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Autore: Christine White    11/01/2013    2 recensioni
sono una ragazza di 16 anni che si è appena trasferita e alla quale succedono cose strane durante la sue permanenza in un paesino vicino a londra
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 
Ciao mi chiamo Cristina sono una ragazza di 16, mi sono appena trasferita in inghilterra in un paesino abbastanza tranquillo vicino a Londra e in questi mesi mi sono successe cose molto strane.. cominciamo dal principio.
“Cristina sei pronta?” “si mamma! Un attimo e arrivo” le urlai in risposta mentre preparavo i bagagli per la partenza. Ero eozionata! Insomma stavo andando in inghilterra! Io, una ragazza italiana. Prima di uscire dalla mia stanza mi fermai sulla soglia della porta di camera mia e mi girai per rivederla l’ultima volta. Mentre ne scrutavo ogni angolo i ricordi affolarono la mia mente. Mi ricordai di quando io e la mia migliore amica, Francesca, giocavamo a nascondino o a prenderci e ogni volta alla fine dei giochi ci svelavamo a vicenda i nostri segreti. Quello che mi riporto alla realtà fu la voce di mia mamma “Cristina dai che dobbiamo prendere l’aereo!”. In fondo mi sarebbe mancato molto quel posto. Un paesino di circa 3000 abitanti. Ho trascorso la mia infanzia in quel luogo avevo quasi tutte le mia amicizie lì. Quando uscii ebbi una sorpresa. Tutti i miei amici mi aspettavano fuori da casa mia per salutarmi. Francesca mi prese per un braccio mi si avvicinò e mi sussurò all’orecchio “Tranquilla verrò a farti visita quando potrò!” io mi staccai un pochino solo per riuscirla ad abbracciare e le sorrisi dicendole “Ne ero certa!”. Mi sciolsi da quell abbraccio con un po’ di tristezza. Gli altri li salutai in modo un po’ frettoloso, non volevo pensare che forse non li avrei nemmeno più rivisti. Con quei pensieri nella testa mi diressi verso la macchina. Durante tutto il viaggio per l’aereoporto non feci altro che ascoltare la musica e guardare fuori dal finestrino ancora immersa nei pensieri avuti dopo l’abbraccio con Francesca. Arrivati all aereoporto ci stavo ancora pensando quando una mano i afferò il braccio, era mio fratello “Non perderti eh!” e lo disse sorridendo. Mi guardò con uno sguardo di uno che sapeva tutto, come se mi avesse letto nel pensiero. Gli sorrisi ma non risposi.
Atterati guardai il panorama che mi si presentava davanti agli occhi. Era spettacolare e per un momento tutti quegli alberi e case nel bosco mi distolsero dai miei pensieri. La nostra casa non era lontano solo cinque minuti di macchina trascorsi nel verde del bosco. La casa era molto simile a quella del mio paese e, ovviamente, scelsi la stanza che era più simile a quella che avevo al mio paese. 
  
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