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Autore: Tecla Sunrise    10/01/2013    4 recensioni
2022: Rose Weasley, Albus Potter, Scorpius Malfoy e Audrey Zabini si perdono per i sotterranei di Hogwarts.
1995: per Harry Potter si conclude il primo giorno del suo quinto anno ad Hogwarts con una punizione con la Umbridge.
Certo non si aspetta di trovarsi il suo clone davanti, e sembra che neanche il suo clone sia molto felice di vederlo.
Si, signori e signore, Albus, Rose, Scorpius e Audrey sono finiti nel passato.
Ma se ne staranno con le mani in mano oppure cambieranno il corso della storia?
Tra l'Esercito di Silente, la Umbridge, le lezioni, gli amori e le incomprensioni passeranno un anno assurdo nel tentativo di rendere la conquista della vittoria più semplice e senza inutili sacrifici... ci riusciranno?
***
STORIA RISCRITTA - PRECEDENTEMENTE POSTATA SOTTO IL TITOLO DI "Back to the Future - L'Ordine della Fenice"
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Pansy/Theodore, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da V libro alternativo
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Rewind


IDinamiche (Ovvero come quella pazza sclerata della Weasley interagisce col mondo) 


Rose Weasley era una Serpeverde.
Rose Weasley era stata diseredata all’età di undici anni.
Rose Weasley aveva riottenuto la sua eredità dopo che suo padre era stato raggiunto da una strana lettera di cui non si conosceva il mittente.
Rose Weasley sapeva che il mittente era sua madre.
Sapeva anche, Rose Weasley, che il suo Smistamento aveva sconvolto la sua famiglia più di quanto la stessa fosse pronta ad ammettere.
Rose Weasley amava la sua Casa.
Ron Weasley un po’ meno.

 

***

 
Rose stava camminando con la solita maschera d’indifferenza sul volto per il corridoio del terzo piano, divertendosi come una matta a spaventare i primini di Grifondoro, tra cui c’era anche sua cugina Lucy.
Rose adorava i suoi cugini; quello che loro sembravano non capire era che adorava di più metterli in ridicolo!
Però voleva loro bene, in fondo.
Molto in fondo.
Sorpassò il gruppo di bimbi, facendo l’occhiolino ad una Lucy ancora un po’ spaventata, e girò l’angolo, pronta a fare quello che le veniva meglio.
“Venti punti in meno a Grifondoro, Al”
Albus Potter, uno dei cugini con cui Rose riusciva a tollerare di passare il tempo senza cercare i cavarsi gli occhi, sbuffò, divertito, allontanandosi dalla ragazza a cui stava letteralmente mangiando la faccia in mezzo al corridoio.
“Scusa…” s’interruppe, senza sapere come continuare.
La ragazza s’imbronciò “Janet!”
“Certo, certo, Janet! Scusami, tesoro, ma come vedi devo discutere con mia cugina. Appena avrò finito verrò da te, non sopporto l’idea di starti lontano”
Albus Potter era un attore sin troppo consumato, per avere solo sedici anni.
Rose osservò con disgusto la ragazza annuire e saltellare via, persa come una scema per suo cugino; alzò lo sguardo su quest’ultimo ed inarcò un sopracciglio, scettica.
Tesoro?” lo scimmiottò, trattenendo le risate.
Al sbuffò ancora, rinfilandosi la camicia nei pantaloni “Si può sapere che vuoi?”
Rose sbarrò gli occhi, fintamente offesa.
Ma come? Io voglio solo il tuo bene!”
“Ah, falla finita! E, sentiamo, dov’è la tua gemella siamese?” chiese Al, appoggiandosi al muro e accendendosi una sigaretta.
Rose scrollò le spalle “Dieci punti in meno a Grifondoro per la sigaretta, Potter. Boh, non ne ho idea, si starà sollazzando da qualche parte”
Al la guardò, contrariato, ma non spense la sigaretta; tecnicamente, ad Hogwarts, non era vietato fumare perché le sigarette magiche erano molto rare, ma comunque una specie di regola non scritta diceva che era meglio non farlo.
Soprattutto in compagnia di Rose Weasley.
“Beh, allora?” chiese Al, non sapendo che dire.
Rose si fece improvvisamente seria “Al… credo di amarti”
Il respiro di Al si mozzò e, prima che riuscisse a tornare in possesso delle sue capacità psicomotorie, Rose scoppiò a ridere senza ritegno.
“Ah, Al! Voi uomini ci cascate sempre!”
“Non farmi mai più uno scherzo del genere, per poco non ci lasciavo le penne!” la sgridò lui, portandosi melodrammaticamente una mano al cuore.
Rose sbuffò e lo sorpassò “Seguimi, ho voglia di tormentare qualche Grifondoro”
Al la seguì, ma protestò vivamente “Scusami, sai, ma io sono un Grifondoro!”
“Peccato tu non sia Prefetto, vero?” lo prese in giro Rose, facendolo arrossire di rabbia.
“Rose…”
“Rose!”
I due cugini si voltarono contemporaneamente e videro Audrey Zabini correre verso di loro con una borsa strapiena e senza una scarpa; Al scoppiò a ridere senza ritegno, Rose si limitò a fare un ghignetto divertito.
Osservarono la loro migliore amica arrancare verso di loro fino a quando quella non si fermò, piegandosi in due dalla fatica.
“Non… non avete idea… di che… di che giornata di merda abbia avuto!” disse la ragazza, ansimando come un toro.
“Preferiremmo rimanere nell’ignoranza, se non ti spiace” la prese in giro Rose, facendo però il primo vero sorriso della giornata.
Audrey Zabini era la sua migliore amica sin dal viaggio sul treno al primo anno e avevano un rapporto che nessuno sembrava in grado di capire: Rose Serpeverde, Audrey Grifondoro, sembravano come cane e gatto e si prendevano in giro ventiquattro ore su ventiquattro, ma guai a toccare una delle due, l’altra sarebbe scattata come una leonessa con i suoi cuccioli.
“Che… che… ti piaccia la tua ignoranza si sa Rose, visto il disastro che hai fatto oggi a pozioni” sibilò Audrey, rialzandosi in piedi e lasciando cadere a terra la borsa.
Rose inarcò un sopracciglio “Questo è tutto dire, visto che mi stavi aiutando”
Audrey rise, divertita, prima di riportare lo sguardo sulla scarpa col tacco ormai distrutta.
“A parte che non era aiuto, ma pena” disse “Comunque… guarda la mia Manolo! È da buttare!”
“Provato con un reparo?
“Provato con un encefalogramma, Rose? Certo che ho usato il reparo! Credi sia cretina?”
Devo veramente risponderti?”
“Ahem”
Le due amiche, interrompendo la loro solita diatriba, guardarono Al con la stessa espressione scettica, tanto che il moro finalmente capì quanto quelle squinternate fossero identiche.
“Per quanto ami vedervi litigare” esordì, passandosi una mano tra i capelli pettinati ad arte “Io mi stavo dando da fare, prima di venire interrotto!”
Rose e Audrey si guardarono un momento, prima di scoppiare a ridere in sincrono.
Al le guardò male finché non smisero, poi si rivolse ad Audrey “Che è successo?”
“Smith” sibilò, incazzata come una belva “Mi ha assegnato una punizione perché correvo! Vi rendete conto?”
“No” si limitò a rispondere Rose, fintamente annoiata; dentro di sé, stava già macchinando un piano per farla pagare a Zacharias Smith, il professore di Trasfigurazione da quando la McGranitt era Preside.
“Te lo giuro!” urlò concitatamente Audrey, facendo indietreggiare leggermente Al; molti quadri la guardarono con disdegno, ma la Zabini neanche li vide “E sai  perché correvo? Perché quello stronzo di mio cugino mi ha aizzato contro un gruppo di Serpeverde! Il tuo gruppo di Serpeverde, Rose!”
Rose alzò un sopracciglio e scosse la testa, divertita: Audrey era un sagoma.
Poi, tutto d’un tratto, si fece seria “Scusa, come? Malpuzza ha fatto COSA? Quelli sono i miei amici, non si fanno comandare a bacchetta da quel piccione”
“Tu dici?” fece una voce, facendo sobbalzare i tre ragazzi, che si girarono tutti a guardare il nuovo arrivato.
“Ma guarda” disse Rose, fingendosi allegra “Parli di puzza e spunta fuori un Malfoy!”
Malfoy ghignò “Che gioia vederti, mia dolce Peperoncina”
Rose fece una smorfia eloquente “Il piacere è tutto tuo”
“Oh, sì, il piacere è mio… ma forse dovrei provare a dartene un po’, non trovi?”
Le allusioni sessuali in quella frase fecero ridacchiare Al e arrossire Audrey, che proprio non sopportava il cugino quando si comportava da pallone gonfiato.
Rose, disgustata, non si fece mettere i piedi in testa “Per Salazar, Malpuzza, sei disgustoso! Sapessi quanti calci ti darei io, invece!”
Malfoy s’avvicinò ancor di più alla ragazza che, da orgogliosa Serpeverde qual’era, non si mosse d’un millimetro “Uh, Peperoncina, siamo focose?”
“Incandescenti” sussurrò Rose, prima di rifilargli una ginocchiata sui “tenerini”, come li chiamava Hugo da piccolo; Scorpius emise un gemito soffocato, prima di crollare a terra senza dignità alcuna.
Audrey e Al ridevano come pazzi e Rose si concesse un piccolo sorriso, prima di sorpassarli e dirigersi verso i sotterranei.
“Rose, aspetta! Devo passare da te, mi serve il tema di Trasfigurazione” urlò Audrey, seguendo la rossa, mentre Al aiutava Scorpius a rialzarsi.
Rose inarcò un sopracciglio, rallentando leggermente per aspettarla “Io credo, invece, che ti serva ben altro, soprattutto se sei intenzionata a passare i G.U.F.O.”
Audrey aggrottò la fronte “Un’altra taglia di reggiseno? Dai, Rosie, la mia terza è più che accettabile…”
“Intendevo un cervello, cretina”
“Ah-ah! Che ridere! Ha dato aria alla bocca”
“E tu a un’altra parte del corpo, faccia di culo”
“Stronza!”
Rose alzò le mani in segno di resa “Lungi da me! Vieni, Stordi, non ho tutta la giornata”
“Non si direbbe, Peperoncina, visto che passi tutto il tempo a scassare i coglioni alla gente”
Rose sbuffò alla vista del biondo, che le aveva raggiunte insieme ad Al – “Dieci punti in meno, Potter, e spegni quella dannata sigaretta!” – e non si risparmiò la solita battutina al vetriolo.
“Malpuzza, da quando hai l’ardire di annoverarti al genere umano? E dire che il tuo aspetto è così inconfondibilmente suino che non dovrebbero sorgerti dubbi!”
Malfoy digrignò i denti “Da quando tu hai deciso di invadere la mia specie. Messo su qualche chilo, scrofa del mio cuore?”
Stupeficium!
Protego!
Audrey alzò gli occhi al cielo, perfettamente imitata da Albus “E’ ridicolo che finisca sempre così!”
Potter annuì all’indirizzo dell’amica, completamente d’accordo “Hai ragione, Aud. Tutta questa tensione sessuale li ucciderà”
“A te ucciderà il completo atrofizzarsi del tuo cervello, Potter” ghignò Scorpius, riponendo la bacchetta nella tasca dei pantaloni.
Rose lo imitò, ancora contrariata per la precedente battuta: da ex-cicciona qual era, il peso era davvero un argomento delicato per lei.
Malpuzza lo sapeva bene e ci marciava come un re.
“Hey, ma dove siamo?”
Audrey riportò l’attenzione su di sé, guardandosi intorno preoccupata: magari era solo l’inevitabile défaillance di una Grifondoro poco affezionata ai sotterranei, eppure aveva la certezza di non essere mai passata per quel corridoio.
Il silenzio attonito dei suoi amici fu una risposta che non s’aspettava; abbassò lo sguardo su Rose e la vide storcere il naso, contrariata.
“Non lo so” Scorpius fu il primo a rispondere, guardandosi attentamente intorno “Io… non sono mai stato in questo corridoio”
“Neanche io” aggiunse a sorpresa Rose, ammettendo una debolezza e soprattutto mostrandosi d’accordo con Malfoy; nessuno però ci fece caso, troppo presi dalla contemplazione della nuova scoperta.
“Beh, esploriamo!” propose Al, già eccitato dalla prospettiva.
Lo sguardo scettico di Rose non fu la risposta che sperava di ottenere.
“Oh, andiamo!” sbuffò, indicando il corridoio attorno a sé aprendo le braccia in modo teatrale “La cosa peggiore che possa succederci qual è?”
“Incontrare un cane a tre teste impazzito e affamato?” chiese Audrey retoricamente, alludendo ad una lezione particolarmente spaventosa di Cura delle Creature Magiche dell’anno prima, nella quale Hagrid li aveva reputati abbastanza maturi per conoscere Fuffy; i quattro repressero un brivido di terrore al ricordo.
“Un troll di montagna?” continuò Rose, alzando le spalle.
“Perché non vi tappate quelle fogne, gemelline?” ringhiò Al, vedendo i suoi gloriosi piani di esplorazione sfumare.
Audrey fece un sorrisino che mal celava la risata che tentava di combattere “E tu perché dici stronzate, Al?” chiese spassionata, facendo ridere Rose e Scorpius, che poi si lanciarono un’occhiataccia.
Albus sbuffò e poi corse verso la prima porta che vide – Rose si chiese se ci fosse stata anche prima, visto che non l’aveva minimamente notata; i suoi amici, loro malgrado, gli si avvicinarono, curiosi.
“Adesso vi dimostro quanto può essere spaventoso uno sgabuzzino, ragazze” ghignò Al, prendendole in giro.
“Al, ci basta la tua faccia” ribatté Rose, per avere l’ultima parola, prima che suo cugino spalancasse la porta.
Un’accecante luce li costrinse e chiudere gli occhi; Rose sentì vagamente l’urlo di paura di Audrey, prima di venire violentemente risucchiata verso la porta e ruotare come una trottola.
Il tutto durò meno di qualche secondo, giusto il tempo per far venire la nausea a tutti, prima che i quattro fossero scaraventati di malagrazia sul pavimento, formando una colonnina umana bizzarramente coreografica.
“Dannazio- AUDREY, LEVA QUEL GINOCCHIO!”
Rose ridacchiò nel sentire la voce leggermente acuta di Malfoy, che tuttavia giaceva pesantemente sul suo sterno, cominciando a toglierle il fiato.
“Una brutta giornata per la tua virilità, eh, cugino?”
“Te la faccio avere io una brutta giorn- AUDREY!”
Una risata fu tutto quello che percepì Albus, sepolto sotto i suoi amici “Ragazzi” protestò debolmente “Non sento più il braccio”
Rose gli lanciò uno sguardo di scuse “Aspetta, vediamo se cos-…”
“Hey, quello è il mio braccio!”
“Malfoy, mi stai perforando la cassa toracica”
“Rose, no, ROSE! Ahiiii, il mio povero polso”
“Scusa, scusa!”
“Ok, fermi tutti!” la voce di Audrey insorse, sovrastando le altre “Procediamo con ordine: io rotolo a sinistra, Scorpius e Rose a destra e speriamo che non sia troppo tardi per Albus. Al mio tre: uno, due…”
“TRE!” urlò Rose, spintonando a destra Malfoy e cadendogli addosso.
Merlino, che ddddolore” fece Scorpius, rannicchiandosi in posizione fetale con le mani premute sui “tenerini” nella speranza di alleviare il dolore.
“Che bambino” commentò Rose, prima di mettersi faticosamente a sedere.
“Oh, perfetto” attirò la sua attenzione Audrey, tenendo in mano la seconda scarpa distrutta “Ci mancava solo questa”
“Vedila sotto un altro punto di vista, Aud: se ci fosse un raduno di Figli dei Fiori, tu saresti la benvenuta”
Audrey prese la mira e tirò la scarpa addosso al cugino, che riuscì a scansarla per poco.
Albus, finalmente ripresosi, si guardò intorno, pensieroso “Secondo voi cosa diavolo è stato?”
Rose si limitò a scuotere la testa.
“Allucinazione collettiva?” chiese Malfoy, per niente convinto.
Audrey inarcò scetticamente un sopracciglio, mentre Rose non si fece scappare l’occasione “Dovuta a che, Malpuzza? All’idiozia che trasudi?”
Scorpius fece per rispondere, ma fu bloccato da Al “Non ora, ragazzi. Direi che la nostra specie di viaggio in un tornado abbia la priorità.”
“Esatto…” intervenne Audrey, alzandosi in piedi, ben presto imitata dagli altri tre “Forse abbiamo attivato una Passaporta” ipotizzò la ragazza di colore, massaggiandosi una caviglia dolorante “Insomma, la sensazione era molto simile”
“Possibile” sussurrò Al; Scorpius scoppiò a ridere “Ah sì? Una Passaporta? Ad Hogwarts? Per portarci dove, nel regno delle fate?”
“Al terzo piano” sussurrò Rose, interrompendo i commenti sarcastici del biondo.
“Come prego?” chiese quello, indignato per l’interruzione.
Rose sbuffò, spazientita “Se ti guardassi intorno, Malpuzza, invece di dare aria alla bocca tanto per fare! Ho detto che siamo al terzo piano!”
Audrey barcollò un po’, prima di appoggiarsi al muro; la caviglia le faceva proprio male “Questo è strano”
Albus, senza guardarla, le rispose: “Perché, passare attraverso una porta/uragano non lo è?”
“Beh” iniziò Audrey, convintissima “Sì! Però quello era strano divertente, questo è più strano inquietante e non mi piace per niente.”
“Non ha tutti i torti!” le dette manforte Rose, per poi essere interrotta dalla fragorosa risata di Malpuzza.
“Andiamo, Weasley, come sei paranoica! Abbiamo trovato un passaggio segreto poco ortodosso, che vuoi che sia!”
Rose strinse gli occhi in due fessure “Una perdita di tempo, ecco cos’è! Stordi, vieni, andiamo a prendere quel dannato tema”
Audrey annuì, raccolse la scarpa distrutta e zoppicò con estrema dignità fino alla sua migliore amica, la quale storse il naso, contrariata “Ce la fai a camminare?”
“Certo, dopo casomai faccio un salto da Madama Chips”
“Sicura di non volerci andare subito?” s’intromise Al, guardando criticamente la caviglia dell’amica.
“Oh, sì, Trasfigurazione ha decisamente la priorità”
Rose sbuffò “Dai, Stordi, il tema te lo porto in infermeria” e, prima che l’amica potesse protestare, Rose era già partita in quarta per le scale.
Audrey zoppicò un altro po’, diretta in infermeria, quando sentì Al alzarle il braccio destro e metterselo attorno alle spalle, sorreggendola.
“Ti accompagno o, prima che arrivi, Madama Chips avrà già tirato le cuoia”
“Spiritoso! Comunque grazie”
“Dovere”
I due s’allontanarono, salutando Malfoy, che decise a sua volta di dirigersi verso il suo dormitorio per fare un pisolino e per tormentare un altro po’ la Weasley.
Weasley che, quando finalmente raggiunse l’entrata dei dormitori di Serpeverde, trovò a tirare calci piuttosto violenti contro il muro.
“Sei finalmente impazzita?” le chiese, spiazzato.
Si poteva dire tutto della Weasley, ma non che non fosse dannatamente intelligente; per questo Scorpius provava tanto piacere nelle loro litigate, la Weasley aveva sempre una risposta pronta e brillante.
Ma allora perché diavolo stava picchiando il muro?
Rose smise di dimenarsi e si girò verso Malfoy come se quello l’avesse scottata; il ragazzo si rese conto che, stranamente, Rose sembrava inquieta e preoccupata.
“Malpuzza, hanno cambiato la parola d’ordine?”
Scorpius aggrottò le sopracciglia e si avvicinò velocemente a Rose, fermandosi, come lei, davanti alla lastra di pietra che nascondeva l’entrata della Sala Comune dei Serpeverde.
“Che stronzata, Weasley, sei un prefetto come me, saremmo i primi ad essere avvisati!” la prese in giro, voltandosi verso di lei giusto in tempo per vederla fargli il verso; Rose mise su uno sguardo di sfida.
“Prova tu, allora”
“Con piacere. Cobra”
La lastra non si mosse di un centimetro, irritando entrambi i Serpeverde.
“Cosa significa?!” sputò fuori Scorpius, guardandosi intorno “è uno scherzo?”
Rose digrignò i denti “Ti sembra che stia ridendo, Malpuzza? COBRA!” urlò poi, nuovamente diretta alla porta che, facendosi beffe di loro, scricchiolò un po’.
“Inutile porta!” borbottò Rose, mentre Scorpius si passava una mano tra i capelli “Non è possibile” sussurrò, per poi dirigersi all’imboccatura del corridoio.
“E adesso dove diavolo vai, si può sapere?” sbraitò Rose, tentando comunque di mantenere un contegno: non era abituata a perdere il controllo in quel modo e, di conseguenza, mal sopportava gli imprevisti.
Gli imprevisti in compagnia di Malpuzza, poi, la mandavano in bestia.
“Vedo se c’è qualcuno a cui chiedere, non starmi addosso!”
Rose alzò gli occhi al cielo e ingoiò l’ennesima rispostaccia; prima che potesse pensare di fare qualunque altra cosa però, il suo braccio venne artigliato da un Malfoy in corsa con l’unico obiettivo di trascinarla il più lontano possibile.
“Malfoy, ma che cazzo fai?!” urlò, rischiando di cadere; Scorpius la ignorò e fece ancora più pressione.
Pochi secondi dopo raggiunsero la fine del corridoio e il biondo si fiondò dietro l’angolo, scaraventando per terra senza tanti complimenti la giovane Weasley.
Rose si rialzò immediatamente, decisa a mettere fine all’inutile vita di Malpuzza e fare quindi un favore al mondo, ma, quando vide lo sguardo terrorizzato di quest’ultimo, si bloccò.
“Malfoy? Si può sapere che cazzo ti prende?!”
Rose Weasley non brillava per finezza già alla tenera età di nove anni, passarne altri cinque in compagnia di maschi Serpeverde non l’aveva certo aiutata a migliorare.
Scorpius ansimò, si passò una mano tra i capelli e sbirciò oltre l’angolo; Rose seguì velocemente il suo sguardo e notò un biondino e un ragazzo di colore parlottare davanti all’entrata di Serpeverde.
“Ferma” la bloccò Scorpius, anticipando le mosse della rossa, la quale era ben decisa ad abbandonare quello schizzato e a farsi aprire da quei due.
“Malpuzza, ma ti sei rincoglionito tutto d’un tratto?! Quei due sono il nostro biglietto d’ingresso!” protestò Rose, scrollando il braccio per farsi mollare da Scorpius.
Il biondo scosse la testa, inspirò profondamente e guardò intensamente Rose negli occhi
“No, Weasley. Quei due sono mio padre e mio zio.”
La risata che echeggiò nel corridoio rimase negli annali: alcuni quadri, tra cui un’anziana donna seduta su una poltrona di chintz, sostengono ancora di essere rimasti sordi per una settimana.

 
 
TECLA
Buonsalve gente! Ho deciso di riscrivere questa storia perchè l'avevo iniziata due anni fa e, sebbene sia stata la mia prima fanfiction e l'adorassi, non riesco a leggerla da tanto scrivevo male; DUNQUE non ho intenzione di cancellare quella, perchè comunque le sono molto affezionata e mi dispiacerebbe perdere le recensioni, ma ho intenzione di riscriverla - cambiando parecchio la trama - e sperare di finirla, un giorno.
Fatemi sapere cosa ne pensate ma, soprattutto, FUGGITE, SCIOCCHI!
Io ve l'ho detto...
Un bacio!
  
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