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Autore: DareToDream1D    11/01/2013    15 recensioni
Tutti i più grandi problemi si scatenarono sulla mia vita come un tifone, il giorno in cui la mia sorellastra, Crystal, una ragazza tutta casa e chiesa, portò a casa il suo primo ragazzo serio, serio si fa per dire, perché quel tipo era un viscido bruco venuto alla mia porta per farmi perdere completamente la pazienza.
E a me, la sfigata di turno, era toccato l'ingrato compito di separarli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22. I guess this is a goodbye.

 
Stavo sistemando le ultime cose, stavo partendo.
Dopo la surreale sfuriata con Harry e Louis era la decisione migliore, forse non avrei avuto un posto dove stare, forse me ne sarei pentita dopo appena un giorno. Ma intanto quel viaggio a Manchester era piuttosto un “sopralluogo” della città dove sarei rimasta per i prossimi anni, non che non mi dispiacesse di dover lasciare Michael e Briget, e sono costretta a dire anche Crystal, che alla fine è stata solo un mezzo per… beh, la storia la conoscete. Non mi sono mai piaciuti gli addii e cerco di evitarli il più possibile, ma mi vedevo costretta a dover fare una sana discussione con la mia famiglia, così, una volta pronte le valigie, li trovai al piano di sotto che chiacchieravano seduti in salotto. Ovviamente erano a conoscenza dei miei piani e li avevano accettati anche se malvolentieri, appena entrai mi abbracciarono e Briget iniziò a piangere mentre mi teneva stretta tra le sue braccia e io la calmai con un sorriso, dicendo rivolta a lei e Michael –Prima che vada c’è qualcosa che vorrei dirvi-, forse quello era il momento giusto per far si che emergesse un po’ il mio lato tenero e umano; si sedettero e io mi misi accanto a Briget, tenendole la mano- Voglio ringraziarvi, per quello che avete fatto in tutti questi anni per me, anche se non l’ho sempre meritato. Mi dispiace per ogni volta che mi sono comportata male con voi, che vi ho disubbidito o sono sembrata un’ingrata, volevo solo che sapeste che non è mai stato così…se non mi aveste presa con voi adesso non so dove sarei o cosa avrei fatto della mia vita e per questo io non vi ringrazierò mai abbastanza- dissi tutto d’un fiato e Briget iniziò a piangere ancora di più, abbracciandomi stretta e io mi abbandonai a quella calda sensazione di protezione e lei mi disse con la voce interrotta dal pianto –Oh, tesoro, sei sempre stata come una figlia per noi, dal primo momento che ti abbiamo avuta con noi, non devi mai dubitarne-, sorrisi con gli occhi lucidi per la commozione, poi Michael si lasciò andare a sua volta, evidentemente emotivamente coinvolto dalla situazione-Sappiamo bene che noi non potremo mai e in nessun modo rimpiazzare la tua famiglia, ci auguriamo soltanto di aver fatto il meglio per te e che tu lo capisca, che ti amiamo con tutto il cuore e qualunque cosa accada noni saremo sempre qui per te-.
Quelle erano le uniche belle parole che mi aveva mai rivolto da quando ero arrivata, era un uomo di poche parole, ma quando parlava sapeva scegliere con perfezione quelle giuste da dire, abbracciai anche lui e mormorai un commosso –Grazie di tutto…- poi tornai al piano di sopra e mi avvicinai alla porta di Crystal, sentendola singhiozzare rumorosamente da dietro la porta, picchiettai contro la superficie legnosa ed entrai, lei era stesa sul divano abbracciata al suo cuscino, appena mi vide entrare si rizzò a sedere e mi disse-Oh, Aria, non credevo che…- sorrisi e d’impulso la abbracciai, in fondo anche lei era parte della mia famiglia e le volevo molto bene, più di quanto volessi realmente ammettere, poi toccai proprio il fondo e dissi-Mi mancherai, Crys-, lei si asciugò le lacrime con le maniche e disse- Mi mancherai anche tu, ti voglio bene Aria-, visto che non avrei avuto altre occasioni cercai di parlare con il cuore anche con lei- Crystal, io… mi dispiace per quello che ho fatto, io ho sbagliato molte cose con te e mi spiace solamente di averlo capito solo adesso e di non poter fare niente per sistemarele- lei sorrise ancora più commossa e mi disse prendendomi entrambe le spalle- Aria, non c’è niente che io debba perdonarti, sei mia sorella e ti vorrò sempre bene, non importa quello che succeda-. È strano come nel mio cuore cambi repentinamente quello che intendo per famiglia, a volte non è un legame di sangue, la famiglia è dove ti senti a casa.
Decisi che era finito il momento delle tenerezze e tornai in camera a portare giù i bagagli, che caricai nel bagagliaio dell’auto, li abbracciai per l’ultima volta, anche se sarei tornata dopo quattro giorni per finire l’ultimo mese dell’anno e solo allora me ne sarei definitivamente andata, però quel discorso avevo preferito farlo in quel  momento, almeno mi ero già tolta il pensiero. Quando partii mi resi conto che per quanto non volessi accettare che loro fossero la mia famiglia e che sarebbero stati loro per sempre, io non potevo pensare diversamente, perché io li amavo davvero, perché per quanto avessi voluto che fosse mia madre ad accompagnarmi a scuola il primo giorno dell’anno, Briget non aveva mai mancato di farlo, orami loro lo erano, erano la mia casa.
In quella giornata soleggiata ero costretta in una scatola di lamiera e guidavo per l’autostrada sperando di non perdermi o quantomeno di non sbagliare a prendere l’uscita. Stavo fantasticando a come la mia vita sarebbe stata diversa, cosa sarebbe successo, e pensavo anche a quei sacchi di immondizia che mi avevano trattata in quel modo ed erano stati quasi la causa principale del mio trasferimento. Per quanto io abbia affrettato le cose, ci ho riflettuto a lungo su cosa fare e ho concluso che avevo bisogno di questo e che se avessi respirato aria nuova per un po’, poi probabilmente tutti i problemi che ho lasciato a Londra mi sarebbero sembrati meno gravi di come li vedevo quando ero ancora lì, e forse li avrei anche potuti perdonare, entrambi.
Non mi piace per niente dover lasciare delle cose incompiute da qualche parte, anche se a volte finiscono per completarsi da sole, ma mi da fastidio il pensiero di non essere riuscita a farle quando era il momento, mi fa sentire inferiore e stupida.
Tornai a concentrarmi sulla strada che percorrevo e seguivo meticolosamente le indicazioni del navigatore satellitare, che un giorno avrebbe dovuto portarmi fino a Cardiff, invece mi ritrovai a Edimburgo, forse quel giorno invece di portarmi a Manchester mi avrebbe portato in Senegal. In poco tempo mi ritrovai a girare tra le vie sconosciute della città, seguendo un po’ il navigatore e un po’ il mio buonsenso per trovare l’Università, dopo tre quarti d’ora di giro turistico, mi accorsi che stavo percorrendo la strada per la terza volta di seguito, solo allora mi fermai e abbassai il finestrino, sequestrando il primo passante per chiedergli un’informazione. –Mi scusi, saprebbe dirmi che strada devo prendere per arrivare all’Università?- mi ero rivolta ad un signore sulla sessantina circa che aveva una pancia pronunciata e pochi capelli sulla testa, si voltò nella direzione opposta a quella verso cui camminava e disse, accompagnando le sue parole con dei gesti del braccio e disse- Prosegui per questa strada, gira alla seconda a destra, poi subito a sinistra e prosegui ancora dritto, ci sarà poi un cartello che ti dirà dove andare-, feci passare tre secondi per assimilare il concetto e poi gli dissi con un gran sorriso riconoscente –La ringrazio, arrivederci-.
Dopo un tratto indefinito di curve, incroci e rotatorie adocchiai il tanto agognato cartello e lo seguii finchè non mi ritrovai non molto lontano un imponente edificio, varcai il cancello d’ingresso e parcheggiai l’auto. C’erano molti altri ragazzi che credo stessero aspettando di poter entrare, intanto spensi il motore e presi la borsa e controllai di aver preso la convocazione, scesi e mi avviai verso quel gregge di persone. Tutti parlavano allegramente, tranne una ragazza bassina con dei grossi occhiali neri, mi avvicinai e le chiesi- Scusami, per la convocazione dei nuovi studenti dove si deve aspettare?-, aveva l’aria di essere lì da un pezzo e quando mi avvicinai mi sembrò quasi di darle un briciolo di speranza, mi rispose con un sorriso –Oh, è qui, hanno detto che a momenti ci faranno entrare-, la ringraziai e mi contai come trentesima pecorella al gregge.
La piccola racchia ci aveva visto giusto e ci fecero entrare in un sontuoso corridoio, che doveva essere anche una specie di sala d’aspetto, per la prima volta mi disturbai a controllare attentamente cosa dicesse la convocazione e scoprii che quella sottospecie di incontro era solo per gli studenti che venivano da un’altra città, non che mi cambiasse la vita, ma era carino saperlo. Un Frodo ci… ehm, volevo dire, un uomo leggermente basso di statura, chiamò il mio nome e mi avvicinai a lui e lo seguii nell’ufficio del rettore, che mi accolse con uno guardo vitreo e inespressivo, mi strappo la convocazione di mano e appuntò qualcosa su un foglio e poi lo fece timbrare dalla sua segretaria, restituendomelo.
-Salve, signorina Shelton, benvenuta nella nostra università, se non erro ha fatto richiesta per una stanza al campus e le consegnerò la chiave adesso…Lisa, la chiave dell’appartamento 5B, per favore… grazie- mi diede la chiave e mi disse- Così non dovrà trovare un appartamento in città, le regole saranno spiegate il primo giorno delle lezioni, ecco  lei il programma dei corsi, le suggerisco di mandare la propria adesione a quelli che le interessano e di prepararsi sui programmi per sostenere il test d’ingresso, è pregata di ritornare quando avrà l’attestato degli esami che compirà a brave, arrivederla-,- Arrivederci e grazie a lei- dissi uscendo nuovamente. Che dire, breve ma intenso, per fortuna non mi era toccata alcuna domanda a sorpresa, magari di trigonometria o di geografia astronomica. Per un attimo ho temuto il peggio.
Uscii velocemente dalla porta e camminai con lo sguardo basso  lungo il corridoio sotto gli sguardi degli altri ragazzi, fino a quando non urtai accidentalmente una figura che camminava nella mia direzione, facendo cadere i fogli che portavo in mano.  Sentii una mano posarsi sulla mia spalla, come per sorreggermi e una voce maschile vellutata e calma che mi disse-Oh, mi dispiace davvero tanto-, io mi affrettai ad incolparmi e dissi- No, scusami tu, non guardavo dove stavo andando- risposi portando per la prima volta gli occhi su di lui. L’incarnazione della perfezione. Un ragazzo alto, capelli castani e occhi castani, con un sorriso dolce e innocente, che mi fece venire le palpitazioni.
Credo che iniziai a sorridere come una mongoloide inebetita, finchè lui mi disse porgendomi la mano – Piacere, sono Liam-, la strinsi automaticamente e sorrisi.
Poteva essere proprio una favola, l’incidente che si trasforma nell’incontro, il principe che si innamora della principessa e via dicendo fino al “vissero felici e contenti”.
Ma io sono l’anti-favola. Io sono la palla di lardo rachitica, la sfigata, quella con la lingua lunga, quella che fa brutte figure in continuazione.
Eppure, che ci crediate o meno, la mia storia iniziò da li, da quei fogli caduti e da quella stretta di mano, la storia quella vera.


E anche questa storia è finita...
Già, prima o poi doveva succedere.... e ho scelto oggi, che avevo un po' di tempo libero :) lol
Spero con tutto il mio cuore che questa storia vi sia piaciuta, vi ringrazio immensamente per ogni recensione entusiasta che mi avete lasciato.
Durante il tempo che ho pubblicato mi è sembrato di fare forse l'unica cosa buona che sono capace di fare e voi mi avete datto tutto il supporto possibile e io vi ringrazio immensamente per questo :')
Sapete una cosa, io sono un tipo di poche parole, ma a volte arriva anche per me il momento di dilungarmi... forse questo è uno di quei momenti, ma non eccederò :)
Io mi sento sempre un'incapace e penso che scrivere forse è l'unica cosa che mi riesce, mi fa stare bene e per me significa il mondo, mi aiuta ad alleggerire l'animo e mi tranquillizza.
so che probabilmente non vi interessa saperlo, ma vorrei che capiste quanto sono state importanti i vostri pareri, i vostri complimenti, tutte le cose belle che mi avete scritto, davvero, non sapete quanto ne ho avuto bisogno :)
Alcune mi hanno chiesto se avevo in mente e in programma un'altra storia e la risposta a questa domanda è....si, c'è un'altra storia, ma è completamente diversa da questa, in ogni cosa. 
Non è ancora pronta e quindi non la pubblicherò in un prossimo futuro, però lo farò appena sarò arrivata ad un buon punto con i capitoli, spero di avervi incuriosito e che mi seguirete anche nella prossima, mi renderebbe davvero felice :)
Ecco, lo sapevo, mi sono dilungata D:
D'accordo, adesso me ne vado sul serio hahaha... solo una cosa, lo so che ho implorato una recensione in ogni santo capitolo, ma adesso che è finita vorrei sapere il parere anche di qualche lettore silenzioso, ma non è importante, se non volete :)
Grazie a tutte, ci rivediamo prestissimo, lo prometto,
Giulia xx :)
PS: Ve l'avevo detto che sarebbe finita bene ;)
  
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