Mi hai fatto del male, sia fuori che dentro. Mi hai lacerato. Deluso. Fatta sentire in colpa. Mi hai fatto passare per la stronza di turno. Mi stavi per uccidere. Tu meriti tutto questo.
Lo teletrasportai nel nostro regno.
Finalmente il capitolo Thomas era finito.
Stavamo camminando per uscire dall'arena. Tutti si complimentavano con me. Raccontavano la battaglia. Le scene che a loro più erano piaciute. Facendo di tanto in tanto qualche battuta.
Eravamo quasi usciti fuori da quella maledetta arena che svenni.
 

*Pov Niall*

Stavamo parlando di quanto fosse stata formidabile, che svenne.
Io:Amore. Amore forza riprenditi. Jey. Ti prego. Hai resistito cosi tanto. Amore forza apri gli occhi. Ti prego...
Non li apriva. Non si muoveva. Non respirava. Niente.
Zaira:No. No. No. No. No. No. E' ….è solo stanca. Ora li riapre.
Corse verso di me e prese le spalle di Jey tra le sue mani.
Zaira:Jey!! Jey!! Svegliati andiamo. Lo so che non sei morta. Lo so. Ne sono sicura. Jey ti prego!!
Piangeva senza sosta. Continuava a muovere velocemente Jey avanti e dietro a darle piccoli schiaffi sul volto.
Zayn:Piccola forza. Smettila.
Zaira:No, Zayn, no. Lei non può avermi lasciato. No. Lei me lo aveva promesso.
Disse iniziando a dare pugni sul petto di Zayn, che la stringeva forte tra le sue braccia.
Io restavo inginocchiato, accanto a lei, senza dire o fare niente. Neanche piangere. Niente. I ragazzi erano tutti attorno a noi due non sapendo quello che dovevano fare.
Ancora una volta lui mi aveva portato via qualcuno di caro. Ancora una volta. Ancora una volta dovevo rialzarmi. Ancora una volta. Ancora una volta una cosa che mi rendeva felice andava via. Ancora una volta dovevo farmi forza da solo. Ancora una cosa che mi avrebbe reso soltanto più forte o soltanto più debole di prima.
Presi il suo corpo senza vita tra le mie braccia e senza piangere o dire qualcosa uscì da quell'arena lasciandomi tutti alle spalle.
Sapevo dove andare. Lo sapevo. Doveva capire. Doveva sentire dolore, in colpa. Doveva sentirsi come si è sentita lei prima della sua morte.

 

 

 

Spazio scrittrice.
*Va a seppellirsi*
Lo so questo capitolo non è un gran che.
Tutto troppo scontato. Ma non ho saputo fare di meglio.
Vi chiedo umilmente perdono per questo schifo.
Perdonatemi.
Vostra
ImBritIrish. xx

  
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