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Autore: mikilily    11/01/2013    11 recensioni
Due colleghi che all'apparenza si odiano, una causa delicata e interessante su cui lavorare insieme.
Un uomo che cova in segreto un sentimento. Una donna che ama o è convinta di farlo. Un bacio e un' ampolla sanciscono una nuova unione. Sconvolgendo le vite dei due ragazzi e di chi gli sta intorno. Tutto questo è :Amortentia, la mia piccola Long. In cui lo zucchero è di casa, quindi se siete allergici state alla larga. Un bacio a tutte quelle temerarie che leggeranno e recensiranno la storia.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Narcissa Malfoy, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Nervosa si recava al vecchio e tenebroso manor. Aveva accettato quella strana proposta fatalle da Narcissa Black.
Se ne sarebbe pentita?Questo ancora non lo sapeva.
Doveva sentire cosa la strega doveva dirle; Se avrebbe perorato la causa del figlio o se, si sarebbe scusata per la sua stupidata.
Come no, si disse infine . È la madre, si ricordò Hermione. Lo ha sempre difeso, protetto e vantato, anche quando cercava di uccidere Silente, attentava alla vita di una sua compagna, avvelenava Ron. Ogni ricordo delle malefatte di Malfoy le ritornavano alla mente. Non ha mosso un dito quando...
Il fiato le si bloccò in gola al sol ricordare le angherie che Bellatrix le aveva fatto subire e che lui non si era curato di interrompere.
Basta Hermione.
Ora basta, mostra a questa donna, ai suoi stupidissimi avi con il sangue immacolato chi sei. Sei una donna forte e coraggiosa e nemmeno questo ti piegherà. Draco Malfoy non può piegarti, mai.
Con questa promessa fatta a se stessa, arrivò fino al grande portone, non dovette bussare  perché un elfo servizievole e senza dubbio costretto a lavorare incatenato alle leggi retrograde, le apriva la porta.
- La signora l’attende - disse scomparendo.
Ottimo e ora, si disse Hermione osservando la grande sala d’ingresso. Da che parte vado?
- Prego mi segua- disse un altro elfo comparendo accanto alla porta.
Hermione rimase impallata ma subito dopo si riprese accelerando il passo.
- Senti, lavori da molto qui? Domandò all’elfo che la conduceva per un andito illuminato da una fila di piccole torce.
- Da quando sono nata - replicò l’elfo.
- E come ti trattano, sai, hai dei diritti, puoi chiedere la paga, un giorno libero... dei vestiti puliti -
L’elfa si girò un attimo.
- La signora Narcissa mi ha detto chi è lei, cosa ha creato e cosa ha fatto per il Mondo Magico. Io conoscevo Dobby, me lo ricordo bene, ma io non sono come lui. Ho rifiutato la paga perché non me ne farei nulla, ho tutto quello che voglio per essere felice -
- Cosa sarebbe ? - domandò Hermione.
- Lavoro per i Malfoy , questa è l’unica cosa che voglio -
- Daisy , grazie puoi andare - la voce di Narcissa interruppe il discorso.
L’elfa si abbassò un attimo in una riverenza e poi sparì. Hermione si trovò così sola , dopo tanto tempo, con Narcissa Black in Malfoy.
- Prego si accomodi- disse la lady , osservando la donna che presto avrebbe reso padre suo figlio e lei nonna.
Sorrise, in fondo, quella si che era una donna degna di diventare lady. Forse Draco, aveva sbagliato il modo, ma la scelta la condivideva in pieno.
**
Hermione sollevò gli occhi incredula: Narcissa Black l’aveva fatta accomodare davanti a se, le aveva offerto il te con infinita classe, porgendole lei stessa la tazza.
Aveva bevuto per prima forse per mostrarle che la bevanda non era avvelenata.
Si sentì ridicola solo per averlo pensato.
Poi, dopo che entrambe ebbero finito di bere, la donna iniziò a parlare.
- Mio figlio è uno stupido- disse ed Hermione quasi si strozzò con la saliva.
– Immaginavo stesse complottando qualcosa, da giorni non si faceva sentire-
Hermione sollevò gli occhi incrociando quelli grandi e limpidi della donna.
- Devi scusarlo, anche se so che è difficile. È un testone, cerca di aggirare gli problemi. Ha paura ad affrontarli e fa la cosa che sa fare meglio: Circuire e agire nel buoi. Ti sentirai offesa, e come donna posso capirti. So come fanno gli uomini, so come agiscono i Malfoy. Suo padre, era come lui testardo e codardo pensa che non è mai riuscito ad ammettere i suoi sentimenti nei miei confronti. Si limitava ad annullare ogni mio pretendente, alla fine fui io, esausta , che lo baciai proponendomi come sua compagna e futura moglie -
Hermione sbarrò gli occhi.
- So che però questo non è il tuo caso, giusto?- Hermione annuì affermando ciò che Narcissa le aveva detto .
Ora però non era più convinta che Draco Malfoy, per lei, non contasse nulla.
Lo odi.
- Avete parlato?- domandò ancora la donna scrutandola attentamente.
Parlami, confidati con me, siamo due donne e presto diverremo parenti.
- Sì - ripose Hermione, la gola era secca e una strana agitazione le attorcigliava le viscere.
- Spero che non abbiate litigato ancora - Hermione si sentì in colpa, lei aveva urlato, inveito, offeso, lui, invece le aveva confessato tutto.
- Un po’- ammise.
- Dovreste parlare. So che per lei è difficile, che aveva una vita diversa fino a qualche tempo fa-
- Suo figlio mi ha ingannata, ha profittato di una causa per farmi andare da lui, mi ha fatto bere dell’Amortentia per passare una notte con me -
- è squallido - disse Narcissa.
- Molto squallido! - replicò Hermione – poi è venuto a casa mia e ha proposto un matrimonio, la cura dei bambini, mi ha illuminato sul suo amore -.
Narcissa aprì la bocca.
- Non mi fido, lo capisce. Io non posso credere a suo figlio, lui mi ha sempre umiliata , derisa, offesa. Questa è solo l’ennesimo atto di un suo macchinoso piano -
- Dovreste parlare -
- Pare che non ho scelta- disse tristemente Hermione – la legge è dalla sua parte aspetto i suoi figli e dovrò diventare sua moglie -
- Figli?-
- Si sono due - ammise.
Narcissa sembrò rinascere a quella notizia.
- Vedo che almeno qualcuno è felice della novità- replicò la Granger.
- I suoi genitori, non sono stati informati? – domandò la strega.
- No, i miei non si ricordano nemmeno di avere una figlia, pensi cosa penserebbero di sapersi nonni di due nipoti-
Narcissa annuì senza più riuscire a dire nulla.
- Ora si è fatto tardi- disse Hermione alzandosi.
- Signorina Granger - disse la lady alzandosi – dovrebbe dirmi il giorno che più le piace per le nozze -
Hermione barcollò.
- Decida lei, pare che sia più emozionata per l’evento che gli sposi -
E dopo questo andò via.
**
Seduta sul letto, osservava la figura che lo specchio davanti a lei rifletteva.
Una donna di media statura la guardava stranita. Incredula a ciò che i suoi occhi le mostravano . Il vestito in pizzo bianco accarezzava morbidamente le linee del suo corpo facendo risaltare le curve addolcite dalla gravidanza, questo le scopriva le spalle e arrivava fino a terra producendo un piccolo strascico. Un nastro in raso bianco, con al centro uno smeraldo contornato da due diamanti, delineava la linea sotto il seno. Ai piedi, portava delle scarpe in raso arricchite da pietre, anch’esse verdi, nel tacco. I capelli erano stati raccolti lasciando liberi solo due boccoli ai lati della fronte, mentre sul capo portava la tiara di famiglia dei Black. Portava i guanti in pizzo che le coprivano solo le mani, lasciando scoperte le braccia .
Gli occhi erano stati truccati con colori tenui, sul rosa pesco; Le labbra erano state delineate con la matita e rese brillanti dal gloss; Solo le gote erano state leggermente arrosate con del blush facendo così, risaltare gli zigomi.
- Posso entrare -  Hermione nemmeno si girò verso la donna.
Continuò a guardarsi senza emettere fiato. Era veramente lei quella che da ore si specchiava ?
- Sei bellissima – disse Narcissa.
Hermione non parve ascoltarla.
- Ci siamo tutti-, disse ancora la Lady – anche l’ufficiante è arrivato e Draco è già in piedi, ai piedi dell’altare- finì.
Draco.
Già mi sposo con Draco Malfoy.
- Questo è il mazzolino - disse Narcissa posandole un bouquet di rose bianche. Hermione posò i suoi occhi suoi fiori.
Belli ma non erano certo quelli che aveva immaginato di tenere tra le mani il giorno che si sarebbe sposata.
- Draco mi ha detto che ti piacevano rosse, ma ho preferito le bianche. Si addicono più alla situazione- disse Narcissa.
Come faceva a sapere?
Sollevò lo sguardo sulla lady che sorrise.
Fuori c’è qualcuno che aspetta per accompagnarti- disse Narcissa baciandole la fronte come una madre, uscendo infine dalla stanza.
Hermione prese un grosso respiro e finalmente si alzò.
Oggi finisce la mia vita da donna libera e comincerà il mio lento declino.
Passò una mano sul ventre, ancora piatto, sospirò pensando a quando si sarebbe ingrossato. Sorrise immaginando i suoi bambini e finalmente si decise ad uscire.
Avrebbe camminato a testa alta, sarebbe stata orgogliosa di ogni scelta fatta: dei suoi bambini, della sua vita.
Non era lei quella che aveva ingannato, non era lei quella che aveva mentito. Lei, era una vittima, come lo erano i suoi figli. Che destino crudele toccava loro, Draco Malfoy come padre.
Draco Malfoy come marito.
Aprì a porta assorta in quei pensieri e quasi andò a sbattere su un uomo vestito di nero, questi si girò di scatto, guardandola a bocca aperta – Hermione sei bellissima-
- Harry- disse correndo tra le braccia del suo migliore amico.
- Piccola-
- Sei qui, sei venuto-
- Non potevo mancare, la mia migliore amica si sposa –
- Già, ma non con l’uomo che ...-
- So tutto- disse Harry, -mi spiace, se ti può consolare ho spaccato la faccia a Malfoy-
Hermione sollevò lo sguardo incredula osservando le iridi verdi dell’amico che le confermavano ciò che le aveva detto.
- Bene- replicò- chiamerò te quando voglio dargli una lezione-
- Si- disse Harry – spero però che riusciate a parlare-
-Impossibile -
Harry storse la bocca, ma non disse nulla. Non doveva essere lui a dirle quanto Malfoy l’amasse. No, doveva essere l’ex Serpeverde a trovare il coraggio.
Sperò che si decidesse o quel matrimonio, sarebbe stato un vero inferno.
**
Aveva pianto forse per l’emozione, tristezza.
O forse era rabbia?
Era rabbia quella. La rabbia per aver sposato te e non Weasley.
Quella consapevolezza l’aveva accompagnato per tutta al sera. Quella che doveva essere la sua festa , per lui Draco Malfoy, divenne un tormento. Sua moglie, la sua bellissima moglie, lo evitava preferendo stare a chiacchierare con Potter. Il pugno che quello stronzo gli aveva dato ancora bruciava.
La cosa che gli fece più male fu osservare gli sguardi compassionevoli che tutti gli riservarono.
Tutti sapevano quanto l’amasse, tutti sapevano quanto lei, al contrario, amasse Ron Weasley. Avevano intuito che c’era sotto qualcosa e quando la voce della gravidanza della Granger si era propagata, nessuno ebbe più dubbio: l’aveva incastrata.
- Auguri amico, bella festa- Theodor , il suo testimone , gli sorrise.
- è un disastro- replicò Draco – lei...-
- Dopo ci sarai solo tu, mi assicurerò che Potter vada via -
Draco ghignò.
- Sei un amico- disse.
- Lo puoi ben dire, il migliore- aggiunse sollevando il calice prima verso Draco e poi verso Hermione che arrossì vedendo quel gesto da parte di Theodore Nott.
- L’hai conquistata-
- Dovresti conquistarla tu, visto che è tua moglie -
È come scalare l’Everest pensò, anche se non sapeva cosa volesse dire, ma lei lo ripeteva spesso e quindi, aveva intuito, fosse un detto babbano.
La sera procedette lentamente, quando a notte inoltrata, anche l’ultimo ospite andò via Draco e Hermione rimasero soli nella grande casa che Narcissa e Lucius avevano regalato loro.
Una villa in Scozia lontano dal clamore e dalle malelingue- aveva detto Lucius.
- Un oasi di pace in cui potrete crescere i bambini-, aveva aggiunto Narcissa.
Una prigione, aveva pensato Hermione.
Il nostro nido d’amore,si disse speranzoso Draco.
L’uomo accese la musica e rifocillò il fuoco che gli elfi avevano acceso ore prima.
Si preparò un firewhisky e infine si girò a guardarla:
Bellissima.
Hermione si era seduta sul divano e imbarazzata si guardava le unghie.
Non osava sollevare lo sguardo per paura che potesse succede qualcosa, non poteva permetterselo. Tutta la sera era riuscita a evitarlo, ma come una calamita i suoi occhi si posavano a intervalli regolari su quello che era diventato suo marito. Era bello, decisamente sexy. Come aveva fatto a non accorgersene prima.
Tutte parevano accorgersi di questo tranne lei
Lo detestavi.
Lo detesti, si intimò iniziando una lotta con la sua coscienza.
- Ho paura a offrirti da bere- disse lui e con quelle parole lei sollevò lo sguardo.
- Non ho sete- rispose.
Lui annuì voltandole le spalle.
- Tua madre mi ha detto che voi Malfoy-
- Che noi Malfoy?- domandò scettico.
- Niente lascia stare-.
- No dimmi Granger, tranquilla-
Maledizione perché aveva parlato.
- Ha detto che voi Malfoy siete soliti organizzare feste danzanti, mi ha parlato di una imminente-
- Vuoi andare?- chiese scettico. –pensavo che non ti avrebbe fatto piacere mischiarti con tutti loro, sai occhi che osservano, bocche che parlano.
- Infatti non ci tengo, ma se dovevo andarci volevo farti presente che non so ballare-
Draco sgranò gli occhi.
- Al ballo del ceppo ballavi più che bene- ricordò con un motto d’ira ricordandola felice tra le braccia del Bulgaro .
Con tutti tranne che con te. Pensò lui.
Come fa a ricordarsi...pensò lei.
- Io, è passato del tempo – rispose titubante.
Smettila Hermione, smettila assolutamente. È solo quel cretino che ti ha incastrato.
- Ballare e come andare su una scopa, lo si impara una volta e lo si ricorda per sempre-.
Draco fece un passo e arrivò davanti al divano dove Hermione stava ancora seduta. Si inchinò e le offrì la mano.
- Vuole- disse abbassando il capo senza però mai smettere di guardarla
Hermione sii coraggiosa, così afferrò la mano. Un brivido le scese lungo la schiena, ma non osò staccarsi. Orgoglio e coraggio erano intrisi in lei.
- Certo- replicò sollevandosi. Draco la condusse al centro della sala e piano iniziò a muoversi. Le strinse un fianco con la mano,  e con l’altra le prese il braccio, le distanze si ridussero vistosamente tanto che Hermione non sapeva da quale parte guardare. Sentiva il suo fiato sul collo, i capelli accarezzarle le gote.
- Rilassati- le sussurrò.
Il cuore perse un battito e in un attimo, si ritrovò incatenata dalle spire del serpente, a una spanna dal suo viso, a un soffio dalla sua bocca.
Sbagliò, socchiuse gli occhi e lui la baciò con dolcezza, infinita dolcezza. Le gambe le tremavano, il cuore faceva le capriole e la consapevolezza che quello non era solo uno sbaglio la trafisse. Distruggendo il castello di carta che si era costruita.
Boccheggiò e lo spinse via.
Draco rimase immobile al centro della sala, incredulo la guardava, poi, abbassò il capo sconfitto.
- Scusami- disse voltandole le spalle incamminandosi verso le scale.- non avrei dovuto toccarti- aggiunse.
- Dove stai andando?- chiese Hermione seguendolo, la morsa al petto non accennava a scomparire. Si era pentita un attimo dopo, averlo respinto. Non l’avrebbe mai ammesso, questo era certo.
- Nella mia stanza- disse. -Mia madre non te l’ha detto? Abbiamo stanze separate-.
Hermione aprì la bocca, ma non disse nulla lo osservò allontanarsi da lei silenzioso ed elegante come solo un Malfoy sapeva essere.
   
 
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