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Autore: perfect0vato    10/01/2013    8 recensioni
-Perchè non stai sempre sola? Perchè non cerchi di farti degli amici?
-A te non importa veramente, ti faccio solo pena,e io la pena di qualcuno, non la voglio.
Detto questo presi la mia borsa e mi alzai.
Lui prontamente mi prese per il polso girandomi, trovandoci a pochi centimetri di distanza.
-A me importi invece.E non mi fai pena.
-Ma smettila.
-Basta trattarmi così.
-Perchè,come ti tratto?
-Male.
-E te ne frega?
-Si.
-Perchè?
-Perchè ti amo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                      Chapter.2.

                                                                                                    #Died.








-Stai arrivando?

-Si.Risposi seccata.
-Non mi rispondere in questo modo.
-Ok, scusami.
-Uhm.. ci vediamo a casa, e sbrigati che se non arrivi alle 6:00, sai cosa ti succede.
L’ultima parte la disse quasi un sussurro, come se avesse paura di essere sentito da qualcuno.
-Ho … ho capito.
-Ciao.
E staccò.
-Ciao.
Dissi quando ormai guardavo lo schermo del mio cellulare, se si puo’ definire cosi’.
Ero molto distante da casa ed erano le 5:45, dovevo sbrigarmi.
Iniziai a correre mente il tempo iniziava a mancare.
Dovevo arrivare alla fermata 18, sennò sarebbe andato tutto a puttane.
E secondo voi, non mi vedo passarmi il 18 proprio davanti agli occhi.
-Porca troia.
Di certo non mi sarei umiliata davanti a tutti ricorrendo quello schifo puzzolente quindi iniziai a sbuffare e a mandarne agli dei.
-Ma perché io? Se quello lì non mi  vede alle 6:00 mi picchia capite? No, secondo me non capite un emerito cazzo.
Stavo gesticolando da almeno mezzora, finché non sentii un rumore di clacson proveniente dalla mia sinistra.
 
Austin’s point of view.
 

 
La stavo osservando da un po’ e devo dire che era veramente buffa.
Non volevo avere nulla a che fare con lei, ma mi incuriosiva in un certo senso.
Volevo solo darle un passaggio, che sarà mai.
Suonai il clacson della mia Mustang, regalo di mio zio.
Lei si girò.
I suoi occhi verdi smeraldo emanavano,in un certo senso,gioia, gratitudine.
Mi sentii.. bene quando capii questa cosa.
-Cosa vuoi?
Ah, bene, una col carattere lunatico, o forse perché se l’era presa per prima.
-Volevo solo darti un passaggio…
Lo dico o non lo dico.
-bellezza.
-Non ne ho bisogno, grazie.
Si allontanò.
-Sai verso le sei di qui passano persone poco raccomandate, non vorrei guardare il telegiornale e sapere che una ragazza è morta per colpa di emigrati troppo fatti di erba.
-Perché, tu guardi il telegiornale?
Mi stava annoiando.
-Acida.
I capelli castano chiaro ricadevano sul finestrino della mia macchina.
-Vabbeh solo perché è tardi e devo muovermi.
Feci un sorriso di trionfo.
Andò dall’altra parte della macchina per poi entrare.
Io la guardai e solo quando abbozzò un sorriso isterico notai i suoi bellissimi denti.
-Dove la porto signorina?
Lei esitò.
-Via Guberk.
-Ok.
Accesi il motore e partii.
La guardavo mentre si mordicchiava il labbro inferiore.
-Posso accendere la radio?
-Certo.
Intanto che lei cambiava le stazioni io abbassai il finestrino facendo spostare leggermente i suoi capelli marrone chiaro.
Notai un segno violaceo sulla spalla.
Sono un tipo curioso, quindi, dato che eravamo al semaforo, mi sporsi verso di lei e le tolsi definitivamente i capelli dalla spalla.
Il segno era molto marcato, i contorni erano giallognoli per poi in scurirsi sempre di più all’interno.
-Cos’è questo?
Lei spalancò gli occhi e restò immobile.
-Ehm, no niente è che sono caduta ieri.
-Ah, ok.
Mi rimisi al mio posto e partii.
Dovevo crederle o no? Ma poi non me ne dovrebbe fregare, è solo una … compagna.
Ma si, intanto doveva per forza essere caduta, che cosa sennò?
-Eccoci.
Dissi freddo.
-Grazie.
Disse lei ricambiando il mio tono.
Prese lo zaino e sbatté la porta della macchina.
Che due palle che era.
Non volevo aspettare oltre, accesi la macchina e me ne andai.
 
Victoria’s point of view.
 
 -Sono qui.
-Ciao piccola.
-Ciao.
-Chi era quello che ti ha accompagnato?
-Un compagno.
-E perché era con te?
-Ho perso l’autobus e quindi avevo bisogno di un passaggio.
-Gliel’hai chiesto tu?
-No, passava di lì e così me l’ha offerto.
-Lo sai che io sono geloso.
Disse mentre mi accarezzava la guancia.
Ma quella carezza diventò ben presto una schiaffo. Dritto e secco, producendo un suono molto acuto e ampliato. Uno schiaffo pieno di odio, di vergogna d ‘avere una figlia come me.
-Non ti fare vedere mai più con quello lì, sennò l’ammazzo.
I suoi occhi erano arrossati, mi stava intimorendo.
-Hai capito?
Disse tirandomi i capelli.
-Ahia mi fai male papà, lasciami.
-Hai capito, cicciona di merda?
Mi aveva chiamata cicciona di merda? … mi sentii male, compita nel profondo.
-Si..si.
-E per te sono amore.
Disse  strappandomi una ciocca di capelli e buttandomi per terra come un rifiuto.
-E ora vai in camera tua a pensare sul grave errore che hai fatto, e che sei, perché si, tu sei un errore cara mia Vicky,lo sai questo?
-Si, amore.
-Uhm, bene, ci vediamo domani mattina, questa sera non mangi.
E detto questo se ne andò da casa, sbattendo la porta e lasciandomi lì, come una nullità.
I miei occhi poco dopo si riempirono di lacrime amare e piene di innocenza negli occhi.
Iniziai a piangere.
Mi alzai barcollante verso il bagno.
Il mio viso aveva una chiazza rossa, con l’impronta della mano di mio padre.
-Perché io?
Ogni volta mi ripetevo la frase di Miley “ Se stai vivendo questa vita, vuol dire che qualcuno da lassù pensa che tu sia in grado di viverla.”
Ma io non ce la facevo più.
Tutto questo odio verso di me non lo capivo.
Non sono degna di vivere.
Non sono degna di avere una vita.
Mi presi il viso tra le mani e scoppiai.
Iniziai ad urlare.
Lo stomaco si contorse, le ferite ancora aperte si propagarono.
Dovevo togliermi di mezzo, una volta per tutte.
Sarei andata,ora, al ponte della città.
E mi sarei buttata, senza ascoltare il pensiero degli altri, volevo solo morire.
 
Austin’s point of view.
 
-Non ti voglio più ascoltare.
-Austin, senti..
-No, ora mi senti tu, mamma, non ti puoi mettere insieme ad un altro, pochi mesi dopo il divorzio ok?
-Senti signorino, sono qui io l’adulta, quindi..
-Invece con questo comportamento, sembri una bambina, lo sai questo, vero mamma?
-Non parlarmi così Austin.
-Mamma, ti sto dicendo solo come vanno le cose.
-Ma io lo amo.
-Mamma, tu  non hai  mai saputo il significato della parola “amore” e non credo che la imparerai  con una delle tue solite e passeggere cotte.
-Perché mi dici questo?
-Perché? E me lo chiedi pure? Mamma, senti, cresci, ci sentiamo questa sera.
E detto questo me ne andai da casa sbattendo la porta.
 
I miei piedi sapevano dove andare.
Quando litigavo con qualcuno di me caro, andavo sempre lì.
Erano.. le sette ,sì, quando arrivai al parco, poco più vicino c’era il ponte.
Quel ponte tanto amato, quanto odiato.
Mi avvicinai alla costruzione di legno, quando una figura minuta incuriosì la mia attenzione.
 
Victoria’s point of view.
 
Avevo male a tutto.
La testa soprattutto, pulsava in una maniera pazzesca.
Il trucco era tutto colato.
L’aria fresca mi punzecchiava la faccia pallida.
Anche se stavo per morire volevo passare gli ultimi attimi della mia vita, sorridendo.
Aprii le braccia, respirando a pieni polmoni, la libertà, la consapevolezza di sapere che da lì a poco sarebbe stato tutto diverso.
Ora stavo bene.
Mi alzai sulle punte, sbilanciandomi di poco e guardai in basso.
L’acqua ha sempre avuto uno strano effetto si di me.
Ora era calma, come se si fosse preparata  a portarmi via con sé.
Le due rive erano ricoperte di verde.
Fiori e piante colorate rendevano il tutto, una specie di paradiso.
Alzai la testa e iniziai a pensare, alla lettera che avevo lasciato a mio padre, alla scuola, a Austin.
 In fondo, non perdevo molto in questa vita.
Ero pronta.
Portai tutto il mio peso sulla piccola asta di legno e urlai, prima di cadere nel vuoto.
-E così la cicciona di merda morì, e infine vissero per sempre tutti felici e contenti.
Mi sbilanciai e la corsa per arrivare alla morte partì.




***
Ciao bellissime.
Allora, beh...vi ho lasciato un po' in suspance.lol.
Quindi, bom.
Grazie mille perchè già 3 recensioni nel primo capitolo e altre due meno di dieci parole sono belle AHHAHA.
No, davvero sono molto contenta sopratutto perchè ho ricevuto tutti commenti positivi.
Ve l'ho fatto bello lungo per rimediare al clamoroso ritardo.
Vi voglio molto bene c:
Ci sentiamo.

-federica.
I love u, Austin Carter Mahone.


  
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