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Autore: fanny6    11/01/2013    1 recensioni
"-Grazie, ma credo che nessuno potrà fare niente per questo rottame- la sua voce diceva più di tutti i suoni che avessi sentito prima. La guardai estasiato mentre prendeva a calci una ruota, e la mia prima preoccupazione fu quella che non si facesse male.
-Hei, hei, hei….!- la fermai, tirandola indietro con una mano –Così ti fai male!- protestai.
-Scusa- abbozzò un sorriso.
E il mio mondo ricominciò a girare."
Dopo la nascita di Renesmee, Jacob ha giurato di non amare altri che Bella per tutta la sua vita, nonostante sappia di averla persa per sempre. Le cose, però, non vanno mai come le pianifichiamo.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Joseline
 
Quando aprii gli occhi quella mattina era appena l’alba: il sole era appena sorto, caldo e luminoso, e il cielo dopo la tempesta era limpido e azzurro.
Mi sentivo bene, mi stiracchiai e poi sbattei gli occhi perplessa: dov’ero?
In un lampo ricordai tutto, della finestra rotta, la casa allagata, casa Black e Jacob. Jacob che si chinava su di me, bello come il sole, il busto abbronzato e caldo che premeva sulla mia pelle, le sue labbra che poggiavano sulla mia guancia. Una vampata di calore, trasportato dal sangue, mi raggiunse la testa, mentre il mio cuore accelerava.
Gettai un’occhiata al di sotto del letto e vidi una scena che mi fece sorridere: Jake dormiva come un bambino, abbandonato sul materasso troppo piccolo, i capelli neri e lucidi scompigliati, la schiena abbronzata che spuntava dalle coperte che aveva appallottolato e scostato nel sonno.
Rimasi qualche minuto a guardarlo, imprimendomi quell’immagine di tranquillità e di calore nella testa, prima di alzarmi in punta di piedi: dovevo riuscire a scavalcarlo per andare a vestirmi in bagno (sperando che Sam avesse scelto qualcosa di decente).
Cavolo: era così enorme che occupava più di metà della piccola stanza. Mi sedetti sul letto: l’avrei svegliato di sicuro, tanto valeva aspettare.
Il silenzio, interrotto solo dal rumore delle onde e dal cinguettio proveniente da fuori, era rilassante. Guardai di nuovo Jake, investito dai primi raggi di sole, e non riuscii a trattenermi dall’allungare una mano e passargliela tra i capelli scuri.
Jacob si mosse appena, e capii che stava per svegliarsi: allontanai la mano con un gesto rapido e aspettai che aprisse gli occhi, scuri e luminosi nello stesso tempo.
Nell’istante stesso in cui aprì gli occhi mi stava già rivolgendo il più bello dei suoi sorrisi.
-Buon giorno- lo salutai rispondendo al sorriso: come potevo trattenermi?
-Hei- rispose Jake, la voce un po’ arrochita dal risveglio –‘Giorno Josie-  fece, stiracchiandosi –Sembri un angelo con i capelli così- commentò, allegramente. Davo le spalle al sole, e immaginai che i suoi raggi avessero incendiato i miei capelli creando una disordinata aureola dorata fatta di ricci, attorno alla mia faccia.
-Oh…hem, grazie- risposi, balzando giù dal letto –Vado a prepararmi- annunciai
-Certo- acconsentì pure –Il bagno è tutto tuo, io mi devo ancora svegliare bene- ridacchiò.
Uscii dalla stanza più veloce che potevo: la presenza di Jake lì dentro era così devastante che mi stava stordendo. Mi concessi una doccia fresca, e ringraziai tacitamente Sam per avere un buon gusto in fatto di vestiti, mettendo dei pantaloncini bianchi e una canottiera azzurra, insieme con un paio di sneakers, bianche anche loro. Faceva di nuovo caldissimo, e dopo qualche minuto che armeggiavo col phon i miei capelli erano già asciutti, nonostante arrivassero quasi a metà schiena là dove la scalatura li aveva risparmiati, e più vaporosi e selvaggi che mai. Rinunciai a domarli e andai in cucina. Nel corridoio notai delle foto appese al muro che mi erano sfuggite la sera prima: riconobbi Billy, ancora in piedi, senza sedia a rotelle, un piccolo Jacob e una bellissima donna, con una lunghissima chioma nera e un sorriso che avevo già visto tante volte in suo figlio: la madre di Jacob. Da quelle foto trassi immediatamente una conclusione: la sorte di Jacob era stata la mia stessa sorte. Mi sentii più vicina a lui che mai.
 
 
Jacob
 
 
Rimasi sotto la doccia il tempo necessario per rinfrescarmi la mente.  Quella notte ci avevo messo tanto ad addormentarmi, ero rimasto a guardare Josie illuminata dalla luce della luna, i capelli folti sparsi per il cuscino, il viso tranquillo. Era bellissima, i lineamenti orgogliosi e sinceri. E quando mi aveva abbracciato così, senza preavviso….. torna in te Jake, devi presentarti di là in condizioni passabili.
-Ciao a tutti! Che si mangia?- domandai, facendo la mia comparsa in salotto
-Papà ha insistito per cucinare- brontolò Josie –Di nuovo pancakes- ne mostrò una torre –Potresti almeno sforzarti di cambiare…- disse a suo padre
-Volevo andare sul sicuro… ci stanno ospitando, almeno dovevo avere la certezza che il cibo fosse commestibile!- si giustificò lui, ridacchiando con Billy: a quanto pare andavano piuttosto d’accordo.
-A me piacciono- dissi io, afferrandone due e facendoli sparire in un nano secondo, alzando il pollice in segno di approvazione
-Ma tu non fai testo, Jake… tu mangeresti qualsiasi cosa- esclamò Josie, con un gran sorriso. Alzai le spalle e sorrisi di rimando.
-Allora, quali sono i piani per oggi, ragazzi?- domandò il signor Porter –Io sarò con Sam Uley e qualche operaio a vedere cosa fare per la casa-
-Beh, pensavo che potremmo andare verso la scogliera, e poi…- mi interruppi, perché Billy mi stava guardando significativamente –Che c’è?- domandai perplesso
-Jake, ha chiamato Bella- Il nome della mia migliore amica mi fece gelare: era circa una settimana che avevo smesso di soffrire per lei, di pensare a lei in un certo modo…sembrava passato molto più tempo. Invece erano solo tre settimane che non la vedevo, da quando i Volturi se n’erano andati. Non ci eravamo lasciati male, questo no, però lei era rimasta al fatto che non la volevo vedere per un po’, per non stare così male. Mi resi conto che era il momento di chiarire.
- Oh…-
-Vuole che tu vada a trovarla, oggi…- fece Billy, piuttosto seccato. Non gli piacevano i Cullen, o, per meglio dire, li detestava, e ora Bella era una di loro. –E’ preoccupata per te- aggiunse, meccanicamente.
-Ah. Certo… allora credo che dovrò andare. Dobbiamo chiarire…alcune cose- annuii –Mi dispiace, Josie…- dissi poi: era il secondo giorno che la dovevo lasciare sola, mio malgrado, e sentivo quanto le dispiacesse –Mi dispiace davvero…ma ci vediamo stasera, che tu dorma ancora qua o no- la rassicurai.
-No, va bene...- abbozzò un sorriso poco convinto
–Hei, senti…perché non chiami Leah? Sarebbe felice di passare il pomeriggio con te- sperai che Leah non mi uccidesse.
-E’ una buona idea- confermò Billy. Mi chiesi come potesse esserne così certo, ma fui contento che mi sostenesse
-Si…si, credo che lo farò- e Josie si alzò da tavola –Vado a chiamarla- annunciò, prendendo il telefonino dalla tasca.
Sentii che parlava e sentii anche la voce squillante di Leah dall’altro capo del telefono: impossibile ma vero, aveva detto sì.
-Bene, allora io vado da Leah- disse, prendendo la borsa e avanzando verso la porta. La seguii –Torno per cena- dissi a Billy. La raggiunsi fuori –Hei! Josie…mi dispiace- ripetei, preoccupato
-Non fa niente Jake, davvero…- mi sorrise –Se devi andare a trovare un’amica non mi offendo mica- disse –Ci vediamo stasera, buona giornata!- mi augurò
La trattenni per un braccio e la attirai verso di me, per darle un bacio sulla guancia –Buona giornata anche a te, mi raccomando non fate pazzie- ridacchiai, pensando alla faccia di Leah se mi avesse sentito
-Ma si! Vuoi stare tranquillo?!? Non sono una donzella in difficoltà- mi prese in giro. Decisamente ero troppo abituato a Bella, l’attira-sventure. La salutai e mi avviai nella tana del lupo. Ops. Del vampiro.

 
  
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